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  1. #1
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    Predefinito Italia, Piombo, Furore: N.A.R

    E' strano ma in quattro anni di vita di questo forum mai si è dedicato un approfondimento a quella che fu l'esperienza di lotta dei NAR.
    In questo caso la storiografia ufficiale (di stampo marxista) ha sempre tentato di minimizzare e insabbiare la storia del terrorismo nero. E noi capiamo bene il perchè: affermare l'esistenza di una sovversione di opposta fazione era incompatibile con il paradigma marxista a base della moderna storiografia: il radicalismo di destra come braccio armato della borghesia e della reazione.
    ecco allora cancellare l'esistenza dei Nar perchè troppo scomoda e ingombrante.
    Va detto però che anche in quello che è stato il dibattito culturale nell'area (poco, pochissimo) nessuno ha mai osato parlare di loro, cercando di capire le ragioni che li portarono a scegliere la via della lotta armata. Perfino la stessa destra radicale italiana ha preferito insabbiare la storia dei Nar

  2. #2
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    Iniziamo allora, tu che ne pensi?

    Giampaolo Cufino
    Giampaolo Cufino

  3. #3
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    Prima dici inizamo....
    e poi fai iniziare me...
    cufino porca puttana non cambierai mai!
    cmq iniziamo dal'antipasto



    Nuclei Armati Rivoluzionari

    Dirigenti: Giuseppe Valerio (detto "Giusva") Fioravanti, Dario Pedretti, Cristiano Fioravanti, Alessandro Alibrandi, Francesca Mambro.
    Pubblicazione: gli unici documenti prodotti sono i volantini di rivendicazione.
    La tradizionale preminenza dell'azione sul pensiero tipico della tradizione fascista, trovò in questa organizzazione, la sua applicazione estrema, negli anni che vanno dal 1978 al 1981. La relazione della Commissione Stragi spiega infatti come "la sigla Nuclei Armati Rivoluzionari, sottenda una realtà di non facile comprensione e si inserisca in un orizzonte volutamente mutabile e in movimento. Tale sigla infatti venne dapprincipio utilizzata dal gruppo formato dai fratelli Fioravanti, Alessandro Alibrandi e Franco Anselmi che si era andato strutturando in un processo di aggregazione per gruppi operanti nei quartieri e attivi in pestaggi e scontri fisici con oppositori politici, ma che già dal suo nascere non intendeva caratterizzarsi come una specifica formazione politica, quanto piuttosto mettere a disposizione di tutta l'area della destra una sorta di parola d'ordine con cui attestare, attraverso i fatti, la condivisione del progetto complessivo. Come si vede l'idea coincide con le quasi contemporanee prese di posizione di Costruiamo l'azione, e la convinzione radicata in Fioravanti e negli altri a lui vicini della superfluità delle parole e della forza rivoluzionaria dell'esempio. Valerio Fioravanti spiegherà il significato della sigla in questi termini: "la sigla N.A.R. è stata usata da molti anni, inizialmente per semplici attentati di danneggiamento, e stava ad indicare soltanto la matrice fascista. Tale sigla peraltro non si riferisce ad una organizzazione stabile e strutturata; bensì soltanto alla matrice degli attentati. Se vi era il rischio che persone estranee o anche persone della destra facessero azioni sbagliate e controproducenti, esso era compensato dal vantaggio che tale organizzazione sembrasse realmente esistente e attiva per più lunghi periodi di tempo". Tale elasticità è indicativa di un atteggiamento del gruppo N.A.R che rimane tuttavia sufficientemente individuabile come tale per la stabilità della sua formazione, dell'armamento e la consequenzialità dei comportamenti tenuti ed anzi finisce per essere un modo caratteristico di essere della formazione invece che la negazione della sua esistenza come struttura. L'organizzazione e l'esecuzione di molti dei colpi avvicinò stabilmente - e per alcuni irreversibilmente - i ragazzi dei N.A.R alla criminalità organizzata del gruppo che successivamente verrà indicato (sinteticamente e in parte impropriamente) come Banda della Magliana, attraverso lo stretto legame dei fratelli Fioravanti e di Alibrandi con personaggi come Massimo Sparti, e di Massimo Carminati e dello stesso Fioravanti con Franco Giuseppucci e Danilo Abbruciati.

