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  1. #31
    Mediano d'assalto
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    Citazione Originariamente Scritto da pensiero
    Angela con un filo di voce:"era arrivato a 37 kg. è stato meglio così...ha finito di soffrire"paradossalmente se ne faceva più una ragione lei che non io......

    Non è paradossale,è la convivenza quotidiana con il dolore delle persone che ami che ti fa convincere che la cosa migliore sia smettere di soffrire.E' difficile da spiegare,lo so che agli occhi di una persona vicina ma non cosi' tanto da condividere certi momenti possa risultare anche incomprensibile,ma la pietà e il dolore ti ci portano.
    Il 25 giugno è un anniversario importante per me,la sclerosi multipla dieci anni fa ha portato via mia madre:ricordo bene come quella mattina al dolore si era affiancato un sollievo,dopo anni di malattia e una vita che si spegneva giorno dopo giorno.Per chi resta è difficile trovare un equilibrio tra la componente egoistica e l'Amore vero,il bene dell'altro,ma bisogna farlo.

  2. #32
    Veneta sempre itagliana mai
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    Citazione Originariamente Scritto da Paolo82
    Il 25 giugno è un anniversario importante per me,la sclerosi multipla dieci anni fa ha portato via mia madre:ricordo bene come quella mattina al dolore si era affiancato un sollievo,dopo anni di malattia e una vita che si spegneva giorno dopo giorno.Per chi resta è difficile trovare un equilibrio tra la componente egoistica e l'Amore vero,il bene dell'altro,ma bisogna farlo.


    è la stessa malattia che ora ha la mamma di quei due miei amici....tu pensa che prima si sapesse cosa aveva, la prendevamo un pò tutti per una pigrona che gli piaceva poco lavorare in casa, perchè diceva sempre che era stanca, che le gambe le cedevano e così via....non nascondo di aver anche maglinato un pochino in passato con la cognata, proprio perchè ci sembrava na cosa così assurda sempre sta stanchezza e na voglia di far niente....povera....c'erano eccome i motivi ...ora riesce a camminare molto lentamente e alle volte si aiuta con un attrezzo provvisto di ruote dove si appoggia con le mani....mi spiace molto per la tua mamma Paolo, anche perchè come hai scritto è una malattia che ti spegne giorno dopo giorno e viverla non dev'essere facile neanche per i familiari

  3. #33
    Veneta sempre itagliana mai
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    oggi ho pensato molto a te amico mio....l'inverno si sta avvicinando, quando verrò su dalle tue parti non sarà più come prima....a chi chiederò d'ora in poi notizie sulla mia adorata neve? ti ricordi quando mi mettevo a ballare facendo il girotondo tipo gli indiani e tu mi dicevi:" stai facendo la danza perchè nevichi"? e poi giù ad imprecare perchè se per me era bellissimo vederla scendere, non altrettanto per te che dovevi tener pulito il cortile e quella salita tremenda che portava ai garage.....
    ti voglio bene


  4. #34
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    Cara pensiero, intervenire in questo thread non è proprio cosa facile. Anzi, è decisamente impresa ardua.

    E questo per svariate ragioni... anzitutto perché di fronte a chi soffre, o a chi prova la tragedia del distacco e della perdita, tutti noi (o almeno i non sprovveduti) siamo presi da un senso di imbarazzo. Vorremmo dire, vorremmo aiutare, ma c'è poco da fare: se non la si vive una determinata situazione nulla ci è dato.

    Ma poi c'è anche dell'altro, cara pensiero. C'è fondamentalmente la paura di sbagliare, di risultare sgraditi proprio nel momento nel quale, invece, di piantare altre grane non si vorrebbe nemmeno correre il rischio.

    Per questo vorrei evitarti la paternale teologica, ecco... anche perché sinceramente non mi sento in gradi di farlo.

    Però vorrei raccontarti anche io una storia, la mia storia.

    Qualche mese fa (tre, per l'esattezza, era la mattina del 7 Luglio) il mio adorato nonno Giuseppe ci ha lasciati. Fino a un paio di mesi prima era un carabiniere, andava su e giù da casa nosta a casa sua (un kilometro in salita), faceva la sua vita attiva e dava una grossa mano a mia madre con le faccende di casa. Aveva solo un piccolo disturbo alla prostata... cosa direi piuttosto comune per una persona di 79 anni!

    Mai più ci saremmo immaginati che un tumore ai polmoni ce lo avrebbe portato via così in fretta: praticamente da un giorno all'altro ce lo siamo trovati steso su un letto d'ospedale, incapace persino di bere da solo la sua minestra.

