«Alitalia, futuro in mano ai sindacati»
De Palacio: «Siano responsabili, senza tagli l'azienda non sopravviverà»

«Alitalia non potrà sopravvivere» senza tagli al personale. Lo sostiene Loyola De Palacio, commissario della Ue per i Trasporti, rilevando che la riduzione dell'organico è «una scelta obbligata». Secondo la signora De Palacio la possibilità di sopravvivenza della compagnia dipenderà «in grande misura dal senso di responsabilità dei sindacati» e dalla loro disponibilità ad accettare il piano di tagli e riduzione costi. Alla domanda se la riduzione del numero dei dipendenti sia essenziale per la sopravvivenza, l'eurocommissario ai Trasporti ha risposto: «Sì e non lo credo solo io. Ho parlato con Giancarlo Cimoli, ho parlato con il Governo italiano e con tutti quelli che sono stati coinvolti nel tentativo di salvare la compagnia e hanno detto che questo è uno degli elementi essenziali». Bruxelles accende i riflettori anche sull'aumento di capitale che il presidente e ad dell'Alitalia, Cimoli, intende «attuare entro marzo 2005», come si legge nella relazione del cda all'assemblea dei soci, che molto probabilmente si terrà in seconda convocazione il 9 settembre e non l'8. L'operazione sarà sottoposta al giudizio della Commissione, ha precisato il portavoce di Bruxelles Amador Sanchez Rico. «Dobbiamo controllare se lo Stato agisce in questo caso come un investitore privato. Se troveremo elementi di aiuti di Stato allora apriremo una procedura d'infrazione», ha detto. Ora lo Stato controlla il 62,4% dell'aviolinea e con l'aumento di capitale - secondo le direttive date dal ministero dell'Economia a Cimoli e i paletti posti da Bruxelles - la quota pubblica dovrebbe scendere sotto il 50 per cento. La prossima ricapitalizzazione dovrebbe aggirarsi su almeno 2 miliardi di euro, secondo le indicazioni che si evincono dalla relazione alla prossima assemblea degli azionisti. L'operazione non è ancora definita, data l'emergenza di questi giorni per la trattativa con i sindacati sul piano di ristrutturazione e il rischio di insolvenza dell'azienda: i soldi in cassa non consentono di pagare gli stipendi oltre questo mese, poi dovrebbe scattare il prestito ponte da 400 milioni, sufficiente solo fino a marzo, purché ci sia l'accordo con i sindacati entro il 15 settembre. La ricapitalizzazione potrebbe andare, anziché alla holding Alitalia, alla nuova Az Fly che dovrebbe nascere con uno scorporo dalla capogruppo. «L'Alitalia non può essere salvata con denaro pubblico, ma solo con impegni assunti dall'azionista nell'ambito delle regole europee, dei sindacati e degli enti locali di Roma e Milano», sostiene Rocco Buttiglione, il ministro per le Politiche Ue che dal primo novembre sarà commissario a Bruxelles. Il leghista Roberto Castelli, ministro della Giustizia, definisce la compagnia «un gigante malato senza più prospettive», perché «continua a ragionare da monopolista all'interno di un mercato selvaggio. L'Alitalia ha bisogno di una ristrutturazione severissima altrimenti chiuderà».
Attenzione per l'ipotesi Lufthansa. Il titolo ha recuperato l'1,23% a 0,204 euro. Si sviluppa anche l'ipotesi di un cambiamento nella mappa delle alleanze, dopo la sollecitazione dell'ex ad Domenico Cempella a prendere in considerazione l'ipotesi Lufthansa in luogo di Air France-Klm. «Normalmente non commentiamo queste speculazioni: pensiamo comunque che Alitalia sia alla ricerca di un partner per risolvere i suoi problemi», ha risposto una portavoce di Lufthansa. Il modello Lufthansa viene comunque invocato anche dai piloti dell'Anpac per il riferimento al nuovo contratto di lavoro ed è stato citato più volte dai dirigenti Alitalia, come modello da imitare per il risanamento, nelle discussioni sulla ristrutturazione.