  4. #4
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    I Nuclei erano stati creati dalla coppia Giuseppe Valerio (detto "Giusva") Fioravanti e Francesca Mambro. Altri membri di spicco tra l’altro: Dario Pedretti, Cristiano Fioravanti, Alessandro Alibrandi…
    Vale la pena a fermarci un attimo alla “coppia nella morte” Giusva Fioravanti e Francesca Mambro.. Valerio Fioravanti, figlio di un annunciatore RAI, da piccolo ha interpretato il personaggio di "Giusva", il bambino prodigio dello sceneggiato "La famiglia Benvenuti", il figlio che ogni genitore avrebbe sognato. La sua partner di morte Francesca Mambro era anche figlia di una famiglia della borghesia media. Il suo padre era un ufficiale di pubblica sicurezza.
    Il loro curriculum è composto da una lunga serie di crimini feroci.
    Una lista molto riassunta:
    28 febbraio 1978. Il gruppo di Mambro e Fioravanti ha preparato un’attacco ad una sede di sinistra a Roma. Come spiegheranno ad un processo anni dopo cambiano di idea a causa della presenza massiccia delle forze dell’ordine in zona Decidono a colpire “i compagni”, qualsiasi che incontrano. In piazza Don Bosco, a Roma, Fioravanti ed altri notano due ragazzi seduti su una panchina che dall'aspetto (capelli lunghi e giornali) identificano come appartenenti alla sinistra. Fioravanti scende dall'auto, si dirige verso il gruppetto e fa fuoco: Roberto Scialabba, 24 anni, cade a terra ferito e Fioravanti lo finisce con un colpo alla testa. Poi, si gira verso una ragazza che sta fuggendo urlando e le spara senza colpirla.
    Il giorno dopo i giornali scrivono che si trattava di un reso di conti fra trafficanti di droga, nostante che dovesse stata chiara già subito la matrice dell’avvenimento.

    9 gennaio 1979. Fioravanti ed altre tre persone assaltano la sede romana di Radio città futura dove è in corso una trasmissione gestita da un gruppo femminista. I terroristi, dal volto travisato, fanno stendere le donne presenti sul pavimento e danno fuoco ai locali. L'incendio divampa e le impiegate, terrorizzate, tentano di fuggire. Sono raggiunte da colpi di mitra e pistola. Quattro rimangono ferite, di cui due gravemente.

    7 marzo 1979. Per "festeggiare" l'8 marzo, un gruppetto di neofasciste, tra cui Mambro, piazzano una rudimentale bomba davanti alle finestre del Circolo culturale femminista nel quartiere Prati, a Roma. A pochi metri di distanza, Fioravanti ed altri sono lì, armati, pronti ad intervenire.

    16 giugno 1979. Fioravanti guida l'assalto alla sezione comunista dell'Esquilino, a Roma. All'interno si stanno svolgendo due assemblee congiunte: di quartiere e dei ferrovieri. Sono presenti più di 50 persone. La squadra terrorista lancia due bombe a mano Srcm, poi scarica alla cieca un caricatore di revolver. Si contano 25 feriti, per puro caso non ci sono morti. Dario Pedretti, componente del Commando, verrà redarguito da Fioravanti perché, nonostante il ricco armamentario "non c'era scappato il morto". Che Fioravanti fosse colui che ha guidato il commando è accertato dalle testimonianze dei feriti e degli altri partecipanti all'azione, e da una sentenza passata in giudicato. Ciononostante, Fioravanti ha sempre negato questo suo pesante precedente stragista.

    17 dicembre 1979. Fioravanti assieme ad altri vuole uccidere l'avvocato Giorgio Arcangeli, ritenuto responsabile della cattura di Pierluigi Concutelli, leader carismatico dell'eversione neofascista. Fioravanti non ha mai visto la vittima designata, ne conosce solo una sommaria descrizione. L'agguato viene teso sotto lo studio dell'avvocato, ma a perdere la vita è un inconsapevole geometra di 24 anni, Antonio Leandri, vittima di uno scambio di persona e colpevole di essersi voltato al grido "avvocato!" lanciato da Fioravanti.

    6 febbraio 1980. Fioravanti uccide il poliziotto Maurizio Arnesano che ha solo 19 anni. Scopo dell'omicidio, impadronirsi del suo mitra M.12. Al sostituto procuratore di Roma, il 13 aprile 1981, Cristiano Fioravanti - fratello di Valerio - dichiarerà: "La mattina dell'omicidio Arnesano, Valerio mi disse che un poliziotto gli avrebbe dato un mitra; io, incredulo, chiesi a che prezzo ed egli mi rispose: "gratuitamente"; fece un sorriso ed io capii".

