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  1. #1
    Hanno assassinato Calipari
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    Smile H. Chavez e la rivoluzione

    "Quality cannot be at odds with the revolution, I demand maximum attention, follow-up to plans and decisions taken ... because the worst enemy we have, friends, is not the Coordinadora ... our worst enemy is inside, ourselves, our incapability" H. Chavez

    Bravo, Hugo

  2. #2
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    E' un grande ...ha persino riconvertito l'esercito venezuelano in progetti a favore della popolazione rurale india e tolto il petrolio dalle mani dell'oligarchia parassitaria locale legata a doppio filo con i mafiosi Usa ..Ti credo che non lo possono vedere...

    E' il mito di milioni di abitanti dei barrios che hanno riacquistato dignita'con la rivoluzione bolivariana !

  3. #3
    W Charles A. Lindbergh 21.5.1927
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    la Terra, quarta via, presso l'Unione Nazionale per la Giustizia Sociale - Fronte Cristiano. NO AL NAZISMO DISUMANO; NO AL FASCISMO LIBERTICIDA; NO AL CAPITALISMO SFRUTTATORE; NO AL COMUNISMO ATEO.
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    http://www.nuovimondimedia.it/module...rder=0&thold=0

    Dick Cheney, Hugo Chavez e Bill Clinton
    di Greg Palast

    Perchè il Venezuela ha votato ancora per il suo presidente "nero e indio"? Forse perchè i senza-terra - e finora anche i senza-speranza - sono proprio come lui. E perchè, con la stragrande maggioranza dell'elettorato a suo favore, Hugo Chavez cammina sui carboni ardenti nei rapporti con la nostra Casa Bianca? Forse è per il petrolio. Molto petrolio. Chavez è seduto sopra una riserva di greggio che tiene testa a quella dell'Iraq.


    Ci sono talmente tante frottole modellate attorno alla questione venezuelana che io posso aver violato alcune regole del giornalismo statunitense fornendo alcuni fatti. Iniziamo con questo: il 77% delle terre per allevamento del Venezuela sono possedute dal 3% della popolazione, gli "hacendados" (i latifondisti).

    Io ho conosciuto uno di questi latifondisti a Caracas in una manifestazione di protesta anti-Chavez. La più strana manifestazione che io abbia mai visto: bionde glassate, coi tacchi alti, avvinghiate alle borse griffate, che stridevano: " Chavez! dit-ta-to-re !I proprietari delle piantagioni si lamentavano del "socialismo" di Chavez, e poi saltavano sulle loro jaguar decappotabili.

    Quella settimana, lo stesso Chavez mi consegnò una copia del manifesto "socialista" che scuoteva così tanto l'uomo della jaguar. Era una nuova legge varata dal congresso venezuelano che assegnava la terra a chi non la possedeva. La legge di Chavez trasferiva solo i campi dalle grandi fattorie che erano state lasciate inutilizzate e abbandonate.

    Questa riforma della terra fu promossa al Venezuela, negli anni '60, dalla sinistra radicale, John F. Kennedy. Il dittatore del Venezuale del tempo era d'accordo nel distribuire la terra ma dimenticò di dare ai contadini il riconoscimento della loro proprietà.

    Chavez non lo dimenticherà, perchè lo specchio stesso glielo ricorda. Ciò che l'affabile presidente vede nel suo riflesso al di là del confine dell'ufficio, è, infatti, un "negro e indio" - un uomo nero e indio, scuro come la noce di cola, così come lo sono i senza terra e, finora, i senza speranza. Per la prima volta nella storia del Venezuela, l'80% della popolazione nera-indiana ha eletto un uomo con la pelle più nera dell'uomo nella jaguar.

    Dunque perchè, con la stragrande maggioranza dell'elettorato a suo favore, due volte nelle elezioni e oggi con una valanga di voti in un referendum revocatorio, Hugo Chavez cammina sui carboni ardenti nei rapporti con la nostra Casa Bianca, promotrice di democrazia?

    Forse è per il petrolio. Molto petrolio. Chavez è seduto sopra una riserva di greggio che tiene testa a quella dell'Iraq. E non è la sua presidenza del Venezuela che muove i pazzi della casa bianca, ma è stata la sua presidenza dell'organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, l'OPEC. Mentre era al controllo della segreteria dell'OPEC, Chavez stipulò un accordo con il nostro leder del tempo Bill Clinton, sul prezzo del petrolio. Era il piano "Goldilocks". Il prezzo non sarebbe stato nè troppo basso, nè troppo alto, mantenuto tra i 20 e i 30 dolllari a barile.