Venerdí 03 Settembre 2004



Cgil, Cisl e Uil: vogliamo trattare con il Governo

L'ultimo atto della vertenza Alitalia andrà in scena a Palazzo Chigi: sia il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, che il segretario della Fit Cisl, Claudio Claudiani hanno chiesto ieri l'intervento del Presidente del Consiglio a garanzia del rilancio della compagnia, che deve accompagnare i «sacrifici», e degli strumenti di gestione delle eccedenze di personale. «Bisognerà chiamare Berlusconi a dire qualche cosa di preciso - ha dichiarato Epifani -. Non può stare in Sardegna mentre qui si incendia uno dei settori nevralgici del Paese». Cgil, Cisl e Uil, confederali e di categoria, si preparano all'appuntamento di lunedì pomeriggio, quando il presidente/ad Giancarlo Cimoli scoprirà finalmente tutte le carte: piano industriale, futuri assetti societari ed esuberi. In mattinata si terrà un vertice congiunto, presenti Epifani, Pezzotta e Angeletti, per preparare l'incontro. Nessun rendez vous tra i tre e il capoazienda prima di quella data, esclude Epifani, nonostante la voce circolasse. Il perno del confronto sarà lo spacchettamento tra Az-Fly, a cui andrebbero 8.000 dipendenti, con 1.100 esuberi tra piloti e assistenti di volo, e Az-Service, il vero oggetto misterioso: si ipotizzano 8.500 dipendenti ma con 2mila eccedenze (si veda «Il Sole-24 Ore di mercoledì scorso). Oltre 2mila i possibili pensionamenti ed esodi incentivati. Con un'ulteriore incognita: la holding di gruppo, più o meno leggera, chiesta con forza dai sindacati per governare la ristrutturazione dell'azienda. Dal ridisegno societario dipende in larga misura la sorte dei 5.200-5.300 esuberi, il loro eventuale, futuro riassorbimento in Alitalia, l'impiego in altre società o la fuoriuscita. «Quel che non possiamo accettare è un eventuale parcheggio di centinaia di lavoratori di terra in un soggetto finanziario come Fintecna», scandisce Claudiani. «Altra cosa - aggiunge - è la creazione di società con partner pubblici e privati, anche con la possibilità che Alitalia non abbia la maggioranza azionaria, per valorizzare alcune attività, come la manutenzione». Per il segretario della Fit Cisl si parte comunque dai lavoratori impiegati, compresi i circa 2.200 stagionali con contratti a termine, di cui 1.060 assistenti di volo: «Sono uguali agli altri». L'attenzione della Filt Cgil è puntata sulla holding: «La ricapitalizzazione va fatta sulla capogruppo - insiste il segretario, Fabrizio Solari - e non su Az-Fly, lasciando a terra Az-Service. Ci opporremo con forza a una compagnia simil-low cost da 9.000 persone». Una prima risposta, sia pur indiretta, arriva dal sottosegretario al Welfare Maurizio Sacconi: «La ristrutturazione di Alitalia potrebbe vedere una significativa riduzione dei suoi occupati ma anche il contestuale sviluppo produttivo e occupazionale di più società specializzate in rete con essa». «Nessun esubero tra i piloti - mette le mani avanti Fabio Berti, presidente dell'Anpac -, piuttosto una redistribuzione all'interno del gruppo a partire da Alitalia Express, dove sono in arrivo nuove macchine». Mentre l'Unione Piloti vira improvvisamente verso il commissariamento della società. «Le possibilità di salvezza - scrive in una nota - a questo punto passano più per il commissario che per l'attuale dirigenza». Alle dichiarazioni del Commissario ai Trasporti della Ue ha replicato in serata Nicoletta Rocchi, segretaria confederale Cgil: «La signora de Palacio faccia silenzio e s'informi sullo stato delle trattative. Non può richiamare i sindacati alla responsabilità senzo conoscerlo. Il piano industriale è ancora avvolto nelle nubi». Intanto al tavolo sindacale per l'area vendite l'azienda ha spiegato che con la ristrutturazione organizzativa conta di recuperare 16,3 milioni entro il 2006, ma il progetto di efficientamento del settore nel mondo porterà risparmi per 73 milioni. Dopo la schiarita dell'altra sera oggi pomeriggio riparte il confronto con i piloti, domattina tocca agli assistenti di volo.

Venerdí 03 Settembre 2004