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    Predefinito Rimborsi elettorale fino al 2008: appena stanziati tanti Miliardi di debito pubblico

    UN PO' DI STORIA...

    Soldi ai partiti: Lettera di Capezzone a Panebianco

    L'editorialista del quotidiano 'Corriere della Sera' il prof. Angelo Panebianco ha scritto ieri dell'aumento del "rimborso elettorale" ai partiti, dimenticando però le ultraventennali lotte radicali. A rinfrescare la memoria all'editorialista del Corriere ci ha pensato il segretario di Radicali Italiani, Daniele Capezzone con una lettera aperta:

    "Egregio Professore,

    nel Suo editoriale pubblicato oggi dal Corriere della Sera, leggo tra l'altro: '...in tutto il periodo seguente (a Tangentopoli), non fu mai possibile costringere il Paese a discutere di finanziamento della democrazia. Qualche esperto (da Massimo Teodori a Gianfranco Pasquino) ha tentato, senza successo, in questi anni, di attirare sul tema l'attenzione di un'opinione pubblica distratta; qualche convegno è stato organizzato, ma tutte le proposte sono sempre cadute nel silenzio e nel disinteresse generale'.

    Com'è noto, gentile Professore, era abitudine - e insieme necessità - stalinista perfino il 'ritocco' delle fotografie, dalle quali 'spariva', di tanto in tanto, l'uno o l'altro dissidente. Gli infortuni, però, erano dietro l'angolo perfino in quel contesto, e così accadde che in una fotografia, a furia di 'tagliare', rimasero delle mani senza proprietario: le mani di Radek, mi pare.

    Ecco, nella sintesi che Ella propone delle vicende dell'ultimo decennio, vi sono, qua e là, svariate paia di mani regolarmente staccate dal loro corpo: il corpo del movimento radicale e referendario guidato da Marco Pannella.

    1. Il 18 aprile del 1993, con il voto favorevole del 90,3% degli italiani, il Paese decise l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti. Nel Suo editoriale, si trova, in una parentesi, un accenno a quel voto: si parla infatti di un 'finanziamento pubblico centralizzato (formalmente abolito nel 1993 da un referendum)'.

    Ora, premesso che gli italiani, nel '93, non hanno formalmente abolito, ma hanno abolito (e basta) il finanziamento, è forse utile ricordare che quel referendum fu promosso dai radicali, che da soli raccolsero le firme nel 1991 (mentre si facevano carico di rendere possibili anche i referendum elettorali e i cosiddetti quesiti-Giannini), e da soli lo difesero in campagna elettorale contro tutte le altre forze politiche.

    Si trattava di una lotta condotta in continuità con il primo referendum radicale contro il finanziamento pubblico, celebrato nel 1978, e con le battaglie parlamentari di Pannella contro il suo raddoppio, nei primi anni '80, con il PCI e la DC, in particolare, letteralmente scatenati, anche con il contributo delle Presidenze delle Camere, per consentire ai partiti la presentazione di bilanci gravemente lacunosi, e, in ultima analisi, falsi.

    2. Neanche quattro anni dopo quell'esito referendario, nel gennaio del 1997, il Parlamento decise di reintrodurre il finanziamento, attraverso il famigerato 'quattro per mille' (meccanismo particolarmente subdolo e truffaldino, peraltro: il cittadino disponibile a 'mettere la sua crocetta', infatti, non poteva finanziare il suo partito, ma era costretto a finanziare l'intero sistema; e comunque, a scanso di 'sorprese', si stabilì che fosse sufficiente il parere favorevole del 15% dei contribuenti perché ai partiti fosse assegnato il tetto massimo stabilito dalla legge): grazie a questa operazione, i partiti incassarono 160 miliardi nel 1997 e 110 miliardi nel 1998.

    Immediatamente dopo quel voto parlamentare, scattò la campagna radicale per chiedere al Presidente della Repubblica Scalfaro di non promulgare la legge: ma il Presidente, che pure aveva dichiarato, pochi anni prima, che il Parlamento, a seguito di un referendum, dovesse legiferare 'sotto dettatura' del corpo elettorale, diede via libera al provvedimento. A quel punto, il comitato referendario radicale sollevò un ricorso dinanzi alla Corte Costituzionale, perché fosse bloccata una legge in così palese contrasto con la volontà popolare: ma la Consulta affermò che il Comitato non avesse titoli per promuovere il conflitto.

    Si sancì così, grazie al Presidente Scalfaro e a quella Corte, con la sola opposizione dei radicali (e chi scrive non ricorda una mobilitazione di 'editorialisti ed esperti' a sostegno di quella lotta), la piena legittimità di fatto dello stravolgimento di una decisione degli elettori. Così, l'unica strada a disposizione dei radicali (anche per evitare che la propria quota, non ritirata, finisse nelle casse dei partiti autori del furto) fu quella di ritirare le somme a loro destinate, e di organizzarne la distribuzione, la restituzione ai cittadini nelle piazze di tutta Italia, come in effetti avvenne nei successivi 18 mesi.

