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    Predefinito «La sinistra europea difende gli assassini»

    CASO BATTISTI / L’EX TERRORISTA IN FUGA DOPO IL SÌ ALL’ESTRADIZIONE
    Castelli: rappresenta una cultura che dimentica le vittime dei reati

    «Io credo che occorra aprire un dibattito sulla sinistra europea che combina disastri, che difende gli assassini e i latitanti, che vorrebbe fuori dalle carceri chi ha sbagliato a danno dei cittadini onesti. Una cultura che è aberrante e che io cerco di combattere, perchè è la cultura della morte, della difesa di chi compie delitti, una cultura che si dimentica completamente delle vittime dei reati»: il ministro della Giustizia Roberto Castelli, dopo la fuga di Cesare Battisti, critica duramente ch ha sempre difeso l’ex terrorista. La sinistra e l’intellighenzia europea, «oggi - ha affermato Castelli - si trovano di fronte all’imbarazzante situazione di aver difeso chi non riconosce neanche le leggi francesi. Dopo la fuga Battisti e tornato ad essere quello che per noi è sempre stato: un latitante». Secondo il guardasigilli «con Battisti abbiamo lanciato questo messaggio: voi avete commesso dei reati, pensate di averla fatta franca andando all’estero e godendovi quella vita che avete negato a vittime innocenti, ma noi vi cercheremo, ovunque, comunque e per sempre»
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  2. #2
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    Predefinito

    IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA CASTELLI: BATTISTI ERA E RIMANE UN FUGGITIVO
    «No alla sinistra che difende gli assassini e i latitanti»


