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  1. #51
    W BUSH
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Il terrorismo ha dichiarato guerra al mondo!

    In Origine Postato da Pasquin0
    l'algeria è un altro ottimo esempio, chissà perchè gli usa hanno bombardato la Libia,dove quelle cose non succedono, invece di eliminare i terroristi algerini?
    Reagan bombardò la Libia, poichè c'era appena stato un attentato con decine di vittime in Germania contro la discoteca "La Belle", abitualmente frequentata da militari USA in libera uscita.

    Recentemente il governo libico ha in qualche modo ammesso delle responsabilità riguardo l'attentato.

    Documentati, prima di dar fiato alle fauci!!

  2. #52
    I amar prestar aen
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Il terrorismo ha dichiarato guerra al mondo!

    In Origine Postato da yurj
    Questa è grossa
    Ogni volta che parli di stori fa pessime figure, studia cosa successe nel febbraio 1948 in cecoslovacchia. Un colpo di stato che ebbe anche influenza sulle nostre elezioni dello stesso anno.

    Cordiali Saluti
    E voi tutti, o Celesti, ah! concedete,
    Che di me degno un dì questo mio figlio
    Sia spendor della patria, e de Troiani
    Forte e possente regnator. Deh! fate
    Che il veggendo tornar dalla battaglia
    Dell'armi onusto de' nemici uccisi,
    Dica talun: NON FU SI' FORTE IL PADRE:
    E il cor materno nell'udirlo esulti.

  3. #53
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    Predefinito

    In Origine Postato da yurj
    Unire "i paesi" non funziona.

    Devono terminare la fame e la guerra, causa del terrorismo.
    Bin Laden non ha mai conosciuto fame e guerra come molti dei sauditi benestanti che si trovavano in Afghanistan.

    Non capite che dietro molta povera gente e tanti esaltati vi sono altri interessi interni al mondo arabo: potere politico, economico, religioso.

    Non ci sono solo gli interessi occidentali!!

    Saluti

  4. #54
    W BUSH
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Il terrorismo ha dichiarato guerra al mondo!

    In Origine Postato da thematrix
    spiacente ma non sono dall parte di chi sgozza, e non ho mai appoggiato gente del genere
    su chi ha appoggiato bin laden in passato vedere farheneit 9-11
    Siete proprio ingenui!
    Bin Laden, durante la guerra in Afghanistan svoltasi contro i sovietici, era un capo partigiano e un combattente.

    Questo dimostra solo che c'è stata un'alleanza strategica momentanea contro i rossi.

    Altrimenti anche Stalin, che si alleò con Hitler per spartirsi la Polonia, andrebbe considerato una creatura della Gestapo!
    Che effimere cortine fumogene che fate!!

    Voi intellettualmente non volete ammettere che avete sbagliato ancora: parteggiando per l'ennesima volta a favore di terrorismo e nichilismo, solo per soddisfare la vostra incompetenza, invidia ed inettitudine!

  5. #55
    email non funzionante
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Il terrorismo ha dichiarato guerra al mondo!

    In Origine Postato da Blue Jay
    Siete proprio ingenui!
    Bin Laden, durante la guerra in Afghanistan svoltasi contro i sovietici, era un capo partigiano e un combattente.

    Questo dimostra solo che c'è stata un'alleanza strategica momentanea contro i rossi.

    Altrimenti anche Stalin si alleò con Hitler, per spartirsi la Polonia.
    Anche Stalin era una creatura della Gestapo?!
    Certo che mi fai proprio ridere.

    Ah se cercava di buttare fuori i sovietici dall'Afghanistan era un combattente, se cerca di buttare fuori gli americani dall'Iraq o dall'Arabia Saudita è un terrorista....

    Siete comici e non ve ne accorgete.
    Vuoi una soluzione VERA alla Crisi Finanziaria ed al Debito Pubblico?

    NUOVA VERSIONE COMPLETATA :
    http://lukell.altervista.org/Unasolu...risiEsiste.pdf




  6. #56
    I amar prestar aen
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Il terrorismo ha dichiarato guerra al mondo!

