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  1. #1
    brescianofobo
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    Post Bossi candida Romano Prodi premier: "è un uomo di valore"

    "Prodi potrebbe essere un degno presidente del Consiglio".
    (Umberto Bossi, 13 febbraio 1995).

    "Prodi è un uomo di valore. Il nuovo governo deve nascere dal patto costituente tra due forze diverse: i pullman di Pagliarini e di Prodi si ritrovino e trattino davanti al popolo, in piazza Duomo o in piazza San Pietro".
    (Umberto Bossi, 9 aprile 1995).

  2. #2
    email non funzionante
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    Certe scelte risultano non comprensibili ma non per questo non sono coerenti.
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    Predefinito Bossi

    Com'è che Berlusconi veniva definito da Bossi? Un mafioso per caso?E vi ricordate quando tirava fuori sempre quella storiaccia della banca Rasini?

  3. #3
    Moderatori anghe noi...
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    Oltre che uomo di valore è sicuramente un buon partito. Basti considerare il suo stipendio attuale e la pensione che gli spetta.

  4. #4
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    Brunik Brunik...è lo stesso Prodi che ormai si rotto di questa pantomima, non lo vuole quasi nessuno nel centrosinistra e lui mica ha voglia di combattere anche per la leadership all'interno della coalizione.

  5. #5
    brescianofobo
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    In Origine Postato da Manuel
    Brunik Brunik...è lo stesso Prodi che ormai si rotto di questa pantomima, non lo vuole quasi nessuno nel centrosinistra e lui mica ha voglia di combattere anche per la leadership all'interno della coalizione.
    Esatto, i pollisti dicono proprio così per farsi coraggio.

    UN ANNO E MEZZO ALL'ALBA.

