Costituzione Ue, i socialisti francesi nello scompiglio
Il numero due del Ps, Laurent Fabius, annuncia che voterà no al referendum, in ogni caso. Sconcertato il segretario Hollande
A. M. M.
PARIGI
Il Partito socialista è in pieno marasma sulla Costituzione europea. Domenica, il numero due del Ps, Laurent Fabius, ha confermato non solo che inviterà a votare «no» al referendum sulla Costituzione che il presidente Jacques Chirac ha deciso di indire in Francia nella seconda metà del 2005, ma che questo «no» non è soggetto a nessuna condizione. Giovedì scorso, invece, in un intervento in tv molto criticato - perché incerto - Fabius aveva affermato che avrebbe scelto il no «se» Chirac non fosse riuscito a cambiare alcuni aspetti della politica comunitaria, a cominciare da quella sociale (dove, nei fatti, la Ue ha pochi poteri poiché le questioni sociali sono rimaste nazionali). Da domenica, la posizione si è chiarita e radicalizzata: per Fabius sarà dunque «no» al referendum. La decisione del numero due ha provocato lo sconcerto della dirigenza del Ps, a cominciare dal segretario, François Hollande, che si era già chiaramente pronunciato a favore del «sì». Invece, tra i militanti - che sono chiamati a votare a fine novembre per un referendum interno che deciderà la posizione del partito - la scelta di Fabius fa discutere e crea proseliti. Se il referendum avesse luogo oggi i militanti socialisti sceglierebbero il «no» alla Costituzione.

«La questione prioritaria in Europa è quella dell'occupazione e delle delocalizzazioni - ha spiegato Fabius - Guardando da vicino questo trattato, non vi trovo ciò che permetterebbe di cambiare politica su questi due punti. Se resta immutato, non posso quindi approvare questo trattato». Fabius, capofila del fronte del «no», partecipa alla lotta interna tra i leader del partito per ottenere la candidatura per l'Eliseo nel 2007: gli altri «presidenziabili» - l'ex ministro Dominique Strauss-Kahn e François Hollande (mentre cosa farà Lionel Jospin resta per ora misterioso) - si sono entrambi pronunciati per il «sì». Se la posizione di Fabius dovesse avere la meglio tra i militanti e il Ps dovesse quindi scegliere il «no» una forte ipoteca verrebbe messa sul risultato del referndum francese: molto probabilmente, in questo caso, la Costituzione verrà bocciata. Per il «no», a sinistra si sono già chiaramente pronunciati il Pcf e l'estrema sinistra, mentre i Verdi sono spaccati (chiedono un referendum tra tutti i 25 partiti verdi della Ue). Il problema è che contro la Costituzione sono anche l'estrema destra (Fn) e la «destra estrema» (de Villiers), oltre a qualche frangia dell'Ump.

Il discorso di Laurent Fabius non si situa però nel campo anti-europeista: l'ex primo ministro ritiene che ormai la costruzione europea sia matura, che l'Unione europea non possa più venire messa in discussione in quanto tale. Ma che, proprio grazie a questa stabilizzazione, sia arrivato il momento di non cedere più al ricatto e che ormai sia il momento delle scelte politiche: secondo Fabius, la Costituzione, se venisse approvata, inciderebbe nel marmo le scelte liberiste in campo economico e sociale e impedirebbe di cambiare strada (sarà possibile solo all'unanimità, quindi di fatto impossibile