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Risultati da 11 a 20 di 20
  1. #11
    SatanFascista
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    Predefinito

    Il nostro rapporto col terzo mondo?usarlo , come il contadino usava il bue per tirar l'aratro , quindi gli devi dare anche un pò da mangiare.

  2. #12
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    Predefinito

    se vogliamo proprio buttare il buonismo nel cestino, il 3 mondo andrebbe non solo aiutato nello sviluppo ma anche "sfoltito" demograficamente.
    La diffusione di epidemie ad hoc e l'interruzione del flusso di certi medicinali, farebbero un bene non solo a loro ma a tutta l'umanità. Un paio di miliardi di morti di fame in meno, e si starà meglio tutti...

    basta buonismi, si deve agire!

  3. #13
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    Predefinito Re: Re: Re: TROPPO DEBOLE

    In territorio padano, SI.
    Ma uno può sempre emigrare, se lo accettano in Cina o Sudamerica.
    ---------------------------------------------------------------------------
    E quindi un padano dovrebbe emigrare per sposare la persona che ama, solo perchè non europea? Secondo me perdi il senso della realtà. Difendere il nostro tessuto sociale e i nostri diritti non significa auto-privarci delle nostre ragionevoli e legittime libertà personali.
    ----------------------------------------------------------------------------
    Chiunque può vedere in modo immediato la stretta correlazione.
    ----------------------------------------------------------------------------
    Correlazione fra cosa? La promiscuità fra le genti intanto non è nata oggi. Non dico certo che vada incentivata, ma se si assume la dimensione etnica come una sfera granitica sempre uguale a sé stessa e caratterizzata da staticità assoluta si misconosce il suo carattere parzialmente mutevole. I problemi nascono dalla concessione a cuor leggero di diritti politici, da un'integrazione che non attraversa i canali della comunità naturale, dalla volontà di gestire ciò che,a livello di costi sociali, non è affrontabile. La sfida è quella di contenere l'immigrazione, di impedire che il nostro futuro sia balia di scontri multi-etnici derivati dall'ascesa demografica di comunità allogene chiuse e integrate al loro interno, capaci per questo di aspirare a ruolo di maggioranza, non quello di salvaguardare una vuota "purezza" genetica. Certo discorso a parte meritano i matrimoni inter-religiosi (sia chiaro che io non difendo le libertà individuali tout court, ma una libertà aperta a un principio di responsabilità), ma dal mio punto di vista come padani dobbiamo semplicemente (per modo di dire..) perseguire i fini di una società che rispetti la persona, in cui i caratteri culturali maggioritari (cattolici) non debbano subire la tirannia dei più imprescrittibili diritti individuali o di una laicità che, indirettamente, tutela solo le minoranze religiose e sessuali. Dobbiamo si tutelare noi stessi e i nostri diritti, ma senza dimenticare che il "noi" è composto da singoli alla ricerca di un equilibrio fra aspirazioni personali e bene comune. Attenzione a non rimanere prigionieri della metafisica nazionalista, paganeggiante e totalitaria. Attenzione a non adottare il cattolicesimo in esclusiva funzione etnica, dimenticando la sua natura "cattolica", per quanto intransigente e chiara in merito al confronto con l' Altro: solidale ma consapevole della distinzione che intercorre Verità ed errore.
    ------------------------------------------------------------------------------
    I milioni di figli padano-italiani, probabilmente si sentirebbero (e si comporterebbero, e voterebbero) più nitidamente padani se fossero padani-padani.
    --------------------------------------------------------------------------------
    La Padania arriverà per vie traverse, attraverso la maturata consapevolezza che lo Stato moderno (veicolo dell'economia di mercato oggi globale) ha esaurito il suo compito e che il futuro politico, economico, sociale e culturale dell'Europa passa attraverso la coscienza locale e regionale. Passa insomma attraverso il paradigma oggi chiamato bio-regionalista (la Padania è bio-regione per antonomasia), vincolato ovviamente alla chiusura di questo ciclo economico fondato sull'ampia disponibilità energetica garantita dai combustibili fossili. Certo se l'immigrazione non verrà arginata attraverso leggi vere, accompagnate da decreti attuativi che facilitino le espulsioni, se si assumeranno atteggiamenti veramente lassisti sulla concessione della cittadinanza, se non si definiranno i ruoli fra chi è maggioranza etnica (noi) e chi minoranza (islam), il processo di rinascita delle nostre culture (ovvero della nostra Tradizione e dei significati derivati dal legame naturale con il territorio e le sue risorse) potrebbe essere molto doloroso. Per questo la Lega Nord deve mettere paletti. Senza però dimenticare che non siamo rom, che non siamo ebrei ortodossi, che non siamo nazisti, ovvero che la nostra idea di comunità non annulla la persona, bensì le crea una legittima e ragionevole cornice di auto-affermazione.