    Per me personalmente lui è stato un secondo padre, perché da bambino i miei genitori (che lavoravano a tempo pieno entrambi) mi lasciavano per tutto il giorno in compagnia dei nonni. Mi hanno praticamente cresciuto (e viziato ) mia nonna Franca e mio nonno Giuseppe, facendomi da mangiare a pranzo, scarrozzandomi dai parenti nel pomeriggio, aiutandomi con i compiti quando ero più grandicello... o disinfettandomi le ginocchia dopo l'ennesima caduta mentre giocavo con gli amici.

    I primi ventisette anni della mia vita li ho passati con lui al mio fianco, presenza discreta ma per me punto di riferimento irrinunciabile. Se prendevo un bel voto a scuola, sapevo di farlo contento e io pure ne gioivo... quando abbandonai l'università mi dispiacqui assai più per lui che per me.

    Mi piacerebbe stare qui a raccontarti degli anni vissuti insieme, di quell'uomo vissuto faticando da mane a sera, che ancora oggi tutti si ricordano per gli occhi azzurri profondissimi e per il sorriso cordiale sempre stampato sulle labbra, ma voglio raccontarti solo delle ultime ore della sua vita, invece.

    Ero al lavoro, quella sera. Appena finito sarei andato all'ospedale, come tutti i giorni, perché, lo sapevo, la fine si avvicinava, e tutti quanti noi eravamo determinati a goderci il nonno fino all'ultimo, e a fare tutto l'umanamente possibile per lui.
    Però, verso le cinque, mi squilla il cellulare. E' la mamma, dice che il nonno si è aggravato ulteriormente, che respirava male e che gli avevano fatto del tranquillante... io chiedo se è il caso che lasci il lavoro, che corra lì, ma mia mamma insiste perché rimanga. Mi lascio convincere più per fare un favore alla mamma che altro, anche perché, lo sapevo bene, la mia giornata lavorativa finiva ufficialmente lì causa cervello spento a questioni che non fossero il nonno ed il suo personale Calvario.
    Passano forse cinque minuti, la mamma mi richiama: "Michele, forse è meglio che vieni qui..." mi dice tra i singhiozzi.

    Da quel momento a quando sono arrivato in ospedale francamente non ho bene coscienza di come stessi o di cosa pensassi, so solo che quando sono arrivato il nonno era in una specie di coma: respirava molto forte, squassava il letto tanto forte respirava... con gli occhi ovviamente chiusi, tirava un respiro dietro l'altro, ma alla fine lo sentivi, il catarro profondo, e lo capivi che ormai era iniziata l'agonia. Non era un respiro, era piuttosto un rantolo.

    Gli avevano fatto una piccola dose di morfina, mi racconta la mamma in lacrime (la nonna... beh, lei c'era ). Io non pensavo ad altro che al fatto di non essere riuscito a salutare il nonno, il mio adorato nonno, per l'ultima volta. Di non essere riuscito a ringraziarlo, a dirglielo, santo cielo, che se la mia vita è la vita di un ragazzo agiato, con un lavoro e con una vita stabile, era anche merito dei suoi 79 anni passati a spaccarsi la schiena per me.
    Io ti giuro che ero preso da un rimorso incredibile, da un senso di spossatezza enorme. Un pò mi sentivo una belva in gabbia, camminavo su e giù per la stanza, dentro e fuori... senza farmi vedere piangere eh! Per quello c'erano già i parenti che si erano radunati. Mio fratello no, lui è una specie di orso yoghi, è tenero come il burro: lui piange sommessamente, zitto e fermo, piantato in piedi.
    Riesco a convincere la mamma a fargli dare il Viatico, quello che una volta si chiamava estrema unzione. Ti risparmio i particolari della scena

    Passano le ore, la situazione rimane quella. Solo il battito si fa un pò più leggero, e ogni respiro impercettibilmente diventa più debole. Rimaniamo solamente la mamma, la nonna ed io, determinati a non lasciare solo il nonno nemmeno per un minuto.
    Mauro (mio fratello) e mio papà sono a casa perché sono fatti così. Mio fratello un giorno ebbe a dire che lui in quei mesi rideva con la bocca, quando usciva di casa, ma non col cuore. Ed è significativo che il giorno stesso nel quale c'è stato il suo funerale, mio fratello abbia sognato di essere svegliato dal campanello, e di avere aperto il cancellino al nonno, che era venuto a casa nostra in bicicletta, e sorridente come sempre era salito al primo piano, in cucina. Sarà la suggestione, mah...

