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    SENATORE di POL
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    Predefinito Il Ventre Molle.........

    da www.iltempo.it

    " Ue, il «ventre molle» aiuta il terrorismo


    Si aprono squarci pericolosi. Al meeting interreligioso condanna della «sporca guerra degli Usa»

    Nonostante gli orrori dell’estremismo islamico appare difficile instaurare, anche in Italia, una vera linea della fermezza

    di GIANNI SARROCCO

    NON bastano quasi 500 morti perché venga alzato un muro compatto contro il terrorismo che ormai è piaga internazionale. E neppure la terrificante circostanza che gran parte delle vittime di Beslan siano bambini. Dopo l’immane tragedia cecena l’Europa e anche l’Italia si confermano come fianco debole del terrorismo che non conosce frontiere. Siamo, a livello europeo, sempre il ventre molle di fronte all’estremismo islamico che ci minaccia da vicino. La nostra debolezza dà più forza e coraggio alla minaccia, le nostre polemiche fanno da cavallo di Troia e le divisioni politiche che accompagnano le sciagure provocate dagli assassini ceceni, palestinesi o iracheni danno una marcia in più a quanti combattono contro alcuni Paesi europei in quanto alleati degli Stati Uniti. Non è sufficiente una fiaccolata bipartisan per far nascere una linea di fermezza. Perché questa compattezza che dura il tempo di una marcia ha, in controluce, squarci attraverso i quali si infilano dubbi e prese di posizione che in realtà incrinano il fronte. Cosa dire infatti, della linea emersa a conclusione dei lavori di ieri del meeting interreligioso organizzato a Milano dalla Comunità di Sant’Egidio e dall’Arcidiocesi milanese con la partecipazione di esponenti cattolici e islamici? Ore e ore di dibattito per arrivare a una sentenza di condanna, senza appello, nei confronti degli Stati Uniti che «in Iraq stanno portando avanti una sporca guerra» con la convinzione che sia in atto «una vera e propria occupazione» con metodi «uguali a quelli di Saddam». Il giudizio finale? «Gli iracheni - dice lo sceicco Jawad Al-Khalisi del congresso iracheno della Rifondazione - odiano la cosiddetta democrazia portata dagli americani». I giorni del pianto e della solidarietà per la carneficina di Beslan vedono la sinistra italiana divisa. Aspetto del «ventre molle» la linea dettata dal leader in pectore dell’Ulivo Romano Prodi che pretende spiegazioni da Putin mentre il sindaco di Roma, il diessino Veltroni, manifesta pieno appoggio alla Russia. Altro cuneo nel muro della fermezza le critiche alla Russia espresse dall’olandese Bot quale presidente di turno dell’Europa dei 25. E in questi varchi s’infilano anche i gruppi di fedelissimi della resistenza irachena che già hanno programmato per il 25 settembre, un sabato a rischio, una grande mobilitazione con manifestazioni a Roma, Perugia, Napoli e Sassari. Una lezione per tutti la fermezza della Francia di fronte al rapimento in Iraq dei due giornalisti, una linea consolidata da maggioranza e opposizione con l’appoggio anche delle comunità islamiche provenienti dalle ex colonie d’Algeria e Tunisia. Tutto il contrario di quanto avvenuto in Italia. E ciò con il nemico in casa o alle porte dal momento che il terrorismo ceceno - come temono gli esperti - potrebbe colpire anche fuori della Russia.


    martedì 7 settembre 2004
    "