    EUROPA 22-09-2004

    La paura di Berlusconi fa 46




    Non hanno aspettato neanche un giorno dal rientro di Prodi come leader della federazione dell'Ulivo e della coalizione. Subito è scattata la manovra: offuscate la sua immagine; fatelo passare per perdente; dite che in realtà quelli forti nel centrosinistra sono altri; insinuate il dubbio che lui possa mollare, sia insicuro, indebolito; comunque, che è l'uomo che sbilancia a sinistra l'Ulivo.
    L'operazione comandata da Berlusconi è partita da tre lati. Il primo è stato, ieri un attacco diretto del giornale di famiglia, con un editoriale di Renzo Foa che, in sostanza, sostiene che il vero moderato, il vero uomo di governo e di buona amministrazione, il vero avversario che la destra deve temere è Walter Veltroni. Comico, su un giornale che ha passato l'estate a denunciare i paurosi sprechi e scandali (secondo loro) del Comune di Roma. Smaccato, nelle intenzioni.
    Soprattutto se lo leggiamo insieme all'articolo di un altro portavoce dei messaggi di palazzo Grazioli, Augusto Minzolini sulla Stampa. Che così descrive l'ottimo umore di Berlusconi di questi tempi: che bello, hanno scelto Prodi. Che davanti a me è un perdente. Che nel centrosinistra non è più l'uomo dell'unità ma è l'uomo della divisione. Che garantisce i comunisti ma non i moderati. Meno male, fa dire Berlusconi a Minzolini: sai che guai se candidati dellUlivo fossero Veltroni o Rutelli?
    Trucchi infantili. Minzolini evoca poi (come fosse "fonte neutrale") il terzo lato dell'attacco, L'ultimo numero di Panorama (cui lui collabora) tutto dedicato a smantellare Prodi. Titolo a tutta pagina: "Viale del tramonto".
    C'è una gran puzza di bruciato in questa solerzia antiprodiana. E infatti, a palazzo Chigi stanno proprio friggendo: i sondaggi che hanno in mano non danno affatto Berlusconi al 46 per cento di fiducia personale (cifra accreditata dalla Stampa negli ultimi giorni). Lo danno invece inchiodato al 36, col suo governo appena al 39. Saldamente collocato negli ultimi posti di una classifica di fiducia nei leader politici che dice poco sulle reali intenzioni di voto ma comunque vede il premier sopravanzato da tutti i leader del centrosinistra e del centrodestra. Quanto al duello con Prodi, davvero non c'è gara. Ma in senso opposto.
    C'è un dato che tutti i leader del centrosinistra conoscono da mesi, e che andrebbe tenuto in considerazione quando si lanciano i ballon d'essai su cambi di cavallo, ambizioni personali e complotti. Romano Prodi è il candidato vincente contro Silvio Berlusconi. Punto. Per una volta, politica, logica e opinione pubblica convergono. Ed è ancora da conoscersi il leader politico che, avendo a disposizione la possibilità di vincere, sceglie il suicidio: non si stanno comportando così quelli del centrodestra, non lo faranno neanche quelli del centrosinistra.
    Alla fine della scorsa settimana, un sondaggio Ipsos-Ap Biscom sosteneva che gli italiani, interrogati su chi sarebbe il miglior inquilino di palazzo Chigi, si schierano così: 50 per cento risponde Prodi, 30 Berlusconi. Scremando gli elettori che hanno già deciso se votare centrosinistra o centrodestra, rimane un 56 per cento davvero indeciso, un 36 per cento orientato su Prodi e solo l'8 sull'attuale prernier.
    Questi sono i dati del raffronto fra i due, in attesa che Berlusconi faccia pubblicare i sondaggi che mostra in giro. Sono cifre che si aggiungono, per inciso, alle opinioni di voto che vedono tuttora il centrosinistra in testa.
    Per chi sia rimasto turbato dalla recente litigiosità nell'Ulivo, sarà di conforto sapere che di tutto ciò agli italiani arriva ed è arrivato ben poco. Naturalmente Prodi ha pagato in termini di consenso personale la "scesa in campo" per le Europee: senza un profilo super partes ha perso il relativo favore di elettori del centrodestra, ma è rimasto comunque 15 punti sopra Berlusconi.
    Il fatto è che gli italiani non drogati di cronache di Palazzo vedono Prodi così: come uno che è stato tradito (nel '98); che non ha potuto finire il proprio lavoro; che nel frattempo ne ha fatto un altro di prestigio internazionale e di orgoglio per l'Italia (la controversia sugli anni a Bruxelles non è seguita dall'elettore medio); che in Europa ha compiuto operazioni importanti (l'allargamento); e che infine si appoggia su un sistema di valori molto solido.
    Per alcuni aspetti, la figura di Prodi ora evoca quella del Berlusconi post-ribaltone: comunque meritevole di una seconda chance. Che nemesi per il Cavaliere...
    Detto questo, e data per scontata la leadership di Prodi malgrado la disinformacia, rimangono gli altri elementi del quadro.
    11 primo - questo sì aiuta a spiegare un po' dell'agitazione estiva - è che Prodi è l'uomo per battere per Berlusconi e per governare, ma non è "sentito" dagli italiani come il leader del futuro. Il secondo è che il personaggio del centrosinistra più alto nella fiducia degli italiani è effettivamente Veltroni: per i motivi (che lui stesso conosce e coltiva) che premiano i bravi sindaci che rimangono fuori dalla mischia, neanche percepiti come uomini di parte. La stessa posizione di Rutelli nel 2000, salvo il fatto che allora non c'era Prodi in campo.
    Nei vari quartier generali dell'Ulivo queste tendenze d'opinione sono ben note. Lasciano molto spazio alle opzioni strategiche di ciascuno. Ma nessuno spazio a dubbi su cosa si debba fare nei prossimi due anni. (s. me.)

  6. #6
    Silvioleo
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    apprendiamo stasera che anche letta e l'area liberal dei ds hanno bisogno,in questi giorni,di farsi coraggio...

  7. #7
    brescianofobo
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    In Origine Postato da silvioleo
    apprendiamo stasera che anche letta e l'area liberal dei ds hanno bisogno,in questi giorni,di farsi coraggio...
    Si sono già consolati a sufficienza. Visto cosa succedere a credere ai giornali pollisti?



    L`Avanti 15/9/94

    I SONDAGGI SONO A FAVORE DEL CAVALIERE
    Berlusconi in ripresa Mannheimer conferma




