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    Predefinito Clonazione, no all’essere umano come oggetto

    Dietro l’ok inglese alla sperimentazione, gli enormi interessi delle case farmaceutiche
    La riproduzione in laboratorio fa venir meno il concetto di individuo

    C’è il colossale business delle multinazionali farmaceutiche dietro la decisione dell’autorità britannica per la fecondazione che ha dato il via libera alla riproduzione di esseri viventi da utilizzare per la ricerca scientifica. Una clonazione embrionale, cioè di vite umane allo stadio iniziale, giustificata da pretesi scopi umanitari: “nobile motivazione” peraltro sbugiardata da nomi prestigiosi del mondo scientifico. A cominciare dal premio Nobel Rita Levi Montalcini che ha voluto far sentire il peso della sua autorevole opinione: «Non sono favorevole - ha detto - alla creazione di embrioni umani per ricavarne cellule staminali a scopi terapeutici». Anche perché i pretesi “scopi terapeutici” sono l’ultima preoccupazione dei sostenitori della clonazione embrionale. «Il fine umanitario è solo una finzione, volta a manipolare l’opinione pubblica per coprire gli enormi interessi finanziari e industriali», ha denunciato la Federazione internazionale dei medici cattolici. Una posizione condivisa anche da scienziati laici, come il professor Angelo Vescovi, ricercatore di fama mondiale, che non da oggi punta il dito contro il businnes degli embrioni. Vescovi è universalmente noto per le sue proficue ricerche sulle cellule staminali adulte, una pratica che consente concreti progressi terapeutici senza rendere necessaria la soppressione dell’embrione e tantomeno la clonazione di esseri viventi a scopo di indagine scientifica. E anche la Chiesa ha rinnovato la sua ferma condanna nei confronti di pratiche che violano l’ordine naturale della creazione e calpestano la dignità dell’individuo. «In primo luogo - ha rilevato mons. Ignacio Carrasco del Pontifico Consiglio per la vita - bisogna tener conto che abbiamo altre tecniche che si sono già dimostrate molto più efficaci e che non ricorrono al sacrificio di embrioni umani. Abbiamo a disposizione delle cellule adulte che ci permettono, ormai, anche interventi con un chiaro specifico significato terapeutico». Quanto alla petulanza di certi fautori della “libertà scientifica”, il prelato ha spiegato: «C'è ovviamente una ragione economica molto forte».


    [Data pubblicazione: 13/08/2004]
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    Predefinito

    Clonazione, un business disumano
    Dietro il pretesto umanitario, le ciniche speculazioni delle multinazionali farmaceutiche

    Giulio Ferrari
    --------------------------------------------------------------------------------
    Un colossale business per le multinazionali farmaceutiche, pronte ad attingere ingenti fondi da governi e istituzioni compiacenti, vere e uniche beneficiarie di una ricerca che, oltre a spingersi al di là di ogni limite morale, non poggia su alcun concreto fondamento scientifico. E’ questa l’accusa che il mondo della medicina, della religione, della cultura e della politica (almeno la parte di questi ambienti rimasta insensibile ai ricatti, alle lusinghe del denaro facile e alla demagogia ignorante) rivolge agli avventurieri della clonazione umana.
    L’idea di riprodurre un essere vivente, un “uomo oggetto”, seppure allo stadio iniziale, cioè embrionale, da utilizzare come fabbrica di “pezzi di ricambio” per presunti interventi di carattere medico, ha sollevato un coro di indignate reazioni anche tra i più prestigiosi “addetti ai lavori”.
    In una recente intervista a Radio padania libera, un ricercatore di fama mondiale come il professore Angelo Vescovi, condirettore del Centro di ricerca del S. Raffaele di Milano, aveva denunciato il calcolato cinismo e l’inutilità delle manipolazioni embrionali. Da scienziato laico, Vescovi si era limitato a far osservare che, mentre esistono fondate aspettative di ricerca sulle cellule staminali adulte (operazione che non comporta la soppressione di una vita allo stato nascente), il massacro degli embrioni non produce alcun risultato: «Dietro a questi interventi - aveva dichiarato - di concreto c’è solo un affare miliardario». Un business che adesso si spinge sino alla clonazione embrionale, esseri umani sacrificati col solito pretesto del buonismo che, anche in questo caso, giustifica qualsiasi nefandezza. «Come sempre lo scopo umanitario è solo una finzione, volta a manipolare l’opinione pubblica per coprire gli enormi interessi finanziari e industriali che stanno dietro alle cellule staminali», ha infatti spiegato in una nota la Federazione internazionale delle associazioni dei medici cattolici. La Fiamc ha invece incoraggiato «le ricerche sulle cellule staminali adulte, il cui potenziale terapeutico è già ampiamente riscontrato. Infine invitiamo a non dimenticare che con finanziamenti molto inferiori - ha detto Gian Luigi Gigli, presidente della Fiamc - potrebbero essere risolti definitivamente i problemi della malaria, dell’aids e della malnutrizione che devastano in particolare il continente africano».
    La ferma posizione critica è condivisa anche da luminari come il premio nobel Rita Levi Montalcini. Che cattolica non è, e tuttavia ha voluto far sentire il peso della sua autorevole voce: «Non sono favorevole - ha dichiarato - alla creazione di embrioni umani per ricavare cellule staminali a fini terapeutici». La scienziata si è detta contraria anche all’uso degli embrioni congelati in sovrannumero prodotti per la procreazione assistita. E contro la mostruosità di «creare embrioni umani con la prospettiva di distruggerli in laboratorio sperando di ottenere da essi indicazioni scientificamente utili», si è pronunciato il presidente del Comitato nazionale di bioetica, Francesco D’Agostino. Pratiche che, naturalmente, vengono condannate come autentiche aberrazioni contronatura anche dalla Chiesa. «In primo luogo - ha detto mons. Ignacio Carrasco, direttore dell’Istituto di bioetica dell’Università cattolica - bisogna tener conto che abbiamo altre tecniche che si sono già dimostrate molto più efficaci e che non ricorrono al sacrificio di embrioni umani. Abbiamo a disposizione delle cellule adulte che ci permettono, ormai, anche interventi con un chiaro specifico significato terapeutico. La stragrande maggioranza di chi lavora in questo campo - ha detto il religioso - aderisce a questa linea».
    E tuttavia la clonazione umana e la macelleria embrionale non difettano di petulanti e zelanti sostenitori. «C’'è ovviamente - chiarisce il prelato - una ragione molto forte: ottenere dei brevetti, per esempio. Sappiamo benissimo che, in ambito genetico, per le molteplici applicazioni che si possono ottenere, disporre di un brevetto ha dei grandi vantaggi, per questo c'è una corsa in questo senso». Un giro di miliardi che ben spiega anche il frenetico strepitìo dei presunti sostenitori del progressi scientifico.


    [Data pubblicazione: 13/08/2004]
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

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