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    Predefinito Amato Alla Sinistra: Basta Alibi Al Terrorismo

    Giuliano Amato accusa: basta con i distinguo e le zone grigie
    "Ci sono momenti in cui bisogna prendere una sola posizione"

    "Il terrorismo è il vero nemico la sinistra non gli dia più alibi"

    di MASSIMO GIANNINI
    ROMA - Giuliano Amato scuote il centrosinistra. Basta con le ambiguità, basta con le divisioni, basta con le "zone grigie". "La tragedia di Beslan - dice l'ex premier - è un ineludibile richiamo per tutti noi. Di questo terrorismo non si può non essere nemici. Quali che siano gli errori che vengono commessi nel fronteggiarlo. Oggi, in Italia e forse anche in altri Paesi coinvolti, a partire dagli Stati Uniti, è necessario che non si crei un baratro tra le parti politiche, nel quale si possano frantumare e disperdere la volontà e la fermezza nel combattere un nemico multiforme, e dunque sempre più pericoloso. Perché è comunque vero che questo è un cancro che si sta diffondendo".

    Perché teme il rischio che si crei questo baratro?
    "Perché a volte sembra davvero che si prendano posizioni nelle quali il differenziarsi dall'altro, nella propria dialettica interna, sembra prevalere sull'effetto che questo provoca nelle nostre opinioni pubbliche e negli stessi protagonisti di queste vicende criminali. Tutti gli italiani, in questi giorni, hanno visto le immagini di quei bambini massacrati in Ossezia. Di fronte alla tragica enormità di quelle immagini, hanno dovuto assistere alle usuali divaricazioni degli uni contro gli altri. Dovremmo avere tutti la stessa reazione. E invece accade l'esatto contrario. Da una parte, sembra che discutere sui modi per combattere il terrorismo equivalga ad esserne complici, o addirittura alleati. E si usano atteggiamenti minacciosi, per sostenere questa equivalenza. Mi ha colpito un lungo reportage dell'Economist uscito a fine agosto, sulla presidenza Bush. C'è una citazione testuale di Ashcroft, ministro della giustizia americano: 'A coloro che spaventano i cittadini amanti della pace con i fantasmi di una libertà messa a repentaglio, il mio messaggio è questo: la vostra tattica è solo un aiuto ai terroristi'. Questa stessa tattica viene usata oggi verso chi chiede onestamente al presidente Putin, specie dopo il triste precedente del teatro Dubrovna, se davvero si sia agito in modo da evitare tante vittime...".

    Lei su questo difende la posizione di Romano Prodi, che invece è stato subissato di critiche da destra?
    "È una richiesta legittima, perché presuppone il preventivo riconoscimento del nemico comune da sconfiggere, cioè il terrorismo".

    Il guaio è che, soprattutto a sinistra, non è del tutto condiviso questo "preventivo riconoscimento del nemico comune". Viene sempre prima la critica alle colpe dell'Occidente, di Bush, in quest'ultimo caso di Putin.
    "Questo è l'altro corno del problema, che riguarda la nostra metà del campo. Si continua a non capire che una cosa sono gli errori commessi nella lotta al terrorismo, una cosa sono le ragioni di cui il terrorismo si avvale come alibi per costruirsi una base di consenso, e tutt'altra cosa sono gli atti e i crimini inammissibili che esso commette. E si continua a non capire che ci sono momenti in cui bisogna prendere una posizione e una sola. E bisogna affermare con forza 'questo è comunque inammissibile'".

    La sinistra non lo fa.
    "Deve imparare a farlo. Bush ha invaso l'Iraq senza ragione? C'è nel mondo gran povertà? I palestinesi subiscono ingiustizie da parte di Israele? D'accordo. Ma mandare i terroristi suicidi a farsi esplodere sugli autobus o nei bar pieni di gente resta comunque inammissibile. Sgozzare prigionieri inermi resta comunque inammissibile. Sterminare bambini indifesi il primo giorno di scuola resta comunque inammissibile".

    Eppure, ancora oggi, a sinistra si condanna il massacro di Beslan ma si ripete che è colpa di Putin.
    "Lo so. Ho letto anche i giudizi, comprensibili dal suo punto di vista, di uno come Maskhadov, che ricorda le atrocità commesse dai russi sui ceceni. Ma è un atteggiamento profondamente sbagliato. Lo vogliamo capire che questo modo di ragionare crea solo un clima di giustificazionismo? Lo vogliamo capire che noi dobbiamo saper distinguere gli errori dei politici dalla condanna di atti che comunque in quegli errori non possono e non devono trovare attenuanti? Dobbiamo dirlo, senza esitare, senza distinguere: in nome di dio e degli uomini, non è possibile in nessuna parte del mondo uccidere bambini e cittadini inermi. Chi fa questo è comunque fuori dalla convivenza umana".