    Saluti liberali

  2. #2
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    Predefinito

    Parigi. La Francia sta diventando un alleato dei terroristi islamici? Alla domanda a bruciapelo l’accademico di Francia Marc Fumaroli risponde fermo “Porre la questione in questi termini significa ridurre la posizione francese nella vicenda irachena a una complicità inverosimile con bin Laden”.
    Ma a seguire le volute del suo ragionamento si scopre una riserva verso l’America:
    “Il dramma che tutti noi stiamo seguendo con ansia pone un problema fondamentale che il governo americano sembra non capire. E cioè non esiste una sola maniera di rispondere alla sfida radicale di Osama e i suoi seguaci, ma ci sono altre strategie e mezzi meno brutali che abbracciano in modo meno maldestro la comunità musulmana, senza confonderla con gli estremisti antioccidentali”.
    Quanto al caso dei francesi rapiti e il ricatto sul velo, Fumaroli parla da patriota:
    “Il presidente francese sta giocando una partita difficilissima. Se riesce a convincere i rapitori a liberarli, la solidarietà con le posizioni francesi da parte della stragrande maggioranza musulmana, moderata o no, diventa manifesta. Se invece i rapitori li ammazzano, la posizione francese ne uscirà non dico indebolita ma quantomeno esposta a nuove pressioni e nuovi ricatti che mirano a portarla sulle posizioni di Washington e Baghdad”.
    Dal momento che fra gli intellettuali del vecchio continente Fumaroli è stato il primo a puntare il dito sull’incertezza amletica dell’Europa paragonando l’amministrazione Bush al risoluto Fortebraccio, si capisce quanto incidono le circostanze sulla tenuta delle idee.
    “Non è amletico rifiutare la divisione apocalittica tra una fortezza assediata che si difende con la forza, e il resto del mondo perduto per la morale e la civiltà, e condannato a diventare selvaggio. Se i selvaggi ci circondano, non bisogna spingere tutto il mondo nelle loro braccia”.
    Rintanato nella sua casa della Rive Gauche, Fumaroli sta curando una raccolta di saggi sulla tradizione letteraria europea. “Niente di più lontano dall’attualità – dice –, il che però non m’impedisce di vivere intensamente gli attuali sviluppi della vicenda irachena, sia come francese sia come amico dell’America”.
    In America, Fumaroli passa due mesi l’anno all’Università di Chicago, da quando il Commitee of Social Thought era il regno di Allan Bloom e François Furet.
    E all’America guarda senza emozione.
    “Quell’articolo lo scrissi quando l’invasione dell’Iraq era stata decisa, ma non ancora attuata. Dopodiché ho messo un po’ la sordina al mio tentativo di comprendere dall’interno la politica dei neocon, giudicandola una scommessa rischiosa. I fatti oggi sembrano dimostrare che sia in gran parte perduta. Fortebraccio non ha ottenuto i risultati sperati. Lungi da una vittoria completa e dal consenso degli iracheni a creare uno Stato democratico in Iraq, l’intervento americano ha finito per produrre un caos pericolosissimo e contagioso. Certo, l’America doveva difendersi e con la forza. Ma ora che la forza può essere controproducente, per isolare bin Laden ci vuole un’intelligence più efficace, un’azione diplomatica comune all’Europa e in grado di convincere la parte sana del mondo musulmano a dissociare la causa sua da quella degli estremisti”.
    Il pensiero unico invece prevale.
    “Lo dimostra Iyyad Allawi che cerca di metterci dalla parte dei buoni quando avverte, senza una parola per gli ostaggi, che la Francia non sarà risparmiata in questa guerra che contrappone le forze del male al popolo iracheno e alle nazioni civili. Chi non è con noi è contro di noi. Personalmente – insiste Fumaroli – non sempre sono stato d’accordo con lo stile della politica estera francese. Ma devo riconoscere che ha avuto il merito di non cadere nella teoria del tutto o niente, di cavalcare lo scontro di civiltà tra l’islam e l’occidente, e di non partire lancia in resta con la guerra santa. La lunga familiarità col mondo musulmano, in medio oriente, in Maghreb e ora anche in casa nostra obbliga noi francesi a pensare che il passaggio del mondo islamico alla modernità sia difficile, sì, ma non impossibile”.
    Quanto alla prima legge della modernità, che in Francia dalla Rivoluzione francese è quella della laicità dello Stato, e dunque l’aconfessionalità della scuola, che ne è la premessa, Fumaroli dice di essere stato scettico sul divieto del velo imposto per legge.
    “Credevo nella possibilità di mantenere la non confessionalità della scuola senza farne una legge. Ora la legge esiste. E’ stata votata e approvata. Non può essere questione di abrogarla, tanto più che rafforza la lealtà della posizione francese. Il nostro governo, infatti, non è per paura o per spirito di Monaco che ha preso posizione contro l’invasione in Iraq. Ma perché ritiene, come Kerry, che sia possibile una politica diversa da quella di Bush, ed è ben conscio del pericolo di apparire vile davanti al tentativo di ricatto o di pressione. Insomma, grazie a quella legge maldestra ma priva di vigliaccheria il governo francese è indenne dal sospetto di cedere ai terroristi che invece ha lambito lo spagnolo Zapatero. E se i due ostaggi saranno liberati non verremo accusati di aver concesso alcunché ai loro rapitori”.
    Però è Hamas a chiederne la liberazione, per aumentare l’isolamento di americani e israeliani ostili al mondo arabo, e con Hamas è il comitato degli Ulema, il portavoce di Moqtada al Sadr, il gruppo del Tawhid islmamico a dire liberateli.
    “Non dobbiamo accordare un’importanza esagerata a queste dichiarazioni. Rappresentano una percentuale limitata del mondo musulmano. Non dimentichiamo tutte le altre espressioni di simpatia che abbiamo ricevuto. Niente di più imprudente che condannare la maggioranza musulmana ad allinearsi sulla violenza di alcuni estremisti. D’altra parte, la situazione attuale in Iraq è talmente illeggibile e confusa che siamo tentati di domandarci a chi giova questo rapimento. Se finisce con la morte degli ostaggi avvalora la tesi della guerra del bene contro il male. Io però vorrei sapere chi sono i rapitori, chi li ispira. Tutto è possibile. E finché non sappiamo chi ha rapito i due francesi e perché prolungano l’attesa, non possiamo giudicare dei loro fini e obiettivi”.
    Ma c’è anche l’eterogenesi dei fini. Col rapimento dei due giornalisti e il ricatto sul velo i terroristi forse cercavano di conquistarsi i suffragi dei musulmani residenti in Francia.
    Risultato, persino i musulmani che erano stati più critici verso la legge sul velo oggi solidarizzano col governo francese e sostengono la laicità della Repubblica.
    “Giusto. Il ricatto dall’Iraq non solo non ha sollevato alcun entusiasmo, ma ha provocato una reazione unanime di solidarietà a quei due innocenti. Il che non mi sorprende. La comunità musulmana in Francia comporta una stragrande
    maggioranza di persone che vogliono restare fedeli alla loro religione e adattarsi al mondo moderno, usando non la violenza, ma la moderazione, non la forza, ma la diplomazia”.

