Pagina 4 di 4 PrimaPrima ... 34
Risultati da 31 a 38 di 38
  1. #31
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,270
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
    Comunicato n. 45/05 del 14 aprile 2005, San Giustino



    Rassegna stampa



    Omicidio di Novi Ligure: il trauma del necroforo
    Novi Ligure - «Anche io sono "morto" quella notte dopo avere visto i corpi straziati di quella donna e del suo bimbo». A quattro anni dal massacro di Novi Ligure, dove furono uccisi Susy Cassini e Gianluca De Nardo, Domenico De Vito, 46 anni, ex necroforo del Comune di Novi Ligure, non ha superato lo choc di quel maledetto 21 febbraio quando dovette ricomporre i corpi massacrati dagli ex fidanzati Erika e Omar. Un danno biologico riconosciuto dal Tribunale di Alessandria che ha concesso all'uomo un'invalidità del 6%. «Sono quattro anni che non vivo - ha commentato oggi Domenico De Vito nell' alloggio in cui abita a Novi Ligure - non riesco a uscire di casa, la gente mi spaventa e non mi fido più di nessuno. Di notte mi sveglio quattro o cinque volte, inizio a passeggiare per il corridoio, ma non riesco a togliermi dalla mente gli occhi sbarrati di quelle due persone. Devo sempre dormire con il crocefisso al collo. Negli occhi delle vittime c'era un terrore che non avevo mai visto». Dopo quella tragica notte, che condivise con un collega, De Vito, calabrese d'origine ma da molto tempo abitante a Novi Ligure, ha continuato a lavorare come addetto alla camera mortuaria fino all'inizio del 2002, quando il servizio onoranze funebri del Comune è stato rilevato dal Cit (Consorzio intercomunale trasporto), che lo ha assunto. De Vito ha svolto alcuni servizi di recupero salme ma, ha ribadito oggi, si è reso conto «di non farcela più». «Erano troppo forti le immagini stampate nella mia mente - ha precisato - ogni notte avevo incubi terribili. Mi sono fatto visitare da due medici specialisti che mi hanno rilevato una patologia post traumatica da stress cronico». Con questa documentazione ha chiesto di fare un altro lavoro, ma nel settembre 2002 è stato licenziato perchè «non c'era possibilità di lavoro in altra mansione». L'uomo si quindi rivolto all'Inail per il riconoscimento dell'invalidità, ma la sua domanda è stata respinta. Così si è rivolto al giudice del lavoro di Alessandria, che gli ha riconosciuto il danno biologico. «La patologia del lavoratore - recita un passaggio della sentenza del giudice Pierluigi Mela - è posta in relazione causale con uno specifico evento, dotato sicuramente di un' azione rapida ed intensa sull'organismo e appare corretto inquadrare la fattispecie in esame nell'ambito dell'infortunio sul lavoro». Per l'omicidio della madre e del fratellino, Erika è stata condannata a 16 anni, mentre a Omar sono stati inflitti 14 anni.
    (Da Avvenire del 23 marzo 2005)

    Rimini: Gran Loggia 2005 per celebrare il bicentenario della Loggia d¹Italia di Palazzo Giustiniani
    (Š) La Gran Loggia è un via vai di convegni e incontri sulla laicità, la spiritualità, la scienza, ma anche sui 200 anni di vita della massoneria. Una ordinata kermesse per ricordare come i liberi muratori si siano distinti nel Risorgimento, nella lotta antifascista, nella resistenza. ³Va ricordato _ dice Raffi _ che l¹Italia di oggi è fondata sui principi di libertà, di rispetto dell¹uomo, fratellanza e tolleranza propri della massoneria². La massoneria ricorda anche di aver ispirato la nascita dell¹Onu e della Croce Rossa, di aver consentito per anni il dialogo tra ebrei ed arabi, essendo massoni Rabin e Re Hussein (Š).
    (Da il Resto del Carlino del 3 aprile 2005)

    La Delegazione della Grand Lodge of Washington DC in Italia
    Il viaggio annuale della Delegazione della Grand Lodge of Washington DC, organizzato da Francesco Legaluppi, MV di Italia Lodge, si è svolto quest¹anno in Maremma, una delle aree più interessanti della Toscana. Gli ospiti americani, tra i quali figuravano tre past Grand masters (Jules Tepper, Robert Starr e Robert Heyat) si sono fermati nell¹agriturismo, ŒLa Carletta¹ (Grosseto) facendo puntate a Pisa, Siena, Firenze, Grosseto, Pitigliano, visitando i musei etruschi e soprattutto apprezzando il Morellino di Scansano, vino famoso, prodotto da Sante Massini. A Massa Marittima gli ospiti americani sono stati festeggiati dalle Logge Acacia e Vetulonia riunite al gran completo. Il primo aprile tutti si sono trasferiti a Rimini per partecipare alla celebrazione del bicentenario del Grande Oriente d¹Italia, evento al quale hanno presenziato 27 grandi logge da tutto il mondo. La delegazione è stata raggiunta dal Deputy Grand Master di Washington, Albert McNair Smith, che ha portato ai Fratelli italiani il saluto affettuoso dei massoni della Capitale degli Stati Uniti e l¹apprezzamento per quanto il Gran Maestro Raffi sta facendo per ridare immagine e contenuti all¹attività del Grande Oriente in Italia. Il gala che ha concluso tre giornate dense di seminari aperti al pubblico, ha avuto come punto centrale il concerto della cantante Noah. L¹ultimo dei bis concessi dalla cantante israeliana, che sa coniugare stili diversi con una capacità melodica ed una estensione vocale eccezionali, è stato l¹Ave Maria. Al termine dell¹esibizione il Gran Maestro Gustavo Raffi (Š) ha dato notizia della morte del Santo Padre ricordandone la figura e le opere. Tremila massoni da tutto il mondo si sono alzati ed hanno osservato un minuto di silenzio.
    (Da Letter from Washington, aprile 2005)

    Il VI anniversario del silenzio-assenso sulla predazione degli organi
    ³Il 1° aprile 1999, 6 anni fa, Oscar Luigi Scalfaro, l'allora presidente della Repubblica promulgava la legge che introduceva il silenzio-assenso in materia di espianti e trapianti di organi e tessuti. Legge sottoscritta dall'allora presidente del Consiglio D'Alema, dal Guardasigilli Diliberto, dal Ministro della Sanità Bindi. Dietro a loro il parlamento delle lobby, dei profitti, degli intrighi, della vergogna tutta italiana. L'attuale ministro della sanità, Sirchia, si guarda bene dall'emettere il Decreto attuativo per la manifestazione di volontà dei cittadini, atteso da 6 anni. Preferisce la confusione alimentata dalle Disposizioni Transitorie. Favorisce i tesserini ingannevoli delle associazioni dei procacciatori d'organi con lauti finanziamenti dello Stato. Tollera l'illegale informazione fornita ai mass media da Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti. Nella confusione prospera l'esproprio, l'inganno, l'omicidio, il mercato. Questa legge cavalca la frode scientifica della ³morte cerebrale² a cuore battente, imposta dai protocolli di Stato, e sul falso scientifico costruisce l'esproprio seminando disperazione nelle persone, nelle famiglie, nella società². Presidente, Nerina Negrello
    (Comunicato stampa della Lega nazionale contro la predazione degli organi e la morte a cuore battente, Anno XXI, n. 6, aprile 2005, lega.nazionale@antipredazione.org)

