“Ciao! Mi chiamo Andrea e sono un missionario. Posso invitarti a conoscere Gesù questa notte?” Così, con semplicità e immediatezza i ragazzi si sono riversati sotto gli ombrelloni, sul lungo mare, nei bar di Porto Recanati invitando i loro coetanei a partecipare in serata nella chiesa parrocchiale ad “Una luce nella notte”, esperienza di adorazione e incontro personale con Gesù Eucaristia, momento culminante di ogni missione in cui prende corpo il fine stesso dell’evangelizzazione. Bardati di magliette e cappellini, dalla scritta eloquente “L’amore è più forte della morte”, i giovani hanno continuato a camminare, annunciare e invitare fino a notte fonda, mischiandosi nella folla del popolo della notte e raggiungendo anche le discoteche lontano dalla chiesa. “Rimanevano stupiti a sentirci parlare di Gesù in un posto così insolito. Ma a parte pochi rifiuti ascoltavano con curiosità, domandavano, raccontavano di sè” - dice Francesco, uno dei missionari - “La sorpresa più grande l’hanno avuta da suor Maria, che ci ha accompagnato in discoteca. Ma è una suora vera quella? Chiedevano. Tra una battuta e l’altra abbiamo toccato con mano la sete dei cuori di questi ragazzi. Talvolta anche la morte dei loro occhi tristi. Per questo credo in ciò che facciamo”.
Frattanto lungo la passeggiata del centro i concerti della Happy Christian Music Band e di Unico Spirito animavano la piazza e le strade con messaggi d’amore attirando numerosi i passanti ed invitandoli, tra una canzone e l’altra, ad andare verso la chiesa per partecipare ad “Una luce nella notte”.
Testimonianze dell’esperienza serale di “Una luce nella notte”
“Sono in ritardo, devo andare in discoteca, lascia stare”. L’espressione è quella di chi vuole scappare e si rifugia nella scusa dell’appuntamento per uscire da una situazione imbarazzante. Così anche Marco (nome di fantasia) ha dapprima svicolato dall’insolito invito rivoltogli da un coetaneo sabato notte, sulla soglia della chiesa di San Giovanni Battista a Porto Recanati. “Vuoi salutare Gesù? È lì dentro che ti aspetta.” Dall’interno luci, penombre e un sottofondo musicale attirano l’attenzione dei passanti, sorpresi nel trovare la chiesa ancora aperta. Dopo un attimo di esitazione Marco butta la sigaretta e sceglie di entrare.
Sulla porta una ragazza lo accoglie, sorridente gli propone di sostare in ginocchio davanti a Gesù Eucaristia, e magari di lasciargli un breve messaggio nel cestino accuratamente preparato sui gradini dell’altare. In cambio Marco avrebbe ricevuto un biglietto con un passo della Scrittura, ma soprattutto, promette la ragazza, il calore di un incontro nuovo, personale e intimo con Cristo Risorto. Sempre più stupito Marco si lascia guidare e accompagnare. In ginocchio, sotto l’altare, sorride guardando in silenzio la particola luminosa che lo ha sorpreso in questa notte di luglio.
Frattanto, altri giovani entrano in chiesa titubanti. Ragazzine con la minigonna e i tacchi alti si inchinano a terra per scrivere la propria preghiera; mentre jeans strappati e creste appuntite pescano dal cesto sotto l’altare un messaggio di Dio per loro. “Cosa hai scoperto questa sera?”, chiedo ad uno rimasto in piedi dietro la colonna. “Che Gesù mi ama” dice guardandomi negli occhi. Marco, intanto, sembra non avere più tanta fretta di andarsene; seduto davanti al sacerdote si confessa.
Sulla porta i giovani missionari continuano ad accogliere gente fino alle due di notte. Molti riconoscono i ragazzi incontrati nel pomeriggio in spiaggia, mentre gli adulti vengono spinti dentro dai loro bambini. Al termine della serata, si contano 308 preghiere lasciate ai piedi dell’altare ed altrettanti lumini accesi. Ma anche questo forse non basta a dare l’idea delle persone entrate perché i biglietti regalati con i brani della Scrittura sono stati tre volte tanto; segno che anche chi ha scelto di pregare nel silenzio del proprio cuore non ha resistito a portarsi a casa una Parola di Dio tutta per sé, da custodire quale eco di una serata molto particolare.