    Marina Valensise su il Foglio

    esprime "solo" scetticismo verso la legge "sul velo nelle scuole".
    anche i francesi, in Algeria, proclamavano l'uso della moderazione, della non violenza e della diplomazia.
    Si è visto com'è finita.

    saluti

  3. #3
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    In origine postato da mustang
    “Il presidente francese sta giocando una partita difficilissima. Se riesce a convincere i rapitori a liberarli, la solidarietà con le posizioni francesi da parte della stragrande maggioranza musulmana, moderata o no, diventa manifesta. Se invece i rapitori li ammazzano, la posizione francese ne uscirà non dico indebolita ma quantomeno esposta a nuove pressioni e nuovi ricatti che mirano a portarla sulle posizioni di Washington e Baghdad”.
    Non a caso gli USA hanno scatenato scontri in tutto l'Irak, con bombardamenti eccetera, nella speranza che i giornalisti francesi ci restino secchi, proprio quando sembrava che la liberazione fosse imminente.

  4. #4
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    Qualcuno a sinistra che non sragiona c'è:

    " "Il terrorismo è il vero nemico
    la sinistra non gli dia più alibi"



    ROMA - Giuliano Amato scuote il centrosinistra. Basta con le ambiguità, basta con le divisioni, basta con le "zone grigie". "La tragedia di Beslan - dice l'ex premier - è un ineludibile richiamo per tutti noi. Di questo terrorismo non si può non essere nemici. Quali che siano gli errori che vengono commessi nel fronteggiarlo. Oggi, in Italia e forse anche in altri Paesi coinvolti, a partire dagli Stati Uniti, è necessario che non si crei un baratro tra le parti politiche, nel quale si possano frantumare e disperdere la volontà e la fermezza nel combattere un nemico multiforme, e dunque sempre più pericoloso. Perché è comunque vero che questo è un cancro che si sta diffondendo".
    "

    dal quotidiano dell'ingeNNiere di Ivrea.

