Il sequestro di Enzo Baldoni e l'uccisione del suo interprete hanno avuto dei testimoni: l'autista iracheno del primo mezzo del convoglio di aiuti ha visto nello specchietto l'attacco all'auto del giornalista italiano. Subito dopo, il corpo del palestinese Gahreeb, traduttore del
reporter inviato di Diario, è stato raccolto da alcuni civili che si trovavano lungo la strada e portato alla polizia irachena.
E' quanto risulta ai vertici della Mezza Luna Rossa irachena, interpellati oggi a Baghdad da Reporter Associati. Non solo: secondo l'organizzazione umanitaria irachena, Enzo Baldoni, una volta sequestrato sarebbe stato "
abbandonato, e mai è stata avviata alcuna trattativa o operazione per riuscire a risalire ai suoi sequestratori". Baldoni inoltre, secondo le informazioni in possesso di Reporter Associati, aveva ricevuto l'incarico dalla Croce Rossa Italiana di documentare fotograficamente tutte le attività svolte in Iraq dai volontari e dai funzionari della stessa Croce Rossa.
LA MISSIONE
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La seconda missione della Croce Rossa italiana a Najaf - spiega al telefono da Baghdad la fonte della Mezza Luna, parlando dei fatti del 19 agosto -
è partita senza alcun coordinamento con noi. Mezza Luna e Croce Rossa lavorano come una sola squadra e proprio per questo Mazen Al Samraa, responsabile per le relazioni internazionali della Mezza Luna in Iraq, aveva avvertito la Croce Rossa di non mandare nessun italiano a Najaf: in quell'aera la situazione è troppo difficile e nemmeno noi siamo in grado di dire quali gruppi operino".
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Al Samraa aveva anche detto alla Cri di non usare mezzi con il simbolo della Croce Rossa e di non usare nemmeno le Toyota: in quelle zone, quando appaiono questi mezzi c'è subito chi spara, perché gli americani si servono sia della croce che delle Toyota".
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Invece" - prosegue la fonte che chiede di non essere citata perché "
questa è la politica della Mezza Luna con la stampa", ma il cui nome è nel taccuino del giornalista -
il convoglio è partito senza nemmeno chiedere a noi le usuali informazioni sulla strada migliore da seguire e sui punti pericolosi da evitare. E abbiamo inoltre ragione di ritenere che, nonostante i nostri avvertimenti, la Cri abbia usato mezzi con il simbolo della Croce Rossa".
L'ATTACCO
L'imboscata è avvenuta sulla via del ritorno da Najaf. "
La macchina con il giornalista italiano e il suo interprete Gahreeb era la seconda del convoglio. Quando sono stati sparati i colpi, l'autista iracheno del primo mezzo ha accelerato. Ma dallo specchietto ha visto che la macchina di Baldoni era stata colpita e si era fermata. Arrivato a Baghdad, l'autista ha subito avvertito Mazen Al Samraa che c'era stato un incidente".
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Il dirigente ha allora inviato a Najaf alcuni nostri volontari, per capire cosa fosse successo e cercare di aiutare Baldoni: siamo un'organizzazione umanitaria e ci adoperiamo per chi è nostro amico".
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I volontari - prosegue la fonte della Mezza Luna -
hanno scoperto che il corpo di Gahreeb era stato abbandonato sulla strada dagli assalitori. Il cadavere del palestinese è stato quindi raccolto da alcuni civili che si trovavano là e portato, a quanto ci risulta, alla polizia irachena o in un posto di pronto soccorso".
La fonte non sa dire con certezza se queste persone abbiano anche visto chi ha attaccato l'auto di Baldoni: "
Quando comincia una sparatoria la gente tende ovviamente a ripararsi, ma sappiamo che lungo quella strada c'erano dei civili iracheni". C'è poi l'autista, che dallo specchietto ha visto la vettura del giornalista colpita dai tiri.
I DUBBI
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Non sappiamo chi abbia rapito e ucciso Baldoni. Ma quello che è strano è che gli assalitori sapevano bene in quale vettura viaggiava il giornalista, sapevano quale era l'interprete, che hanno ucciso, e sapevano quale era l'italiano. Come hanno fatto?".
BALDONI E' STATO LASCIATO SOLO
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Subito dopo il sequestro - prosegue il funzionario della Mezza Luna -
ci siamo attivati per cercare di aiutare il giornalista italiano. Abbiamo messo in moto i nostri uomini sul territorio, ma nessuno è riuscito a sapere quale gruppo lo avesse prelevato. Nulla, nemmeno una traccia. E che non ci fossero piste da seguire per capire chi è stato l'ho detto subito anche a qualche amico italiano, che ci aveva chiesto di adoperarci".
In Italia nel frattempo circolavano voci di contatti ben avviati. "
Noi - prosegue la fonte -
ci domandiamo perché nessun canale di trattativa sia stato aperto. Nessun canale di quelli che esistono, alcuni dei quali passano attraverso Internet".
La Mezza Luna Rossa irachena ci rivela che nessuno ha fatto nulla di concreto, neppure un passo, per aiutare Enzo Baldoni.
"Noi non facciamo politica e non possiamo dire ufficialmente queste cose, ma sapiamo che il giornalista italiano è stato lasciato solo, abbandonato".
LA MACCHINA FOTOGRAFICA
La Croce Rossa italiana sostiene che Baldoni non lavorava per loro. "
No, no, no", ribatte il funzionario: "
Noi sappiamo che il giornalista aveva una macchina fotografica ufficiale con la quale documentava tutte le attività svolte in Iraq dalla Croce Rossa italiana".
Marco Mostallino -
www. reporterassociati.org