[ad uso di chi volesse valutare il divario in aumento coll’ Europa]

La cultura spagnolesca di circa tre secoli fa ha lasciato tracce profonde. Nell’ America Latina e nelle Due Sicilie. Il resto dell’ Italia, a metà secolo scorso, aveva una diversa cultura, influenzata e vicina a quella mittleuropea. Anche nell’ esercito si notavano le differenze fra i coscritti di diverse regioni.

Dopo l’ ultima guerra, gruppi di nuovi politicanti (male scelti da elettori superficiali, oppure creduti seri a causa della loro lingua biforcuta), spesso provenienti dalle Due Sicilie, hanno contribuito a trasmettere la cultura del Sud al resto dell’ Italia. Sciascia scrisse (trenta anni fa circa) nel Giorno della Civetta: “La cultura mafiosa si sta spostando dalla Sicila verso il Nord ad una velocità di 100 km all’ anno”. Uno strumento di diffusione furono i palazzi del potere a Roma. Quando Bossi dice “Roma ladrona”, si ricorda di trenta anni fa, quando ancora la Lombardia era una regione mittleuropea. Forse qualche regione ancora resiste, come le Tre Venezie ad esempio (residua mentalità austro-ungarica), ma non solo. Ma c’ é rischio che arretrino......

Parallelamente, quello che era il problema del mezzogiorno d’ Italia si sta trasformando nel problema del mezzogiorno d’ Europa (lo Stivale). La cultura e i comportamenti diffusi in gran parte dell’ Italia di oggi (descritte nelle mie lettere “Italia Desnuda”, “Differenze”, “Definizione dell’ Italiano”, “Regole e Confusione”) non sono compatibili collo sviluppo economico del villaggio globale. Il quale richiede certezze e efficienze.

Un osservazione semplicistica, solo per chiarire, é la seguente: spesso la Costituzione e le leggi italiane non sono applicate uniformente e con rigore, per tutti. E come potrebbero, se le isituzioni italiane sono gestite in un modo che, per non chiamarlo latino-americano, potremmo chiamare all’ italiana ? Non conta l’ efficienza e la serietà, ma la “conoscenza”.

Quando il servizio promesso da leggi ed istituzioni al cittadino, non é in realtà reso, l’ Italiano, semplice e rassegnato (non avendo la stessa spina dorsale di altri europei, più rigorosi, precisi, puntuali, seri insomma) non chiede che i servizi nazionali siano migliorati. Cosa in teoria possibile, se ci fosse una diversa gestione degli agenti pubblici, non basata sulla raccomandazione ma sulla selezione. Anzi non glie ne frega niente. E il numero dei pantani e grippaggi aumenta....... La confusione pure. E l’ Italiano (eccezione nella U.E.) si rivolge al compare, all’ agenzia, al ras, al padrino. Se necessario, dando qualcosa in cambio. Una bustarella eventualmente.

Alcuni, furbi, si aggregano ad un clan o ad una cordata. Solo per essere protetti. In un Paese confuso, ti senti meglio.

Molti cittadini pensano che un pizzico di furberia puo’ essere utile. Ma nessuno pensa al costo sociale del furbismo diffuso. Se gli Italiani avessero l’ abitudine di prevedere sempre le conseguenze delle proprie azioni (cosa normale in Europa), molti di loro abbandonerebbero la lingua biforcuta e il furbismo.

Se l’ organizzazione manca nello Stivale, in compenso si trovano fenomeni speciali, peraltro rari nel resto della U.E. Un fenomeno diffusissimo nell’ Italia di oggi, é la lingua biforcuta. Dire una cosa e farne una diversa, eventualmente opposta.

E la disorganizzazione che ha partorito la lingua biforcuta o viceversa ? Difficile rispondere, ma si puo’ dire: solo in Italia é un fenomeno tanto diffuso.

Le conseguenze di tali incapacità sociali, che la P.I. non ha cercato di correggere, sono macroscopiche. E fatali, all’ economia.

Il succo: l’ Italiano non sa gestire grandi sistemi. Lo stato, ad esempio. Per mancanza degli strumenti necessari, peraltro esistenti nel resto dell’U.E. (1). I piccoli sistemi sono gestibili più facilmente. Quando poi si tratta di piccoli sistemi nascosti nell’ ombra, allora ciascun capo-clan o padrino definisce le proprie leggi facilmente.

Poiché le leggi, ma anche gli obiettivi, sono diversi da clan a clan, da cordata a cordata, da VIP a VIP, ecco che nasce un gran numero di contenziosi. Talora scontri, o colpi bassi, o incomprensioni e sospetti. Tutto cio’ non succede nei Paesi U.E. che sono a Nord delle Alpi, dove lo stato é curato, servito, migliorato, gestito con criteri europei, non all’ italiana.
Chi ci va a perdere ? La competitività, in alcuni settori. Attenzione, il numero dei settori aumenta... Puo’ fiorire l’ economia in un Paese che accetta, a livello nazionale, per mancanza di strumenti adeguati, la lotta di tutti contro tutti ?

Molti imprenditori, anche se cercassero di star fuori dal sistema delle bustarelle, risentono comunque fortemente delle inefficienze e insicurezze nazionali.

Chi ha fatto per decenni riunioni europee e mondiali, puo’ affermare inoltre con sicurezza che é più facile prendere decisioni in una conferenza europea di cinquecento persone che in un condominio italiano di venti persone ! Come mai ? Diversi metodi di preparazione di un intervento, di discussione , di atteggiamenti, di impostazione mentale, etc...Diverse lingue, la verità, o quasi, in un caso, lingua biforcuta nell’ altro caso. Fuori d’ Italia la confusione in un intervento toglie autorevolezza a chi parla. In Italia é talmente frequente, che la si considera normale, come l’ improvvisazione. Paragoniamo il parlamento inglese o danese, e i suoi risultati, a quello italiano. Immaginate la risposta, non c’ é bisogno di dirla. Ecco la spiegazione di un fatto, un po’ strano in Europa: per le decisioni sociali, nazionali o regionali, i risultati ottenuti sono molto spesso diversi dagli obiettivi sbandierati.

I detti fenomeni e costumi, che vengono elencati in maniera semplicistica per spiegare l’ origine delle inefficienze italiane, si sono molto diffusi in certe regioni negli ultimi lustri. Potrei dire, a livello sociale nazionale: “Se il caos non esistesse, la società italiana lo inventerebbe per divertirsi ad usare la fantasia”.

Gli imprenditori chiedono competitività ! Lo dice Confindustria, lo augura il premier, lo invoca, patetico, il capo dello stato, poi Fazio.

Come, di grazia ? ?

Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo.fr
(disponibile per presentare le cause dei guai sociali italiani)

Lo stivale: un cavallo inbizzarrito in fuga. Alcuni premiers e alcuni
padrini tentano di mettergli la briglia. In modo ondivago, disorganizzato,
inefficace, senza ordini di squadra, disordinatamente. Talvolta senza pensare alle conseguenze delle proprie decisioni. E il cavallo continua a fuggire. Verso il Sudamerica o verso il M.O. ?
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(1) Gestire grandi sistemi a livello europeo richiede: rigore, organizzazione (anche mentale), programmazione, serietà, coerenza, coincidenza tra il detto ed il fatto, etc.. V. in merito la Lettera dall’ Europa “La Favola”.

Le Lettere dall’ Europa, ricerca sulle cause dei problemi socio-economici, sono su:

http://angrema.blogspot.com
www.accademiaonline.net (le lettere dei mesi precedenti sono nell’archivio del sito, argomento “società”).