    «A volte ritornano»: in un editoriale pubblicato in prima pagina, il Riformista lancia - sin dal titolo - un avvertimento al centrosinistra, che prima delle vacanze «aveva già cominciato con intempestivo entusiasmo le prove generali del governo» (di lì nascono le fibrillazioni emerse negli ultimi giorni in seno all’opposizione, aggiunge il quotidiano arancione, lamentando che nell’Ulivo sia già in corso la gara «per i dicasteri da conquistare»). In realtà – scrive il Velino – il clima politico è cambiato, non solo per George W. Bush, lanciato nei sondaggi dalla convention repubblicana, ma anche per Silvio Berlusconi, che grazie all’accordo della maggioranza sulle riforme istituzionali supererà «l’ultimo macigno che lo divide dalla scadenza del 2006», preconizza il quotidiano diretto da Antonio Polito. «In più, paradossalmente e tragicamente, l’evolvere della situazione internazionale porta acqua al suo mulino», prosegue l’editoriale, invitando l’Ulivo a «ricominciare daccapo».
    Interpellato dal Velino, Renato Mannheimer, direttore dell’istituto demoscopico Ispo, dice che l’analisi di Polito «potrebbe essere giusta», sebbene non vi siano al momento sondaggi che confermino quest’impressione. «Anche a me sembra che Berlusconi abbia ripreso fiato - continua Mannheimer - ma si tratta solo di sensazioni ricavate a contatto con l’ambiente politico romano». Le tendenze dell’opinione pubblica cambiano lentamente, sottolinea Mannheimer, «e per il momento non ci sono sondaggi che confermino l’ipotesi di un cambiamento pro Berlusconi». Un segnale indirettamente favorevole al premier proviene però dal campo dell’opposizione: il direttore dell’Ispo ricorda che un recente sondaggio, da lui presentato sul Corriere della Sera, ha registrato un calo di fiducia nei confronti del centrosinistra tale da rendere Berlusconi più forte «per demeriti altrui». Il premier è avvantaggiato anche dal fatto che le polemiche sorte all’interno di Forza Italia sull’organizzazione che il partito dovrebbe assumere e sulle finalità di una sezione italiana del Ppe guidata dagli azzurri di Berlusconi non sono decisive agli occhi degli elettori. «Il premier - conclude Mannheimer - vince o perde la propria scommessa politica sul realizzare ciò che ha promesso in campagna elettorale». «Silvio Berlusconi era forte prima ed è forte adesso. Non ci sono stati cambiamenti significativi».
    Il sondaggista Nicola Piepoli, invece, non crede che durante le vacanze estive i rapporti di forza tra Casa delle libertà e Ulivo abbiano subito rilevanti cambiamenti. «I trend sono quelli che sono, non si scappa», dice Piepoli, che non dà troppo peso alla tesi (sostenuta dal Riformista) secondo cui durante le vacanze l’impressione di una sinistra rampante e di un centrodestra arrancante - non solo in Italia, ma anche in Francia e Stati Uniti - si sarebbe sostanzialmente ribaltata. «Forse erano gli esponenti dell’opposizione italiana a considerarsi forti», chiosa il fondatore dell’Istituto Piepoli. Piuttosto, un fenomeno ben noto agli esperti di ricerche di opinione fa sì che dopo le vacanze, i sondaggi rivelino un grado di fiducia verso tutti gli esponenti politici più basso rispetto a quello che si registrava prima delle ferie: «La gente torna al lavoro un po’ incazzata - questo avviene non solo in Italia, ma anche in Germania, Grecia, Inghilterra, Belgio, Danimarca, Francia e così via». Piepoli non crede neppure che i punti di vista contrastanti emersi all’interno di Forza Italia sul futuro del partito e sulla prospettiva di una sezione italiana del Ppe possano danneggiare il premier: «Berlusconi è indifferente alle beghe. D’altra parte, è sull’organizzazione - e non sulle beghe - che si decide la vittoria o la sconfitta di una forza politica». Per «organizzazione» il direttore dell’istituto Piepoli intende, in ambito politico, «il contatto con gli elettori, il livello di iniziativa nei loro confronti e la capacità di rispondere alle esigenze della comunità». Fare non basta, «bisogna anche riuscire a comunicarlo: ci sono maestri in questo campo, il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, ne è un esempio». Sul fronte della comunicazione politica Forza Italia e il governo potrebbero essere più incisivi? «Forse sì», risponde Piepoli.

  8. #8
    Silvioleo
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    In Origine Postato da brunik
    Si sono già consolati a sufficienza. Visto cosa succedere a credere ai giornali pollisti?



    L`Avanti 15/9/94

    I SONDAGGI SONO A FAVORE DEL CAVALIERE
    Berlusconi in ripresa Mannheimer conferma