    Ma Dick Cheney non ama Clinton nè Chavez nè il loro grupppo. Per lui, la libertà dell'industria del petrolio (e dell'Arabia Saudita) nello stabilire il prezzo del grezzo è tanto sacra quanto la llibertà di parola è per l'ACLU. Io ho ottenuto questa informazione, a tal proposito, dalle tre più grandi industrie del petrolio.

    Perchè Chavez dovrebbe preoccuparsi dei quello che pensa Dick? Perchè, ha detto uno degli "uomini del petrolio", è il vicepresidente nel suo bunker, non il mangia-pretzel nella Casa Bianca, che "emana energie politche negli Stati Uniti"

    Quello che sembra aver fatto incavolare il nostro vicepresidente non è il prezzo del greggio ma chi detiene il bottino dell'attuale vincolo che frena lo zampillio nei prezzi. Chavez fece passare nel suo congresso un'altra legge sul greggio, la "Legge sugli Idrocarburi" che cambia la metodologia di spartimento. Oggigiorno, le multinazionali del greggio - come la PhillipsConoco - detengono l'84% dei proventi della vendita del petrolio venezuelano, lo Stato solo il 16%.

    Chavez voleva raddoppiare l'erario della tesoreria fino al 30%. E per delle buone ragioni. I senza terra, i contadini affamati, ormai da decenni, si sono allontanati da Caracas e dalle altre città, costruendo ghetti, di baracche di cartone e con gli scarichi all'aria aperta, in cui vivono migliaia di persone. Chavez ha promesso di fare qualcosa a questo proposito.

    E l'ha fatto. "Chavez ha dato loro pane e mattoni", mi ha detto un reporter di una televisione venezuelana. La bionda conduttrice televisiva, nel bel mezzo di una sparata pubblicitaria ha pronunciato le parole "pan y ladrillos" (pane e mattoni) con disprezzo, rendendo palese il fatto che lei non aveva mai toccato un mattone e certamente non aveva mai fatto la fila per il pane.

    Ma per sfamare e dare una casa alla gente di colore in coda per il pane e i mattoni, Chavez avrebbe bisogno di fondi e la fetta del 16% della torta petrolifera non sarebbe sufficiente. Così il presidente del Venezuela ha chiesto il 30%, lasciando al Grande Grezzo il 70%. Improvvisamente, l'alleato di Bill Clinton a Caracas (Chavez) divenne il nemico di Mr. Cheney e - di conseguneza - di Mr. Bush.

    Così ha preso avvio la campagna Bush-Cheney per "Floridirizzare"(applicare l'effetto Florida) la volontà dell'elettorato venezuelano. E non è di alcun rilievo il fatto che Chavez abbia vinto due volte le elezioni. Ottenere la maggioranza dei voti, ha detto il portavoce della Casa Bianca, non ha reso il governo di Chavez "legittimo". Hmmm. Accordi segreti sono stati raggiunti dai nostri uomini della sicurezza interna per sottrarre le liste ufficali degli elettori venezuelani. Il denaro contante è, in maniera discreta, passato dal contribuente americano, attraverso la cosiddetta "donazione di democrazia", agli oppositori di Chavez, contendenti alle elezioni.

    Una brillante campagna per piazzare notizie circa la presunta impopolariutà di Chavez e le sue maniere dittatoriali ha, di fatto, sequestrato i media americani, spaziando dal San Francisco Chronicle al New York Times.

    Ma alcuni eventi non possono essere oscurati dalla propaganda. Mentre George Bush può nominare il governo dell'Iraq e chiamarlo "sovrano", il governo del Venezuela è nominato dalla sua gente. E il fatto è che la maggioranza delle persone di queste baraccopoli non guidano jaguar o non hanno tinto i loro capelli a Miami. La maggior parte, quando si guarda allo specchio, vede qualcuno "negro e indio", nero come il loro presidente Hugo.

    Il manuale ufficiale della CIA riguardo al Venezuela dice che la metà delle fattorie statali possiede solo l'1% della terra. Questi sono quelli fortunati, visto che sono moltì di più contadini che non posseggono nulla. Questo, fino a che il loro uomo Chavez non ha preso potere.

    Sotto Chavez, la redistribuzione della terra rimarrà più una promessa che un fatto compiuto. Oggi, i senza terra e i senza tetto votano le loro speranze, sapendo che il loro uomo non può, contro l'asse armato delle oligarchie locali e di Dick Cheney, vincere per loro. Ma sono convinti che non se lo potrà mai dimenticare.

