da www.avvenire.it
" Darfur, gli Usa bocciano l’Onu
Washington «insoddisfatta» del rapporto sull'emergenza L'Unione europea: «Sanzioni necessarie contro il Sudan»
(R.E.)
Una forte insoddisfazione è stata espressa dagli Stati Uniti riguardo al rapporto sull'emergenza umanitaria nel Darfur stilato da Jan Pronk, l'emissario del segretario generale Onu Kofi Annan nella regione occidentale sudanese, sconvolta da diciotto mesi di guerra civile. Un rapporto in cui il ruolo dei miliziani arabi janjaweed negli attacchi alle popolazioni africane locali viene minimizzato , nonostante numerosi osservatori internazionali abbiano confermato a più riprese le loro responsabilità . Il portavoce del Dipartimento di Stato americano Richard Boucher ha indicato ieri che gli Usa stanno pensando a una nuova risoluzione sulla crisi, ha ribadito che per gli Usa «le responsabilità del governo sudanese sono fin troppo evidenti» ed ha nuovamente accusato le autorità di Khartum di collusione con i miliziani.
Uno stringente appello per far fronte alle necessità delle centinaia di miglia di sfollati della regione è arrivato da Caritas Italiana, Caritas Internationalis, Oxfam international e Care International. Queste organizzazioni hanno inviato una lettera al ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, nella quale sottolineano che «è necessario fare molto di più per il Sudan. La tragedia umanitaria continua a persistere nella sua gravità. Il governo italiano si è dichiarato pronti a mettere a disposizione del Darfur una somma totale superiore ai 9 milioni di euro per l'anno 2004, ma all'inizio di agosto solo 3 milioni erano stati effettivamente versati. Pertanto chiediamo al governo italiano di voler aumentare il proprio contributo».
Tutte le organizzazioni firmatarie sono presenti da molti anni nel Darfur e hanno una lunga esperienza delle diverse crisi verificatisi in Sudan.
Nel campo di Otash, abitato da circa 20 mila persone, nei prossimi giorni gli operatori Caritas installeranno due serbatoi della capacità di 20 mila litri d'acqua, a Zalingi prosegue l'attività di costruzione di servizi igienici, mentre sono state rifornite di medicinali le d ue cliniche da campo a Kubum e Um labassa. Infine sono stati distribuiti teli tenda e coperte nella zona di Taasha, dove si è registrato nelle ultime settimane l'arrivo di numerosi sfollati. L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati proprio ieri ha confermato il rientro dal Ciad di 500 famiglie nella regione. Ma come sottolinea ancora la Caritas «se i donatori, Italia compresa, non risponderanno positivamente alle richieste per far fronte all'emergenza, la situazione diverrà presto insostenibile».
Sul fronte diplomatico, al momento, è difficile pensare che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite applichi le sanzioni economiche e diplomatiche prospettate nell'ultimatum, scaduto da cinque giorni, lanciato lo scorso 30 luglio al governo sudanese. E questo nonostante ancora ieri, come gli Stati Uniti, anche l'Unione europea abbia reiterato la minaccia di misure restrittive contro Khartum, tramite il ministro degli Esteri olandese Bernard Bot. Forti restano infatti le titubanze di Paesi come Cina e Russia, che detengono in seno al Consiglio di sicurezza il diritto di veto . "
Shalom