    Igor Iezzi
    --------------------------------------------------------------------------------
    «Battisti torna a essere quello che è sempre stato, un latitante»: di fronte alla fuga dell’ex terrorista dei proletari armati per il comunismo, Roberto Castelli, ministro della Giustizia, torna all’attacco di quella intellighenzia di sinistra che lo aveva sempre difeso e coccolato.
    In un’intervista a Radio Padania Libera, che noi riproduciamo integralmente, il Guardasigilli è tornato a sottolineare l’atteggiamento di un certo mondo “culturale” e di una certa sinistra «accecata dall’ideologia» e portatrice di «una cultura che si dimentica sempre delle vittime». Anzi, secondo l’esponente leghista è arrivato il momento «di aprire un dibattito su questa sinistra che difende gli assassini e i latitanti»
    Ministro Castelli, cosa pensa della fuga di Cesare Battisti che ha gettato qualche ombra sul comportamento della Francia?
    «Io ricordo che noi viviamo in Paesi democratici che offrono le più ampie garanzie a chi viene accusato e condannato. Battisti ha usufruito di queste garanzie: a fronte della nostra richiesta di estradizione doveva pronunciarsi un tribunale francese nei suoi vari gradi di giudizio. Questo è quello che stava accadendo. Evidentemente le autorità francesi non avevano ritenuto che fosse necessaria la custodia cautelare ma solo l’obbligo di firma. Battisti si è sottratto a questo obbligo e da questo momento diventa a tutti gli effetti quello che per noi è sempre stato, cioè un latitante. Questo la dice lunga sul personaggio e certi episodi dimostrano con evidenza che noi avevamo ragione e ci permettono di dire che la posizione degli intellettuali di sinistra, non solo francesi ma anche europei, oggi esce completamente a pezzi. E’ imbarazzante, per loro, essere di fronte ad un uomo che non riconosce e si sottrae anche alle leggi francesi. Io credo che a questo punto occorra aprire un dibattito su questa sinistra europea che combina continuamente disastri, che difende gli assassini e i latitanti, che vorrebbe fuori dalle carceri chi ha sbagliato a danno dei cittadini onesti. Una cultura che a mio parere è aberrante e che io cerco di combattere con ogni mezzo, perchè è la cultura della morte, della difesa di chi compie delitti, una cultura che si dimentica completamente delle vittime dei reati. Io invece la penso come la stragrande maggioranza del Paese: occorre pensare alle vittime che hanno un’assoluta sete non di vendetta, ma di giustizia. La giustizia, soprattutto quando ci sono di mezzo dei morti, non può avere dei tempi limitati, deve sempre cercare i colpevoli. Con Battisti e con gli altri di cui abbiamo chiesto l’estradizione abbiamo lanciato questo messaggio: voi avete commesso dei reati, non vi siete pentiti, pensate di averla fatta franca andando all’estero e godendovi quella vita che avete negato a vittime innocenti, ma noi vi cercheremo, ovunque, comunque e per sempre»
    L’Italia adesso cosa può fare per riavere Battisti?
    «Nulla in particolare. Quello che avevamo fatto è più che sufficiente. Noi, a suo tempo, avevamo spiccato un mandato di ricerca internazionale, ancora valido oggi. La novità è che anche le autorità francesi hanno spiccato un mandato di arresto»
    Armando Spataro, procuratore aggiunto a Milano e guida del pool antiterrorismo, che da Pm si occupò delle indagini sui Proletari armati per il comunismo che portarono Battisti ad essere condannato all’ergastolo, ha testualmente affermato: ”Era prevedibile che decidesse di scappare: è un’assassino puro. Ormai c’erano tutti i presupposti perchè fosse riconsegnato all’Italia”. Visto che è già scappato una volta...
    «Occorre essere coerenti. Spataro non può essere garantista quando gli fa comodo e forcaiolo in altre occasioni. Occorre essere realmente e sinceramente garantisti e io non mi sento, per motivi diplomatici e di opportunità, di innescare una polemica con le autorità francesi che hanno seguito le loro leggi e la loro Costituzione. Anzi io ringrazio ancora una volta il ministro Perben e tutto il governo francese che hanno avuto il coraggio di assumere questa posizione che , in Francia, presso i media più influenti, è assolutamente impopolare. Basti pensare alla posizione che aveva assunto Le Monde con quel famoso direttore che poi è venuto in Italia a darci dei cretini».
    Nessuna critica quindi verso le autorità francesi?
    «No, assolutamente. Anche in Francia, come in Italia, ci sono delle garanzie a favore dell’imputato. Il tribunale ha deciso così e noi dobbiamo rispettare questa decisione. Poi ciascuno di noi può pensare che fosse sbagliata, ma con il senno di poi è molto facile ragionare. Non innesco nessuna polemica con le autorità francesi che hanno rispettato la propria costituzione».
    E verso l’intellighenzia nostrana che ha sempre difeso Battisti dicendo che era un uomo di cultura...
    «Beh, in effetti scrive libri gialli...».
    Ritiene che qualcuno di loro farà mea culpa?
    «Non credo proprio, perchè sono accecati dall’ideologia, diranno che se è scappato è colpa mia, come tutto ciò che riguarda la Giustizia in Italia. Secondo loro è sempre colpa mia»
    Come ogni estate si parla di sovraffollamento delle carceri e si propone l’amnistia come soluzione. Lei cosa pensa di questa ipotesi?
    «Innanzitutto ricordo che questo tema, l’amnistia, non è di competenza governativa. Anche in questo caso si fa un sacco di confusione: l’amnistia è una materia del Parlamento che deve decidere con il 70% dei consensi. E’ una decisione che spetta ai parlamentari. Oggi non c’è assolutamente una maggioranza per ottenere ciò e di fronte ad un a prerogativa del Parlamento comunque non posso far altro che inchinarmi. E i numeri non ci sono perchè Violante e i Ds non vogliono l’amnistia. Ecco, quindi è interessante capire come questa accozzaglia che sta a sinistra, che non è d’accordo su nulla, possa andare d’accordo su questa questione. Rifondazione e i Verdi vogliono assolutamente l’amnistia, mentre Violante e i Ds non la vogliono. Ma allora lo dicano chiaramente, altrimenti sembra che l’amnistia non si faccia perchè ci sono altre forze che non la vogliono»
    Ma l’amnistia, l’indulto o l’indultino sarebbero una soluzione per il problema del sovraffollamento?
    «No, sono solo dei palliativi. Il problema vero è intervenire modificando la legge penale, cosa che noi stiamo facendo realizzando un nuovo codice e depenalizzando tutti i reati minori».


    [Data pubblicazione: 24/08/2004]
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

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