    Gli Ebrei piangono Karol Wojtyla, un grande amico d¹Israele
    ARIEL SHARON, PRIMO MINISTRO DELLO STATO D¹ISRAELE: Il Papa era un uomo di pace, amico del Popolo Ebraico, del quale ha riconosciuto l¹unicità. Egli ha tanto operato per la riconciliazione storica tra le genti e per l¹allacciamento dei rapporti diplomatici tra Santa Sede e Stato d¹Israele. Nel 1999, quando ero Ministro degli affari esteri, ho avuto il privilegio di incontraLo e, a nome del Governo d¹Israele, sono venuto per invitarLo a partecipare alle cerimonie del Millennium. Nel nostro incontro ho sentito l¹affetto e la disposizione d¹animo calorosa e favorevole del Papa verso il Popolo Ebraico e lo Stato d¹Israele (Š), (da L¹Osservatore Romano del 6 aprile 2005).
    GIUSEPPE LARAS, PRESIDENTE DELL¹ASSEMBLEA DEI RABBINI D¹ITALIA: Nella triste circostanza della morte di Giovanni Paolo II, desidero _ a nome di tutti i Rabbini d¹Italia _ esprimere il cordoglio più profondo e l¹espressione sincera dei nostri sentimenti di partecipazione e vicinanza. Giovanni Paolo II ha fatto moltissimo per il Dialogo Ebraico-Cristiano. Grazie a Lui, una storia secolare fatta di polemiche e di contrapposizioni si è finalmente aperta verso l¹incontro la comprensione e la collaborazione nel segno del riconoscimento dei torti del passato e del bisogno di ricercare l¹uomo, fatto a immagine divina e destinatario, quindi, di rispetto e amore. Esprimo l¹augurio vivo che l¹eredità spirituale e morale lasciata da Papa Wojtyla possa essere raccolta e ulteriormente sviluppata e portata avanti nell¹interesse, non solo dei vicendevoli rapporti, ma di quelli dell¹umanità tutta che ha sempre più bisogno di amore e di pace, (da L¹Osservatore Romano del 6 aprile 2005).
    MARVIN HIER, FONDATORE DEL SIMON WIESENTHAL CENTER DI LOS ANGELES: Nessun Papa ha fatto di più per gli ebrei Rabbino, (Agenzia Zenit del 9 aprile 2005).
    CONSIGLIO DEI RABBINI DI NEW YORK: Ricorderemo con affetto le sue storiche visite alla Grande Sinagoga di Roma, al campo di concentramento di Auschwitz (Polonia) e al Muro del Pianto di Gerusalemme, e di come stava insieme a noi in una solidarietà spirituale. Considerando l¹antisemitismo come un peccato contro Dio e contro l¹umanità, il Papa ha continuamente ricordato al mondo che non potremo mai più tacere mentre altre persone muoiono in ragione della loro razza o della loro religione (Š), (Agenzia Zenit del 9 aprile 2005).
    ELIO TOAFF, EX RABBINO CAPO DI ROMA: Sarà difficile rimpiazzarlo, per me. Era un amico che mi aveva apprezzato come io avevo apprezzato lui. C¹era tra noi una cordialità che mostrava un cambiamento di rotta nei rapporti tra gli ebrei e i cristiani (da La Stampa del 9 aprile 2005).
    TULLIA ZEVI commenta favorevolmente i ripetuti gesti di apertura agli ebrei, ai ³fratelli maggior², di Giovanni Paolo II. Dalla visita alla Sinagoga di Roma (³una svolta Š nella scia del Concilio Vaticano II²), al viaggio a Gerusalemme, con il biglietto lasciato al Muro occidentale (Muro del pianto): ³un gesto che ebbe un grande impatto emotivo non solo per Israele ma per tutto il mondo ebraico². Dice Tullia Zevi che l¹aver ³nominato il rabbino Toaff nel suo testamento spirituale non è solo ³il riconoscimento da parte di Giovanni Paolo II del rapporto di reciproca cordialitಠma ³segnala anche uno degli aspetti più significativi del lungo pontificato di Giovanni Paolo II: l¹importanza data allo sviluppo del dialogo interreligioso, in particolare con i Œfratelli maggiori¹ ebrei. In questo senso quel riferimento (Š) non può non essere inteso anche come un lascito di Karol Wojtyla al suo successore perché prosegua nel cammino del dialogo², (da Avvenire del 9 aprile 2005).

    Funerali di Giovanni Paolo II: Ratzinger da la comunione a un pastore protestante
    E¹ stato il priore della Comunità ecumenica di Taizè, frére Roger Shultz in carrozzella a motivo delle gravi condizione di salute a ricevere la comunione dalle mani del cardinal Ratzinger. (Š)
    (Da Avvenire del 9 aprile 2005)

    Distensione israeliana: tre adolescenti uccisi a Gaza mentre giocavano a calcio
    Le truppe israeliane d'occupazione hanno sparato contro un gruppo di giovanissimi palestinesi, uccidendone tre nel sud della striscia di Gaza. Il triplice assassinio ha avuto luogo nel campo profughi di Rafah ed ha aggiunto tensione alla situazione di emergenza scaturita dalle minacce di estremisti ebrei di marciare sulla spianata delle Moschee a Gerusalemme. Testimoni oculari hanno riferito che un gruppo di ragazzini giocava a football in un'area aperta quando si sono uditi spari provenire dall'esterno della rete di recinzione che circonda l'area. Tre adolescenti, tra i 14 ed i 15 anni, sono stati colpiti dalle pallottole e sono morti all'istante. Si tratta del più grave incidente da quando, lo scorso 8 febbraio, fu stipulata una tregua tra Israele e l'Autorità Palestinese. Da quel giorno ad oggi, sono stati uccisi 13 palestinesi e 4 israeliani. "E' una violazione della tregua", ha dichiarato il presidente dell'AP, Mahmud Abbas. "Condanniamo fermamente questo scempio. Non accetteremo che i nostri figli vengano uccisi così". Il capo dei negoziatori palestinesi, Saib Ureikat, ha dichiarato che l'assassinio minaccia qualsiasi prospettiva di distensione. Hamas, il più importante gruppo della resistenza palestinese, ha giurato di vendicare l'assassinio dei tre ragazzi: "Il popolo palestinese non può restare in silenzio di fronte a questo crimine, che non può non essere punito", ha dichiarato Said Siyam, un leader di Gaza. Mohammed Hindi, leader del gruppo di resistenza del Jihad Islami, ha definito l'episodio "un crimine terribile", che induce i palestinesi a rivalutare la continuazione del cessate il fuoco. Poco dopo il triplice assassinio, i palestinesi hanno sparato colpi di mortaio contro una colonia israeliana a Gaza. Nessun ferito, ha dichiarato l'esercito d'occupazione.
    (Fonte: www.arabmonitor del 9 aprile 2004)

