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  1. #1
    Simply...cat!
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    Arrow Brescia:punte del 48% di stranieri in una scuola.E i genitori ritirano i figli...

    «Quote per gli extracomunitari nelle classi»

    Brescia, il piano del dirigente scolastico: «Record di alunni stranieri, le lezioni vengono rallentate»


    DAL NOSTRO INVIATO
    BRESCIA - Limitare la presenza degli studenti extracomunitari nelle singole classi bresciane. Accettarne in aula un certo numero, non oltre. E gli altri ragazzini distribuirli, in modo omogeneo, all’interno delle classi di tutti gli istituti, in modo che non si creino «concentrazioni» che possano mettere a rischio un buon livello di apprendimento per tutti, italiani e stranieri. Non è razzismo, spiegano, ma desiderio di far funzionare meglio la didattica. E’ l’obiettivo per le scuole dell’obbligo messo a punto dal dirigente scolastico provinciale Giuseppe Colosio, d’accordo con Prefettura e presidi. Il protocollo d’intesa dovrebbe essere perfezionato entro Natale, ma i tempi di realizzazione saranno graduali, dunque più lunghi. Un provvedimento preceduto da un’indagine statistica sull’immigrazione locale. Risultato? «Numeri impressionanti», secondo il dirigente Colosio. Che così spiega la necessità di introdurre «quote» per le iscrizioni extracomunitarie.
    Nella città di Brescia la presenza di studenti stranieri supera il 10 per cento: 1.900 su circa 19 mila iscritti. A livello nazionale, invece, la provincia si colloca al quarto posto dopo Milano, Roma e Torino. Posizione destinata a scalare la classifica perché oggi un neonato bresciano su tre è figlio di immigrati. A far scattare l’emergenza iscrizioni, però, è il picco raggiunto nel Secondo Istituto Comprensivo, situato nel cuore del centro storico: settecento allievi, tra elementari e medie, il 48 per cento stranieri. Spaventati dalle cifre e, soprattutto, dalla possibilità di un rallentamento dell’andamento scolastico, alcuni genitori hanno addirittura ritirato i figli da scuola. E numerosi studenti italiani di quinta elementare, candidati a proseguire gli studi nelle medie dello stesso istituto, hanno preferito cambiare. Ad ammetterlo, amareggiata, è la direttrice Angelina Battagliola, in campo da 25 anni, già testimone negli anni Settanta dei problemi d’integrazione degli immigrati provenienti dal Sud Italia. «Ho vissuto problemi più gravi. Ma non ho mai assistito come oggi a un calo di iscritti bresciani - racconta -. Una questione di xenofobia? Non credo. Il fatto è che con l’introduzione del buono scuola in Lombardia molte famiglie si sono indirizzate alle private. E la regolarizzazione degli immigrati ha portato a molti ricongiungimenti dei figli. Insomma la città cambia, e le nostre aule si riempiono di stranieri».
    Eppure, nonostante le ore di superlavoro e le risorse non sempre sufficienti, al Secondo Istituto Comprensivo le iscrizioni non si rifiutano. Ma a livello istituzionale la situazione di concentrazione di stranieri crea allarme. «I numeri sono eloquenti - sottolinea l’assessore comunale alla Pubblica istruzione Carla Bisleri, centrosinistra -. La distribuzione degli studenti extracomunitari nelle scuole passa dal 48%, nel caso più eclatante, al 5-6% di altri istituti. Negli ultimi 10 anni, da quando faccio l’amministratore, ho visto quadruplicare le percentuali a scapito solo di alcune zone. Il fenomeno di percentuali squilibrate, inoltre, si sta registrando anche nelle materne. Questo non va bene. Rischiamo un’integrazione al rovescio».
    La soluzione è già pronta nel cassetto del dirigente scolastico Colosio. Condivisa anche dall’assessorato. Livelli prestabiliti di studenti stranieri nelle varie aree della provincia, con un occhio particolare laddove i residenti extracomunitari sono più numerosi. «E’ una scelta necessaria per non creare disagi ai cittadini - spiega Colosio -. Le segnalazioni dei genitori infatti riguardano preoccupazioni sulla qualità dell’insegnamento. E mi risulta che ci siamo classi che addirittura superano il 70 per cento, con 11 etnie diverse. Noi troveremo il modo che non accada più. L’idea? Faremo come per i disabili. Mica finiscono tutti nella stessa classe».