  4. #14
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    Predefinito per Zena ed Eomer

    la questione dei matrimoni esogeni si risolverebbe da sola se ci fosse un forte senso di comunità. Casi di matrimoni misti diverrebbero una rarità, e si potrebbero anche tollerare: le popolazioni biologiche hanno una soglia sotto la quale le inserzioni esogene vengono "digerite" ed annullate nella massa della popolazione. Chi potrebbe riconoscere ora tra i padani i resti del sangue turco o moro entrato tra il 1400 e il 1700 attraverso i contatti transmediterranei della Serennissima?!

    ci sarà tolleranza quando ci saranno le condizioni per farla finita con questo pandemonio di etnie in movimento...

  5. #15
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: TROPPO DEBOLE

    Originally posted by ZENA
    E quindi un padano dovrebbe emigrare per sposare la persona che ama, solo perchè non europea?
    É questo "solo" che stona ... come "solo" ??? Ti pare una cosa da poco ??? Come se si trattasse del vino o dell'automobile preferita !!!
    Il matrimonio interrazziale è il principale fattore di corrosione e alterazione della nostra identità, se non si vuole accettare questo, si lasci perdere l'etnonazionalismo.

    Originally posted by ZENA
    Secondo me perdi il senso della realtà. Difendere il nostro tessuto sociale e i nostri diritti non significa auto-privarci delle nostre ragionevoli e legittime libertà personali.
    La libertà di cui parli, nonostante alcuni tentativi di ornamento etico-filosofici, alla fine è la libertà moderna dell'individuo, intesa come emancipazione, e quindi recisione dei legami. Non è compatibile con una visione comunitarista. Nessun comunitarista si sognerebbe di mettere in contrapposizione i vincoli comunitari (che sono la libertà vera) e le scelte personali, semplicemente perchè non sentirebbe alcun conflitto.


    Originally posted by ZENA
    Correlazione fra cosa? La promiscuità fra le genti intanto non è nata oggi. Non dico certo che vada incentivata, ma se si assume la dimensione etnica come una sfera granitica sempre uguale a sé stessa e caratterizzata da staticità assoluta si misconosce il suo carattere parzialmente mutevole.

    Guarda che i Padani sono a rischio estinzione fisica... altro che carattere parzialmente mutevole !!! E poi quello che perde il contatto con la realtà sarei io !!


    Originally posted by ZENA
    I problemi nascono dalla concessione a cuor leggero di diritti politici, da un'integrazione che non attraversa i canali della comunità naturale, dalla volontà di gestire ciò che,a livello di costi sociali, non è affrontabile. La sfida è quella di contenere l'immigrazione, di impedire che il nostro futuro sia balia di scontri multi-etnici derivati dall'ascesa demografica di comunità allogene chiuse e integrate al loro interno, capaci per questo di aspirare a ruolo di maggioranza, non quello di salvaguardare una vuota "purezza" genetica.

