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  1. #1
    remedios
    Ospite

    Predefinito lettera aperta a Pisanu

    Ill.mo Ministro degli Interni, Dott. Pisanu
    p.c. Prefetto di Brescia
    p.c. Questore di Brescia
    p.c. Presidente della Provincia
    p.c. Sindaco di Brescia
    p.c. Sindaco di Verona
    p.c. stampa e tv

    Quasi due mesi fa, esattamente sabato 24 settembre 2005, alla stazione Porta Nuova di Verona, i circa mille sostenitori bresciani, che avevano seguito il Brescia in quella importante trasferta, al momento di prendere il treno che li avrebbe riportati a casa si trovarono a subire più di due ore d’inferno, sottoforma di violenza INGIUSTIFICATA da parte delle forze di polizia. In quelle ore si susseguirono continue cariche, condite dal lancio di lacrimogeni ad altezza d’uomo, spray urticante spruzzato negli occhi, pestaggi deliberati verso ragazzi e uomini inermi ed inerti, donne indifese, bambini terrorizzati, lancio di pietre contro i finestrini del treno su cui si erano rifugiati i tifosi nel tentativo di salvarsi la vita. Tutto ciò senza la minima giustificazione ed il minimo accenno di reazione dei malcapitati bresciani. Quasi tre ore dopo il treno ripartì colmo di PERSONE con braccia fratturate, nasi sanguinanti, schiene livide, teste ferite e contuse dagli sfollagente.
    Mille persone che tornavano a casa con gli animi scossi, ma consapevoli di aver rischiato la vita e quindi sollevate per sentirsi finalmente fuori da quell’inferno…mille bresciani…mille tranne UNO: Paolo. Quella sera Paolo si trovava a lottare per la vita in una sala operatoria dell’ospedale di Verona; in stazione era stato selvaggiamente picchiato alla testa dagli agenti, aveva perso i sensi poco dopo ed era rimasto agonizzante per più di venti interminabili minuti perché le stesse forze dell’ordine esitavano a chiamare i soccorsi, di fatto ignorandolo, mentre la sua emorragia intra-cranica si aggravava, rendendo la sue condizioni disperate.
    Dopo quasi due mesi Paolo non è ancora tornato, dopo quasi due mesi Paolo è ancora in coma, dopo quasi due mesi i medici che lo stanno curando con grande professionalità non sanno se vivrà, se uscirà dal coma, in che condizioni uscirà dal coma.
    In questo periodo i familiari di Paolo hanno dovuto fare i conti, oltre che col dolore e la preoccupazione per un caro in condizioni critiche, con notizie false che dipingevano Paolo come un teppista, come uno che se l’era cercata.
    Noi che siamo i suoi amici siamo stati colpiti dall’incredibile calunnia di essere i responsabili di quanto successo (accusati falsamente di aver lanciato sassi e di aver colpito Paolo); calunnia ancora più grave perché arrivata dalle istituzioni nella persona del Questore di Verona attraverso alcuni (non tutti) organi di stampa compiacenti e servili. Eppure la verità (o quantomeno le palesi contraddizioni fra le varie dichiarazioni rilasciate) era sotto gli occhi di tutti, bastava volerla leggere!
    Tutti ci siamo resi conto che spesso i media hanno snobbato l’accaduto limitandosi a riportare freddi quanto scandalosi comunicati Ansa, mentre in certi casi hanno gettato confusione nelle menti della gente comune mostrando filmati che nulla avevano a che fare con i fatti della stazione e spostavano l’attenzione dai veri responsabili di quel massacro.
    Ci troviamo quindi costretti ancora una volta, con questa lettera e tante altre iniziative, a richiamare l’attenzione su quel maledetto 24 settembre, perché non finisca tutto nel dimenticatoio, perché la verità diventi di dominio pubblico, perché i responsabili paghino i pesanti REATI commessi. O quantomeno vengano fermati perché sono pericolosi.
    Perché Paolo è stato massacrato solo perché indossava una sciarpa biancoblu e aveva deciso di seguire la sua squadra! Perché alla stazione di Verona si è perpetrato un massacro di gente indifesa senza la minima motivazione! Perché nessuno, tranne noi, ha segnalato che l’ambulanza che ha soccorso Paolo e fu chiamata dalle forze dell’ordine arrivò senza sirene con un codice GIALLO-2 (nulla di grave!), quando invece tutti i presenti avevano capito la situazione disperata (l’ambulanza ripartì col codice di massima gravità ROSSO-3)!
    E allora ci poniamo alcune domande. E’ libero un sistema d’informazione che, quando un errore di tale portata è commesso dalle istituzioni, fa scendere sull’accaduto una coltre di confusione, omertà e mancato approfondimento? E’ libero un sistema d’informazione che non denuncia le falsità (evidentemente contradditorie) dette da un personaggio che rappresenta o dovrebbe rappresentare le istituzioni pubbliche (il referto di pronto soccorso “trauma cranico da ripetute percosse”, smentisce la tesi del sasso lanciato dai tifosi)?
    In ogni caso noi non vogliamo sottrarci alle nostre responsabilità: se saranno dimostrati errori da parte nostra, pagheremo per questi; ma non dimentichiamo che nulla può giustificare il massacro fisico e morale a cui sono stati sottoposti ragazzi, donne, bambini ed anziani.
    Perché il sindaco di Brescia e il Presidente della Provincia non si sono interessati per fare chiarezza sugli abusi e le violenze subite da cittadini BRESCIANI? Perché nessuno tra i giornalisti e i politici bresciani è andato a trovare Paolo, a parlare con i suoi familiari, a verificare di persona cosa gli fosse successo? (Forse perché dei bresciani conta solamente il voto? Ce lo ricorderemo!) Perché quando sbagliano gli Ultras la burocrazia è velocissima e le condanne colpiscono i presunti colpevoli ancor prima di essere processati, mentre quando sbaglia un rappresentante delle istituzioni la giustizia è sempre molto lenta o addirittura inesistente?
    Istituzioni, mass media, politici, magistrati hanno il dovere di rispondere a queste sacrosante domande! E’ l’unico modo per sgretolare l’omertoso muro di gomma eretto davanti alla verità, è l’unico modo per fare giustizia e dare a Paolo un’ulteriore forza per risvegliarsi e recuperare.
    L’ultima riflessione va a coloro che potrebbero far valere la propria posizione, qualunque essa sia, per avvicinare la verità: pensate se in quel letto di ospedale ci fosse vostro figlio, pensate se in quella sala d’aspetto del reparto di Terapia Intensiva ci foste voi, pensate alla sensazione di impotenza nel vedere dimenticata dall’opinione pubblica la sofferenza di vostro figlio, o, peggio ancora, nel leggere notizie false sui giornali. PENSATECI, e su questi presupposti fate un esame di coscienza. Per una vicenda simile vale la pena rischiare qualcosa di proprio!!!
    PAOLO SEMPRE CON NOI, DENTRO DI NOI!

    Gli amici di Paolo

  2. #2
    Neutrino NO-TUNNEL
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