    Comunque ntorno alle due, esausto, senza aver toccato cibo, mi attorciglio in modo da stare sdraiato in corridoio tra un bracciolo e l'altro di due seggiole, e riscaldato da una coperta mi addormento. Non ho idea di quanto tempo fosse passato, se cinque minuti, mezz'ora o un'ora, fatto sta che ad un certo punto sento la mamma che mi chiama sottovoce, mi sveglio e nel silenzio dell'ospedale sento solo queste parole: "Michele, il nonno si è svegliato". Io non potevo crederci, non mi sembrava vero, eppure è così: mio nonno aveva riaperto gli occhi! Guardava me, la mamma, la nonna.. si guardava intorno con quei suoi meravigliosi occhi azzurri! E capiva, oh se capiva!! Non riusciva a parlare, ovviamente, ma era lucido... mi ricordava tanto il Papa Giovanni Paolo II quando, pochi giorni prima della sua dipartita, si era affacciato alla finestra e cercava di parlare, gesticolando a fatica. Così faceva il nonno...
    E' andata così: la mamma gli teneva la mano, e le è sembrato di vedere che muovesse l'altro braccio. Allora, piano, si è messa a chiamarlo: "Papà... papà..." ma niente. La nonna, svegliatasi, si avvicina, si fa raccontare e poi... "Giusèpe", lo chiama, come avrà fatto chissà quante volte prima, nei lunghi anni di matrimonio. E lui, una volta ancora, evidentemente ha voluto risponderle

    "Nonno!!! Mamma mia che spavento che m'hai fatto prendere! Ma lo sai quanto hai dormito nonno?? Eri proprio stanco eh!! Ma pensa un pò!" solo questo gli ho detto, prendendogli una mano e baciandogliela, e stringendola forte.

    Ho passato le ore più belle della mia vita, al capezzale del nonno. La mamma e la nonna dormivano, esauste più di me... il nonno a colpi riprendeva coscienza, mi cercava, mi guardava... io gli facevo segno con il dito sulla lingua, sorridendo, per chiedergli se volesse un goccio d'acqua, visto che aveva la cannetta dell'ossigeno attaccata al naso, e che quindi la gola gli si seccava facilmente. Quindi prendevo una garza, la imbevevo d'acqua, la strizzavo un pò e poi gliela passavo sulle labbra, e poi lasciavo che qualche piccola goccia gli cadesse sulla lingua. Non troppa, perché altrimenti tossiva (e che tonfo al cuore, quando succedeva!!). Ad un certo punto ho anche chiesto che mi portassero una piccola pipetta, e gli avevo "insegnato" a lasciare che la goccia cadesse e poi a umettarsi le labbra con la lingua, e poi a succhiare un pò dalla garza. Poi alzava appena un pò la testa, cercava con lo sguardo la mamma (addormentata su una poltrona ai piedi del letto) e poi la nonna. "La nonna c'è, non ti preoccupare... è solo stanca e si è messa in corridoio perché è tardi ma appena riesce viene qui..." poi cercavamo di muovere le gambe, perché la circolazione gliele faceva dolere... lo aiutavo a cambiare posizione e lo massaggiavo molto piano. Gli facevo anche un pò di aria alzando e abbassando le lenzuola, perché mi faceva segno che gli dava sollievo... poi un attimo dopo si riaddormentava. Questo sarà successo io non so quante volte, tanto che alla fine tra lavoro e tutto il resto iniziai ad avere un tal crampo ai popacci che cercavo di prendere tempo, nell'alzarmi a prendergli l'acqua...

    Quando però furono circa le sei, arrivò mio papà, e sebbene a malincuore mi decisi a tornare a casa un paio d'ore, almeno per farmi una doccia.
    Al mio ritorno, verso le otto e mezza o giù di lì, il nonno ormai era davvero in fin di vita. Mi hanno raccontato che poco dopo che me ne ero andato, aveva iniziato a sentire molto forte il dolore alle gambe, e anche se mamma, nonna e tutti quanti erano continuamente al lavoro per massaggiarlo con dell'olio e muovergli gli arti. La mamma dice che era riuscito a dire "More... mòere... voi mòrer". E io le credo, perché in quei rantoli c'era ancora la voce di suo padre. Certo è che la morfina evidentemente aveva esaurito i suoi effetti, e che quindi gliene avevano dato un altro pò.