    McDonald¹s non digerisce il film ³Supersize me²
    Dopo l'anteprima italiana del film denuncia di Morgan Spurlock sui danni dell'alimentazione da fast food, McDonald's Italia si difende. "Questo film riflette una realta' che qui non c'e"', dice Alfredo Pratolongo, direttore della comunicazione. Diversa l'opinione di Slow food, che lo considera un film utile, perchè - spiega il segretario nazionale Silvio Barbero - "denuncia uno stile di vita proposto come facile, economico, aperto a tutti. Uno stile che noi contestiamo perche' e' basato sull'idea che per alimentarsi bisogna spendere poco e perche' annulla il rapporto tra cibo e territorio". Premio per la miglior regia al Sundance festival nel 2004, candidato all'Oscar come miglior documentario nel 2005, il film (in Italia dal 1 aprile) è il viaggio di un uomo - racconta lo stesso autore - "nel mondo dell'aumento di peso, dei problemi di salute e fast food". Il film, tratto dal volume 'Non mangiate questo libro' dello stesso Spurlock (pubblicato in Italia da Fandango) racconta l'esperimento, vissuto in prima persona dal regista, che ha verificato gli effetti sulla propria salute di un mese di alimentazione nei Mc Donald's americani, mangiando ovviamente il formato 'Super Size me'. Quello piu' grande che prevede, tra l'altro, quasi due litri di Coca Cola. L'idea arriva a Spurlock, nel 2002 nel giorno del ringraziamento, quando vede in un tg un servizio su due ragazze americane che avevano citato in giudizio il gruppo Mac Donald's per la loro obesita'. Cosi' il regista-scrittore, vegetariano convinto, decide di fare da cavia e di sottoporsi alla 'dieta' Mc Donald's per un intero mese (tre pasti al giorno). E prima di cominciare il test, fa controllare il suo stato di salute da tre medici, un nutrizionista, un gastroenterologo e un cardiologo: h una salute perfetta. Da qui parte il documentario che non fa altro che seguire i pasti del giovane regista in una America piena di obesi, in una successione di pasti che, tra la meraviglia degli stessi medici curanti, in breve tempo portano le sue condizioni di salute a degenerare, fino al punto che Spurlock viene considerato a 'rischio vita'. Il cardiologo (dr. Stephen Siegel) al ventesimo giorno di 'dieta' lo invita a fermarsi, e comunque a correre subito in ospedale, in caso di dolori al petto. Davanti alla macchina da presa del regista - proprio come nei documentari-denuncia di Michael Moore - scorrono le testimonianze di professori di diritto, di obesi in attesa di un'operazione che gli riduca lo stomaco, di esperti di nutrizione, di bambini che conoscono a memoria i jingle della pubblicita' di Mc Donald's, ma che confondono l'immagine di Cristo con quella di Ronald Reagan. Oltre ad essere ingrassato di 13 chili in un mese e aver riportato danni al fegato, alla fine, comunque, un piccolo risultato Spurlock lo ha ottenuto: anche se la Mc Donald's e' riuscita a far archiviare la causa delle due ragazze obese, il formato 'Super Size', con il suo spaventoso concentrato di calorie è stato eliminato dai menu' della multinazionale. "E' un tema che merita massima considerazione, ma non concordo con il sensazionalismo del film", protesta per McDonald's Italia Pratolongo. "Non e' utile all'educazione - spiega - in Italia ci sono 250 mila esercizi di ristorazione, 80 mila bar e McDonald sono solo 330. Stigmatizzare come esempio negativo solo McDonald e' sbagliato perche' sembra che eliminandolo si risolverebbe il problema della cattiva alimentazione". Inoltre, sottolinea ancora il direttore della comunicazione italiana del gruppo, "il film racconta la storia di un uomo che ha assunto oltre 5.000 calorie al giorno, il doppio di quelle consigliate per un adulto e ha limitato l'attivita' fisica', mentre 'in Italia un cliente mangia da Mcdonald's in media circa una volta ogni 15 giorni ossia 26 volte in un anno'. Il sito del film è www.supersizeme.com
    (Fonte: Rainews24 del 6 aprile 2005)


    _____________________________________


    Centro studi Giuseppe Federici: info@centrostudifederici.org

    http://www.centrostudifederici.org/

  2. #32
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,270
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Terra Santa - Israele creerà un'enorme discarica in Cisgiordania

    Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
    Comunicato n. 46/05 del 16 aprile 2005, Santa Bernadetta

    Terra Santa - Israele creerà un'enorme discarica in Cisgiordania



    La denuncia del quotidiano israeliano Ha'aretz: ignorati i trattati internazionali e la Convenzione di Ginevra. Gli ambientalisti: i rifiuti inquineranno le falde acquifere compromettendo la fornitura di acqua potabile ai palestinesi.

    Per la prima volta dal 1967, Israele ha deciso di trasferire rifiuti oltre la Linea Verde e di scaricarli nella West Bank, di David Ratner

    Il progetto è stato avviato a dispetto dei trattati internazionali che vietano a un paese occupante di sfruttare il territorio occupato in assenza di benefici per la popolazione locale. Inoltre, secondo gli esperti ambientali, l'utilizzo della cava di Kedumim - situata in una vecchia cava di pietra palestinese tra l'insediamento di Kedumim e Nablus - metterà a rischio le risorse idriche della Palestina.

    Gli operatori della discarica prevedono di depositare ogni mese circa 10mila tonnellate di rifiuti provenienti dalle regioni di Dan e Sharon all'interno della cava di Abu Shusha, la più ampia di tutta la West Bank. In questi ultimi giorni, camion e bulldozer sono all'opera nella cava per ricoprirne la superficie di terriccio marrone, così da trasformarla in una discarica di rifiuti. Enormi auto-articolati trasporteranno poi i rifiuti delle regioni di Sharon e Dan, che saranno raccolti nella discarica di Hadarim, presso la prigione di Tel Mond, per poi essere depositati nella cava.

    Della costruzione è stata incaricata la Baron Industrial Park, un'azienda di proprietà dei comuni di Kedumim, Karnei e Shomron e della regione di Shomron. Il sito di Hadarim è gestito da D. S. H., un'azienda privata per la gestione dei rifiuti con sede a Netanya e di proprietà della famiglia Valensi. L'iniziativa ha avuto origine dall'idea di riqualificare un'area di circa 13.500 metri quadrati nella zona della cava, riempiendola di resti di materiale da costruzione, immondizia e copertoni di pneumatici stracciati. Il progetto si è però enormemente ampliato, estendendosi per decine di chilometri quadrati e prevedendo la gestione dei rifiuti domestici ad opera di un'azienda privata, con introiti previsti nell'ordine delle decine di milioni di shekel.