    30 marzo 1980. Un commando di terroristi assalta il distretto militare di via Cesarotti a Padova. Un sergente viene ferito e vengono rubati 4 mitragliatori M.C, 5 fucili a ripetizione, pistole e proiettili. Sul muro della caserma, prima di andarsene, Mambro firma la rapina con la sigla BR per depistare le indagini.

    23 giugno 1980. Fioravanti, Mambro e Cavallini uccidono a Roma il sostituto procuratore Mario Amato.

    9 settembre 1980. Mambro e Fioravanti con Soderini, Vale e Cristiano Fioravanti, uccidono Francesco Mangiameli, dirigente di Terza Posizione in Sicilia e testimone scomodo in merito alla strage di Bologna. Sospettano che si sta dissociando dal loro coinvolgimento nella strategia delle tensione.

    5 febbraio 1981. Mambro e Fioravanti stanno raccogliendo le armi, rubate a Padova e nascoste sotto l’acqua di un canale. Una volante dei carabinieri li nota. I fascisti sparano subito e colpiscono a morte due carabinieri: Enea Codotto, 25 anni e Luigi Maronese, 23 anni. Dagli atti del processo è emerso che durante l'imboscata Fioravanti ha fatto finta di arrendersi. Poi ha gridato alla Mambro, nascosta dietro un'auto, "Spara, spara!". Fiorvanti rimane seriamente ferito. Lasciato ad un’ospedale finisce in prigione. Il suo arresto non ferma assolutamente le attività della Mambro.

    31 luglio 1981. Nell'ambito di un regolamento di conti all'interno della destra eversiva viene ucciso Giuseppe De Luca. All'omicidio partecipa Mambro.

    30 settembre 1981. Viene ucciso il ventitreenne Marco Pizzari, estremista di destra e intimo amico di Luigi Ciavardini, poiché ritenuto un "infame delatore". Del commando omicida fa parte Mambro.

    21 ottobre 1981. Alcuni Nar, tra cui Mambro, tendono un agguato, a Roma, al capitano della Digos Francesco Straullu e all'agente Ciriaco Di Roma. I due vengono massacrati. Il capitano Straullu, 26 anni, aveva lavorato con grande impegno per smascherare i soldati dell'eversione nera. Nel 1981 ne aveva fatti arrestare 56. La mattina dell'agguato non aveva la solita auto blindata, in riparazione da due giorni.

    5 marzo1982. Durante una rapina a Roma, Mambro uccide Alessandro Caravillani, 17 anni. Il ragazzo stava recandosi a scuola e passava di lì per caso. La sua morte suscita scalpore anche perché il giovane viene colpito alla testa con un colpo di pistola sparatogli a bruciapelo.
    La Mambro, pero’, rimane seriamente ferita anche lei. Anche lei è stata portata ad un ospedale dai suoi camerati. Anche là i dipendenti fanno il loro dovere e la salvano la vita.


    Nessuna può’ ridare la vita a Mario Amato e alle innumerevoli altre vittime della coppia Mambro-Fiorvanti..

    Nella primavera del 1980, due mesi prima di essere assassinato, Amato parla con un certo Massimi, in carcere per reati vari, il quale gli racconta di essere stato presente, il 9 dicembre 1979, ad una riunione avvenuta a casa di Signorelli. I quell'occasione furono stesi i piani per ammazzare un sospetto informatore; ed in effetti una settimana prima era stato tentato l'omicidio, solo che per errore fu invece uccisa la persona che era con lui. Presente a quella riunione, oltre ad altri cinque neofascisti, c'era il criminologo Aldo Semerari, professore dell'Università di Roma, psichiatra forense, massone, diplomatico del Sovrano Ordine di Malta, e da sempre agente dei servizi d'informazione militare, che era in ottimi rapporti con De Matteo (il superiore di Amato!), anche perché spesso lavorava come consulente all'ordinamento giudiziario romano.
    Così Amato collega Signorelli e Semerari, e capisce che il sospetto che aveva sempre avuto era fondato, l'estrema destra aveva collegamenti e ramificazioni dappertutto, incluso l'ordinamento giudiziario italiano. Per la prima volta ha paura. Il giudice Amato fece subito il rapporto che finì nell'ufficio di De Matteo. Per una settimana intera De Matteo ci si mise a sedere sopra senza neppure leggerlo, come dichiarò in seguito sotto giuramento. Intanto però, il contenuto di quel colloquio avvenuto in carcere, che doveva rimanere "top secret", si diffuse rapidamente, e Massimi se ne accorse subito, anche dalla ressa di avvocati notoriamente di destra che si "offrivano" come difensori, e ritrattò tutto..

