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    Predefinito La bolla fatiscente, o la finta ripresa dei mercati azionari

    La bolla fatiscente, o la finta ripresa dei mercati azionari
    di Joseph Halevi
    su il manifesto del 27/10/2009

    Non c'è nessuna ripresa. I discorsi sull'uscita dal tunnel sono fatti per imbonire la gente. Non c'è nemmeno uscita dalla crisi finanziaria. Anzi questa si ripresenta come un' infezione: sembra scemare, poi riappare con virulenza. Le persone che scrivono senza un obiettivo politico in testa lo dicono apertamente. Gillian Tett sul Fianancial Times citava un banchiere, secondo il quale non bisogna credere a chi dice che nel sistema bancario vi sia un'atmosfera sommessa. Con il denaro virtualmente gratis gli operatori hanno ripreso un postura aggressiva caricando ogni operazione con dosi crescenti di leverage. Quando nel 2001 scoppiò la bolla delle tecnologiche i mercati finaziari ci misero alucni anni a riprendersi e trovare altre via speculative attraverso l'indebitamento dei contratenti di mutui ipotecari. Dalla crisi del 2008 sono passati pochi mesi e i mercati non hanno imparato nulla. Perchè? La risposta, sempre sul Ft, viene dal finanziere George Soros. I profitti delle grandi banche non sono il prodotto di attvità ed acume manageriale e della capacità di affrontare rischi, ma niente altro che regali dei governi alle banche.
    La nuova bolla sta vieppiù allarmando le persone ragionevoli. Quindi non le banche né le industrie reali che, terrorizzate dalla crisi, si sono esse stesse lanciate in emissioni di titoli e bonds senza alcun progetto reale di sviluppo. Questo dovrebbe insegnare qualcosa circa lo pseudo conflitto tra settore reale e finanziario. Le attuali operazioni si basano sul nulla: non producono effetti sul piano degli investimenti. È nato ultimamente un dibattito molto significativo riguardante la necessità di separare le attivita di rischio da quelle bancarie. Soros ad esempio è favorevole a tale separazione, già esistente prima degli anni novanta.
    Per la banche sollevare una simile tematiche è un anatema. Ma perchè rifuggono dalla funzione di essere delle istiuzioni di pubblica utilità? Il fatto è che negli ultimi due decenni, e soprattutto dopo il 2001, le attività redditizie non provenivano dalla dinamica della domanda reale in cui entrano in maniera decisiva i salari. I profitti venivano dalla finanziarizzazione dell'intero sistema economico che si è espanso a cerchi via via più allargati, tutti fondati sull'indebitamento. Le banche non hanno grandi alternative. La loro funzione non è di resuscitare l'economia reale, ma di fare soldi con i soldi. Questo ruolo non spetta nemmeno al mercato bensì solo ai governi, localmente, regionalmente, internazionalmente. Ma questi senza una minima visione pianificatoria, non possono procedere con coerenza.
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  2. #2
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    Predefinito Rif: La bolla fatiscente, o la finta ripresa dei mercati azionari

    Citazione Originariamente Scritto da MaRcO88 Visualizza Messaggio
    La bolla fatiscente, o la finta ripresa dei mercati azionari
    di Joseph Halevi
    su il manifesto del 27/10/2009

    Dalla crisi del 2008 sono passati pochi mesi e i mercati non hanno imparato nulla. Perchè? La risposta, sempre sul Ft, viene dal finanziere George Soros. I profitti delle grandi banche non sono il prodotto di attvità ed acume manageriale e della capacità di affrontare rischi, ma niente altro che regali dei governi alle banche.
    La nuova bolla sta vieppiù allarmando le persone ragionevoli. Quindi non le banche né le industrie reali che, terrorizzate dalla crisi, si sono esse stesse lanciate in emissioni di titoli e bonds senza alcun progetto reale di sviluppo. Questo dovrebbe insegnare qualcosa circa lo pseudo conflitto tra settore reale e finanziario. Le attuali operazioni si basano sul nulla: non producono effetti sul piano degli investimenti. È nato ultimamente un dibattito molto significativo riguardante la necessità di separare le attivita di rischio da quelle bancarie. Soros ad esempio è favorevole a tale separazione, già esistente prima degli anni novanta.
    Per la banche sollevare una simile tematiche è un anatema. Ma perchè rifuggono dalla funzione di essere delle istiuzioni di pubblica utilità? Il fatto è che negli ultimi due decenni, e soprattutto dopo il 2001, le attività redditizie non provenivano dalla dinamica della domanda reale in cui entrano in maniera decisiva i salari. I profitti venivano dalla finanziarizzazione dell'intero sistema economico che si è espanso a cerchi via via più allargati, tutti fondati sull'indebitamento. Le banche non hanno grandi alternative. La loro funzione non è di resuscitare l'economia reale, ma di fare soldi con i soldi. Questo ruolo non spetta nemmeno al mercato bensì solo ai governi, localmente, regionalmente, internazionalmente. Ma questi senza una minima visione pianificatoria, non possono procedere con coerenza.
    Ottima analisi, quotone.
    Dato che io non sono un moderato ci aggiungo che:
    - non sono solo i mutui, per giunta i sub-prime, a supportare i titoli tossici, ma tutte le operazioni di indebitamento, compreso il credito al consumo.
    - non è un problema "americano", ma un problema planetario, più marcato dove le economie sono più solide, America e Europa.
    - la pratica consiste nel trasformare i soldi dei depositanti in titoli tossici, usando i primi per incassare provvigioni, megastipendi, dividendi, mazzette, regali, bonifici estero su estero e altro.
    - Prima del '93 in Italia avevamo la severa Legge Bancaria del 1936 che appunto divideva le attività di rischio (vietandole alle banche) da quelle del finanziamento all'economia. E' stata abolita con la legge 385/93, e con la 130/96 si è dato il via libera legale alla truffa (anche ai danni dell'erario, coscientemente)