    E questo è già un fatto.

    Tradotto da Nuovi Mondi Media
    Fonte: http://www.gregpalast.com/detail.cfm?artid=362&row=0
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    Domenica, 22 Agosto 2004 - 19:22
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  4. #4
    W Charles A. Lindbergh 21.5.1927
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    "La volontà dell'ottimismo è il pessimismo della ragione",
    Antonio Gramsci
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  5. #5
    W Charles A. Lindbergh 21.5.1927
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    Tra Chavez e Nullalandia
    di Eduardo Galeano

    Strano dittatore questo Hugo Chavez. Masochista e suicida: ha creato una Costituzione che permette al popolo di cacciarlo e ha rischiato che questo accadesse in un referendum abrogatorio che il Venezuela ha realizzato per la prima volta nella storia. Non c'è stato nessun castigo. E questa è l'ottava elezione che Chavez ha vinto in cinque anni, con una trasparenza che Bush può solo sognare.

    Obbediente alla sua stessa Costituzione, Chavez ha accettato il referendum promosso dall'opposizione e ha messo a disposizione della gente la sua carica: "Decidete voi".

    Finora i presidenti interrompevano la loro gestione solo per disfunzioni amministrative, sommosse militari o popolari o decisioni parlamentari. Il referendum ha inaugurato una forma inedita di democrazia diretta. Un avvenimento straodinario: quanti presidenti, di qualsiasi paese del mondo, si sono dati da fare per farlo? E quando presidenti continueranno a essere tali dopo averlo indetto?

    Questo tiranno inventato dai grandi mezzi di comunicazione, questo terribile demonio, ha appena dato una tremenda iniezione di vitamine alla democrazia che in America Latina, e non solo in America Latina, era debole e aveva grande bisogno di nuove energie. Un mese prima, Carlos Andres Perez, angioletto di Dio, democratico adorato dai grandi mezzi di comunicazione, annunciò ai quattro venti un colpo di stato. Tranquillamente affermò che "la strada violenta" era l'unica percorribile in Venezuela e disprezzò il referendum "perchè non fa parte della idiosincrasia latinoamericana". L'idiosincrasia latinoamericana, e cioè il nostro bene prezioso: il popolo sordomuto.

    Fino a pochi anni fa, i venezuelani andavano in spiaggia quando c'erano le elezioni. Il voto non era, nè è, obbligatorio. Ma il paese è passato da una totale apatia a un totale entusiasmo. Il torrente delle elezioni, code di gente che aspetta sotto il sole, in piedi, per ore e ore, ha travolto tutte le strutture previste per le votazioni. L'alluvione democratica ha reso anche difficoltosa l'applicazione della tecnologia di ultima generazione previstasta per evitare frodi elettorali, in questo paese dove i morti hanno la cattiva abitudine di votare e dove qualche vivo vota varie votle per ogni elezione, chissà forse per colpa del Parkinson

    "Qui non c'è libertà d'espressione!", urlano con assoluta libertà di espressione i monitor delle televisioni, le onde delle radio e le pagine dei giornali.

    Chavez non ha chiuso nemmeno una sola bocca che, quotidianamente, sputa insulti e bugie. Impunemente ha preso il via una guerra chimica destinata ad avvelenare l'opinione pubblica. L'unico canale televisivo censurato in Venezuela, canale 8, non fu vittima di Chavez ma di coloro i quali, per un paio di giorni, usurparono la sua presidenza nel fugace colpo di stato dell'aprile 2002.

    E quando Chavez ritornò dal carcere, e recuperò la presidenza, i grandi mezzi di comunicazione venezuelani non si resero conto della novità. La televisione privata emise per tutto il giorno film di Tom e Jerry. Questa televisione esemplare ha meritato il premio che il re di Spagna concede al miglior giornalismo. Il re premiò un filmato di questi giorni turbolenti di aprile. Il filmato era una frode. Mostrava i soldati di Chavez che sparavano contro una innocente manifestazione di oppositori disarmati. La manifestazione non è mai esistita, come hanno dimostrato prove inconfutabili, ma, evidentemente, questo dettaglio non aveva importanza visto che il premio non è stato annullato.

    Fino a qualche anno fa, nel Venezuela saudita, paradiso petrolifero, il censo riconosceva ufficialmente un milione e mezzo di analfabeti e c'erano cinque milioni di venezuelani senza documenti e senza diritti civili. Questi, e molto altri, invisibili non sono disposti a ritornare a Nullalandia, che è il paese dove vivono i nessuno. Loro si sono conquistati il loro paese che era tanto lontano: questo referendum ha provato, una volta di più, che vi rimarranno.