    Il 13 giugno 1980 Mario Amato presenta le sue lamentele al Consiglio Superiore della Magistratura. Senza fare i nomi di Semerari o Signorelli, rivelò l'esistenza di un "incartamento Massimi" con rivelazioni clamorose, denunciò la negligenza di De Matteo, e profetizzò l' imminenza di un attacco terroristico di proporzioni enormi. Poi portò il discorso sui pericoli del suo lavoro e chiese un auto blindata. Gli fu negata. Non servì neppure far presente che, nelle ultime settimane, si era accorto di essere seguito spesso da due giovani su di una moto di grossa cilindrata..

    La visita in carcere a Massimi aveva segnato la sua fine. Ormai era chiaro che il giudice stava per tirare le fila del suo lavoro, era l'unico magistrato, allora, in grado di condurre con efficacia i procedimenti penali riguardanti l'eversione di destra. Esattamente 10 giorni dopo aver esposto le sue lamentele, Mario Amato esce di casa per andare al Palazzo di Giustizia, raggiunge a piedi la fermata dell'autobus di viale Ionio, dove viene avvicinato alle spalle da un killer a volto scoperto, appunto Gigi Cavallini, sceso da una moto guidata da un complice, che gli pianta due colpi d'arma da fuoco alla testa. Mario Amato aveva 36 anni. Lasciava una vedova ed un figlio.

    La sera Gigi Cavallini è già a Treviso, dove festeggia il debutto nel mondo dell’eversione nera, cenando a ostriche e champagne con Valerio Fiorvanti e Francesca Mambro. La sua euforia. «Racconta dell’emozione quasi mistica che ha avuto quando ha sparato, rievoca la vampata della pistola, i capelli della vittima che si sono aperti volando via. Ho visto il soffio della morte, dice pensoso…”

    Un mese e mezzo dopo l'assassinio, il 2 agosto 1980, scoppia la bomba alla stazione di Bologna, provocando 85 morti e 200 feriti.

    Mario Amato non era riuscito ad evitarla, ma le sue indagini, nonostante, chiamiamola così, l'inefficienza del De Matteo, qualche "traccia" l'avevano segnata. Nel settembre del 1980 la magistratura romana ordina un blitz contro Terza Posizione, assestandole un colpo quasi mortale. Risultato: 150 perquisizioni, 10 arresti, otto ordini di cattura notificati in carcere. Ecco le motivazioni: "Concorso tra loro e comunque diretto ad un’associazione denominata Terza Posizione, diretta a sovvertire violentemente gli ordini economici e sociali dello Stato, a sopprimere il sistema delle rappresentanze parlamentari, nonché a compiere atti di violenza con fini di terrorismo e d’eversione dell’ordine democratico"

    Giovanni De Matteo, dopo pochi mesi, sarà promosso a capo della Corte di Appello. Ed il famoso criminologo Aldo Semerari? il 25 agosto 1980 la Procura della Repubblica di Bologna emette nei suoi confronti un mandato di cattura per la strage. L'11 aprile 1981 viene scarcerato per mancanza di indizi; il 26 marzo 1982 scompare dall'hotel Royal di Napoli, il 1 aprile 1982 viene ritrovato cadavere senza testa, sempre a Napoli. L'omicidio fu attribuito alla camorra.

    Per l'omicidio del giudice Amato, e per la strage di Bologna, vengono processati, e condannati all'ergastolo, Valerio Fioravanti, la moglie Francesca Mambro e Gilberto Cavallini, e a pena minore Stefano Soderini..

    Gilberto Cavallini è stato arrestato –definitivamente- il 18 dicembre 2002 a Milano dalla sezione antirapine della squadra Mobile perché nonostante fosse condannato a due ergastoli, era in regime di semilibertà dal 20 giugno del 2001, e lo sfruttava per compiere rapine. Da notare che, oltre che per il giudice Amato, Cavallini era stato condannato per l'omicidio di un poliziotto. Al momento dell'arresto ha cercato di fuggire, in borsa aveva pistole, caricatori e munizioni da guerra.