    gmottola@corriere.it
    Grazia Maria Mottola
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    LA MAESTRA


    «Quaranta etnie, insegno matematica con le favole»

    DAL NOSTRO INVIATO
    BRESCIA - Insegna matematica raccontando le fiabe. Con segni, immagini, scenette teatrali. La sua preferita è Cappuccetto Rosso. Che si fa mangiare dal lupo senza dire una parola. Una storia senza voce, utile a parlare di numeri a bimbi pakistani, cinesi, colombiani, moldavi, che spesso non capiscono l’italiano. Una didattica sperimentale che per Silvia Tavazzani, 37 anni, maestra al Secondo Istituto Comprensivo di Brescia, è ordinaria amministrazione. Una scelta per necessità.
    Settecento allievi, quaranta etnie. Come si fa a lavorare?
    «Si ricorre a tecniche di insegnamento innovative. Ma non mi scoraggio: la nostra è una scuola di frontiera dove si si è sempre fatta sperimentazione per l’integrazione. Prima con i disabili. Oggi con gli immigrati».
    Quali sono le difficoltà?
    «Le diverse nazionalità impongono codici di comportamento per comunicare con tutti».
    Un esempio?
    «Per chiedere di prendere un quaderno, bisogna afferrarlo, poi mimando il gesto, parlare lentamente».
    E poi?
    «Studiamo programmi personalizzati per i bambini. Ogni settimana noi maestri ci ritroviamo per concordare gli obiettivi minimi per ognuno. Su questi basiamo il nostro giudizio finale».
    Un programma per ogni bambino. Non c’è da perdere la testa?
    «Si fa fatica. Ma quando c’è la passione, si trova la forza di andare avanti».
    Altre differenze rispetto a una scuola tradizionale?
    «La classe con i banchi fissi e ordinati non esiste da noi. L’aula viene cambiata secondo le esigenze della lezione».
    Quanto tempo impiegano i bambini a imparare l’italiano?
    «Quattro-cinque mesi. Molti, però, frequentano i gruppi di accoglienza per 5 settimane prima di essere inseriti nelle classi. Ognuno comincia nella sua lingua. Ricordo un bimbo pakistano e uno dello Sri Lanka che chiacchieravano per ore. Sicuramente non si capivano, ma ora sono grandi amici».
    Classi così eterogenee non mettono a repentaglio la qualità dell’insegnamento?
    «Non credo. Ci sono famiglie italiane che hanno mandato da noi più di un figlio. Molti nostri ex alunni, anche stranieri, ora frequentano il liceo. Il problema della concentrazione, però, esiste».

    Gra. Mot.
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    Tra 20 anni,Brescia sarà irriconoscibile

  2. #2
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    ho sentito qualcosa in merito molto vagamente alla radio stamattina, ma se non ho capito male, la roba delle quote il ministero non l'ha digerita molto bene...sempre col beneficio del dubbio perchè stavo lavorando e non so se ho capito bene, so che il ministero ha richiesto la documentazione.....

  3. #3
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    Predefinito Re: Brescia:punte del 48% di stranieri in una scuola.E i genitori ritirano i figli...

    In origine postato da Dragonball


    Tra 20 anni,Brescia sarà irriconoscibile
    Non solo Brescia.

  4. #4
    Simply...cat!
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    In origine postato da pensiero
    ho sentito qualcosa in merito molto vagamente alla radio stamattina, ma se non ho capito male, la roba delle quote il ministero non l'ha digerita molto bene...sempre col beneficio del dubbio perchè stavo lavorando e non so se ho capito bene, so che il ministero ha richiesto la documentazione.....
    Appunto.Anche secondo me le quote sono una cazzata perchè praticamente obbligano ogni scuola ad accettare un certo tot di extra,mentre invece è "meglio" che gli extra rimangano tutti concentrati solo in alcune scuole.
    Insomma...alla fine della fiera sta andando a finire come negli USA: è il famoso "white flight",ovvero i bianchi che oltre un certo tot di extra nel quartiere,scuola ecc...fuggono e si trasferiscono altrove.Certo...che però gli USA sono larghi e spaziosi,mentre la Padania no.