    I suoi ultimi respiri li ha tirati con gli occhi semichiusi. La mamma non si staccava dalla sua mano, gli sussurrava parole dolcissime, gli prometteva che si sarebbe presa cura lui di quella zuccona di sua moglie... io ero ai piedi del letto, e con le lacrime agli occhi continuavo a dirgli "Grazie nonno, grazie di tutto!... grazie, grazie! Grazie davvero...". Mi sono avvidinato solo per fargli una promessa solenne, che prego Dio di darmi la forza e la possibilità di mantenere.
    La nonna si era sentita male, la era stesa lì accanto, nel letto, e lo cercava con lo sguardo, e piangeva sommessamente.

    Poi, verso le undici di mattina di Venerdì 7 Luglio, mio nonno ha raggiunto il Padre che è nei cieli.

    Mi manca sai? Manca da morire a me e a tutta la mia famiglia.
    Però io sono tranquillo. Io al funerale del mio secondo papà ero felice. Contento no... ma felice proprio. E tutte le sere, prima di andare a dormire, ringrazio Dio per tutto quello che tramite il nonno mi ha dato. Specialmente lo ringrazio perché negli ultimi mesi delal sua vita, e ancor di più nelle ultime ore, Dio mi ha dato la possibilità di restituire seppure in minima parte un pò dei sacrifici e delle fatiche che il nonno ha affrontato per me.

    Io penso di essere una persona molto diversa, ora. E sono sicuro che la morte del mio adorato nonno ha fatto parte di un disegno, di un qualcosa che io non oso nemmeno dichiarare se è giusto od ingiusto, perché semplicemente mi rendo conto di non essere in grado di giudicare.
    Vorrei tanto che lui fosse vivo, che portasse il pane la mattina a casa nostra e che la Domenica si sedesse a pranzo con noi, a mangiare il coniglio con la polenta. Però... però so che se abbiamo perso la presenza fisica del nonno, abbiamo guadagnato un'anima beata in cielo. E decisamente il bilancio è quindi in attivo

    Sono stato decisamente troppo prolisso... alla faccia della "risposta rapida" che volevo scrivere

  5. #35
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    Appena ieri hanno sepolto il padre di un mio caro amico.

    Un uomo forte,un paesano di quelli di una volta con una grande risata e due braccia che hanno lavorato il metallo,la terra e non solo.
    Stroncato appena dopo i 50 da un malore fulmineo.Ricordo le vacanze estive di qualche anno fa,al mare a casa sua,la semifinale degli europei di calcio e l'esultanza per la vittoria sofferta.Ricordo il rapporto passionale,a volte difficile con il figlio,i sacrifici fatti ma che ora stanno dando i loro frutti.Sarà dura per chi è rimasto,ma ce la faranno.
    Scusa se ti ho rubato per un attimo la discussione L,ma mi sembrava il posto più adatto per scriverlo.

  6. #36
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    Citazione Originariamente Scritto da UgoDePayens Visualizza Messaggio
    Sono stato decisamente troppo prolisso... alla faccia della "risposta rapida" che volevo scrivere

    macchè prolisso....ho letto tutto d'un fiato quanto hai raccontato, e m'è venuta in mente una cosa.....che quel miglioramento di tuo nonno non è stato un caso.....spesso ho sentito parlare che quando una persona è in fin di vita, prima di morire, ritorna per un certo tempo completamente cosciente.....questa cosa l'ho sentita dire anche da mia mamma in occasione della morte di una mia zia, mia mamma l'assisteva e non era più cosciente da diverse ore, all'improvviso ha aperto gli occhi ed ha ripreso conoscienza in maniera normale, tant'è che avevano pensato ad un improvviso miglioramento, cosa che invece non è stata perchè di lì a qualche ora ci avrebbe lasciati......

    quanto si sta male e si soffre quando chi amiamo ci lascia.....

  7. #37
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    Citazione Originariamente Scritto da Paolo82 Visualizza Messaggio
    Appena ieri hanno sepolto il padre di un mio caro amico.

    Un uomo forte,un paesano di quelli di una volta con una grande risata e due braccia che hanno lavorato il metallo,la terra e non solo.
    Stroncato appena dopo i 50 da un malore fulmineo.Ricordo le vacanze estive di qualche anno fa,al mare a casa sua,la semifinale degli europei di calcio e l'esultanza per la vittoria sofferta.Ricordo il rapporto passionale,a volte difficile con il figlio,i sacrifici fatti ma che ora stanno dando i loro frutti.Sarà dura per chi è rimasto,ma ce la faranno.
    Scusa se ti ho rubato per un attimo la discussione L,ma mi sembrava il posto più adatto per scriverlo.