    Chi vuole capire i meccanismi e gli effetti di queste pratiche, nascoste sotto il termine di "cartolarizzazione" visiti Home Page
    Ormai siamo un bel gruppetto, entro la fine dell'anno cominceremo a farci sentire. Ci sto lavorando da mesi e sono pronte una serie di azioni e proposte per mettere un grimaldello fra gli ingranaggi di questa sordida confraternita.
    Ultima modifica di Grifo; 30-10-09 alle 19:59
    Io sono al bando da circoli, logge e sagrestie.
    Ma col mio carattere e i miei gusti me ne consolo facilmente.

  3. #3
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    Predefinito Rif: La bolla fatiscente, o la finta ripresa dei mercati azionari

    Stalin approva l'articolo. Però occore agire verso l'eliminazione fisica dei finanzieri.

  4. #4
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    Predefinito Rif: La bolla fatiscente, o la finta ripresa dei mercati azionari

    Citazione Originariamente Scritto da Stalinator Visualizza Messaggio
    Stalin approva l'articolo..
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  5. #5
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    Predefinito Rif: La bolla fatiscente, o la finta ripresa dei mercati azionari

    Citazione Originariamente Scritto da MaRcO88 Visualizza Messaggio
    :sofico:

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da Stalinator Visualizza Messaggio
    Stalin approva l'articolo. Però occore agire verso l'eliminazione fisica dei finanzieri.
    dei finanzieri?

  7. #7
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    Predefinito Rif: La bolla fatiscente, o la finta ripresa dei mercati azionari

    Citazione Originariamente Scritto da WalterA Visualizza Messaggio
    dei finanzieri?
    i finanzieri come coloro che usurano nel mondo della finanza, intendiamoci.

  8. #8
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    Predefinito Rif: La bolla fatiscente, o la finta ripresa dei mercati azionari

    Citazione Originariamente Scritto da Stalinator Visualizza Messaggio
    i finanzieri come coloro che usurano nel mondo della finanza, intendiamoci.
    Si si l'avevo capito era solo per farci due risate :sofico:

  9. #9
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    Predefinito Rif: La bolla fatiscente, o la finta ripresa dei mercati azionari

    ma è possibile discutere su questo forum senza trovarsi i deliri di disadattati scoppiati ogni due righe?

  10. #10
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    Predefinito Rif: La bolla fatiscente, o la finta ripresa dei mercati azionari

    L'analisi fatta è indubbiamente giusta negli aspetti tecnici, il suo problema principale è che analizza e critica la crisi dall'interno del sistema capitalista, dunque vedendo nella crisi una situazione straordinaria causata da un funzionamento falsato del sistema capitalista e del mercato.
    Se invece volessimo farne una analisi marxista la stessa analisi dovrebbe partire dal presupposto che la crisi non è un’eccezione, ma la norma, la crisi non è un infortunio del nostro sistema economico, ma il prodotto delle sue leggi di funzionamento più elementari.
    Tutte le analisi (anche le più accurate e puntuali) partono dal presupposto che questa crisi sia un problema per il sistema capitalista stesso, la crisi non solo non è un problema per il sistema, ma è il solo modo attraverso cui il sistema può risolvere i propri problemi, e riprendere a funzionare senza intoppi. Anche se comunque il suo funzionamento regolare è soltanto una tregua, più o meno breve, prima della prossima crisi.

 

 
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