    Fonte: http://www.redvoltaire.net/article1851.html
    Tradotto da Nuovi Mondi Media
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    Chavez: una stupefacente vittoria

    di Richard Gott

    Eletto per la prima volta nel 1998 quand'era un colonnello a malapena conosciuto, armato di poco più di una retorica rivoluzionaria e di un programma social-democratico moderato, Chávez è diventato il leader dell'emergente opposizione all'egemonia neo-liberale degli Stati Uniti in America Latina.

    Fra la costernazione dei gruppi di opposizione in Venezuela, e la sorpresa degli osservatori internazionali riuniti a Caracas, il Presidente Hugo Chávez si assicurerà una stupefacente vittoria il 15 Agosto, in un referendum progettato per condurre al suo rovesciamento.

    Eletto per la prima volta nel 1998 quand'era un colonnello a malapena conosciuto, armato di poco più di una retorica rivoluzionaria e di un programma social-democratico moderato, Chávez è diventato il leader dell'emergente opposizione all'egemonia neo-liberale degli Stati Uniti in America Latina.

    Strettamente alleato di Fidel Castro, compete con il leader Cubano nelle sue fiere denunce contro George Bush, una strategia che ha buon gioco con la larga maggioranza della popolazione dell'America Latina, dove solo le elite accolgono di buon grado le ricette economiche e politiche escogitate a Washington. Mentre Chávez ha mantenuto la sua popolarità dopo quasi sei anni di presidenza, in America Latina l'appoggio ai leader dichiaratamente a favore degli Stati Uniti, come Vicente Fox in Messico e Alejandro Toledo in Peru, è sceso a zero. Anche l'ambiguo Presidente Lula in Brasile sta combattendo con i sondaggi. La notizia che Chávez vincerà il referendum di questo mese sarà ricevuta mestamente a Washington.

    Chávez venne al potere dopo che il tradizionale sistema politico in Venezuela si era autodistrutto durante gli anni 90. Ma i resti del vecchio regime, particolarmente forti nei media, hanno sostenuto una ferma lotta contro di lui, in un paese dove le avversioni razziste ereditate dall'era coloniale non sono mai lontane dalla superficie. Chávez, con i suoi lineamenti neri e indiani e l'accento che tradisce le sue origini provinciali, è ben accolto nelle baraccopoli, ma è detestato da quelli che nei sobborghi residenziali dei ricchi bianchi temono che abbia mobilitato la maggioranza povera contro di loro.

    L'attesa vittoria di Chávez sarà la terza sconfitta dell'opposizione in tutti questi anni. Le prime due furono drammaticamente controproducenti per i suoi oppositori, dal momento che servirono soltanto a rinforzare il suo potere. Un tentato colpo di stato nell'Aprile 2002, con gli echi fascisti dell'era di Pinochet in Chile, fu sconfitto da un'alleanza di ufficiali leali e di gruppi civili che si mobilitarono spontaneamente e chiesero con successo il ritorno del presidente.

    L'inaspettata reintegrazione di Chávez non solo diede l'allarme al mondo su un singolare esperimento di sinistra, per non dire rivoluzionario, che stava avendo luogo in Venezuela, ma condusse anche la maggioranza povera del paese a capire che avevano un governo e un presidente che meritavano di essere difesi. Chávez potè destituire gli ufficiali anziani contrari al suo progetto di coinvolgere le forze armate in programmi per aiutare i poveri, e riuscì ad eliminare la minaccia di un altro colpo di stato.

    Il secondo tentativo di rovesciarlo - la prolungata interruzione dei lavori nel Dicembre 2002 che si estese ad una serrata alla società petrolifera statale, la Petroleos de Venezuela, nazionalizzata dal 1975 - si rivolse un'altra volta a suo favore. Quando lo sciopero improvviso (con i suoi echi dello sciopero appoggiato dalla CIA dei proprietari di camion cileni contro il governo di Salvador Allende nei primi anni 70) fallì, Chávez riuscì a mandar via le parti più benestanti della forzalavoro privilegiata. Le enormi eccedenze di entrate petrolifere furono dirette a ingegnosi nuovi programmi sociali.