    In Origine Postato da yurj
    Questa è grossa
    FEBBRAIO 1948 CECOSLOVACCHIA Il protagonista delle vicende di quei giorni e' Klement Gottwald. E' lui il vero arteficie del colpo di stato comunista che si conclude il 25 febbraio 1948, dopo dodici giorni di crisi acuta, politica e costituzionale, ma le cui premesse sono vecchie di almeno cinque anni. Nel 1943 infatti Gottwald ha incontrato Benes a Mosca e gli ha promesso, di intesa con Stalin, tutta la sua collaborazione per quando la Cecoslovacchia sara' stata liberata dai nazisti e restituita alla democrazia. In realta', egli sta gia' preparando la strategia e la tattica per l'instaurazione di un potere comunista curando fin da allora l'organizzazione dei movimenti paralleli e quelli illegali. L'infiltrazione nei partiti democratici, la presa di controllo delle forze sindacali, insomma la costituzione di un potere "reale" o "di massa" da oppore al momento giusto a quello "formale" secondo i dettami della scuola leninista. Gottwald e' un uomo di origini contadine, hafatto il falegname a Vienna e poi e' entrato nel 1921 (a 25 anni) nel Partito comunista cecoslovacco e da allora quella e' stata la sua scuola e la sua vita. Nel 1934 gia' numero uno del partito, e' stato chiamato a Mosca tra i dirigenti della Internazionale Comunista, accanto a personaggi come Palmiro Togliatti, Maurice Thorez, Geroghi Dimitrov. Ha fatto tesoro di quella esperienza quando dopo tre anni in patria e' stato riparato di nuovo nella capitale sovietica a causa della invasione nazista. Si costruisce la fama di "patriota" e forse tale si considerava davvero lui stesso. Primo, perche', da comunista, ritenteva ovviamente che il comunismo fosse un bene per il suo paese. Secondo, perche', pur sposando senza esitazioni le tesi di Stalin, era convinto che una volta tornato in patria e preso il potere avrebbe costruito un sistema comunista "diverso", dalle caratteristiche "cecoslovacche". Ma e' difficile dire dove arrivasse la tattica cominternista e e dove cominciasse la volonta' reale di una qualche autonomia dall'Urss. Certo il Gottwald che torna a Praga, dopo la liberazione dai tedeschi, e' un comunista leninista e stalinista deciso ad offrire alla democrazia cecoslovacca tutto il tempo necessario a morire, ma non piu' di questo. Da comunista esperto ha scelto bene i suo collaboratori. Tre soprattutto: Rudolf Slansky, segretario del Partito, Vaclav Nosek, ministro dell'Interno nel governo di unita' nazionale post-guerra e Antonin Zapotocky, destinato ad essere il capo del sindacato unico comunista dopo il golpe rosso. Ad ogni occasione, Gottwald ribadisce la lealta' del Partito comunista cecoslovacco alla Democrazia parlamentare e la sua stima per il democratico Benes, presidente della Repubblica. Alla democrazia pero' non ammette il partito liberale sostenendo che si e' macchiato di "collaborazionismo" con i nazisti, privando cosi' il sistema di un polo alternativo di centro destra e lo condanna ad una pratica consociativa nella quale il Partito Comunista sara', come nella fattoria degli animali "piu' eguale degli altri". Ma il suo vero lavoro politico da leader comunista e poi da presidente del consiglio nel governo di unita' nazionale e' quello di organizzare i "movimenti di massa", vale a dire i Comitati Nazionali che eserciteranno un potere di controllo e all'occorrenza di epurazione a tuti i livelli amministrativi e soprattutto un sindacato Unico e naturalmente egemonizzato dai comunisti; con in piu' infiltrazione di comunisti nella polizia e nell'esercito e nelle varie organizzazioni politiche ed economiche. Nel fare questo Gottwald ha un vero e proprio modello e precendente immediato. Quello della confinante Ungheria dove i comunisti di Mathias Rakosi hanno inventato la "tattica del salame" cioe' del togliere fetta a fetta il potere alle opposizioni e comunque ai centri di potere non comunisti. Per certi versi, il caso ungherese e' simile a quello cecoslovacco: anche li ci sono state elezioni, gia' nel 1945. Il Partito Comunista Ungherese non le ha vinte, anzi ha guadagnato appena il 17% ma e' entrato ugualmente (grazie alla vicinanza dell'Armata rossa liberatrice) in un governo di unita' nazionale e da li' a "affettato" la forza degli altri partiti fino a prendersi tutto il potere. La Cecoslovacchia pero' non ha truppe sovietiche sul proprio territorio. Anche se esse stazionano a pochi chilometri, al di la della frontiera Ungherese. Come paese rappresenta ancora un vero test di credibilita' circa le dichiarazioni di fede "pluralista" dei partiti comunisti europei, quello cecoslovacco ma anche quelli della Europa occidentale: primo tra tutti il Partito comunista italiano di Togliatti. Il 13 febbraio e' un venerdi'. Si riunisce a Praga il Consiglio dei ministri. Il clima e' di grande tensione per le divisioni