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  1. #1
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    Predefinito Oneto: "Gli audiolibri catturano le parole"

    (Da Il Federalismo)

    Gli antichi hanno sempre sostenuto, senza neanche tanta originalità,
    che le parole volino via col vento e gli scritti rimangano più a lungo. Al
    di là delle citazioni classiche un po' stereotipate, vanno sempre preferiti
    i testi stampati perché si possono rileggere, sottolineare, commentare,
    chiosare e se occorre cancellare. Oggi alla parola evanescente si è
    aggiunta - e la fa da padrona - anche l'immagine evanescente, quella della
    televisione o di internet, che si può "fermare" solo con elaborati
    marchingegni. Tutto sembra essere costruito sull'effimero di immagini che
    scorrono via, su parole che svaniscono, su testi che evaporano con un click,
    e anche fra la carta stampata prevale quella più effimera, quella dei
    quotidiani che invecchiano in un giorno, che si dimenticano in una
    settimana, che ingialliscono in due settimane e spariscono in un mese sotto
    pigne di carta o in archivi inconsultabili per la loro smisurata dimensione.
    Hanno successo gli affabulatori, quelli di parlantina sciolta che
    stordiscono chi li ascolta, o i prepotenti con corde vocali stentoree che
    subissano avversari e interlocutori sotto cascate di decibell. "Verba
    volant" si diceva, e infatti un sacco di gente dice tutto e il contrario di
    tutto, si smentisce e contraddice, ma tanto si tratta di suoni che non si
    fissano da nessuna parte e anche la memoria di chi ascolta viene ottusa dall
    'eccesso di informazione. Certo, ci sono le registrazioni, i nastri e le
    cassette ma diventa difficile ritrovare cosa serve: è come cercare su
    Echelon l'ultima telefonata con il salumiere. C'è anche chi ha il coraggio
    di trascrivere le proprie parole su carta, affidarle a resoconti
    stenografici o addirittura a registrazioni "istituzionalizzate", come dischi
    e cd in commercio: sembra che il disco (quando si usavano i dischi in
    vinile) più venduto negli ultimi 50 anni in questo sidereo Paese sia la
    raccolta dei discorsi di Mussolini. È sempre meglio di quelli di Scalfàro,
    ma il fatto la dice lunga sia sulla pochezza della nostra storia recente che
    sull'esigenza di testimonianze che "restino", che non siano del tutto
    effimere e che non spariscano con il suono della voce.
    Oggi tanti dicono di non avere il tempo per leggere e di essere
    costretti a frequentare solo schermi televisivi (che si possono guardare
    anche in mutande o mentre ci si occupa dell'igiene delle narici) o
    trasmissioni radiofoniche (che - oltre all'innegabile beneficio del boxer e
    della caccola - hanno il vantaggio di poter essere ascoltate senza smettere
    di fare altro, anche di lavorare, di guidare o di pastrugnare la morosa).
    Per tanti è solo una patetica scusa perché il tempo per il quotidiano
    sportivo o il moderno succedaneo di Grand Hotel lo trovano sempre, e sanno
    tutto sulle tendiniti di Vieri o sullo stato dei labbroni della Parietti.
    Per altri il problema invece è reale e oggi arriva uno strumento che
    gli permette di ascoltare testi facendo altro, ma anche di risentirli, in
    qualche modo di appuntarseli e di chiosarli: arrivano i cosiddetti
    "audiolibri", delle raccolte di testi selezionate e condensate in cd. Non
    sono le registrazioni per ciechi che sciorinano opere letterarie dall'
    introduzione all'indice, non sono i discorsi del Duce che richiedono
    ingombranti fonografi e stomaci patriottici: sono agili cd che si possono
    sentire a casa, in auto, sul lavoro, per strada e - con adeguato impianto
    auricolare - anche al ristorante, ai matrimoni (meglio se altrui) e ai
    funerali di circostanza. Soprattutto sono selezioni antologiche, sono brani
    scelti fior da fiore, sono scampoli di qualità e quarti d'ora di eccellenza
    sull'argomento prescelto.
    Uno dei primi di questi piccoli-grandi capolavori (l'uovo di Colombo
    in un mondo indaffarato e frettoloso) è la stupefacente compilation di testi
    che l'editore Leonardo Facco ha appena pubblicato e messo in commercio sul
    tema della migliore e più intelligente lotta allo statalismo: Sia maledetto
    lo Stato, una raccolta di otto brani d'autore che sono altrettante perle di
    autonomismo liberista. È solo il primo di una serie di audiolibri di
    impronta padanista: è infatti in lavorazione una raccolta di testi di
    Gianfranco Miglio, che tutti quelli che mal sopportano il centralismo
    romano, ladro, bugiardo e becero, aspettano come una rinfrescante boccata di
    libertà e di cultura autentica.
    Sono lavori da ascoltare, ascoltare e ascoltare ancora, fino quasi a
    impararli a memoria e recitarli in faccia a burocrati, intronati e comunisti
    riciclati: roba da farglieli ascoltare per forza come in Arancia Meccanica.
    Una tremenda tortura per loro, ma musica dolcissima per tutti quelli che
    amano la libertà fino al punto di volerla davvero.

    Gilberto Oneto
    "Non spargerai false dicerie; non presterai mano al colpevole per essere testimone in favore di un'ingiustizia. Non seguirai la maggioranza per agire male e non deporrai in processo per deviate la maggioranza, per falsare la giustizia. Non favorirai nemmeno il debole nel suo processo" (Esodo 23: 1-3)

  2. #2
    ilariamaria
    Ospite

    Predefinito

    L'idea degli audiolibri è grandiosa. Non che possa sostituire il potersi immergere davvero in un libro di carta, ma costa poco, si può ascoltare in qualunque momento, lo si può pordurre in quante copie si vuole e avvicina alla cultura anche le persone poco abituate a leggere...

    fra l'altro ho già preso il primo

    me lo porto in vacanza, lo ascolto mentre sono sdraiata sotto gli alberi così obbligo all'ascolto anche i miei vicini.

 

 

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