    Lei rimette in discussione anni e anni di terzomondismo della sinistra italiana...
    "Io dico che dobbiamo avere il coraggio di dire che non è sempre vero che gli atti di terrorismo sono figli della disperazione. Il terrorismo, in verità, sfrutta la disperazione, e compie sempre più spesso atti che sono figli di un cieco fanatismo e di una feroce ideologia, che si organizza perché tutto questo accada. Chi conosce la storia del terrorismo palestinese lo sa bene: Bin Laden, e non solo lui, spende tanta parte dei suoi molti denari per organizzare tutto questo".

    Anche Walter Veltroni, pochi giorni fa, ha fatto un ragionamento analogo al suo, dicendo "basta con le ambiguità". Ma è stato attaccato dal "fuoco amico".
    "È vero, gli hanno risposto che non c'è nessuna ambiguità. Ma hanno ignorato che l'ambiguità di certa sinistra sta proprio in questo: prendere sempre due posizioni insieme, trasformando in attenuanti fatti e circostanze che in nessun caso lo sono. Se non capiamo questo, in nome della vita finiamo per autorizzare le più diverse licenze di uccidere. E trovo stupefacente che questo atteggiamento alligni tra i pacifisti, che si battono in nome dell'intangibilità della vita umana".

    Dobbiamo dire, purtroppo, che anche l'Islam non sempre ci aiuta nella ricerca del dialogo e della convivenza pacifica tra le culture, invocata a gran voce dal capo dello Stato Ciampi o dal presidente della Camera Casini.
    "Sono d'accordo. E ha ragione Fouad Allam quando scrive che bisogna vincere la tentazione di criminalizzare l'intero mondo islamico".

    Anche questa è una tentazione che emerge. Il presidente del Senato Pera sostiene una tesi che dà già per acquisito lo scontro di civiltà evocato da Huntington.
    "Io credo che chi caldeggia patti 'contrò deve essere molto chiaro nell'identificare 'contro chi', e poi anche 'con chi'. Io sarò un semplice di spirito come tutti i cristiani, ma continuo a preferire un patto tra tutti gli uomini di buona volontà, rispetto ad un patto dell'Occidente contro l'Islam".

    Ma per fare il patto la volontà deve esistere da tutte le parti. Non può essere una questione avvertita solo dalle democrazie occidentali.
    "Infatti condivido anche l'altra affermazione di Fouad che scrive 'tutti siamo chiamati alle nostre responsabilità'. È certo che il mondo islamico che dice di condividere il nostro orrore di fronte ai massacri di questi giorni deve non solo piangere o compiangere, ma deve anche reagire. Mi chiedo: dov'è il presidente Khatami, di fronte a queste tragedie? Cito lui, perché è un riformista su cui riponevamo molte speranze, e di cui ricordo una frase che pronunciò proprio rispondendo a una mia domanda: 'neppure in nome di dio si può uccidere'. Allora, oggi, faccia sentire la sua voce. La facciano sentire tutti quelli che la pensano come lui, e ci diano la percezione che esiste davvero, cosa che non dubito, un Islam non solo diverso dal fanatismo fondamentalista, ma distante e nemico di esso. Anche per loro è tempo di rischiare".

    Bisogna anche riconoscere che, ad esempio nello specifico italiano, chi parla di dialogo poi non lo pratica. Dov'è la Consulta annunciata da Pisanu? Cosa ne è della legge Bondi sulle libertà di culto? Non possiamo poi sorprenderci se, di fronte al rapimento di civili, la Francia si dimostra una grande nazione, e conta sulla solidarietà del mondo arabo, mentre da noi tutto questo non accade.
    "La Francia, al di là dei dubbi su certa solidarietà che le è arrivata da Hamas, ha dato una grande prova di unità nazionale. Noi non abbiamo avuto l'Algeria, che ha dato la spinta ad introdurre il diritto di cittadinanza agli extracomunitari dopo due anni di permanenza nel paese. Questo e altro ha reso tangibile, per gli islamici, l'integrazione in una cittadinanza comune, che invece manca da noi. Ma davanti alle sia pur oggettive remore degli islamici a integrarsi, noi quale offerta abbiamo fatto loro? La Turco-Napolitano prevedeva che vi fossero politiche di integrazione, ma in questi anni la loro attuazione non c'è stata. Quindi è comprensibile che quando queste cose possono nobilmente pagare, come è accaduto in Francia in queste settimane e come avrebbe potuto accadere anche in Italia, la differenza emerge e diventa enorme, a nostro totale svantaggio".