  8. #38
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    Citazione Originariamente Scritto da pensiero Visualizza Messaggio
    macchè prolisso....ho letto tutto d'un fiato quanto hai raccontato, e m'è venuta in mente una cosa.....che quel miglioramento di tuo nonno non è stato un caso.....spesso ho sentito parlare che quando una persona è in fin di vita, prima di morire, ritorna per un certo tempo completamente cosciente.....questa cosa l'ho sentita dire anche da mia mamma in occasione della morte di una mia zia, mia mamma l'assisteva e non era più cosciente da diverse ore, all'improvviso ha aperto gli occhi ed ha ripreso conoscienza in maniera normale, tant'è che avevano pensato ad un improvviso miglioramento, cosa che invece non è stata perchè di lì a qualche ora ci avrebbe lasciati......

    quanto si sta male e si soffre quando chi amiamo ci lascia.....
    Evidentemente prima di morire a qualcuno è permesso di... "salutare"

    Davvero, io riguardo a ciò che è stato non penso di dover fare altro che ringraziare, perché fino all'ultimo (e anche dopo! Quanti fiori, quante condoglianze SINCERE, quanto affetto!) il nonno ha vissuto una vita degna di essere vissuta.

    Alla fine questo penso che conti più di tutto, no?

  9. #39
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    Rieccomi ancora a raccontare un wekeend appena trascorso sull'Altopiano....Son partita nel primissimo pomeriggio di sabato in moto, prevedo sarà una delle ultime uscite con la due ruote da quelle parti, poi comincia il freddo e non mi pare il caso, sono arrivata verso le 16 e qualcosa...riunione con gli altri 4 proprietari per pagare le spese e discutere le solite robe....sempre a me toccano le rogne..vabbè, na roba che si poteva chiudere in mezz'ora tra na roba e l'altra s'è tirato avanti fino quasi le 19.00.
    Serata finita in pizzeria e poi un salto al Ciclamino ad ascoltare un pò di musica senza fare troppo tardi perchè il giorno dopo alle 7 appuntamento su alla Casermetta con Angela e Luca e un'altra decina di amici per andar per funghi e mangiare lì all'aperto.
    Certo che al mattino presto su in montagna fa freddino ehhh...cavolo arrivati su c'erano 10°, per fortuna il sole ha iniziato a riscaldare quasi subito, eccome se scaldava....ufff.....come al solito nella piana di Marcesina c'era na quantità infinita di auto ferme, chissà da quanto erano lì, figuriamoci se si trovano funghi, pensai... ad aspettarmi c'era Angela con altre due tipe che non conoscevo, nessun ragazzo presente, neanche Luca, chiedo notizie, e mi dicono che è dalle 5 che sono sulla riserva (la riserva è una zona boschiva privata dove di norma non si potrebbe entrare, ma che spesso e volentieri chi vuole sfidare la proprietà ci va), in tutta velocità mi preparo e indosso gli scarponi per andare sul bosco dietro la casermetta dei forestali, lì si è sempre trovato qualcosa.....vedremo....in un'ora in quattro abbiamo trovato na decina di porcini, 5/6 belli grandi e gli altri piccolini, funghi che sicuramente non son stati visti da quella marea di gente che dalle 5 del mattino girava per il bosco.....visto che le cose non andavano troppo bene, abbiamo deciso di scendere e verificare se Mauro e gli altri erano rientrati, questo il loro risultato:







    non c'è che dire, un bel bottino....saluto tutti, qualcuno lo conoscevo, altri no, chiedo a Mauro come fosse andata, e mi fa:"come al solito, oramai è la terza volta che la vecchia mi becca....stavolta mi ha detto che mi denuncia e che mi ha fatto anche la foto", e tu gli faccio io? "gli ho chiesto se son venuto bene sulla foto, mi risponde" e giù ridere....nessun dubbio, tale e quale il papà Mauro...figura che ho costantemente sentito presente per tutta la giornata, anche perchè i motivi per ricordarlo erano continui, ho chiesto ad Angela notizie sulla mamma e come procedeva la nuova cura che stavano sperimentando, pare abbastanza bene, se non altro riesce un pò ad arrangiarsi anche da sola, menomale.
    Si erano fatte oramai le 11,30, così di buona lena, chi accende il fuoco, chi porta fuori tavole e sedie, chi condisce la roba da fare ai ferri, chi prepara la tavola, insomma alle 13,00 si era tutti seduti a mangiare costine e salsiccie in allegria e con un fuori programma tutto da raccontare....
    Come ho detto ci trovavamo in una casa chiamata la Casermetta....questa era un'abitazione che fino a qualche anno fa era abitata dalle guardie forestali, poi non so se si siano trasferite altrove, e la casa l'ha presa in affitto perchè il Comune non la vende, Mauro e un altro suo amico, la usa le due famiglie quando vogliono, mai però da ottobre a maggio perchè lì si arriva solo con la motoslitta o con gli sci da fondo.
    Si trova in curva, e c'è un bel piazzale dove mettere le auto....così tanto per non dimenticare la sua vecchia dimora un forestale ha pensato bene di piazzarsi proprio lì davanti a noi e fermare le macchine che venivano giù dai boschi....raccontare quello a cui abbiamo assistito sarebbe davvero troppo lungo, però vi garantisco che le due ore di controlli che ha fatto sono state due ore di un divertimento unico.....vedere questo che fermava l'auto, la faceva accostare, chiedeva patente e libretto, e poi col fare da"adesso ti frego per bene io" chiedere:"siete stati a funghi?" e il povero malcapitato:"si...(era inevitabile rispondesse così...erano quasi tutti con stivaloni ancora addosso)ma non ho trovato niente" e la guardia:"apra il baule" se ci penso alle faccie ancora me la faccio addossocmq morale della favola, sulla ventina di auto che ha fermato quelli a cui è andata davvero male saranno stati na decina...tre ragazzi e anche altri, han dovuto consegnare i funghi TUTTI perchè non avevano il permesso e gli è stato notificato il verbale...cmq due ore di divertimento assicurato....le comiche..c'è stata una signora che quando il forestale ha fermato la macchina si è visto bene che si è messa le mani nei capelli...ma il massimo l'ha raggiunto sto pubblico ufficiale del cavolo, che controllando un baule ha lasciato la paletta dell'alt sopra il cofano di un'auto fermata, dopo che se n'è accorto ha dovuto inseguire la macchina per riprendersi la paletta....tra na battuta e l'altra ho chiesto cosa ne facesse dei funghi ritirati, (stavo facendo un pensierino malvagio)...mi ha risposto che li avrebbe portati alle suore.....io ci credo poco, anche perchè quegli istituti son obbligati ad usare roba confezionata, a me mi sa che se li cuccanotutti loro sti stronzoni, dopo aver terrorizzato la gente si pappano anche kili kili di porcini.
    Cmq parlando con gli amici ho convenuto anche io che un pò di ragione ce l'hanno perchè sti foresti, come li chiamano loro, vengono su dalle città e devastano i boschi, se almeno si fanno i permessi, qualcosa entra nelle casse di questi poveri paesini di montagna...
    Verso le 15.00 altro giro per boschi...alle Brustolade, così lo chiamano il colle,peccato che era davvero messo male, stavano tagliando dei pini ed era molto difficile camminare ma di porcini ce n'erano davvero tanti, belli polposi, evidentemente la difficoltà di saltare i tronchi aveva dissuaso la gente e il risultato s'è visto porcini a gò gò...proprio in mezzo all'erba :"guarda, guarda bene, devi spostarla con il bastone, di solito sono ai piedi del pino" così mi diceva Mauro quando mi portava a funghi con lui, ed era proprio vero...quella parte di bosco ha la caratteristica che i funghi nascono in mezzo all'erba e fatichi non poco a vederli, verso le 18, 30 rientro alla Casermetta, divisione dei pani e dei pesci, rientro in moto a chiudere la casa e a riporre gli indumenti e gli scarponi e via lungo i tornanti per poi entrare in Valsugana.
    Una mezz'oretta di coda sempre al solito posto al semaforo di S.Nazario....ma tutto sommato vista la giornata di rientri dalle vacanze è andata anche bene.
    Arrivo a casa alle 20,30...felice di aver trascorso una bella giornata con degli amici a cui voglio un sacco di bene.
    Stasera la mia mammona ha preparato i porcini, un pò li ha fatti crudi tagliati sottili sottili conditi con limoni, altri li ha fatti normali con aglio olio e prezzemoli, poi ha fatto la polentina tenera...tenera e li ha versati sopra....dio quanto erano buoni...


    a presto.

 

 
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