  5. #5
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    Prima di accettare l'iscrizione di un ragazzo o bimbo extracomunitario sarebbe bene che imparasse BENE l'italiano come minimo, sennò resteremo sempre lì, invece di 8 mesi l'anno scolastico durerebbe all'infinito.
    Tu che odi dio e la vita cristiana
    Senti la sua presenza come un doloroso cancro
    Vengano profanate e profanate aspramente
    Le praterie del cielo bagnate di sangue

    Odiatore di dio
    E della peste della luce

    Guarda negli occhi paralizzati di dio
    E sputa al suo cospetto
    Colpisci a morte il suo miserevole agnello
    Con la clava

    Dio, con ciò che ti appartiene ed i tuoi seguaci
    Hai mandato il mio regno di Norvegia in rovine
    I tempi antichi, le solide usanze e tradizioni
    Hai distrutto con la tua orrida parola
    Ora vai via dalla nostra terra!

  6. #6
    Simply...cat!
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    In origine postato da Shaytan
    ...sarebbe bene che imparasse BENE l'italiano


    L'itagliano?!?

    A mio avviso l'extraeuropeo non dovrebbe nemmeno esserci sui banchi.
    Sono ben accette solo croate,slovene,ungheresi,ceche,russe ecc...

    Scherzi(? ) a parte,statistiche trentennali svolte negli Stati Uniti hanno dimostrato che le classi di extra sono le peggiori dal punto di vista dell'insegnamento...e difatti i WASP statunitensi mandano i figli nelle scuole private.
    Cosa che avverrà anche in Itaglia.

    Ma il punto è: perchè io dovrei pagare le tasse per la scuola,se poi pago un'altra volta per mandare mio figlio alle private?

  7. #7
    Veneta sempre itagliana mai
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    In origine postato da Dragonball


    Ma il punto è: perchè io dovrei pagare le tasse per la scuola,se poi pago un'altra volta per mandare mio figlio alle private?
    è il ragionamento che hanno fatto le scuole private cattoliche per avere i finanziamenti

  8. #8
    Simply...cat!
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    In origine postato da pensiero
    è il ragionamento che hanno fatto le scuole private cattoliche per avere i finanziamenti
    E invece le scuole private non dovrebbero avere finanziamenti,nè bonus.
    Il mio ragionamento è complesso e ti spiego il perchè: premesso che secondo la cantilena generale i padani non vogliono + fare certi lavori,si presume allora che facciano dei lavori ad alto reddito e lascino agli extra quelli ad alta manualità e a basso reddito.Ok?
    Premesso questo,è evidente che se le scuole private ricevessero finanziamenti o i cittadini bonus,allora anche il figlio dell'extra potrebbe iscriversi...ma allora decadrebbe il motivo per cui uno manda i figli alle private!
    In USA praticamente poichè non puoi discriminare in base alla razza,si discrimina in base al reddito: chi ha i soldi (i bianchi) manda i figli alle private,sicuro che al 99,9% sono bianchi,chi non può (neri,ispanici ecc...) li manda alle pubbliche.
    Detto ciò,capisci bene che se non esistesse alcun tipo di barriera a causa dei vari bonus,sarebbe un disastro...

    Certo...una cosa è evidente: il padano povero lo prende in c*lo...ma di questo deve dire grazie alla politica sugli extra

  9. #9
    piemonteis downunder
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    Dipende da dove vengono questi extra....

    In Australia, i figli di immigrati cinesi, giapponesi e malesi hanno risultati scolastici
    nettamente migliori degli anglos, a tutti i livelli, e fanno quasi da traino per le classi.
    Gli indiani sono statisticamente uguali agli anglos come rendimento scolastico.

    Credo che i problemi ci siano invece per altri gruppi etnici...

  10. #10
    cimabue76
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    gran bel casino

 

 
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