Vive fra gli States e Parigi, ma il suo cuore batte nelle camere segrete della piramide di Cheope, in Egitto. Per la prima volta in Italia, l’architetto francese Jean-Pierre Houdin - veterano della caccia ai segreti su come sia “nata” Cheope, settima meraviglia del mondo, l’unica ancora visibile - esporrà la sua teoria, con alcune sorprese. «Per 4500 anni non si è riusciti a rispondere all’enigma di come sia stata costruita la Piramide che incanta milioni di visitatori a Giza, nonostante molte ipotesi avanzate nei secoli - spiega lo studioso, raggiunto durante il suo viaggio verso Firenze - . E questo per una ragione molto semplice: tutte le teorie si basavano sul paradigma che fosse stata costruita dall’esterno».
Invece?
«I miei studi asseriscono che la Piramide è stata costruita dall’interno».
Niente schiavi presi a frustate per trascinare blocchi da mettere uno sopra l’altro: un mito sfatato... Che novità è questa, architetto?
«Da anni porto avanti la tesi, nata da un’intuizione di mio padre, ingegnere, che la Piramide di Cheope sia stata costruita dall’interno, utilizzando una rampa interna, e per dimostrarlo ho realizzato in collaborazione con un’industria specializzata in grafica 3D (il team di Dassault Systèmes, visibile su Khufu Reborn - Dassault Systèmes) un modello alternativo».
Capace di provare cosa?
«Un terzo della struttura, praticamente la parte inferiore, venne costruito con la rampa esterna, mentre per erigere i corsi superiori gli antichi egizi si sarebbero fatti strada dal cuore della Piramide stessa, con una rampa interna sulla quale posizionavano i blocchi man mano che salivano».
Ma com’è possibile?
«Costruire dall’interno significa portare e depositare i materiali occorrenti, vicino al perimetro della costruzione e addirittura all’interno di essa, tirando su la Piramide strato per strato, mettendo sempre davanti i blocchi della facciata direttamente dalla parte già lavorata in forma finale (parete liscia), continuando poi verso il centro, riempiendo il corpo della Piramide con blocchi grossolani».
Con quale vantaggio?
«Questo consente di risparmiare un tempo straordinario dal momento che non c’è bisogno di reintervenire sugli 84 mila metri quadrati di facciate a fine cantiere».
Quindi la Piramide sarebbe stata realizzata attraverso due distinti processi?
«Esattamente: per circa l’85% del volume, grazie a una corta rampa esterna lunga 325 metri, costruita con gli stessi materiali della Piramide, che arriva a circa 43 metri di altezza; questa rampa si prolunga in trincea aperta nel corpo della Piramide fino a raggiungere un’altezza di 70 metri».
La seconda fase?
«Per il trasporto dei blocchi della facciata e la costruzione del restante 15% del volume, è stata utilizzata una rampa interna che parte dalla base e sale a spirale, facendo un angolo retto sulle facciate. Questa rampa è stata costruita contestualmente alla Piramide e arriva vicino alla sua sommità dopo uno sviluppo all’interno della Piramide di 1,7 chilometri. Ciò consente inoltre il riutilizzo dei materiali che sono stati recuperati durante la rimozione della rampa esterna. Senza alcuno spreco».
E la nuova scoperta?
«Questa rampa è ancora all’interno della Piramide: presto potrebbe venire alla luce utilizzando tecniche non distruttive, già disponibili. Il gennaio 2013 segnerà il debutto della quattordicesima annata delle ricerche e da sette sollecito le autorità egiziane ad autorizzare una missione scientifica sul posto. Ma di questo parleremo alle Géode di Parigi».
Da Il Resto del Carlino (edizione cartacea) - Cultura, pagina 29 - venerdì 23 novembre 2012