    Shalom

  5. #5
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    In origine postato da Pieffebi
    Qualcuno a sinistra che non sragiona c'è:

    " "Il terrorismo è il vero nemico
    la sinistra non gli dia più alibi"



    ROMA - Giuliano Amato scuote il centrosinistra. Basta con le ambiguità, basta con le divisioni, basta con le "zone grigie". "La tragedia di Beslan - dice l'ex premier - è un ineludibile richiamo per tutti noi. Di questo terrorismo non si può non essere nemici. Quali che siano gli errori che vengono commessi nel fronteggiarlo. Oggi, in Italia e forse anche in altri Paesi coinvolti, a partire dagli Stati Uniti, è necessario che non si crei un baratro tra le parti politiche, nel quale si possano frantumare e disperdere la volontà e la fermezza nel combattere un nemico multiforme, e dunque sempre più pericoloso. Perché è comunque vero che questo è un cancro che si sta diffondendo".
    "

    dal quotidiano dell'ingeNNiere di Ivrea.

    Shalom
    Amato ha perfettamente ragione, io sono d'accordo con lui, quindi voterò il suo partito. E tu?

  6. #6
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    Bush non ha sempre ragione, e Putin ne ha meno ancora. Ma il nemico non sono loro. Non parlo per lei.

    Shalom

  7. #7
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    Predefinito La libertà di immigrazione nel mondo intero

    La libertà di immigrazione nel mondo intero
    Tratto da: «Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia»

    Guttmacher[1] ha dichiarato che un programma efficace di contraccezione sarà in grado di apportare un «significativo contributo a un nuovo ordine mondiale»
    G. Brock Chisholm[2], ex direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha già definito in che modo questo nuovo ordine mondiale potrà essere realizzato:
    «Ciò che in tutti i luoghi la gente deve fare è praticare la limitazione delle nascite e i matrimoni misti (tra razze differenti), e ciò in vista di creare una sola razza in un mondo unico dipendente da un’autorità centrale»[3]
    Quando si dice chiarezza.
    Una commissione di razze già efficacemente tratteggiata nel 1925 da uno dei padri della Sinarchia europea, il massone d’alto grado Coudenhove Kalergi, fondatore della «Paneuropa», che nel suo libro «Praktischer Idealismus» vaticinava:
    «L’uomo del futuro sarà di sangue misto (…) La razza futura eurasiatica-negroide, estremamente simile agli antichi egiziani, sostituirà la molteplicità dei popoli, con una molteplicità di personalità». Collo di bottiglia, questo della fusione delle razze, obbligato per ogni progetto mirante alla cancellazione di fatto di ogni identità religiosa, etnica e nazionale. Dal 1989, riferisce la stampa specializzata, l’ufficio delle Nazioni Unite dell’Alto Commissariato per i Rifugiati è stato centrale per orchestrare migrazioni di massa di musulmani nord-africani in Europa e di slavi dei paesi dell’Est.
    Alla Francia, ad esempio, è stata assegnata una quota di 24 milioni di emigrati che ne cancelleranno letteralmente il volto e la storia.[4] Scriveva Maurice Caillet, fuoriuscito dalla massoneria dopo aver raggiunto il 18° grado, di Cavaliere Rosacroce, trattando della piaga dell’aborto nelle nostre contrade, in una lettera indirizzata al Ministro della Sanità francese Martine Aubry: «Tutte queste misure avranno, inoltre, il merito di risolvere il problema demografico che mette in pericolo le pensioni e che permette all’ONU di proporci un’immigrazione importante»[5]
    Se John Foster Dulles vivesse oggi potrebbe dirsi soddisfatto: gli Stati (fra cui l’Italia) hanno persino cambiato le proprie leggi per consentire un afflusso massivo e scarsamente controllato di extracomunitari sui loro territori, e la nuova battaglia ovunque proclamata dai mezzi di comunicazione sembra ormai essere quella contro il razzismo.
    Un razzismo affatto estraneo a popoli di grande memoria storica e culturale come l’italiano che, a fronte di un’invasione in poco tempo di qualche milione di africani che si contendono il pane con una gioventù che incontra serissime difficoltà di accesso ad un lavoro qualificato, a fronte di mali endemici come l’emigrazione verso l’estero, oggi ripresa, del nostro bel Sud, a fronte di una malavita organizzata sempre più arrogante, a fronte di uno Stato presente con solerzia solo a riscuotere tasse dai suoi cittadini piuttosto che a tutelarli e difenderli, reagisce con un senso di insofferenza e talvolta di rifiuto verso l’estraneo imposto in casa propria. Con la massima ipocrisia si etichetta come razzismo questo rifiuto, demonizzando chi fa notare come la Storia sia lì ad insegnare che operazioni d’innesto di una tradizione sopra un’altra, effettuate per lo più in tempi brevi, non siano né indolori né prive di forme di rigetto anche gravissime.
    Ma la Storia sembrerebbe oggi essere fatta dai mezzi di comunicazione, come osserva il massone Raymond Abellio, pseudonimo adottato nel dopoguerra da George Soulès (1907-1987), a firma di una produzione letteraria tutta intrisa di occultismo, astrologia e gnosi:
    «La nostra epoca di mass-media trasforma la soggettività della storia, che per lungo tempo non fu un problema che per i filosofi, vale a dire di un numero piccolo, in strumento universale per violare e plasmare la coscienza delle folle e, di conseguenza, in fattore politico essenziale e primario».
    Parole come logica, tolleranza e razzismo sembrano allora assumere sensi e valenze diverse a seconda dei popoli alle quali vengono applicate, appunto, dalla martellante grancassa mediatica: alla scomparsa di ogni religione e tradizione, fuse nella nuova razza senza memoria storica né principi, viene opposta la sopravvivenza e il consolidamento di un’unica tradizione e religione.
    Così, mentre il rabbino canadese Abraham Feinberg dalle colonne della «Maclean’s Review», rivista cristiana di Toronto, rivolgendosi ai suoi lettori, cattolici e protestanti, lanciava un appello:
    «La sola soluzione ai conflitti razziali è il matrimonio interrazziale, (…)» è dunque urgente che «(…) la legge incoraggi la mescolanza del sangue», poiché: «il richiamo deliberato ai matrimoni interrazziali è il solo modo di accelerare il processo per eliminare totalmente i pregiudizi razziali e quindi le razze separate», sul New York Times appariva nel corso del 1974 una pubblicità a piena pagina, a cura del «National Commitee for Furtherance fo Jewish Education» (Comitato nazionale per la promozione dell’istruzione ebraica), indirizzata alla gioventù israelita, dove i matrimoni interrazziali venivano così stigmatizzati:
    «I matrimoni misti sono un suicidio nazionale e personale. Il mezzo più sicuro per distruggere un popolo è farlo sposare al di fuori della sua fede (…) Uomini e donne hanno la certezza di perdervi la loro identità. I valori e i principi che tanto hanno contribuito alla cultura e alla civiltà contemporanea scompariranno dalla faccia della terra.
    L’esperienza accumulata in tremila anni, il ricco retaggio di un popolo, tutto ciò che è assolutamente vostro sarà indegnamente annientato. Che pena! Che disastro! Che vergogna!»[6]