    Il ritardo politico e culturale, insomma, non sta tutto e solo da una parte?
    "Assolutamente no. La nostra efficacia nei confronti del terrorismo è anche legata alla nostra capacità di superare le nostre diatribe. Rispetto a ciò che è accaduto e accade, è una bestemmia far prevalere le polemiche interne gettandosi la croce addosso, invece di trovare quello che deve essere il denominatore comune: nulla di ciò che un governo democratico fa deve essere sottratto a critiche, ma nessuna critica deve essere formulata come se fosse un'attenuante nei confronti del nemico comune".

    Sembra avanzare una prospettiva, che a seconda dei punti di vista può sembrare una speranza o un'illusione. Cioè che se in Usa Bush perde e Kerry vince, il problema del terrorismo si risolve da solo. È così, secondo lei?
    "Niente affatto. Anche perché si prospetta una continuità della presidenza Bush. E questo rende ancora più urgente e necessaria la ricerca di quel denominatore comune. Perché se la presidenza Bush continua rischia davvero di diventare un fattore di lacerazione per l'Occidente. Più il tempo passa, purtroppo, e più i sentimenti anti-Bush rischiano di trasformarsi in sentimenti anti-americani. Questo può farci piombare in un caos di messaggi e di riferimenti, dove il nemico è sia il terrorismo sia chi lo combatte male. E questa è una torsione schizofrenica che le opinioni pubbliche non possono reggere".

    Diciamola tutta. La destra è pervasa di ideologismi, ma nel centrosinistra questo caos di messaggi è già un dato di fatto.
    "Il centrosinistra tutto può fare fuorché farsi cogliere ancora immerso in discussioni astruse sulla sua organizzazione interna. Deve mettere a fuoco i suoi messaggi, ed esistere solo per quelli".

    Invece esiste solo per dividersi, e per litigare sulle primarie sì o no.
    "Basta parlare di primarie. Le si organizzi, e siano l'occasione per la messa a fuoco del nostro progetto politico, e per coinvolgere intorno ad esso l'opinione pubblica. Sgombriamo il campo dalle discussione sul 'se'".

    D'Alema teme che le primarie abbiano una partecipazione inferiore a una consultazione elettorale, e che quindi i voti che Prodi potrà avere possano essere confrontati con quelli che la Lista Prodi ha ottenuto alle ultime europee.
    "È una preoccupazione che capisco. Ma attenti, tutto dipende dal senso che diamo a queste primarie. Secondo me non devono essere una consultazione elettorale a ranghi ridotti, ma devono diventare una chiamata a raccolta di tutti i cittadini attivi dell'Ulivo. Per questo dobbiamo procedere alla registrazione degli elettori che parteciperanno e alla pubblicazione delle relative liste. Le primarie, così, non saranno l'occasione di raccolta solo per chi vota, ma anche per chi vuole partecipare prima alla nostra campagna di mobilitazione sulla leadership e sul programma, poi alla nostra campagna elettorale vera e propria".

    Le sembra davvero un obiettivo alla portata?
    "Lo spero. È una chiarificazione che dobbiamo alla gente, smarrita di fronte a tutto ciò che sta accadendo. Noi politici dobbiamo sentirne fino in fondo la responsabilità. Col fuoco, davvero, non si scherza".

    (7 settembre 2004)

  2. #2
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    Il terrorismo di Stato viene liquidato da Amato come "errori politici".
    Già questo doppiopesismo sarebbe sufficiente per cestinare questa sagrà di banalità di Amato.

  3. #3
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    IL SOLITO AMATO...
    NON SI è ACCORTO DI NIENTE SOTTO CRAXI....
    MA ORA HA SEMPRE PRONTA LA SOLUZIONE PER OGNI PROBLEMA....
    E COME LO COCCOLANO I MEDIA DEL PADRONATO......
    STRANO CHE LE SUE SOLUZIONI SI PRESTINO SEMPRE A DIFENDERE E A MANTENERE LE SOLUZIONI ADOTTATE DAL POTERE DI TURNO... ........
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

  4. #4
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    "Io dico che dobbiamo avere il coraggio di dire che non è sempre vero che gli atti di terrorismo sono figli della disperazione.

    Parole sante.

    Per due giorni i giornalisti di tutte le reti con il loro pietismo vomitevole mi hanno rotto i coglioni intervistando il solito psicologo del cazzo su "come dobbiamo spiegare ai nostri figli, come possiamo proteggerli di fronte a questo orrore..."?