nette gia' esistenti tra comunisti da una parte e socialisti nazionali, democratici popolari dall'altra con i socialdemocratici in mezzo che sono un po' l'ago della bilancia. I comunisti di Gottwald premono per nuove nazionalizzazioni senza indennizzo, socialisti nazionali e popolari vogliono difendere la libera iniziativa, i socialdemocratici sono incerti e divisi. Il consiglio non e' in grado di prendere una decisione, e siaggiorna a martedi 17. Intanto Gottwald propone all'ufficio politico (polit buro') del Partito Comunista di tenere al corrente degli sviluppi della situazione all'interno del governo l'ambasciatore sovietico a Praga e la rappresentanza del partito comunista sovietico (Pcus) nel Cominform dimostrando gia' cosi' il suo "patriottismo" e dando quindi notizie riservate del governo cecoslovacco ai rappresentati di una potenza straniera. Lunedi 16 febbraio i ministri socialisti-nazionali propongono ai Popolari e Democratici slovacchi le dimissioni dal governo anche per mettere il quarto partito, il socialdemocratico, con le spalle al muro costringendolo ad uscire dalla sua ambiguita' pro o contro i Comunisti di Gottwald. Sembra una mossa tattica efficace ed invece e' il fattore scatenante della crisi. Gottwald accusa il Partito socialista nazionale, il partito democratico svolacco e il partito popolare di essere "parte di un complotto reazionario e antipopolare" cioe' in definitiva "anti-sovietico". Martedi 17 la nuova riunione del consiglio dei ministri e' l'ultima della democrazia cecoslovacca. Riemerge il contrasto tra Comunisti e moderati in particolare sulla questione, voluta dai comunisti di Gottwald, di sostituire 8 commissari di divisione della Polizia di Praga, iscritti al partito popolare, con altrettanti iscritti pero' al Partito comunista cecoslovacco. Il verbale della seduta dice che "alle 16.20 il presidente del consiglio del governo provvisorio, (il comunista Gottwald) si allontana dal tavolo presidenziale dopo un vivace scambio di vedute con i ministri del Partito Popolare, Democratico e Socialdemocratico". E' la rottura. Il Partito Comunista fa un appello alla popolazione perche' "si tenga pronta a sventare le intenzioni sovversive dei reazionari". In verita' i soli a celare ipotesi sovversivi sono proprio i comunisti di Gottwald. La macchina del Partito Comunista Cecoslovacco si mette in moto, il conto alla rovescia e' cominciato e nelle sezioni del partito si distribuiscono armi e munizioni gentile omaggio dell'ambasciata sovietica a Praga. Mercoledi' 18 febbraio Gottwald convoca d'urgenza il consiglio dei ministri: ribasce la sua intenzione di continuare con le nazionalizzazioni senza indennizzo e di voler stabilire "realazioni di stretta amicizia con l'Unione Sovietica e con i compagni dei paesi confinanti". I ministri dei tre partiti moderati (popolari, democratici, socialdemocratici) non ci stanno ed abbandonano per protesta la seduta. Gottwald riunisce allora la direzione del "Fronte Nazionale" ma la riunione non ci sara'. Il fronte e' defunto e comunisti da un alto e popolari e democratici dall'altro sono spaccati in due. Il Partito socialdemocratico e' ancora incerto tra le due parti. Si aspetta il congresso che avra' luogo di qui a pochi giorni per decidere la linea da seguire. Intanto c'e' il congresso del Sindacato unico di domenica 22. Nel frattempo, giovedi 19 arriva Valerj Zorin, vice-ministro degli esteri del Governo Sovietico. Lui, l'ambasciatore sovietico e Gottwald si incontreranno "a porte chiuse" nell'ambasciata sovietica a Praga. Intanto la "milizia popolare" cioe' gruppi di militanti del Partito Comunista Cecoslovacco comincia a girare per le strade di Praga e delle principali citta'. Sono uomini armati e pronti a tutto, attendono gli ordini decisivi dal comitato centrale del loro Partito ed intanto vanno in giro per Praga con fucili e mitragliatori e la fascia rossa sul braccio sinistro. Il 22 si svolge il congresso del sindacato unico. E il sindacato decide. Su 8000 delegati 6900 sono comunisti. Il Partito Comunista Cecoslovacco inaugura con Slansky il "Comitato per il Nuovo Fronte Nazionale", una specie di Soviet Supremo che spiana la strada al regime. Nel Comitato ci sono solo comunisti. Lunedi' 23 la "milizia operaia" cioe' le squadre armate del Partito Comunista cecoslovacco occupano i ministeri, la centrale telefonica, la stazione, l'aeroporto ed i punti nevralgici della capitale. L'esercito si schiera con il Partito comunista cecoslovacco (vuoi anche per la vicinanza geografica dell'Armata Rossa che attende e osserva gli avvenimenti di Praga dal vicino confine ungherese) iniziano i primi arresti dei rappresentati degli altri partiti. Gottwald va al Castello, dal prensidente Benes. Gli dice che "i reazionari stavano tramando un golpe e che bisogna varare misure eccezionali per