    Tratto da: «Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia»

  8. #8
    Veneta sempre itagliana mai
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    '' E' in gran parte merito di Luca Cordero di Montezemolo se la Juventus non si rivolse ai tribunali ordinari '' (Joseph S. Blatter - Presidente F.I.F.A. - Dicembre 2007)
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    In origine postato da antonio
    i nemici possono essere piu' di uno..sopratutto se le scelte sbagliate di uno che in teoria dovrebbe non essere nostro nemico di fatto finiscono con l'alimentare il terrorismo ossia creare le condizioni perche' si affermi

    è ora di finirla co sta menata....gli americani avranno le loro colpe, certo...anzi sicuramente bush forse più di altri, ma l'anima animalesca dei seguaci di maometto non la produce bush, quelli ce l'hanno nel sangue, ed io sono perfino contenta di quanto succede perchè spero vivamente che finalmente TUTTI E DICO TUTTI ci si accorga del lavoro strisciante che anche nel nostro paese sta gente porta avanti pur di far non rispettare le nostre leggi, ma di imporre le loro.....un passettino alla volta e loro vanno avanti, e ci porteranno al punto che o si fa così o ti sequestrano persone o te le amazzano, mi pare che anche queste agenzie ne siano la dimostrazione lampante.....pian pianino come le formichine...

    (ANSA) - BOLZANO, 7 SET - A due donne musulmane e' stato vietato di fare il bagno completamente vestite in una piscina del Lido di Bolzano. Le due donne volevano entrare in piscina con le tuniche, cosi' qualche bagnante ha protestato per ragioni igieniche e le due donne sono state fatte uscire dalla vasca. Luisa Gnecchi, assessore all'immigrazione, comunque non vede troppi problemi nella vicenda, affermando che si puo' risolvere con dei lavandini dove lavare le tuniche prima di entrare in acqua.
    2004-09-07 - 15:20:0




    /8/2004 16:23) | IL CASO, MUSULMANI IN PISCINA COL CHADOR A PIACENZA

    (Sesto Potere) - Piacenza - 3 luglio 2004 - Nella piscina comunale di Piacenza si può nuotare con i vestiti addosso, più precisamente col chador, come vuole il dettato del Corano. E come avevano chiesto espressamente alcune donne musulmane che volevano che una loro giovane parente facesse il bagno nella vasca olimpionica emiliana con il tradizionale velo islamico.
    Ed alla fine la "curiosa" richiesta è stata esaudita dal direttore dell'impianto Enrico Rinaldi, con il placet della locale direzione dell'Ausl piacentina.
    Proprio come racconta oggi il quotidiano "La Repubblica".
    Ma non senza che si sia creata una rovente e prevedibile polemica.
    Una coppia piacentina, infatti, aveva protestato lamentando che non era igienico tuffarsi nello specchio d'acqua pubblico con i vestiti addosso.
    Ma la rimostranza non ha prodotto alcun esito.
    Irremovibili il responsabile della struttura sportiva e il vertice dell'Ausl che hanno replicato nell'ordine : "Il regolamento della piscina non contiene divieti. Se uno vuole fare il bagno vestito, italiano, marocchino, musulmano o cristiano, è liberissimo di farlo”, per loro: “I fattori che possono comportare un aumento della carica batterica in piscina sono soprattutto il numero dei bagnanti e la tipologia di certe fasce di popolazione”. (Sesto Potere)


    Fecia, ne sai qualcosa di più?

  9. #9
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    Predefinito Non è propaganda anti USA

    I miei articoli dimostrano che Bush e Kerry sono della stessa pasta: due nazisti antieuropei!!!!!!!!
    L'Europa deve essere indipendente, una Potenza nucleare come la Russia e combattere l'Islam come ha fatto Putin!!!
    Europa cattolica contro l'america luterana.
    W gli Stati Uniti D'Europa indipendenti e sovrani.
    Contro la feccia USA delle lobby massoniche ed ebraiche!!!!
    Serve un Europa cristiana come ai tempi di Lepanto!!!
    Io voglio rifondare la Serenissima Veneta Repubblica di San Marco!
    Bossi: "Il tricolore va buttato nel cesso"!!!
    Fino all'indipendenza della Padania!!!!!!!! Secessione!!!!!!!!
    Nord Libero!!!!!!!!!!!
    Se la devolution non passa, el Berlusca salterà con Bush!!!
    Nord Libero: soli contro tutti gli italiani di destra o di sinistra!!!

    Bossi: "Lo scontro è tra Nord e Roma, senza in federalismo il Polo e l'Ulivo sono la stessa cosa". La Padania è per sempre!!!!!!!
    Fino all'indipendenza!!!

  10. #10
    Veneta sempre itagliana mai
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    In origine postato da antonio
    cara pensy..vorrei che mi indicassi il nesso tra la guerra all'IRAQ e il bagno con i vestiti.


    tu non hai capito un accidente allora.....io proprio quello che non voglio fare è il paragone tra l'iraq e i vestiti.....dico e ribadisco che loro la cattiveria la prepotenza ce l'hanno nell'animo...e lo dimostrano giorno dopo giorno le loro pretese, per ultimo ho postato la roba dei vestiti che è anche molto marginale ma anche indicativo....
    piuttosto in altro post sto ancora aspettando la tua risposta in merito se hai cambiato idea, ricordo che diverso tempo fa anche tu ritenevi meglio per evitare tutti sti problemi dare spazio laddove ce ne fosse stato bisogno immigrati più vicini al nostro sistema di vita e più facilmente adattabili....dalla risposta che mi hai dato nel thread di Giovanardi mi pare tu abbia cambiato idea...mi sbaglio?

 

 
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