Domenico Cucuzza ucciso in una villetta di Turate, vicino Como
Imprenditore ucciso, confessa l'omicida
L'amico della moglie crolla durante l'interrogatorio. Indagata anche la donna: avrebbe fornito l'arma del delitto
COMO - «Sono stato io». Alla fine il presunto omicida ha confessato. Adelio Miccoli, 46 anni, di Uboldo (Varese), sposato, dipendente della vittima alla Verniciature di Turate, è crollato. Sottoposto a fermo nel tardo pomeriggio e dopo ore di interrogatorio ha ammesso di avere esploso lui i quattro colpi di pistola 6,35 che hanno ucciso Domenico Cucuzza, sposato, padre di due figli e suo datore di lavoro. Il corpo dell'imprenditore di origine siciliane è stato scoperto verso le 22 di giovedì dalla moglie, che si trovava in casa, ma al piano di sotto. La donna ha raccontato di avere sentito degli spari, di essere salita e di avere trovato il marito ferito a morte, in un lago di sangue. Ha lanciato l'allarme chiamando i carabinieri. Ma è proprio sulla moglie che gli inquirenti nutrono dubbi.
Una gazzella dei carabinieri (Azzari)
LA PISTA PASSIONALE -
Confessione a parte, sono diversi gli aspetti non chiariti dell'omicidio: dal movente al ruolo della donna, Giannantonia Puppi, di 43 anni, interrogata per 17 ore dai carabinieri e uscita esausta dalla caserma. È indagata a piede libero per ricettazione. Miccoli è stato fermato per omicidio volontario, e per
detenzione e ricettazione dell'arma, risultata rubata una decina d'anni fa nel Bresciano e ritrovata dai carabinieri.
LA CONFESSIONE - Il presunto omicida ha riferito ai carabinieri di essere entrato in casa della vittima scavalcando la recinzione, di
essere salito in camera da letto al primo piano e di avere
sparato a bruciapelo. Perché? Il reo confesso, confuso e
frastornato, non è stato per niente chiaro. «Problemi sul
posto di lavoro», riferiscono gli investigatori: Miccoli era ai
ferri corti con Cucuzza, tanto che da agosto si era messo in
malattia e probabilmente il braccio di ferro sarebbe terminato
con il licenziamento. Ma il sospetto è che nel movente ci sia dell'altro, magari legato in qualche modo alla moglie di Cucuzza, che lavora in azienda, e che perciò conosce bene l'assassino. «Stiamo
valutando i rapporti tra i due», si limitano ad ammettere i
carabinieri.
INDAGATA LA DONNA - Al di là di possibili implicazioni sentimentali, che i due hanno fermamente negato, c'è un fatto che alla luce di quanto successo risulta inquietante. Miccoli ha infatti ammesso che l'arma del delitto gliel'aveva consegnata mesi fa proprio la signora Cucuzza. Perché? Nemmeno questo sarebbe riuscito a spiegare. Ed è per questo che Giannantonia Puppi è indagata per ricettazione, per avere consegnato all'amico-collega l'arma con cui ha ucciso il marito. Un fatto anomalo, che dovrà essere approfondito.