La notizia diffusa giovedì sera in Italia sulla presunta morte di un giornalista, volontario della Croce Rossa, ha annichilito le speranze di chi, soprattutto la famiglia nonchè i colleghi del settimanale milanese Diario (nato come inserto culturale dello storico quotidiano della sinistra l’Unità, fondato dal filosofo marxista Antonio Gramsci nel 1924), intendeva rivedere sano e salvo Enzo Baldoni.
Tuttavia, a quarant’otto ore dalla notizia, si stanno delineando particolari inquietanti che creano un vero e proprio mistero intorno alla vicenda.
Enzo Baldoni cadde in un’imboscata di criminali comuni che dopo l’occupazione americana dell’Iraq proliferano a più non posso. Il suo autista ed interprete, originario della Filistin, fu ritrovato un pajo di giorni dopo assieme all’auto completamente incendiata. La stessa faceva parte di un corteo della Croce Rossa, le altre auto, appena avuta cognizione dell’agguato, avevano proseguito il tragitto senza fermarsi, come da disposizioni ricevute nel caso.
Nei giorni successsivi all’azione criminale in Italia s’erano diffuse varie tesi intorno la vicenda, una delle quali affermava che il Baldoni vivo era stato “passato” dai delinquenti comuni agli insurrezionalisti. Quest’ipotesi aveva trovato un certo fondamento nel video diffuso pochi giorni dopo dall’emittente al-Jazeera.
Il video, tuttavia, appariva subito anomalo. Intanto nelle immagini Enzo Baldoni era molto tonico, vestito in modo diverso dal momento dell’agguato ed affermava ovvietà come se stesse introducendo sè stesso ad una più vasta platea, quindi quei pochi minuti potevano essere parte introduttiva di altro video. Infatti non va sottovalutato che la macchina digitale dell’italiano era finita nelle mani dei delinquenti dell’imboscata.
Inoltre nel video non apparivano i presunti rapitori ma solo una scritta in arabo, tra l’altro con un errore in un segno diacritico per la lingua stessa ma non per quella ebraica, e in definitiva Baldoni, uomo dal carattere coraggioso ma non baldanzoso, non sembrava certo tenuto in cattività.
In queste ore si sta delineando la clamorosa ipotesi d’un abilissimo fotomontaggio.
Immagini del Baldoni sarebbero state sovrapposte a quelle create ad arte da una mano che ha molta dimisticchezza colle lingue semite fino a confondere regole grammaticali di quella ebraica con quella araba.
Baldoni era quindi già morto al momento della diffusione del video?
Parebbe certamente di sì e s’avvalerebbe la tristissima ipotesi di un terribile e macabro gioco cogli affetti dei figli, apparsi in un dignitoso e sobrio appello sugli schermi della televisone quatariota.
Perchè quindi questa messinscena?
E quali sono ancora i lati oscuri della vicenda?
Un altro fatto è che l’abituale interprete del Baldoni, un ufficiale del Baa’th, in contatto col servizio segreto sionista, non aveva voluto partecipare alla missione umanitaria. Cosa sapeva a proposito di quello che, a questo punto, era stato programmato?!
Fatto acclarato è anche che il responsabile italiano degli Affari Esteri Franco Frattini, uomo privo di un reale spessore politico e fedelissimo dell’uomo d’affari Silvio Berlusconi, eletto Capo del Governo nel 2001, pochi mesi prima delle azioni dei servizi sionisti delle Torre Gemelle, apparso in un’intervista ad al-Jazeera aveva ribadito la fedeltà del suo Governo alla mortifera alleanza con l’Amministrazione sanguinaria di Baby Bush, controllata completamente dai sionisti.
Il Frattini stesso, dopo la diffusione della notizia della morte di Baldoni, comunicata al fratello ma appresa dall’anziano padre al notiziario video della RAI, la televisone di Stato italiana, aveva parlato d’un video “agghiacciante” con “immagini terribili”.
Tale secondo video non è stato possibile vederlo perchè non esiste, è stato creato nella testa degli uomini dei servizi ma non è stato possibile dagli stessi materialmente costruirlo.
Esisterebbero invece delle immagini digitali, una o forse una sequenza, che provverebbero sempre dall’apparecchio del povero giornalista.
Le immagini non sono chiare ma anche questo fatto è in continua evoluzione mentre scriviamo.
La notizia ha lasciato sgomento il popolo italiano, storicamente amico dell’Islam oppresso e contrario alla guerra imperialista dei sionisti contro l’Iraq, voluta fortemente, con un’inusitata piaggeria verso Baby Bush e la cricca sionista, da Silvio Berlusconi e sostenuta sui giornali a lui favorevoli, la più parte di quelli italiani, come necessario baluardo contro la “barbaria” islamica, secondo gli scritti degl’intelletuali più violentemente schierati, fra cui s’annovera la scrittrice fiorentina Oriana Fallaci, già marxista ed anti-americana negli anni Settanta ed ora autrice, dalla sua casa di New-York, d’infiammati pampleth contro l’Islam (l’ultimo, nel corrente mese, ha venduto quasi un milione di copie, allegato al più letto quotidiano italiano, il Corriere della Sera di Milano), e come “missione di pace” (tale resta anche nella vulgata governativa la presenza degli occupanti italiani in Iraq), per quanto dolorosa, dal resto del mondo intellettuale liberal.
Una guerra, sia detto per inciso, contraria perfino alla Carta fondamentale della Repubblica fantoccio, nata dopo l’occupazione americana dell’Ialia nel 1945. E mentre il popolo resta assolutamente contrario alla nuova politica italiana nel Medio-Oriente, sono pochissime le voci che riescono a raggiungere la gran massa sui mezzi di comunicazione di massa.
Ecco quindi in questa situazione la vicenda di Enzo Baldoni, uomo della sinistra movimentista e pacifista, che sarebbe finito vittima d’una messinscena politica, nata da criminali comuni, manovrati dai servizi sionisti.
Infatti l’opera di discredito che procede spedita nella pubblicistica italiana verso l’Insurrezione irachena contro l’invasore straniero, potrebbe trovare nuova linfa in questo esecrando fatto d’aver ucciso un uomo di pace, da sempre contrario alla guerra.
Un’ennesima operazione di disinfornazione della canaglia sionista in Europa, un’operazione vergognosa perchè ha giocato coi sentimenti dei famigliari, ha ridicolizzato il governo servile di Roma (un contatto dei servizi italiani avrebbe visto il Baldoni vivo!) e ha, vieppiù, dimostrato la sordidezza delle operazioni militari nell’area medio-orientale in vista della costruzione di un’entità “Grande Israele”, che possa controllare le ricchezze della regione e con esse ricattare gli Stati Uniti.
Operazioni concepite, in una drammatica “finis historiae”, fin dall’assassinio del Commandante Massoud alla vigilia del 9/11.
© cariddeo per La Voix des Opprimés , Paris, France, 1425 - 2004