  5. #5
    Abbi Dubbi
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    Ho sempre creduto che l'azione più eclatante dei nar fosse stato l'attacco a radio città futura....e invece....
    Non sospettavo nemmeno che già prima e anche dopo l'attentato alla stazione di Bologna fioravanti e mambro avessero ammazzato tutte quelle persone.
    Negli anni scorsi, a sentir gridare molte cornacchie neofasciste, m'ero anche quasi quasi convinto che forse forse era vero che c'entrassero poco o nulla con la strage di bologna.
    Dopo aver letto il post di arancia meccanica mi devo ricredere.
    Non conoscevo queste loro "prodezze".
    Sono semplicemente degli infami.

    Che poi la storiografia marxista (o cmq di sinistra) abbia allora voluto "cancellare l'esistenza dei Nar perchè troppo scomoda e ingombrante" (ma per chi poi ???? Per la storiografia marxista ??!?!?!?) è una immane stupidaggine !
    Vero invece mi sembra che a destra si sia sempre tentato di non parlarne o quantomeno parlarne il meno possibile.
    Il motivo è facilmente comprensibile : c'è solo da vergognarsi di "fascisti" come fioravanti e come la mambro.
    E la scarsa partecipazione a questo 3d ne è dimostrazione palese. (A parte il sempre ottimo cornelio, qui con un suo solito intervento "provocatorio" (inteso in senso buono !!)).

  6. #6
    Orazio Coclite
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    In origine postato da Crack!
    Negli anni scorsi, a sentir gridare molte cornacchie neofasciste, m'ero anche quasi quasi convinto che forse forse era vero che c'entrassero poco o nulla con la strage di bologna. Dopo aver letto il post di arancia meccanica mi devo ricredere. Non conoscevo queste loro prodezze".
    Beh, nulla da ridire, una metodologia ineccepibile per capire dove sta la verità.

    Complimenti!

  7. #7
    Abbi Dubbi
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    In origine postato da Orazio Coclite
    Beh, nulla da ridire, una metodologia ineccepibile per capire dove sta la verità.

    Complimenti!
    Beh..se è per questo alla verità non ci arriveremo nè io nè tu. (A partre che ce n'è già una processuale, e quella fa fede).
    Ma sai com'è. Uno si fa delle idee.
    Presume, da pochi indizi, sul come potrebbe essere una persona.
    E se sia o meno capace di compiere certi atti.
    Prima di stasera non sapevo nemmeno che fioravanti era un leader dei nar.
    Stasera lo so.
    E ora so che potrebbe essere tra gli autori della strage di bologna. (Il mio giudizio vale per me e solo per me...)

  8. #8
    Orazio Coclite
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    In origine postato da Crack!
    Prima di stasera non sapevo nemmeno che fioravanti era un leader dei nar.
    Stasera lo so. E ora so che potrebbe essere tra gli autori della strage di bologna. (Il mio giudizio vale per me e solo per me...)
    Andiamo bene...
    Praticamente tu prima di stasera dei NAR sapevi a malapena il significato dell'acronimo, e ignorando molto al riguardo ti permetti pure di lanciare solonici giudizi su questo che è un argomento estremamente delicato.
    Il tuo giudizio, una volta rimbalzato su di un forum 'pubblico', smette di avere valore solamente per te ma diventa opinione pubblica.
    Ti ripeto, se questi sono i presupposti del tuo metro di giudizio, ossia mera sentimentalità ed oltraggio, allora era meglio che questo benedetto giudizio te le tenevi davvero per te.

    Ti do un consiglio, per non contribuire ad infoltire le fila di quanti aprono la bocca solamente per dare aria ai denti, parla solamente di quello che conosci.
    E magari leggiti qualche libro al riguardo, me ne sovvengono almeno tre, così poi potrai parlare con cognizione di causa.

    Buonanotte.

  9. #9
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    recentemente ho letto "La destra in armi", di Giorgio Cingolani e l'idea che mi sono fatto dei NAR è che, dopo una prima e breve fase di 'idealismo' (in cui cioé alla violenza si accompagnava una sorta di progetto politico), ben presto è seguita la fase di pura brutalità.