    Innumerevoli progetti, o "missioni", furono stabiliti in tutto il paese, ricordando l'atmosfera dei primi anni della rivoluzione Cubana. Hanno combattuto l'analfabetismo, fornito ulteriore istruzione a chi aveva lasciato la scuola, promosso l'impiego, procurato cibo economico, ed esteso un servizio medico gratuito nelle aree povere delle città e della campagna, con l'aiuto di 10000 dottori Cubani. I palazzi superflui della compagnia petrolifera sono stati requisiti riconvertiti a quartier generale di una nuova università per i poveri, e i proventi del petrolio sono stati dirottati per costruire Vive, un'innovativo canale televisivo culturale che sta già rompendo il tradizionale modello statunitense dei media Latino Americani.


    L'opposizione ha liquidato i nuovi progetti come "populisti", un termine di solito utilizzato con intento peggiorativo dagli scenziati sociali in America Latina. Sebbene di fronte alla tragedia dell'estrema povertà e dell'incuria in un paese dove i ricavi petroliferi rivaleggiano con quelli dell'Arabia Saudita, è difficile capire perchè un governo eletto democraticamente non dovrebbe iniziare programmi accelerati per aiutare i più svantaggiati.

    Il loro impatto sta per essere saggiato alle votazioni del 15 Agosto. Vota "Si" per mandar via Chávez dalla presidenza. Vota "No" per mantenerlo fino alle prossime elezioni presidenziali nel 2006. L'opposizione, divisa politicamente e senza figure carismatiche per contrastare Chávez nella campagna elettorale, continua a comportarsi come se la vittoria fosse certa. Discute piani per un governo dopo Chávez, e guarda molto attentamente i sempre dubbi e infinitamente contraddittori sondaggi d'opinione, ponendo le sue svanite speranze sui "non so". Immagina ancora appassionatamente di poter ottenere una vittoria paragonabile a quella degli anti-Sandinisti in Nicaragua nel 1990.

    Tuttavia il loro terzo tentativo di abbattere il governo è chiaramente condannato. La campagna di Chávez per assicurare un voto "No" ha colpito il paese come un turbine, giocando con tutte le sue forze come uno stratega militare e un organizzatore politico. Una campagna di registrazione degli elettori, memore dei tentativi di inserire i cittadini neri sulle liste elettorali negli Stati Uniti negli anni 60, ha prodotto centinaia di migliaia di nuovi elettori. Così come ha fatto una campagna per dare la cittadinanza a migliaia di immigrati di lungo periodo. La maggior parte favoriranno Chávez, e i sostenitori di Chávez stanno già perlustrando le baraccopoli e le più remote aree del paese per cercare voti per il 15 Agosto. Un bonus inaspettato per Chávez è stato il drammatico e forse permanente aumento del prezzo mondiale del petrolio. Come mi spiegò giorni addietro, è adesso in grado di dirigere i ricavi extra ai poveri, sia in patria che all'estero, poichè il Venezuela rifornisce di petrolio a prezzo scontato i paesi dell'America Centrale e Caraibici, inclusa Cuba. Chávez ha celebrato il suo cinquantesimo compleanno il mese scorso, e ha detto che servirà come presidente per anni al fine di vedere i risultati delle riforme che ha concepito. E non è un'affermazione improbabile.

    Chávez è stato anche aiutato dal cambiamento nel clima politico in America Latina. Altri presidenti hanno fatto l'impossibile per essere fotografati con lui. Ha sistemato le relazioni con la Colombia e il Cile, fino ad allora fredde, e il mese scorso ha rinforzato le sue relazioni amichevoli con Brasile e Argentina firmando un accordo di associazione con l'unione commerciale Mercosur che questi guidano. Una volta avvertito dai suoi vicini come un po' stravagante, adesso appare più come uno statista Latino Americano.
    Per tutto il continente è diventato l'uomo da guardare.

    Messa dinnanzi alla vittoria di Chávez, l'opposizione potrebbe ancora volgersi disperata alla violenza. Il suo assassinio, presagito recentemente dal precedente presidente Carlos Andrés Pérez, o lo sfruttamento di forze paramilitari del tipo sguinzagliato negli anni recenti in Colombia, è sempre una possibilità. Tuttavia i più civili settori dell'opposizione si daranno, fortunatamente, al difficile compito di organizzare una opportuna forza elettorale per sfidare Chávez nel 2006. Quando domandai a un libraio indipendente se avrebbe votato per destituire il presidente nel medio termine, rispose: "No, dovrebbero lasciarlo continuare con il suo lavoro".