    Trasferire i rifiuti israeliani nella West Bank si rivelerà assai più economico per la D. S. H. rispetto a trasportarli in un apposito sito in Israele. I comuni e le regioni pagano da 90 a 105 shekel per il trasporto di una tonnellata di rifiuti in una discarica temporanea israeliana, e devono sborsare circa 40 shekel a tonnellata per depositarli, senza contare il compenso del trasportatore, che ammonta a circa 30 shekel a tonnellata. Il profitto varia dai 20 ai 35 shekel a tonnellata, ma seppellire i rifiuti nella discarica di Kedumim, secondo un documento interno della Baron Park, costerà appena 30 shekel a tonnellata, con un maggiore profitto per imprenditori e operatori. Trasferire i rifiuti israeliani in Samaria offrirà all'azienda un utile di 6 shekel a tonnellata, per un totale di 60.000 shekel al mese.

    La costruzione e la messa in opera della discarica di Kedumim da parte di Israele appare quindi in violazione del diritto internazionale, nella fattispecie, delle norme sul trasporto dei rifiuti in un territorio definito "occupato". In secondo luogo, a parere degli esperti, la discarica metterebbe a rischio il monte Aquifer, una delle principali fonti di acqua potabile per Israele e per la Palestina, in quanto la discarica, in origine utilizzata per "rifiuti solidi" accoglierebbe e assorbirebbe rifiuti domestici, compresi quelli organici. Inoltre, non è chiaro se le procedure per la costruzione e la messa in funzione della discarica sul territorio demaniale siano state realizzate in conformità con la legge, né come mai i bulldozer siano già in funzione nel sito, prima ancora che sia stata accordata una concessione edilizia.

    Perché l'amministrazione non ha intrapreso misure contro la Baron Industrial Park, che ha permesso alla D. S. H. - sei mesi fa - di scaricare centinaia di tonnellate di rifiuti in questo sito in violazione della legge e prima dell'approvazione del Ministero dell'Ambiente e della Commissione per l'acqua? Fonti della West Bank sostengono che la ragione dell'inerzia dell'amministrazione sia da ricercarsi nel diffuso timore nei riguardi di Daniella Weiss, a capo del comune di Kedumim, nonché una delle proprietarie di Baron Park. Il più grande mistero è però come mai, tra tutte le aziende sulla piazza, sia stata proprio la D. S. H. a ottenere il permesso di costruire e mettere in opera una discarica così lucrosa sul territorio demaniale senza alcuna gara d'appalto, come previsto dalla legge.

    La discarica di Kedumim creerà una situazione assurda. La West Bank è già piena di discariche abusive palestinesi, che creano un grave rischio ambientale e un pericolo per la falda acquifera, in quanto l'amministrazione si rifiuta di accordare ai palestinesi la concessione necessaria per costruire discariche moderne. Eppure, la discarica più moderna costruita in questa zona, quella di Kedumim, servirà solo a smaltire i rifiuti di Israele. «Siamo di fronte a un doppio crimine - afferma il deputato Yossi Sarid, ex ministro dell'ambiente -. Da un lato, Israele impedisce ai palestinesi si utilizzare la cava e le sue risorse, e dall'altro scarichiamo sulla loro terra i rifiuti delle nostre regioni. Credo che così facendo si violino i trattati internazionali». Iche Meir, dirigente del sindacato degli enti locali della Samaria per l'ambiente, afferma che questa infrastruttura è stata costruita senza l'approvazione del sindacato e che è illegale. L'amministrazione ha emanato un'ordinanza volta a bloccare i lavori sul sito, e Baron Park ha ricevuto l'ordine di trasferire i rifiuti e di avviare opere di isolamento della cava quale condizione per ricevere la concessione da parte del Ministero dell'Ambiente.

    "Ha'aretz" è stato informato che, nonostante il ministro dell'ambiente non abbia ancora approvato i lavori per la discarica, e malgrado l'ordinanza dell'amministrazione, i bulldozer sono ancora all'opera. Un portavoce dell'amministrazione ha affermato di non essere in grado di dare risposte nel merito della legge, per mancanza di tempo. Ha sostenuto che la dirigente del comune di Kedumim ha autorizzato la D. S. H. a costruire una discarica prima che il progetto fosse approvato dalle autorità, ed è questo il motivo per cui l'amministrazione ha emesso un'ordinanza per bloccare i lavori.

    (Fonte: Ha'aretz del 5 aprile 2005, traduzione di Sabrina Fusari)


    ____________________________________


    Centro studi Giuseppe Federici: info@centrostudifederici.org

    http://www.centrostudifederici.org/

    (archivio dei comunicati nella sezione rassegna stampa)

  3. #33
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,270
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
    Comunicato n. 47/05 del 19 aprile 2005, Sant¹Espedito



    24 aprile 2005: 90° anniversario del genocidio armeno
    Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
    Comunicato n. 47/05 del 19 aprile 2005, Sant¹Espedito



    «ŠSotto l¹affresco una scritta in armeno: ³24 Aprile², data d¹inizio dei massacri. Tale data avrebbe dovuto divenire la giornata mondiale del genocidio, se la proposta non fosse stata ostacolata dalla lobby ebraica americana su istigazione degli ebrei di Turchia. L¹iniziativa della comunità ebrea di Istanbul fu a suo tempo criticata da Simon PeresŠ» (Pietro Kuciukian, ³Viaggio tra i cristiani d¹Oriente. Comunità armene in Siria e in Iran², Ed. Guerini e Associati, Milano 1996, pag. 94).

    Il 24 aprile 2005 ricorrerà il 90° anniversario del genocidio armeno. Il Centro studi Federici ricorda gli Armeni cristiani, circa 1.500.000, vittime del genocidio e invita le associazioni amiche a ricordare l¹anniversario con comunicati stampa, conferenze e convegni nel corso del 2005. Indirizzi utili:
    - per la documentazione generale si può consultare il sito della Comunità Armena di Roma: http://www.comunitaarmena.it
    - per la documentazione fotografica si può consultare il sito di Marcello Piccamiglio: http://freeweb.dnet.it/liberi/index.html
    - se la pagina del sito presentasse dei problemi, la stessa documentazione è disponibile sul sito dei Giovani Padani: http://www.giovanipadani.leganord.or...li.asp?ID=2658
    - per l¹organizzazione di conferenze si può scrivere al dottor Pietro Kuciukjan, autore di numerosi libri sulla questione armena: pietro.kuciukyan@tin.it


    Documento n. 1 - UNA BREVE SCHEDA SUL GENOCIDIO (dal sito: www.gariwo.net)


    METZ YEGHÉRN, IL GENOCIDIO DEGLI ARMENI


    Quando e dove: nel quadro del primo conflitto mondiale (1914-1918) si compie, nell¹area dell¹ex impero ottomano, in Turchia, il genocidio del popolo armeno (1915 _ 1923), il primo del XX secolo. Con esso il governo dei Giovani Turchi, che ha preso il potere nel 1908, attua l¹eliminazione dell¹etnia armena, presente nell¹area anatolica fin dal 7° secolo a.C.

    Entità dello sterminio: nella memoria del popolo armeno, ma anche nella stima degli storici, perirono i due terzi degli armeni dell'Impero Ottomano, all¹incirca 1.500.000 di persone. Molti furono i bambini islamizzati e le donne inviate negli harem. La deportazione e lo sterminio del 1915 sono stati preceduti dai pogrom del 1894-96 voluti dal Sultano Abdul Hamid II e da quelli del 1909 attuati dal governo dei Giovani Turchi.

