dal quotidiano LIBERO di oggi
" I TERRORISTI SI BEVONO REPUBBLICA
di MATTIAS MAINIERO
Ieri mattina sul quotidiano “la Repubblica” compariva un articolo di Giuseppe D’Avanzo. Il titolo: «L’acqua sporca in attesa del video». Vi risparmiamo i particolari ricchi di siti internet, indirizzi mail, bulletin board, username, provider. Roba da specialisti, non solo di Internet, visto che D’Avanzo nelle Rete infila anche “fonti accreditate dell’intelligence italiana” e ponderosi studi dell’“Intelligence and Terrorism Information Center presso il Center for Special Studies in Israele”. Ripetiamo: un lavoro per specialisti. Passiamo al sodo: D’Avanzo, in poche parole, fa balenare qualcosa che è più di un semplice dubbio. A suo dire, attorno al rapimento di Simona Pari e Simona Torretta ci sarebbero molta «acqua sporca» e molta «chiacchiera politica ». L’acqua sporca, in particolare, sarebbe quella versata sul sequestro da anonimi «omini» che rinchiusi in una «stanzuccia», dinanzi ad un computer, avrebbero lavorato di tasti e fantasia. A quale scopo? Semplice: la «manutenzione della paura», per dirla con il linguaggio di D’Avanzo. In altri termini: mantenere alta la tensione, seminare terrore. Un’operazione, spiega Repubblica, che quasi mai è opera di fiancheggiatori del terrorismo. «Si tratta di provocator i». Riassumiamo: D’Avanzo accusa il governo italiano, in particolare un «omino » che avrebbe letto dell’ultimatum di 12 ore lanciato dai terroristi, ne avrebbe confermato la validità, poi avrebbe prolungato la minaccia di 24 ore. Senonché, continua Repubblica, di questa minaccia, «dopo 24 ore, non si sa nulla. Né chi l’ha firmata, né da quale sito e né con quale programma è stata lanciata». Conviene schiarirsi un po’ le idee, e schiarirle anche a Repubblica: i comunicati esistono, per la precisione ne esistono tre, degli “omini” sapremo dirvi chi sono alla fine di questa storia. Primo comunicato, con sorpresa. Come molti ricorderanno, è dell’11 settembre 2004, ore 11,45. Tra l’altro si legge: «Adesso il governo italiano ha meno di dodici ore per dare seguito alle nostre richieste». Fate attenzione: dodici ore. Il comunicato è comparso sul sito www.anbaar.net, poi è stato ripreso e diffuso da un altro sito. Ma non è questo ciò che interessa: inutile disperdersi in un mare di sigle e triple “w”. La notizia è che non solo esiste il comunicato la cui esistenza è stata messa in dubbio da Repubblica. Sul sito in questione esiste, campeggia, fa bella mostra di sè anche una scritta: www.repubblica. it/2003 eccetera eccetera. Un “link”, come si dice in gergo, un sito che rinvia ad un altro sito. Repubblica è proprio Repubblica, il quotidiano di Piazza Indipendenza, lo stesso quotidiano che con Ezio Mauro aveva riveduto le posizioni pacifiste della prima ora e che con il suo fondatore Eugenio Scalfari ha immediatamente fatto retromarcia tornando al solito clichè, a Bush e Bin Laden che sono più o meno la stessa cosa, all’invasione americana e alla resistenza irachena. Sia ben chiaro: nessuno qui intende dire, per usare il linguaggio di D’Avanzo, che ci sia acqua sporca dalle parti di Piazza Indipendenza. Assolutamente no: Repubblica, è ovvio, su quel sito c’è finita senza saperlo. Diciamolo chiaro è tondo: acque cristalline, Repubblica è vittima. Ma è anche un po’ cieca: vede ciò che vuole vedere, ricostruisce trame a tutti invisibili, e non si accorge che non solo ciò che lei nega esiste ma che addirittura lì sopra esiste anche lei. Un po’ di attenzione, soprattutto quando si lanciano certe accuse col conforto di voluminosi studi e di minuziose ricostruzioni, non guasterebbe. Anche perché, a furia di distrazioni, può anche accadere che le minuziose ricostruzioni diventino molto poco minuziose, che Repubblica si interroghi sulla scadenza dell’ultimatum e non si renda conto che esiste un secondo comunicato. È del 12 settembre 2004, ore 10,29. Tra l’altro si legge: «Le organizzazioni della Jihad islamica in Iraq, dopo aver dato al Governo di Berlusconi 12 ore per esaudire le nostre condizioni affinchè siano liberati gli ostaggi, concede un ulteriore ultimatum di 24 ore partire dalla pubblicazione di questa rivendicazione ». Fate attenzione di nuovo: le 12 ore sono diventate 24. Anche questo caso il comunicato è apparso su Internet, anche in questo caso c’è tanto sito rintracciabile, anche in questo caso resta un interrogativo: perché Repubblica parla di un “omino”, perché non lavora semplicemente di mouse? E perché, non facendo tutto questo, scrive che nelle istituzioni c’è chi, «avventatamente, per smania di protagonismo o consapevolmente, per calcolo politico, vuole tenere alta la tensione»? Informazione per Repubblica, per D’Avanzo, per Scalfari e naturalmente per tutti i nostri lettori: esiste anche un terzo comunicato che abbiamo scovato. Leggiamo: «Abbiamo ricevuto delle notizie dai canali televisivi arabi che ci informano sul fatto che il governo italiano ha promesso di liberare prigionieri iracheni detenuti in carcere ingiustamente. Anche se questa risposta non arriva a soddisfare la nostra richiesta, che era quella di liberare tutte le prigioniere musulmane dalle carceri dell’Iraq per impedire che vengano violentate, noi la consideriamo buona per l’inizio di una negoziazione. Le prigioniere italiane stanno bene e in buona salute. Era stato deciso, in teoria, di ucciderle alle ore 04.000 della mattina di sabato 11 settembre 2004: però le promesse del Governo italiano di liberare prigionieri iracheni, condannati ingiustamente, ci ha portato a rinviare l’esecuzione e la condanna a morte». E ancora: «Il Governo italiano ha solo 24 ore per dare seguito alle nostre richieste prima che gli ostaggi vengano uccisi. Il rinvio dell’esecuzione delle due prigioniere italiane verrà rinnovato a seconda dei passi che compirà l’Italia». Il comunicato è del 12 settembre 2004, ore 01.05. Fate attenzione per l’ultima volta: 24 ore, per così dire prolungabili. Col permesso di Repubblica, niente “omini” e gialli. Solo una trattativa in corso. Gli unici uomini, grandi e sporchi, che mestano nel torbido, che confondono le acque macchiandole col sangue delle loro vittime, sono i terroristi. Storia vecchia che Repubblica, pur vedendo tutto, anche quello che non esiste, non riesce evidentemente a vedere. ".
Saluti liberali