    Evitare gli scontri multietnici....Ti accontenti di poco, vedo. Io pensavo che la funzione dell'identitarismo fosse quella di preservare e trasmettere positivamente i propri caratteri, non il vivere tranquillo...



    Originally posted by ZENA
    Certo discorso a parte meritano i matrimoni inter-religiosi (sia chiaro che io non difendo le libertà individuali tout court, ma una libertà aperta a un principio di responsabilità), ma dal mio punto di vista come padani dobbiamo semplicemente (per modo di dire..) perseguire i fini di una società che rispetti la persona, in cui i caratteri culturali maggioritari (cattolici) non debbano subire la tirannia dei più imprescrittibili diritti individuali o di una laicità che, indirettamente, tutela solo le minoranze religiose e sessuali. Dobbiamo si tutelare noi stessi e i nostri diritti, ma senza dimenticare che il "noi" è composto da singoli alla ricerca di un equilibrio fra aspirazioni personali e bene comune. Attenzione a non rimanere prigionieri della metafisica nazionalista, paganeggiante e totalitaria. Attenzione a non adottare il cattolicesimo in esclusiva funzione etnica, dimenticando la sua natura "cattolica", per quanto intransigente e chiara in merito al confronto con l' Altro: solidale ma consapevole della distinzione che intercorre Verità ed errore.
    Mi sembra sospetta la distinzione di bene comune ed aspirazioni personali, come se appunto potessero avere fini sostanzialmente divergenti e quindi potessero entrare in conflitto. É una cosa che non si risolve se non si abbandona l'idea che alla base di tutto ci sono i "singoli" che si associano per scelta. Se uno è radicato nella sua comunità, riconosce che il bene comune è anche la base e la cornice delle sue aspirazioni personali, e che non vi può essere vera libertà al di fuori o contro i valori della comunità.
    E poi ti contraddici quando parli di totalitarismo etnonazionalista e una riga dopo tiri fuori la Verità e l'errore, tipico schema di tutti i totalitarismi ideologici.



    Originally posted by ZENA
    La Padania arriverà per vie traverse, attraverso la maturata consapevolezza che lo Stato moderno (veicolo dell'economia di mercato oggi globale) ha esaurito il suo compito e che il futuro politico, economico, sociale e culturale dell'Europa passa attraverso la coscienza locale e regionale. Passa insomma attraverso il paradigma oggi chiamato bio-regionalista (la Padania è bio-regione per antonomasia), vincolato ovviamente alla chiusura di questo ciclo economico fondato sull'ampia disponibilità energetica garantita dai combustibili fossili. Certo se l'immigrazione non verrà arginata attraverso leggi vere, accompagnate da decreti attuativi che facilitino le espulsioni, se si assumeranno atteggiamenti veramente lassisti sulla concessione della cittadinanza, se non si definiranno i ruoli fra chi è maggioranza etnica (noi) e chi minoranza (islam), il processo di rinascita delle nostre culture (ovvero della nostra Tradizione e dei significati derivati dal legame naturale con il territorio e le sue risorse) potrebbe essere molto doloroso. Per questo la Lega Nord deve mettere paletti. Senza però dimenticare che non siamo rom, che non siamo ebrei ortodossi, che non siamo nazisti, ovvero che la nostra idea di comunità non annulla la persona, bensì le crea una legittima e ragionevole cornice di auto-affermazione.
    Bei discorsi, ma totalmente avulsi dalla realtà. I fatti sono che i Padani diventano a breve minoranza numerica, quindi la strada della democrazia ci vedrà sempre + perdenti.
    Perciò la Padania nascerà da una reazione disperata e violenta di pochi, a cui si aggregherà una massa imbelle come oggi, oppure morirà. Morirà non giuridicamente, attenzione, visto che non è mai esistita come stato libero, morirà attreverso i suoi portatori naturali, i Padani.