    Autori del progetto e della messa in atto: le responsabilità dell¹ideazione e dell¹attuazione del progetto genocidario vanno individuate all¹interno del partito dei Giovani Turchi, Ittihad ve Terraki (Unione e Progresso). L¹ala più intransigente del Comitato Centrale del Partito ha pianificato il genocidio, realizzato attraverso una struttura paramilitare, l¹Organizzazione Speciale (O.S.), diretta da due medici, Nazim e Chakir. L¹O.S. dipendeva dal Ministero della Guerra e attuò il genocidio con la supervisione del Ministero dell¹Interno e la collaborazione del Ministero della Giustizia. I politici responsabili dell¹esecuzione del genocidio furono: Talaat, Enver, Djemal. Mustafa Kemal, detto Ataturk, ha completato e avallato l¹opera dei Giovani Turchi, sia con nuovi massacri, sia con la negazione delle responsabilità dei crimini commessi.

    Pianificazione: il genocidio degli armeni può essere considerato il prototipo dei genocidi del XX secolo. La pianificazione avviene tra il dicembre del 1914 e il febbraio del 1915 con l¹aiuto di consiglieri tedeschi, alleati della Turchia all¹interno del primo conflitto mondiale. L¹obiettivo era di risolvere alla radice la questione degli armeni, popolazione cristiana che guardava all¹occidente.

    Moventi ideologici: il movente fondamentale è da ricercarsi all¹interno dell¹ideologia panturchista, che ispira l¹azione di governo dei Giovani Turchi, determinati a riformare lo Stato su una base nazionalista, e quindi sull¹omogeneità etnica e religiosa. La popolazione armena, di religione cristiana, che aveva assorbito gli ideali dello stato di diritto di stampo occidentale, con le sue richieste di autonomia avrebbe potuto costituire un ostacolo ed opporsi al progetto governativo.
    La motivazione principale del genocidio, dunque, perpetrato dal governo turco, fu di tipo politico. L¹obiettivo degli ottomani era la cancellazione della comunità armena come soggetto storico, culturale e soprattutto politico. Non secondaria fu la rapina dei beni e delle terre degli armeni.
    Il governo e la maggior parte degli storici turchi ancora oggi rifiutano di ammettere che nel 1915 è stato commesso un genocidio ai danni del popolo armeno.

    Modalità di esecuzione: il 24 aprile del 1915 tutti i notabili armeni di Costantinopoli vennero arrestati, deportati e massacrati. A partire dal gennaio del 1915 i turchi intrapresero un¹opera di sistematica deportazione della popolazione armena verso il deserto di Der-Es-Zor. Il decreto provvisorio di deportazione è del maggio 1915, seguito dal decreto di confisca dei beni, decreti mai ratificati dal parlamento. Dapprima i maschi adulti furono chiamati a prestare servizio militare e poi passati per le armi; poi ci fu la fase dei massacri e delle violenze indiscriminate sulla popolazione civile; infine i superstiti furono costretti ad una terribile marcia verso il deserto, nel corso della quale gli armeni furono depredati di tutti i loro averi e moltissimi persero la vita. Quelli che giunsero al deserto non ebbero alcuna possibilità di sopravvivere, molti furono gettati in caverne e bruciati vivi, altri annegati nel fiume Eufrate e nel Mar Nero.



    Documento n. 2 _ NEGAZIONISMO ISRAELIANO


    (Š) Yair Auron, uno dei più eminenti studiosi dei genocidi, ancora una volta si leva in difesa degli armeni e chiede al governo israeliano di riconoscere ufficialmente l¹avvenuto genocidio degli armeni da parte del governo dei giovani Turchi. In un suo recente articolo, ³Stiamo aiutando il negazionismo², pubblicato il 9 giugno 1998, su Haaretz, quotidiano in lingua ebraica che si stampa in Israele, così scrive:
    La recente decisione dell¹assemblea nazionale di Francia di riconoscere il genocidio armeno è passata sotto silenzio in Israele. Avendo adottato la formula ³la Francia riconosce ufficialmente il genocidio armeno del 1915², l¹assemblea l¹ha votata all¹unanimità. Nessuno dei parlamentari ha votato contro o tanto meno si è astenuto. (Š) La Francia subirà dei danni economici-finanziari derivati dall¹approvazione della risoluzione sul genocidio armeno, (la Turchia ha già minacciato di reagire rapidamente). La Turchia ha anche dichiarato che ³la risoluzione adottata incoraggerà il terrorismo di tipo razziale²£.
    Quali connessioni ci sono, continua Auron, tra questi fatti e Israele? Il mese scorso ho partecipato a una conferenza internazionale alla Sorbonne sul genocidio armeno. Alla fine della conferenza il presidente del comitato organizzatore ha dichiarato che ora gli armeni si batteranno per il riconoscimento del genocidio in tre stati: la Francia (la risoluzione in favore del riconoscimento del genocidio armeno non è stata ancora approvata dal Senato francese, ndr), Israele e Turchia. E¹ difficile spiegare quanto importante sia per gli armeni di tutto il mondo la questione di come lo stato di Israele considera il genocidio armeno. La possibilità che la Turchia riconosca il genocidio da essa perpetrato (e ciò è una condizione sine qua non per la formazione di uno stato genuinamente democratico in Turchia) dipende dalla possibilità che altri stati si uniscano alla Francia. E¹ chiaro che, in questa circostanza, l¹atteggiamento di Israele assuma un importante significato. Ma Israele è divenuto, in modo diretto o indiretto, complice della politica negazionista della Turchia. Tutti i governi israeliani che si sono succeduti si comportano alla stessa maniera. Alcuni mesi fa la nomina dell¹ambasciatore israeliano in Turchia è stata ritirata perché la Turchia aveva protestato poiché nel 1981 l¹ambasciatore aveva parlato del genocidio armeno. Il governo israeliano ha allora invitato al suo posto un nuovo ambasciatore e ciò è accaduto senza nessuna contestazione in Israele, mentre in qualsiasi altra nazione ne avrebbero discusso a lungo.
    Ci sono somiglianze e differenze fra il genocidio armeno e la Shoah ebraica, ma il genocidio è un crimine, l¹uccisione di un popolo a causa della sua appartenenza a un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. La negazione del genocidio armeno ha lo stesso significato della negazione dell¹Olocausto. L¹ambasciatore che è stato rimosso rappresentava uno stato che si riconosce come rappresentante delle vittime della Shoah. C¹è una responsabilità morale, educativa, politica e attuale di primo ordine per riconoscere il genocidio armeno. (Š)
    Il riconoscimento del genocidio armeno ha per Israele un particolare significato specialmente perché Israele è dannazione di sopravvissuti a un genocidio. C¹è la possibilità che Israele segua l¹esempio della Francia? E¹ troppo sperare che un membro della Knesset si alzi per proporre una risoluzione affinché Israele riconosca ufficialmente il genocidio armeno? (Š)
    (Pietro Kuciukian, "Dispersi. Viaggio tra le comunità armene nel mondo", Ed. Guerini e Associati, Milano 1998, pag. 169).