    «A volte ritornano»: in un editoriale pubblicato in prima pagina, il Riformista lancia - sin dal titolo - un avvertimento al centrosinistra, che prima delle vacanze «aveva già cominciato con intempestivo entusiasmo le prove generali del governo» (di lì nascono le fibrillazioni emerse negli ultimi giorni in seno all’opposizione, aggiunge il quotidiano arancione, lamentando che nell’Ulivo sia già in corso la gara «per i dicasteri da conquistare»). In realtà – scrive il Velino – il clima politico è cambiato, non solo per George W. Bush, lanciato nei sondaggi dalla convention repubblicana, ma anche per Silvio Berlusconi, che grazie all’accordo della maggioranza sulle riforme istituzionali supererà «l’ultimo macigno che lo divide dalla scadenza del 2006», preconizza il quotidiano diretto da Antonio Polito. «In più, paradossalmente e tragicamente, l’evolvere della situazione internazionale porta acqua al suo mulino», prosegue l’editoriale, invitando l’Ulivo a «ricominciare daccapo».
    Interpellato dal Velino, Renato Mannheimer, direttore dell’istituto demoscopico Ispo, dice che l’analisi di Polito «potrebbe essere giusta», sebbene non vi siano al momento sondaggi che confermino quest’impressione. «Anche a me sembra che Berlusconi abbia ripreso fiato - continua Mannheimer - ma si tratta solo di sensazioni ricavate a contatto con l’ambiente politico romano». Le tendenze dell’opinione pubblica cambiano lentamente, sottolinea Mannheimer, «e per il momento non ci sono sondaggi che confermino l’ipotesi di un cambiamento pro Berlusconi». Un segnale indirettamente favorevole al premier proviene però dal campo dell’opposizione: il direttore dell’Ispo ricorda che un recente sondaggio, da lui presentato sul Corriere della Sera, ha registrato un calo di fiducia nei confronti del centrosinistra tale da rendere Berlusconi più forte «per demeriti altrui». Il premier è avvantaggiato anche dal fatto che le polemiche sorte all’interno di Forza Italia sull’organizzazione che il partito dovrebbe assumere e sulle finalità di una sezione italiana del Ppe guidata dagli azzurri di Berlusconi non sono decisive agli occhi degli elettori. «Il premier - conclude Mannheimer - vince o perde la propria scommessa politica sul realizzare ciò che ha promesso in campagna elettorale». «Silvio Berlusconi era forte prima ed è forte adesso. Non ci sono stati cambiamenti significativi».
    Il sondaggista Nicola Piepoli, invece, non crede che durante le vacanze estive i rapporti di forza tra Casa delle libertà e Ulivo abbiano subito rilevanti cambiamenti. «I trend sono quelli che sono, non si scappa», dice Piepoli, che non dà troppo peso alla tesi (sostenuta dal Riformista) secondo cui durante le vacanze l’impressione di una sinistra rampante e di un centrodestra arrancante - non solo in Italia, ma anche in Francia e Stati Uniti - si sarebbe sostanzialmente ribaltata. «Forse erano gli esponenti dell’opposizione italiana a considerarsi forti», chiosa il fondatore dell’Istituto Piepoli. Piuttosto, un fenomeno ben noto agli esperti di ricerche di opinione fa sì che dopo le vacanze, i sondaggi rivelino un grado di fiducia verso tutti gli esponenti politici più basso rispetto a quello che si registrava prima delle ferie: «La gente torna al lavoro un po’ incazzata - questo avviene non solo in Italia, ma anche in Germania, Grecia, Inghilterra, Belgio, Danimarca, Francia e così via». Piepoli non crede neppure che i punti di vista contrastanti emersi all’interno di Forza Italia sul futuro del partito e sulla prospettiva di una sezione italiana del Ppe possano danneggiare il premier: «Berlusconi è indifferente alle beghe. D’altra parte, è sull’organizzazione - e non sulle beghe - che si decide la vittoria o la sconfitta di una forza politica». Per «organizzazione» il direttore dell’istituto Piepoli intende, in ambito politico, «il contatto con gli elettori, il livello di iniziativa nei loro confronti e la capacità di rispondere alle esigenze della comunità». Fare non basta, «bisogna anche riuscire a comunicarlo: ci sono maestri in questo campo, il presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, ne è un esempio». Sul fronte della comunicazione politica Forza Italia e il governo potrebbero essere più incisivi? «Forse sì», risponde Piepoli.
    è proprio nello stesso giorno in cui è venuto fuori sto sondaggio che ha parlato il diessino di cui adesso nn ricordo il nome....vabe...

  9. #9
    Silvioleo
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    ma il sondaggio che vede al maggioritario il 43-38 x l'ulivo perche'non lo posti brunik?

  10. #10
    brescianofobo
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    In Origine Postato da silvioleo
    ma il sondaggio che vede al maggioritario il 43-38 x l'ulivo perche'non lo posti brunik?
    Fatti il calcolo di quanto vale il 5% DI VANTAGGIO senza gli indecisi. Ti ricordo che nel 2001 Berlusconi ha vinto per l'1,7%, e ha preso 100 seggi di vantaggio. Fa un po' il conto di quanto puo' valere un +5-12%

    Se vuoi ti posto il sondaggio del 50-30 per Prodi.

    UN ANNO E MEZZO ALL'ALBA, AMICI.

 

 
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