arrestarli". Benes non ci sta "quello che voi state facendo e' un colpo di stato" gli dice. Ma Gottwald oramai e' lanciato. Resta la speranza dei socialdemocratici, che si decidano a prendere posizione contro i comunisti ed il golpe che stanno mettendo in pratica. Ma al congresso vince la "sinistra" di Fierlinger che si schiera con il Partito comunista. A sera alcuni manifestanti vanno sotto il castello a protestare contro i comunisti e per il rispetto della costituzione. Benes riceve una delegazione, e' stanco e sente che Gottwald lo ha tradito quando parlava di "democrazia e pluralismo" e che ora stanno facendo "come in Russia", fa loro vaghe promesse ma nulla di piu'. Martedi 24 e' l'ultimo giorno in cui qualche giornale e' ancora libero di uscire. A mezzogiorno c'e' lo sciopero (indetto dal sindacato diretto dai comunisti) generale di protesta contro i popolari e democratici che si sono opposti a nuove nazionalizzazioni. 1400 operai non vi aderiscono e sono cacciati a forza dai posti di lavoro dai picchetti armati dei comunisti. E' dunque mercoledi 25, fine partita. Gottwald va al Castello alle 10.30 e presenta a Benes la lista dei nuovi ministri. Sono tutti comunisti tranne 4, 1 socialdemocratico, un popolare e due democratici. Ovviamente "dissidenti" cioe' in verita' passati sul carro del vincitore. Benes e' titubante chiede tempo per firmare, ma Gottwald gli fa sapere che per le 16 e' prevista in piazza san venceslavo un suo comizio, saranno preenti in tanti, dice Gottwald. Benes capisce a cosa si riferisce, "saranno tutti armati" vuol fare intendere Gottwald. Benes e' contrariato ma firma, obtorto collo, la lista del nuovo governo rosso. E siamo tornati all'inizio del nostro racconto quando dalla Zis nera scende Gottwald di fronte alla folla rossa esultante. Dopo il 25 i comunisti non si fermano piu'. Iniziano gli arresti dei dirigenti degli altri partiti, la chiusura forzata dei giornali. La radio di stato viene sequestrata dai comunisti che irrompono nella sede con i mitra spianati. La "via nazionale" promessa da Gottwald si e' rivelata una bugia tattica. Il nuovo governo comunista vara una legge che scioglie d'autorita tutti i partiti politici tranne ovviamente il Partito Comunista che diventa il partito unico. Ai socialisti democratici viene imposta l'annessione forzata nella lista unica del Partito comunista. Si annuncia una nuova consultazione elettorale. La lista unica rossa (comunisti e socialdemocratici annessi), l'opposizione se vuole puo' presentare una lista per ogni collegio ma servono almeno mille firme autenticate da un notaio. Nessuno osa. Resta la possibilita' di una scheda bianca usata con coraggio da 744 mila elettori, perche' quasi ovunque si vota ormai apertamente ed entrare nella cabina significa farsi iscrivere sulla "lista dei sospetti" da parte delle squadre Rosse che presidiano i seggi elettorali. Intanto gli arresti di ex funzionari dello Stato, funzionari degli altri partiti "borghesi", di direttori di giornali e giornalisti si susseguono, sono oramai varie migliaia. Il dramma si e' oramai consumato, Jan Masarik il ministro degli esteri democratico del precedente governo e' stato cooptato dal nuovo governo comunista di Gottwald, ma e' perplesso. Confida al Generale Svoboda (un finto indipendente in realta' comunista e fiancheggiatore del PC, lo dimostrera' 20 anni dopo in un' altra drammatica vicenda!) di volersi dimettere. Svoboda lo scongiura di non farlo "per il bene del paese". Masarik, che fino all'ultimo aveva sperato di salvare la democrazia slovacca e' stanco. La sera del 9 marzo si ferma nel suo ufficio fino a tardi. Il suo proposito di restare fuori dal governo comunista uscito dalle "elezioni" e' oramai definitivo sapendo che entrandovi avvallerebbe con il suo prestigio di democratico il golpe comunista. All'alba il suo corpo viene trovato esamine sul selciato di piazza Czernin, la finestra del suo ufficio e' rimasta aperta. Suicidio? Il giornale comunista "Rude Pravo" dice di si. Ma sono in molti a pensare che Masarik sia stato "defenestrato" nel senso letterale, da sicari comunisti perche' personaggio "scomodo". La parola "defenestrazione" riguardo alla morte di Masarjk fa il giro del mondo. Richiama alle mente un'altra defenestrazione, sempre in cecoslovacchia ma nel 1618 quando due governatori imperiali (impero austro-ungarico) furono cacciati giu' dai rivoltosi. Ma questa volta i diritti violati stanno dalla parte del "defenestrato" cioe' di Masarik, mentre i defenestratori sono gli artefici di una nuova dittatura. Benes e' sconvolto dalla morte di Masarik. Rimane presidente fino al 7 giugno. Poi si dimette. Il 3 settembre muore. Di infarto - diranno i giornali - che oramai sono tutti la voce del nuovo regime comunista. Cominciano cosi' i 42 anni di dittatura comunista in Cecoslovacchia.