    «ŠSotto l¹affresco una scritta in armeno: ³24 Aprile², data d¹inizio dei massacri. Tale data avrebbe dovuto divenire la giornata mondiale del genocidio, se la proposta non fosse stata ostacolata dalla lobby ebraica americana su istigazione degli ebrei di Turchia. L¹iniziativa della comunità ebrea di Istanbul fu a suo tempo criticata da Simon PeresŠ» (Pietro Kuciukian, ³Viaggio tra i cristiani d¹Oriente. Comunità armene in Siria e in Iran², Ed. Guerini e Associati, Milano 1996, pag. 94).

    Il 24 aprile 2005 ricorrerà il 90° anniversario del genocidio armeno. Il Centro studi Federici ricorda gli Armeni cristiani, circa 1.500.000, vittime del genocidio e invita le associazioni amiche a ricordare l¹anniversario con comunicati stampa, conferenze e convegni nel corso del 2005. Indirizzi utili:
    - per la documentazione generale si può consultare il sito della Comunità Armena di Roma: http://www.comunitaarmena.it
    - per la documentazione fotografica si può consultare il sito di Marcello Piccamiglio: http://freeweb.dnet.it/liberi/index.html
    - se la pagina del sito presentasse dei problemi, la stessa documentazione è disponibile sul sito dei Giovani Padani: http://www.giovanipadani.leganord.or...li.asp?ID=2658
    - per l¹organizzazione di conferenze si può scrivere al dottor Pietro Kuciukjan, autore di numerosi libri sulla questione armena: pietro.kuciukyan@tin.it


    Documento n. 1 - UNA BREVE SCHEDA SUL GENOCIDIO (dal sito: www.gariwo.net)


    METZ YEGHÉRN, IL GENOCIDIO DEGLI ARMENI


    Quando e dove: nel quadro del primo conflitto mondiale (1914-1918) si compie, nell¹area dell¹ex impero ottomano, in Turchia, il genocidio del popolo armeno (1915 _ 1923), il primo del XX secolo. Con esso il governo dei Giovani Turchi, che ha preso il potere nel 1908, attua l¹eliminazione dell¹etnia armena, presente nell¹area anatolica fin dal 7° secolo a.C.

    Entità dello sterminio: nella memoria del popolo armeno, ma anche nella stima degli storici, perirono i due terzi degli armeni dell'Impero Ottomano, all¹incirca 1.500.000 di persone. Molti furono i bambini islamizzati e le donne inviate negli harem. La deportazione e lo sterminio del 1915 sono stati preceduti dai pogrom del 1894-96 voluti dal Sultano Abdul Hamid II e da quelli del 1909 attuati dal governo dei Giovani Turchi.

    Autori del progetto e della messa in atto: le responsabilità dell¹ideazione e dell¹attuazione del progetto genocidario vanno individuate all¹interno del partito dei Giovani Turchi, Ittihad ve Terraki (Unione e Progresso). L¹ala più intransigente del Comitato Centrale del Partito ha pianificato il genocidio, realizzato attraverso una struttura paramilitare, l¹Organizzazione Speciale (O.S.), diretta da due medici, Nazim e Chakir. L¹O.S. dipendeva dal Ministero della Guerra e attuò il genocidio con la supervisione del Ministero dell¹Interno e la collaborazione del Ministero della Giustizia. I politici responsabili dell¹esecuzione del genocidio furono: Talaat, Enver, Djemal. Mustafa Kemal, detto Ataturk, ha completato e avallato l¹opera dei Giovani Turchi, sia con nuovi massacri, sia con la negazione delle responsabilità dei crimini commessi.

    Pianificazione: il genocidio degli armeni può essere considerato il prototipo dei genocidi del XX secolo. La pianificazione avviene tra il dicembre del 1914 e il febbraio del 1915 con l¹aiuto di consiglieri tedeschi, alleati della Turchia all¹interno del primo conflitto mondiale. L¹obiettivo era di risolvere alla radice la questione degli armeni, popolazione cristiana che guardava all¹occidente.

    Moventi ideologici: il movente fondamentale è da ricercarsi all¹interno dell¹ideologia panturchista, che ispira l¹azione di governo dei Giovani Turchi, determinati a riformare lo Stato su una base nazionalista, e quindi sull¹omogeneità etnica e religiosa. La popolazione armena, di religione cristiana, che aveva assorbito gli ideali dello stato di diritto di stampo occidentale, con le sue richieste di autonomia avrebbe potuto costituire un ostacolo ed opporsi al progetto governativo.
    La motivazione principale del genocidio, dunque, perpetrato dal governo turco, fu di tipo politico. L¹obiettivo degli ottomani era la cancellazione della comunità armena come soggetto storico, culturale e soprattutto politico. Non secondaria fu la rapina dei beni e delle terre degli armeni.
    Il governo e la maggior parte degli storici turchi ancora oggi rifiutano di ammettere che nel 1915 è stato commesso un genocidio ai danni del popolo armeno.

    Modalità di esecuzione: il 24 aprile del 1915 tutti i notabili armeni di Costantinopoli vennero arrestati, deportati e massacrati. A partire dal gennaio del 1915 i turchi intrapresero un¹opera di sistematica deportazione della popolazione armena verso il deserto di Der-Es-Zor. Il decreto provvisorio di deportazione è del maggio 1915, seguito dal decreto di confisca dei beni, decreti mai ratificati dal parlamento. Dapprima i maschi adulti furono chiamati a prestare servizio militare e poi passati per le armi; poi ci fu la fase dei massacri e delle violenze indiscriminate sulla popolazione civile; infine i superstiti furono costretti ad una terribile marcia verso il deserto, nel corso della quale gli armeni furono depredati di tutti i loro averi e moltissimi persero la vita. Quelli che giunsero al deserto non ebbero alcuna possibilità di sopravvivere, molti furono gettati in caverne e bruciati vivi, altri annegati nel fiume Eufrate e nel Mar Nero.



