La perfetta inutilità della storia ventennale della Lega si evince chiaramente da questo articolo: tutti sanno che la devoluscion verrà approvata e poi subito abrogata, è tutto un grande teatrino per assicurare le ricche cadreghe di Roma ai padanogeni e i voti dei legaioli a Berlusconi, il cui utilizzo è finora stato palese.
L'unico problema è farla approvare il più tardi possibile in modo che venga abrogata dopo le elezioni politiche del 2006.
Il Messaggero Giovedì 16 Settembre 2004
DIETRO LE QUINTE
Berlusconi preoccupato: rimandiamo il referendum
Il premier accoglie un’idea del ministro: rallentare l’iter per far slittare il voto confermativo a dopo le Politiche
di MARCO CONTI
ROMA - «Approviamo il federalismo in prima lettura e poi allunghiamo i tempi e slittiamo il referendum confermativo a dopo le politiche». Roberto Calderoli ieri l’altro si è presentato all’incontro con Silvio Berlusconi ”armato” di calendari del 2005 e del 2006. Il ministro delle Riforme ha calato l’asso martedì pomeriggio, anche se aveva accenato qualcosa nel vertice di venerdì. Con tanto di calcoli e tabelle ha spiegato al premier che lo slittamento del voto finale è possibile. Un modo per provare ad esorcizzare la forte preoccupazione del premier sul referendum confermativo con il quale i cittadini dovranno esprimere il loro parere sulla devolution, visto che la riforma non passerà con la maggioranza dei due terzi. Far scivolare l’approvazione della riforma istituzionale che la Costituzione fissa in doppia lettura Camera-Senato, in modo da evitare che gli elettori vengano chiamati a votare il referendum nei primissimi mesi del 2006. Ovvero a poche settimane dalle elezioni politiche.
D’altra parte i primi sondaggi commissionati dallo stesso Berlusconi indicano un gradimento molto basso per la riforma istitiuzionale che sconta il marchio del Carroccio contro la quale - per dirla con Totò Cuffaro lucido governatore della Sicilia - «voterà contro tutto il Sud, solo perchè si chiama devolution e la vuole la Lega». Dopo i moniti di Cossiga sui rischi di un referendum a ridosso delle politiche su una materia così controversa, Berlusconi sembra propenso a sposare la proposta del ministro.
Berlusconi è molto preoccupato per gli effetti che avrà la riforma istituzionale sull’elettorato. Il plauso espresso ieri sera alle osservazioni del capo dello Stato («c'e perfetta sintonia con il presidente della Repubblica») non fa altro che confermare quanto sia indigesta la ”minestra” che in queste ore il presidente del Consiglio è costretto ad ingurgitare insieme a Fini e Follini. Fallita l’idea di stralciare e approvare solo la parte che riguarda il Titolo V per l’eccessivo entusiamo del centrosinistra e per l’opposizione di An che reclama anche la modifica della forma di governo, a Berlusconi non è rimasto che tirare diritto precettando per stamane tutti i deputati.
Lo slittamento del referendum confermativo eviterebbe al centrodestra il rischio di dover affrontare le politiche sulle macerie di una possibile sconfitta, ma non scongiurerebbe nel 2006 una campagna elettorale tutta incentrata sul federalismo che galvanizzerebbe soltanto la Lega oltre al centrosinistra. Di contro l’approvazione della riforma nell’ultima parte dell’attuale legislatura permetterebbe a Berlusconi di inserire una norma transitoria che rinvierebbe al 2011 l’entrata in funzione della riforma, per puntare ad una vittoria con l’attuale sistema bicamerale e sperare che nel 2006 una larga maggioranza come l’attuale possa magari spianargli la strada al Quirinale. In attesa che si realizzi tutto ciò, Berlusconi è preoccupatissimo di dover giocare sul tema del federalismo tutta la campagna elettorale delle regionali. «Alle Europee ho sbagliato tutto», ha ammesso lo stesso premier nei giorni scorsi.