    Cordiali Saluti
    E voi tutti, o Celesti, ah! concedete,
    Che di me degno un dì questo mio figlio
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    Che il veggendo tornar dalla battaglia
    Dell'armi onusto de' nemici uccisi,
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    E il cor materno nell'udirlo esulti.

  7. #57
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Il terrorismo ha dichiarato guerra al mondo!

    In Origine Postato da Blue Jay
    Siete proprio ingenui!
    Bin Laden, durante la guerra in Afghanistan svoltasi contro i sovietici, era un capo partigiano e un combattente.
    Questo dimostra solo che c'è stata un'alleanza strategica momentanea contro i rossi.
    anche se fosse stata una semplice alleanza strategica come dici tu la sostanza non cambia, anzi tra alleanze strategiche con saddam contro khomeini, con osama contro i russi, con tutti i dittatorelli centramericani contro i castristi, e altre ancora si ha solo la conferma che le soluzioni americane contro quelli che definiscono i mostri del momento si rivelano ben peggiori dei "mostri" stessi

  8. #58
    TORINO E' GRANATA
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    BOUGIA NEN autentico, cioè come per l'Esercito Piemontese, io NON ARRETRO MAI !!
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Il terrorismo ha dichiarato guerra al mondo!

    In Origine Postato da Blue Jay
    Siete proprio ingenui!
    Bin Laden, durante la guerra in Afghanistan svoltasi contro i sovietici, era un capo partigiano e un combattente.

    Questo dimostra solo che c'è stata un'alleanza strategica momentanea contro i rossi.

    Altrimenti anche Stalin si alleò con Hitler, per spartirsi la Polonia.
    Anche Stalin era una creatura della Gestapo?!
    si come no.....
    una "semplice" alleanza in cui per anni Bin Laden e soci hanno ricevuto dagli states miliardi di dollari e quintali di armi..oltre alle coperture internazionali e l'addestramento ed assistenza diretta della cia...
    il "mostro islamico" non è nato dal NULLA......

  9. #59
    TORINO E' GRANATA
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Il terrorismo ha dichiarato guerra al mondo!

    In Origine Postato da durrutibus
    anche se fosse stata una semplice alleanza strategica come dici tu la sostanza non cambia, anzi tra alleanze strategiche con saddam contro khomeini, con osama contro i russi, con tutti i dittatorelli centramericani contro i castristi, e altre ancora si ha solo la conferma che le soluzioni americane contro quelli che definiscono i mostri del momento si rivelano ben peggiori dei "mostri" stessi
    con STALIN contro l'Europa dei POPOLI..non la vogliamo mettere ???

  10. #60
    Hanno assassinato Calipari
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Il terrorismo ha dichiarato guerra al

    In Origine Postato da locke
    Falso un par de ciuffoli lo ha ammesso lo stesso geddafi
    L'hanno visto anche i sassi che lo fa per avere rapporti con l'Occidente.

    Infatti è un terrorista ora amico tuo

    Amico dei terroristi

    Se osa dire che ora non lo farebbe più, le cito Battisti così tace.

    La Libia non era responsabile, mentre gli Usa lo erano dei bombardamenti che hanno fatto migliaia di vittime innocenti in libia.

    È la legge dei più forti, non giustizia, questa.

 

 
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