    Documento n. 2 _ NEGAZIONISMO ISRAELIANO


    (Š) Yair Auron, uno dei più eminenti studiosi dei genocidi, ancora una volta si leva in difesa degli armeni e chiede al governo israeliano di riconoscere ufficialmente l¹avvenuto genocidio degli armeni da parte del governo dei giovani Turchi. In un suo recente articolo, ³Stiamo aiutando il negazionismo², pubblicato il 9 giugno 1998, su Haaretz, quotidiano in lingua ebraica che si stampa in Israele, così scrive:
    La recente decisione dell¹assemblea nazionale di Francia di riconoscere il genocidio armeno è passata sotto silenzio in Israele. Avendo adottato la formula ³la Francia riconosce ufficialmente il genocidio armeno del 1915², l¹assemblea l¹ha votata all¹unanimità. Nessuno dei parlamentari ha votato contro o tanto meno si è astenuto. (Š) La Francia subirà dei danni economici-finanziari derivati dall¹approvazione della risoluzione sul genocidio armeno, (la Turchia ha già minacciato di reagire rapidamente). La Turchia ha anche dichiarato che ³la risoluzione adottata incoraggerà il terrorismo di tipo razziale²£.
    Quali connessioni ci sono, continua Auron, tra questi fatti e Israele? Il mese scorso ho partecipato a una conferenza internazionale alla Sorbonne sul genocidio armeno. Alla fine della conferenza il presidente del comitato organizzatore ha dichiarato che ora gli armeni si batteranno per il riconoscimento del genocidio in tre stati: la Francia (la risoluzione in favore del riconoscimento del genocidio armeno non è stata ancora approvata dal Senato francese, ndr), Israele e Turchia. E¹ difficile spiegare quanto importante sia per gli armeni di tutto il mondo la questione di come lo stato di Israele considera il genocidio armeno. La possibilità che la Turchia riconosca il genocidio da essa perpetrato (e ciò è una condizione sine qua non per la formazione di uno stato genuinamente democratico in Turchia) dipende dalla possibilità che altri stati si uniscano alla Francia. E¹ chiaro che, in questa circostanza, l¹atteggiamento di Israele assuma un importante significato. Ma Israele è divenuto, in modo diretto o indiretto, complice della politica negazionista della Turchia. Tutti i governi israeliani che si sono succeduti si comportano alla stessa maniera. Alcuni mesi fa la nomina dell¹ambasciatore israeliano in Turchia è stata ritirata perché la Turchia aveva protestato poiché nel 1981 l¹ambasciatore aveva parlato del genocidio armeno. Il governo israeliano ha allora invitato al suo posto un nuovo ambasciatore e ciò è accaduto senza nessuna contestazione in Israele, mentre in qualsiasi altra nazione ne avrebbero discusso a lungo.
    Ci sono somiglianze e differenze fra il genocidio armeno e la Shoah ebraica, ma il genocidio è un crimine, l¹uccisione di un popolo a causa della sua appartenenza a un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. La negazione del genocidio armeno ha lo stesso significato della negazione dell¹Olocausto. L¹ambasciatore che è stato rimosso rappresentava uno stato che si riconosce come rappresentante delle vittime della Shoah. C¹è una responsabilità morale, educativa, politica e attuale di primo ordine per riconoscere il genocidio armeno. (Š)
    Il riconoscimento del genocidio armeno ha per Israele un particolare significato specialmente perché Israele è dannazione di sopravvissuti a un genocidio. C¹è la possibilità che Israele segua l¹esempio della Francia? E¹ troppo sperare che un membro della Knesset si alzi per proporre una risoluzione affinché Israele riconosca ufficialmente il genocidio armeno? (Š)
    (Pietro Kuciukian, "Dispersi. Viaggio tra le comunità armene nel mondo", Ed. Guerini e Associati, Milano 1998, pag. 169).

  4. #34
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,270
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
    Comunicato n. 48/05 del 21 aprile 2005, Sant¹Anselmo



    Ecclesia _ Comunicato dell¹IMBC su Benedetto XVI



    Comunicato dell¹Istituto Mater Boni Consilii sull¹elezione di Benedetto XVI



    Bisogna _ ora più che mai _ pregare per la Chiesa



    Il 19 aprile 2005, i Cardinali riuniti in Conclave hanno eletto al Sommo Pontificato il Cardinale Joseph Ratzinger, che ha preso il nome di Benedetto XVI.
    Nel suo comunicato del 5 aprile, anche il nostro Istituto dedicato alla Madonna del Buon Consiglio si univa a tutti i fedeli cattolici nella preghiera e nella penitenza, ³nella speranza², così stava scritto, ³che Dio voglia abbreviare le nostre pene e nella certezza che, alla fine, le porte dell¹inferno non prevarranno². La nostra speranza è stata presto delusa, mentre la nostra certezza resta incrollabile.

    In occasione del Conclave che elesse Karol Wojtyla - Giovanni Paolo II - Mons. Marcel Lefebvre inviò a quaranta cardinali elettori, il 6 ottobre 1978, una lettera nella quale scrisse, tra l¹altro, queste parole, dalle quali egli non seppe, purtroppo, trarre tutte le logiche conseguenze:

    ³Un Pontefice degno di tal nome, e vero successore di Pietro, non può dichiarare che si dedicherà all¹applicazione del Concilio e delle sue Riforme. Sarebbe Œipso facto¹ in rottura con tutti i suoi Predecessori, e particolarmente con il Concilio di Trento. (Š) Solo la costante riaffermazione della fede cattolica può essere la sorgente dell¹unità. Solo a questo prezzo si giustifica l¹autorità del Sommo Pontefice².

    Nel discorso tenuto ai cardinali il giorno seguente alla sua elezione, Benedetto XVI ha invece dichiarato:

    ³Anch¹io pertanto nell¹accingermi al servizio che è proprio del Successore di Pietro, voglio affermare con forza la decisa volontà di proseguire nell¹impegno di attuazione del Concilio Vaticano IIŠ².
    Pertanto, il cardinal Ratzinger non può, stante questa volontà chiaramente manifestata, essere vero Successore di Pietro, pur essendo e restando colui che è stato canonicamente eletto a questo gravissimo compito.

    Le meditazioni delle stazioni della Via Crucis scritte dal Card. Ratzinger l¹ultimo Venerdì Santo, e l¹Omelia tenuta durante la celebrazione ³pro eligendo Summo Pontifice², potevano far sperare che _ con l¹aiuto onnipotente della grazia di Dio - il riconoscimento della grave situazione che attraversa la Chiesa potesse portare al riconoscimento della causa principale di questa situazione: la rottura con l¹ortodossia cattolica operatasi con le nuove dottrine del Vaticano II. Il discorso del 20 aprile, apertamente favorevole ad alcuni di questi errori _ la collegialità episcopale, la ³purificazione della memoria², l¹ecumenismo, il dialogo interreligioso _ sembra escludere, fin da subito, questa nostra forse ingenua speranza.

    Nelle chiese, cappelle e oratori del nostro Istituto, pertanto, è stato e sarà ancora celebrato ogni giorno il Santo Sacrificio della Messa senza menzionare nel canone il nome del Sommo Pontefice, poiché la Sede Apostolica è purtroppo ancora formaliter (formalmente) vacante.

    Non mancherà però la nostra preghiera per l¹eletto, per tutti i prelati, per tutti i cattolici e soprattutto per la Santa Chiesa di Dio, Cattolica, Apostolica e Romana, affinché poco a poco oppure rapidamente, come Dio vorrà, cessi la tempesta, sia debellata l¹eresia, e tornino i tempi felici del trionfo della Chiesa, per la maggior gloria di Dio e la salvezza delle anime.

    Verrua, 20 aprile 2005

    E-mail: info@sodalitium.it
    Sito internet: www.sodalitium.it


    _____________________________


    Centro studi Giuseppe Federici: info@centrostudifederici.org

    http://www.centrostudifederici.org/

  5. #35
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,270
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza
    Comunicato n. 60/05 del 16 maggio 2005, Sant¹Ubaldo

    Scandaloso articolo di Maurizio Blondet sulla Sacra Scrittura

    Pubblichiamo un articolo che piacerà a pagani, esoterici, gnostici, ecc. Da parte nostra riaffermiamo l¹ispirazione divina del Vecchio e del Nuovo Testamento e prendiamo pubblicamente le distanze da Maurizio Blondet.