    3. Ma nel maggio del 1999, i partiti si accorsero che era necessario un nuovo assalto alla diligenza. E così, a seguito di una serie di riunioni di tutti i tesorieri (tranne il radicale, ovviamente), spesso animate e guidate dal leghista Maurizio Balocchi ('Roma' sarà pure 'ladrona', ma al furto si può anche contribuire dalla Padania), fu approvata una nuova legge, che abrogò la normativa sul 'quattro per mille', ma che, in compenso, aumentò indiscriminatamente l'importo dei rimborsi elettorali.

    In base alle leggi preesistenti, infatti, i partiti incassavano, come rimborso, 800 lire per abitante in occasione delle elezioni europee, 1200 lire per abitante in occasione delle elezioni regionali e 1600 lire per abitante in occasione delle elezioni politiche. Con la nuova legge, invece, i rimborsi furono elevati alla soglia delle 4000 lire per elettore in occasione di qualunque tipo di consultazione: in questo modo, in tre anni, i partiti hanno finito per incassare la bellezza di 770 miliardi di lire.

    Bene, esattamente il giorno successivo alla promulgazione di quella legge, i radicali si recarono presso la Corte di Cassazione, per depositare una proposta di referendum abrogativo. Le firme furono raccolte, e si giunse al voto nel maggio del 2000: anche in questo caso, la maggioranza schiacciante degli elettori sostenne la proposta abrogativa, ma l'esito fu vanificato dal mancato raggiungimento del quorum, determinato dalla campagna astensionista che vide unita tanta parte della sinistra alla quasi totalità dell'attuale maggioranza, il cui leader parlò (è successo anche questo...) di 'referendum comunisti'. Anche in questo caso, non si ricorda una mobilitazione di 'editorialisti ed esperti'.

    E' così, gentile Professore, che si arriva agli eventi della settimana passata: eventi che per primi, a cominciare da Marco Pannella, abbiamo denunciato. In compagnia non vasta, mi pare.

    Ora, ciascuno può trarre le proprie conclusioni dal raffronto tra questa cronologia ed il Suo intervento di oggi, tra la storia di una lotta che prosegue e la sintesi di un decennio così come Lei la compie. La mia conclusione e il mio giudizio - personalissimi, ovviamente - sono assai semplici: la denuncia (successiva) di 'editorialisti ed esperti', così concepita, produce il doppio risultato di non ostacolare il male che viene deplorato, e di annullare la lotta (preventiva e tuttora in corso) del movimento radicale e referendario.

    Il problema è capire, anche per gli 'editorialisti ed esperti', che non cessano - credo - di essere cittadini, a cosa e a chi sia utile il protrarsi della loro doglianza, della loro denuncia e della loro deplorazione, se accompagnate dalla negazione della battaglia radicale in corso. Ho l'impressione, gentile Professore, che questo - non altro - possa condurre, come Lei scrive, a 'baloccarci con slogan come ‘rivoluzione liberale’ e simili'.

    Buon lavoro, a presto"

    Wolare
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  2. #2
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    vedo che a sx e dx la questione non interessa.....sarà che quando c'è da rubare, sx e dx non esistono più?

  3. #3
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    In Origine Postato da icorock
    vedo che a sx e dx la questione non interessa.....sarà che quando c'è da rubare, sx e dx non esistono più?
    Sarebbe meglio vi preoccupaste del VERO problema che abbiamo tutti.
    Che quello se v'azzera la par condicio, col piffero che tornate in Parlamento...

  4. #4
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    In Origine Postato da MrBojangles
    Sarebbe meglio vi preoccupaste del VERO problema che abbiamo tutti.
    Che quello se v'azzera la par condicio, col piffero che tornate in Parlamento...
    Ma i radicali del VERO problema non ne posson proprio parlare, perché se gli tolgono Radio Radicale ed i relativi finanziamenti possono anche chiudere.

    Quindi combattono magari per la minoranza bali bali in bessarabia (molto meglio se la minoranza è oppressa da un paese che è stato comunista negli ultimi 100 anni) ma dal Monopolio berlusconiano se ne tengono (quasi) del tutto alla larga!!!!

  5. #5
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    In Origine Postato da icorock
    vedo che a sx e dx la questione non interessa.....sarà che quando c'è da rubare, sx e dx non esistono più?
    È in genere buona cosa diffidare dell'onestà dei politici, ma ti ricordo che senza finanziamento pubblico ai partiti essi dovrebbero ricorrere a finanziamenti privati (ovvio).
    E, per la sopracitata disonestà, questo significa anche più "favori agli amici" in caso di elezione.

 

 

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