“Productivity isn't everything, but, in the long run, it is almost everything. A country’s ability to improve its standard of living over time depends almost entirely on its ability to raise its output per worker.”
— Paul Krugman
Bruno Vespa è anche basta ad essere stipendiato dalla RAI.
Cum Feris Ferus
Cum Feris Ferus
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Not in my name
Cum Feris Ferus
Premesso che i miei predecessori sparavano ai fascisti e ai nazisti - quindi parlo solo per precisione storica - le normative adottate nel ventennio in materia di lavoro furono sostanzialmente tre:
1) legge 26 aprile 1934, n.653, sulla protezione delle donne e dei fanciulli, con precise disposizioni sul trasporto e sollevamento pesi, e il R.D. 7 agosto 1936, n. 1720, che approvò le Tabelle indicanti i lavori per i quali era vietata l’occupazione dei fanciulli e delle donne minorenni.
2) R.D. 28 agosto 1924, n. 1422, furono adottati i provvedimenti previdenziali sull’assicurazione obbligatoria contro l’invalidità e la vecchiaia.
3) R.D. 19 ottobre 1930, n. 1398 – che all’art. 437 introdusse la fattispecie del delitto di rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro. Inoltre, il codice sancì agli artt. 589 e 590 le fattispecie di omicidio colposo e di lesioni personali colpose: reati configurabili nelle ipotesi infortunistiche occorse in azienda per inosservanza delle disposizioni sulla sicurezza del lavoro.
In materia di orario di lavoro il 10 marzo 1923 viene approvata la giornata lavorativa di 8 ore. Ma a quanto mi risulta i giorni lavorativi erano 6, per cui o Vespa sbaglia per amore filiale o è stato frainteso da qualche giornalista che non vedeva l'ora di attaccarlo.
Ovviamente tali conquiste o concessioni del governo fascista furono assai sinistramente vanificate dalle pessime scelte politiche che caratterizzarono il ventennio.
Lo stupido che sa di esserlo
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