    La Bibbia aveva torto? di Maurizio Blondet

    E' difficile avere un nome più ebraico di Israel Finkelstein: eppure questo famoso archeologo dell'università di Tel Aviv è odiatissimo da tutti gli ebrei religiosi. Perché i suoi scavi stanno scoprendo che la storia degli ebrei narrata dalla Bibbia non ha riscontro nella realtà (1).
    L'esodo del popolo eletto dall'Egitto e i 40 anni di peregrinazione nel deserto, sotto la guida di Mosè? "Le popolazioni nomadi dell'epoca non avevano ancora addomesticato il cammello", obietta Finkelstein: "avevano solo capre e pecore, e non potevano certo attraversare un deserto".
    La conquista di Canaan, la terra promessa, da parte dei forte esercito israelita comandato da Giosuè? Mai avvenuta. Il potente regno di Davide? Non ce n'è traccia. Il fatto è che delle popolazioni che si possono considerare proto-israelite appaiono nelle terre di Canaan nel tredicesimo secolo avanti Cristo, età del
    Bronzo inferiore. Gli insediamenti scoperti negli scavi, dal 1970 ad oggi, si riducono a piccoli villaggi di capanne sulle alture; tutt'attorno ai quali si trovano resti alimentari di diversi animali domestici, salvo uno: il maiale.
    E' un indizio lieve di ebraicità (probabilmente il maiale era evitato da tutti i popoli del Medio Oriente, per ragioni igieniche), ma non è questo il punto.
    Nell'insieme, tutto ciò non suggerisce l'idea di una conquista dall'esterno, ma piuttosto il fissarsi di popolazioni seminomadi già esistenti in loco. Un archeologo americano, William Dever, sostiene che il popolo ebreo nacque da "una ritirata", ossia dal ritirarsi di piccoli nuclei cananei sulle colline, per sottrarsi al torchio fiscale delle città-stato; Finkelstein preferisce credere a un mutamento del modo di vita di popolazioni preesistenti, che passarono dal nomadismo pastorale a una sedentarizzazione agricola. Ma l'uno e l'altro sono d'accordo: "le testimonianze materiali non confermano il racconto biblico di un'invasione militare". La Scrittura racconta della conquista violenta, da parte degli ebrei, di potenti città-stato, il "regno di Edom", Gerico...
    Ma nel tredicesimo secolo avanti Cristo, il sito di Gerico non era occupato; non c'era ancora alcuna città di cui far cadere le mura al suono delle trombe giudaiche, come narra la Bibbia.
    E così la località in seguito chiamata Edom, e gli altri siti nominati dalla Bibbia come conquistati e saccheggiati dagli ebrei. Questi siti esisteranno sì, ma solo molti secoli più tardi.
    E sì che la documentazione, anche di tempi così antichi, non manca. Gli Egizi tenevano accurati rapporti sul mondo circostante.
    Vi sono celebri tavolette, trovate a Tel el-Amarna nel 1886, che sono "lettere": corrispondenza ufficiale tra i microscopici "re" delle città-stato di Canaan e il faraone Akenathon, regnante nel secolo XIV, di cui riconoscevano la sovranità.
    Fra l'altro, in queste lettere si accenna a rivolte di gruppi ribelli ai reucci, chiamati "Apiru" o Abiru (ebrei?). Una stele del faraone Meneptah, risalente al 1210 avanti Cristo, che elenca le vittorie del faraone su vari popoli e città, cita fra i vinti Israele; ma il grafema usato dallo scriba egizio pare designare con questo nome più che un popolo o una città-stato, un "gruppo di individui", probabilmente tribù nomadi marginali, sia economicamente sia geograficamente. L'apparizione di un regno ricco e potente come quello che la Bibbia attribuisce a Salomone e Davide non sarebbe passato inosservato ai burocrati egizi.
    Per gli archeologi, le Sacre Scritture ebraiche sono molto posteriori a quel periodo, il tredicesimo secolo avanti Cristo. Si tratta di raccolte di storie mitologiche "compilate" (ossia raccolte) o "redatte" (ossia inventate di sana pianta) tra il 640 e il 609 avanti Cristo, sotto il regno del re Josia. Apparentemente, v'erano allora due regni ebraici, "Israele" a nord, e "Giuda" a sud. Josia era re di Giuda negli anni in cui gli Assiri conquistarono e inglobarono il regno del nord, "Israele".
    Di qui la collazione di antichissimi miti locali (e non solo ebraici: la traversata del Mar Rosso è ricordata persino dai Dogon, tribù negra del Mali) e disparate narrazioni preesistenti, allo scopo di confezionare una mitica "storia" ebraica: voluta da re Josia come un'epica eroica e feroce per contrastare psicologicamente 'avanzata assira e il complesso d'inferiorità che la cultura superiore dei conquistatori doveva aver creato. E' ben visibile in queste Scritture la volontà di promuovere l'idea dell'unità dei "due regni", Israele e Giuda, sotto "un solo" Dio. Il monoteismo ebraico risalirebbe infatti a quest'epoca tarda, non già al mitico Abramo vissuto (forse) un migliaio di anni prima.
    Insomma la Bibbia non è un documento storico, ma un'opera di propaganda - o di guerra psicologica - che dichiara un programma politico: la riunificazione dei "due regni giudaici" sotto Josia. Programma, tra l'altro, fallito.

    Note
    1) Stéphane Foucart, "Enquete archeologique aux racines d'Israel", Le Monde, 4 maggio 2005.

    (Dal sito delle edizioni Effedieffe)


    _______________________________


    Centro studi Giuseppe Federici: info@centrostudifederici.org

    http://www.centrostudifederici.org/

  6. #36
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,270
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    ERESIA

  7. #37
    Non sono d'esempio in nulla
    Data Registrazione
    25 May 2003
    Località
    Firenze
    Messaggi
    8,664
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

  8. #38
    Cattolico Tradizionalista
    Data Registrazione
    19 May 2004
    Località
    Provincia di Lecce - Il mondialismo è una statua di cera, Lady U$A non mi farò mai ammagliare dalla tua bandiera
    Messaggi
    13,145
     Likes dati
    0
     Like avuti
    2
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Originally posted by guelfo nero
    ERESIA
    Sarebbe bello fare una bella critica all'articolo, in modo da smentire passo per passo tutto quello che è stato scritto.
    Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui.

 

 
Pagina 4 di 4 PrimaPrima ... 34

Discussioni Simili

  1. Risposte: 2
    Ultimo Messaggio: 19-07-09, 15:26
  2. Blondet prende distanza dal cattolicesimo...è una novità?
    Di Sùrsum corda! (POL) nel forum Tradizione Cattolica
    Risposte: 13
    Ultimo Messaggio: 12-03-07, 00:36
  3. Presa di distanza?
    Di mojitodaiquiri (POL) nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 5
    Ultimo Messaggio: 13-04-06, 11:49
  4. Il Sig. Maurizio Blondet...
    Di Scettico nel forum Padania!
    Risposte: 68
    Ultimo Messaggio: 02-05-03, 13:27

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito