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  1. #1
    Capitan Harlock
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    Predefinito Scoop clamoroso: giapponesi combattenti nella RSI

    Uno scoop incredibile! Alcuni soldati giapponesi combatterono nella RSI.
    Ecco le prove che escono dai cassetti polverosi della storia:
















  2. #2
    Capitan Harlock
    Ospite

    Predefinito

















    Altro scoop eccezionale! Soldati giapponesi combatterono anche nell'esercito tedesco:



    Incredibol!

  3. #3
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    polverosi???


  4. #4
    ardimentoso
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    Predefinito Re: Scoop clamoroso: giapponesi combattenti nella RSI

    In origine postato da Capitan Harlock
    Uno scoop incredibile! Alcuni soldati giapponesi combatterono nella RSI.
    Ecco le prove che escono dai cassetti polverosi della storia:


    il mezzo giappo a destra nella foto è la macchina del tempo ???

  5. #5
    ardimentoso
    Ospite

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    capitano, penso che i giapposotti ti abbiano burlato

  6. #6
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    E' un gruppo di reenactment ovviamente

  7. #7
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    Predefinito Lo stupro di Nanchino

    Lo stupro di Nanchino. L'olocausto dimenticato della seconda guerra mondiale


    Autore: Iris Chang
    Editore Corbaccio
    Collana Collana storica


    Nel dicembre 1937, nell'allora capitale della Cina, ci fu uno dei più brutali massacri della storia della guerra. L'esercito Giapponese penetrò nella città di Nanchino e nel giro di poche settimane non solo la distrusse e bruciò ma torturò, violentò e uccise più di 300.000 persone. La storia del massacro continua ad essere negata dal governo giapponese. "Lo stupro di Nanchino" racconta la storia da tre punti di vista: quello dei soldati giapponesi che lo perpetrarono; quello dei civili cinesi che lo subirono e quello del gruppo di americani ed europei che rifiutarono di abbandonare la città e si prodigarono a salvare quasi 300.000 persone.

    La pubblicazione del libro di Iris Chang deve fare riflettere in varie direzioni. L'autrice è una giornalista, figlia di emigrati negli Stati Uniti, che udì i racconti sul massacro dai suoi familiari e decise di dare ampia visibilità all'episodio, superando le reticenze della storiografia sul Giappone. Ci si può chiedere perché per decenni non si sia parlato degli "incidenti" sopra elencati, stante il fatto che negli Stati Uniti la schiera degli storici è numerosissima e in grado di accedere a una vasta documentazione non più secretata. I motivi risiedono nel legame, particolarmente forte, che esiste tra la politica statunitense verso il Giappone e la storiografia, una storiografia profondamente colpita, negli anni cinquanta, dalla persecuzione maccartista. Una vicenda, questa, che sfociò nell'affermazione della scuola di Harvard, tutta tesa a coltivare i rapporti con il Giappone in termini di alleanza e, dunque, propensa a depotenziare le polemiche e a darne un'immagine spesso distorta. Non è quindi casuale che le nefandezze della dominazione giapponese in Asia siano riportate all'attenzione dell'opinione pubblica mondiale da giornalisti o giovani studiosi non inseriti nell'establishment. Né paia sorprendente la poca visibilità data agli "incidenti" dalla storiografia giapponese.
    La pubblicazione del libro di Iris Chang ha sollevato, negli ambienti intellettuali e accademici giapponesi, grandi polemiche, rinfocolatesi poi nel 1999, quando un editore ne decise la traduzione in giapponese. Gli studiosi negazionisti hanno attaccato violentemente l'autrice, accusandola di far parte di una corrente intellettuale incline a "screditare a livello mondiale il Giappone". Molti altri, invece, si sono collocati in una posizione intermedia, sicché, pur non negando questo e altri episodi, allo stesso tempo hanno sottolineato alcuni errori compiuti dall'autrice; ad esempio, contestandole di aver riportato cifre diverse a proposito del numero di civili e militari cinesi uccisi. In questo, effettivamente, l'autrice non dà prova di un rigore scientifico assoluto; tuttavia, proprio perché studiosi e testimoni non sono concordi, non le sarebbe stato possibile giungere a una conclusione certa.

  8. #8
    Fiamma Rossa
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    Predefinito

    Nel luglio del 1937 le truppe giapponesi s’impadroniscono, con un colpo di mano, di Pechino e Tianjin. Qualche settimana dopo sbarcarono a Shanghai, conquistarono la città, cominciarono ad avanzare lungo il fiume Yangtze e bloccarono con la loro flotta la costa della Cina meridionale. I cinesi nazionalisti e comunisti, uniti da uno stesso sentimento nazionale, resistettero coraggiosamente, ma non poterono impedire l’avanzata delle truppe giapponesi. La Società delle Nazioni e gli Stati Uniti condannarono il governo di Tokyo, ma le loro proteste non ebbero alcun effetto. Il 13 dicembre i giapponesi occuparono Nanchino, capitale della Repubblica, e la "punirono" passando "a fil di spada", come alla fine di un sanguinoso assedio medievale, buona parte dei suoi abitanti. Qualche anno dopo il Tribunale militare internazionale calcolò che i civili massacrati a Nanchino, tra la fine del 1937 e gli inizi del 1938, furono più di 260.000. Secondo altri calcoli i morti furono circa 350.000 e le donne violentate tra 20.000 e 80.000. L’autore di questo libro è giunto alla conclusione che nessuna altra città, nel corso della Seconda guerra mondiale (neppure Dresda, Hiroshima e Nagasaki), ebbe proporzionalmente un così elevato numero di vittime.
    L’autore è una giovane scrittrice americana, figlia di genitori cinesi che hanno trovato rifugio negli Stati Uniti. Sollecitata dai racconti familiari e da gruppi di solidarietà che si costituirono fra i cinesi d’America dopo un più recente massacro (quello di Piazza Tian’anmen nel giugno del 1989), Iris Chang decise di ricostruire e raccontare "lo stupro di Nanchino". Le sue ricerche hanno riportato alla luce, talvolta con una forte emozione letteraria e con uno stile volutamente non storiografico, alcuni fra i più efferati atti di crudeltà commessi nel corso del secolo. Dal suo racconto, tuttavia, riemergono alcune confortanti manifestazioni di pietà e solidarietà umana, soprattutto fra i rappresentanti della colonia europea e americana. Lo spettacolo commosse e indignò infatti anche coloro che simpatizzavano in Europa per i regimi totalitari. Buona parte della documentazione raccolta da Iris Chang è tratta dal diario di un uomo d’affari tedesco e nazionalsocialista, John Rabe, che salvò dalla morte, nella zona internazionale, alcune centinaia di migliaia di persone e divenne per i cinesi il "Budda vivente di Nanchino".
    Per i paesi dell’Occidente le grandi tragedie del XX secolo decorrono generalmente dal giorno in cui ciascuno di essi fu coinvolto nel conflitto: il 1° settembre del 1939 per Francia, Germania, Gran Bretagna e Polonia, il 10 giugno 1940 per l’Italia, il 22 giugno 1941 per l’Unione Sovietica, il 7 dicembre 1941 per gli Stati Uniti. Il libro di Iris Chan ci ricorda che la guerra, in Asia, cominciò nel luglio del 1937. È questa la ragione per cui l’autore può legittimamente sostenere che lo "stupro di Nanchino" è l’«olocausto dimenticato della Seconda guerra mondiale».

    Iris Chang ha ventinove anni, vive e lavora come scrittrice in California. Dopo la laurea in giornalismo ha vinto una borsa di studio per un corso di specializzazione in scrittura della Johns Hopkins University. È autrice di un altro libro, Thread of the Silkworm, accolto positivamente dalla critica, e ha ricevuto numerosi riconoscimenti


  9. #9
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    Predefinito Bufale giap

    Guarda che il 1° aprile è passato da un pezzo... e inoltre sono foto che girano da quel dì... è un gruppo di softair giapponese.

    GIUDIZIO: per Tonino, gesto scarsino.

  10. #10
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    Predefinito

    In origine postato da Rebel
    Il libro di Iris Chan ci ricorda che la guerra, in Asia, cominciò nel luglio del 1937. È questa la ragione per cui l’autore può legittimamente sostenere che lo "stupro di Nanchino" è l’«olocausto dimenticato della Seconda guerra mondiale».
    Non importa. A meno che non si sia trattato di ebrei cinesi, si attaccano al tram.

 

 
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