    Fonte: http://www.zmag.org/Italy/gott-referendumvenezuela.htm

    Richard Gott è l'autore di "Shadow of the Liberator: Hugo Chávez and the Transformation of Venezuela", pubblicato da Verso; il suo ultimo libro "Cuba: A New History" sarà pubblicato il mese prossimo dalla Yale University Press. Questo articolo è stato originariamente pubblicato sul Guardian UK ed è riprodotto con il consenso dell'autore.
    Giovedì, 19 Agosto 2004 - 10:23
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  6. #6
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    In Origine Postato da pietro
    E' un grande ...ha persino riconvertito l'esercito venezuelano in progetti a favore della popolazione rurale india e tolto il petrolio dalle mani dell'oligarchia parassitaria locale legata a doppio filo con i mafiosi Usa ..Ti credo che non lo possono vedere...

    Non solo .... a proposito di riconversione dell'esercito ....

    essendo ormai evidente che gli U$A, dopo aver tentato di abbatterlo
    - prima con il golpe ;
    - poi con lo sciopero/serrata ;
    - infine con il referendum-cilecca ....
    ... si stanno ora accingendo a fare invadere il Venzuela dalla Visitorcontrolled Colombia ;

    per respingere l'imminente attacco Chavez ha in questi giorni commissionato 50 velivoli da air superiority di altissima classe. Per un costo - compresi gli impianti di supporto e le installazioni a terra - di quasi 5 miliardi di $.

    Ma non ha acquistato aerei Lockeed-Martin, ovvviamente ! Ha acquistato 50 Mig 29 Fulcrum ! di produzione russa.

    Pur rimanendo il dubbio del "perchè non ha acquistato 50 Typhoon, ad un costo pressochè uguale" L'Eurofighter è nettamente superiore a qualsiasi caccia attualmente in servizio presso russi o americani. Però la BAE,, che sta arrancando per consegnare gli esemplari ordinati dalle aereonautiche tedesca ed austriaca, probabilmente non li avrebbe consegnati prima di qualche anno ... mentre la Russia consegnerà i 50 esemplari entro 18 mesi ! La fretta dimostra quali tempi Chavez supponga di avere ..... )

    Questa sarà la prima comparsa di armi russe nel continente amerikano, dai tempi di Cuba

    Vi chiedete poi se U$A ami Chavez, e viceversa ?

  7. #7
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    Es tut mir leid .....

  8. #8
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    .... aber ....

    ... il post è partito tre volte. Vero che repetita juvant ....

    ... sed scocciant ...

    ... per cui cancello !

  9. #9
    Totila
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    In Origine Postato da Decima Regio
    .... aber ....

    ... il post è partito tre volte. Vero che repetita juvant ....

    ... sed scocciant ...

    ... per cui cancello !
    Ohibò, Decima! La Colombia è controllata dai visitors?!

  10. #10
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    In Origine Postato da Totila
    Ohibò, Decima! La Colombia è controllata dai visitors?!
    Dopo gli idrocarburi, il traffico che più gli interessa controllare è quello dei narcotici (in qualche caso fortunato, come l'Afghanistan, riescono ad accoppiare le due cose).

    Rammento che, quando ancora ero un bruco ANellide (non che adesso mi senta una farfalla ... comunque ... ) andai al sottoMinistero Commercio con l'Estero a parlare con LaMura, capogabinetto di Ursus , per chiedere un appoggio dell'INCE su un progetto - che a me sembrava interessantissimo, e poi dovemmo mandare avanti, benino, con le nostre sole forze-riguardante lo Yemen.
    Paese miserrimo, ma ricco di materie prime per noi utili, ed interessatissimo a cooperare con l'Italia (per esempio, per retaggio della nostra occupazione della prospicente eritrea, molti pubblico funzionari parlano Italiano), ed abbastanza vicino.

    Il predetto servo dell'Occidente nel corso di mezz'ora di colloquio cambiò discorso 4 volte per incoraggiarci invece ad investire in Colombia, paese con il 2^ tasso di omicidi del mondo, lontanissimo e privo di qualunque interesse ..... si vede che gli stava più simpartico !

    Comunque il Primo Ministro colombiano Uribe (notoriamente espressione dei narcotraficantes ....) alcuni mesi fa ha chiarito che la Colombia è decisa a stroncare i trafficanti di droga "ovunque si annidino, pronti ad irrompere negli stati vicini, se i criminali riparano oltre frontiera ".

    Il che vuol dire ..... intelligenti pauca ..... che Chavez ha fatto benissimo a comprarsi i 50 Fulcrum !

 

 
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