    E lui, con la saccenteria di chi non conosce un cazzo della vita per averla solo studiata sui libri, aveva la risposta pronta: "Dobbiamo parlare, non si deve nascondere il problema ma bisogna spiegare che queste cose succedono perché a volte le persone sono disperate..."

    Avete capito? DISPERATE! Non siamo di fronte ad una specie sub-umana infame ma a persone bisognose di aiuto e, come dice qualcun altro, di perdono.

    Era ora che qualcuno dicesse le cose come stanno...

    Comunque, cari Blob e Chiappas, le vostre critiche sono fuori luogo... Voi, il Giuliano, lo conoscete poco e lo dovreste ringraziare, invece...

    Perché se si è deciso a quelle dichiarazioni, lui, il principe dell'opportunismo, è perché ha capito prima di altri che l'oltranzismo antiamericano ormai non paga più (elettoralmente) ed è utile cambiare registro. Soprattutto se Bush si rimette in sella...

    Ma come ragionate?



    Un Saluto dal Kobra

  5. #5
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    In Origine Postato da cciappas

    E COME LO COCCOLANO I MEDIA DEL PADRONATO......




    lo coccoleranno pure ma voi dovet farci un accordo
    quindi è meglio che ascoltate cio che dice al posto di ridare la colpa ai giornali del nano

  6. #6
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    In Origine Postato da S.P.Q.R.
    lo coccoleranno pure ma voi dovet farci un accordo
    quindi è meglio che ascoltate cio che dice al posto di ridare la colpa ai giornali del nano
    ====
    PRIMA DI FARE UN ACCORDO CON AMATO..... ALLE SINISTRE CONVERREBBE RITIRARSI DALLA COMPETIZIONE ELETTORALE ... TANTO SAREBBE UN CONTINUARE SEGUIRE LA POLITICA DEL PADRONATO E QUINDI IL DEFINITIVO SUICIDIO.... DOPO I TROPPI TENTATIVI DI RIUSCIRCI FATTI SINORA....
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
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  7. #7
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    In Origine Postato da cciappas
    ====
    PRIMA DI FARE UN ACCODO CON AMATO..... ALLE SINISTRE CONVERREBBE RITIRARSI DALLA COMPETIZIONE ELETTORALE ... TANTO SAREBBE UN CONTINUARE SEGUIRE LA POLITICA DEL PADRONATO E QUINDI IL DEFINITIVO SUICIDIO.... DOPO I TROPPI TENTATIVI DI RIUSCIRCI FATTI SINORA....
    e pensare che anche Cossutta gli ha dato il voto come pdc.....

  8. #8
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    In Origine Postato da S.P.Q.R.
    lo coccoleranno pure ma voi dovet farci un accordo
    quindi è meglio che ascoltate cio che dice al posto di ridare la colpa ai giornali del nano
    Questa "gentucola" di sinistra (volendo evitare un suffisso più offensivo...) è sempre più sgradevole. Non ce n'è uno che non abbia in mente il raggiungimento del proprio potere personale. Forse solo Bertinotti si salva un pochino...

    Una guerra continua fra di loro, a parlare di problemi loro, a farsi i dispetti come dei banbini di seconda elementare al punto che pure la Rosy, che non è un'aquila, se n'è uscita sbottando: "Che volete fare? Gli uomini son fatti così..."

    "Quegli" uomini! Distinguiamo per piacere...

    E il comico che ci sono schiere di beoti sinistrati elettori che pendono dalle labbra di questi ... (boccaccia mia, statti zitta).

    A questo punto, di fronte ad una compagnia così raffazzonata ed insulsa, tanto vale scegliere il male minore. O non dargli il voto...

    Che è lo stesso.


    Un Saluto dal Kobra

  9. #9
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    In Origine Postato da Montalbano
    Una cosa giusta l'ha detta: non tutti gli atti di terorismo sono figli della disperazione. In effetti quelli di Bush hanno un'altra causa...
    =====
    MA CHE DICI??
    BUSH VUOLE PORTARE LA SUA DEMOCRAZIA IN IRAQ.....
    SICCOME LI MANGIANO SOLO GLI IMMAN VUOLE CHE CI MANGINO ANCHE LE MULTINAZIONALI COME IN USA....
    POVERI ISLAMICI....

    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
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  10. #10
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    In Origine Postato da Montalbano
    Una cosa giusta l'ha detta: non tutti gli atti di terorismo sono figli della disperazione. In effetti quelli di Bush hanno un'altra causa...
    Caro Monthy,

    gliel'ha mai detto nessuno che in politica i "puri" fanno poca strada?

    Prenda esempio da Giuliano. O da Mastella...


    Un Saluto dal Kobra

 

 
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