dal quotidiano LIBERO di oggi
" Il Vaticano: no ai turchi in Europa
MILANO - « Con tutto il rispetto, sarebbe un errore grande inglobarla nell’ Unione europea » , con queste parole il cardinale Joseph Ratzinger ribadisce la sua contrarietà all’ingresso della Turchia nell’Unione Europea. Per il cardinale sarebbe meglio se il Paese fungesse da ponte tra Europa e mondo arabo o formasse un suo “ continente culturale” insieme con tale mondo. Il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ha precisato la sua posizione durante un incontro con gli operatori pastorali di Velletri che si è svolto lo scorso fine settimana. Ratzinger ha ribadito che l’Europa non è un concetto geografico, ma culturale, formatosi in un percorso storico, anche conflittuale, imperniato sulla fede cristiana ed è un “ fatto” che l’impero ottomano è sempre stato in contrapposizione con l’Europa. Anche se Kemal Ataturk negli anni Venti ha costruito una Turchia laica essa, argomenta Ratzinger, è il nucleo dell’antico impero, ha un fondamento islamico e quindi è molto diversa dall’Europa che pure è un insieme di Stati laici ma con fondamento cristiano « anche se oggi sembrano ingiustificatamente negarlo » . Per questo motivo, per il cardinale, l’ingresso della Turchia nella Ue sarebbe antistorico. In realtà l’ingresso del Paese nell’Ue ha provocato una spaccatura anche all'interno della Commissione europea. Il commissario all'allargamento, Guenter Verheugen, il sei ottobre prossimo dovrebbe presentare il rapporto conclusivo con la raccomandazione in favore dell'avvio delle trattative. Sarà poi la riunione dei venticinque capi di Stato e di governo dell'Unione europea, prevista a dicembre, a dare l'eventuale via libera alle trattative. La Commissione Ue ritiene che in mancanza dell'adozione della riforma del Codice penale prima del sei ottobre, « i negoziati con la Turchia non possano cominciare » . Fino a pochi giorni fa la controversia fra Ue e Turchia era concentrata sulla proposta di introdurre il reato di adulterio nel nuovo codice penale. Ora la preoccupazione della Commissione europea riguarda la decisione del Parlamento di Ankara di rinviare l'intera riforma almeno alla seconda metà di ottobre, mancando quindi l'appuntamento cruciale del 6 ottobre, giorno in cui l'esecutivo europeo presenterà la sua relazione sullo stato di avanzamento delle riforme in Turchia, premessa per l'avvio dei negoziati di adesione all'Unione Europea. Ad oggi, hanno fatto sapere in Commissione, il governo turco non ha ancora risposto alle richieste di chiarimento avanzate dal commissario Verheugen all'ambasciatore turco presso la Ue. "
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