    Comunque è una cosa curiosa: molti gruppi armati, di destra e di sinistra, a fronte del naufragio del progetto politico che sosteneva e in qualche modo 'legittimava' la lotta armata, non hanno saputo prenderne atto ma hanno continuato a esercitare una violenza a quel punto inutile.

    E mi sono fatto l'idea che la lotta armata, al contrario di altre forme di lotta politica illegale ma eticamente più nobili, come il sabotaggio, il danneggiamento etc.etc., sia una specie di gabbia da cui non si esce più e, in defnitiva, un impedimento per chi voglia fare politica. Questo discorso vale naturalmente per piccoli gruppi più o meno isolati dalla società, non per fenomeni di massa come le rvoluzioni

  10. #10
    Volksgemeinschaft
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    il discorso sui NAR è un attimo più complesso di come possa emergere dai freddi resoconti degli atti processuali.
    Già leggendo A mano armata e Nel cerchio della prigione si possono capire alcuni presupposti fondamentali per un corretto approccio al problema:

    1) - i NAR non sono mai stati una organizzazione strutturata, radicata, con una propria direzione strategica, fiancheggiatori ecc., nulla a che vedere, per esempio, con quello che hanno rappresentato le BR. Quello che emerge in modo lapalissiano leggendo la loro storia è l'approssimazione, la superficialità che ha contraddistinto le loro pur terribili azioni.

    2) - il loro progetto politico è sempre stato latente, per non dire assente. Giusva Fioravanti non ha neanche un retaggio politico di militanza sulle strade, nelle sezioni. Egli stesso riconosce che si butta nella mischia politica di quegli anni esclusivamente per un senso di protezione del fratello minore, che dell'impegno politico nel MSI riportava ogni giorno i segni sulla propria pelle.

    Giustamente è stato definito lo "spontaneismo armato", nel senso che NAR è stata una sigla aperta, che chiunque volesse avrebbe potuto utilizzare per rivendicare azioni armate, cosa che in effetti è accaduta.

    Non si può cercare di comprendere il fenomeno senza riuscire a calarsi nel clima terribile di quegli anni. La violenza politica riempiva quotidianamente le cronache dei giornali: ogni giorno comparivano morti ammazzati per le strade, cortei che degeneravano in scontri, assalti alle sedi etc. Fare politica a destra significava nel migliore dei casi aspettarsi una sprangata in testa dalla mattina quando andavi a scuola, alla sera quando rincasavi. (e anche dormire dentro la sezione non è che potesse rappresentare una gran sicurezza...)

    Acca Larentia è sicuramente una data fondamentale: da quel momento in poi quando due ragazzi vengono freddati dalle BR e poco dopo nei momenti concitati di commozione e di rabbia un carabinieri uccide un altro giovane camerata, come afferma la stessa Mambro, niente sarà più come prima.
    I giovani militanti della destra radicale si rendono conto di essere soli contro tutti. Dopo Acca Larentia per giorni le piazze romane saranno in mano ai fascisti e compaiono le pistole in mano ai ragazzini. (ricorda qui lo stesso Fioravanti il compiacimento nel vedere l'effetto ragnatela che provocavano i proiettili sui parabrezza delle auto della polizia).

    Questo è un mio giudizio, ma secondo me alla base di tutto c'è fondamentalmente la disperazione, la disperazione nel dover constatare la propria inagibilità politica e anche umana. La costatazione che quanto veniva affermato già da anni: "uccidere un fascista non è reato" era terribilmente vero, ed era vero non solo per i giovani della sinistra extraparlamentare, ma era vero per il mondo dei borghesi, era vero per le istituzioni dello stato.

    C'è stato, per la verità anche qualche momento di presa di coscienza all'interno dei NAR: p.e. l'azione a Radio Città Futura doveva rappresentare propio un tentativo di lanciare un messaggio alla sinistra, dai microfoni di una loro stessa radio per smettere di ammazzarsi fra ragazzi per le strade, senza rendersi conto che altri traevano giovamento da tutto questo.

    Alla fine però il nichilismo e il senso di catarsi hanno prevalso nelle menti di questi ragazzi ricordiamo giovanissimi, e la spirale di violenza fine a se stessa ha finito per risucchiarli nel suo drammatico vortice, rovinando per sempre le loro stesse esistenze ed anche, ricordiamolo, con gravissime ripercussioni per tutto l'ambiente di tutti gli altri camerati che avevano rifiutato la scelta dell'impugnare una pistola.

 

 
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