    OGNI MATRIMONIO INTERRAZZIALE É UN PEZZO DI PADANIA CHE MUORE, PADANI CHE AVREBBERO POTUTO ESSERE E CHE INVECE NON SARANNO.

  6. #16
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    Predefinito Re: per Zena ed Eomer

    Originally posted by Felix
    la questione dei matrimoni esogeni si risolverebbe da sola se ci fosse un forte senso di comunità.
    Si ma se uno medita di sposare un allogeno e di figliarci, ciò significa che il senso di comunità è morto da un pezzo...

  7. #17
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    Predefinito Re: Re: Re: Re: Re: TROPPO DEBOLE

    Originally posted by Eomer
    É questo "solo" che stona ... come "solo" ??? Ti pare una cosa da poco ??? Come se si trattasse del vino o dell'automobile preferita !!!
    Il matrimonio interrazziale è il principale fattore di corrosione e alterazione della nostra identità, se non si vuole accettare questo, si lasci perdere l'etnonazionalismo.
    La libertà di cui parli, nonostante alcuni tentativi di ornamento etico-filosofici, alla fine è la libertà moderna dell'individuo, intesa come emancipazione, e quindi recisione dei legami. Non è compatibile con una visione comunitarista. Nessun comunitarista si sognerebbe di mettere in contrapposizione i vincoli comunitari (che sono la libertà vera) e le scelte personali, semplicemente perchè non sentirebbe alcun conflitto.
    Guarda che i Padani sono a rischio estinzione fisica... altro che carattere parzialmente mutevole !!! E poi quello che perde il contatto con la realtà sarei io !!
    Evitare gli scontri multietnici....Ti accontenti di poco, vedo. Io pensavo che la funzione dell'identitarismo fosse quella di preservare e trasmettere positivamente i propri caratteri, non il vivere tranquillo...
    Mi sembra sospetta la distinzione di bene comune ed aspirazioni personali, come se appunto potessero avere fini sostanzialmente divergenti e quindi potessero entrare in conflitto. É una cosa che non si risolve se non si abbandona l'idea che alla base di tutto ci sono i "singoli" che si associano per scelta. Se uno è radicato nella sua comunità, riconosce che il bene comune è anche la base e la cornice delle sue aspirazioni personali, e che non vi può essere vera libertà al di fuori o contro i valori della comunità.
    E poi ti contraddici quando parli di totalitarismo etnonazionalista e una riga dopo tiri fuori la Verità e l'errore, tipico schema di tutti i totalitarismi ideologici.
    Bei discorsi, ma totalmente avulsi dalla realtà. I fatti sono che i Padani diventano a breve minoranza numerica, quindi la strada della democrazia ci vedrà sempre + perdenti.
    Perciò la Padania nascerà da una reazione disperata e violenta di pochi, a cui si aggregherà una massa imbelle come oggi, oppure morirà. Morirà non giuridicamente, attenzione, visto che non è mai esistita come stato libero, morirà attreverso i suoi portatori naturali, i Padani.


    OGNI MATRIMONIO INTERRAZZIALE É UN PEZZO DI PADANIA CHE MUORE, PADANI CHE AVREBBERO POTUTO ESSERE E CHE INVECE NON SARANNO.
    Tu assumi l'etno-nazionalismo a tinte fondamentaliste. Perfino Rifondazione comunista, nel suo ambito, è meno estremista di te.
    Parli di comunitarismo come se esistesse un solo comunitarismo e non diverse scuole di pensiero che hanno rivalutato il concetto di comunità, la maggior parte delle quali riconoscendo i diritti della persona a non esserne schiacciato, ma anzi a trovare nel legame sociale, che non è solo etnico e non ha nella sola nazione l'unico principio di legittimità, la cornice di auto-affermazione. Io non sono giusnaturalista, al contrario: aborro pensare che se un qualsiasi potere costituito imponga una tassa o relativizzare la libertà personale, sic et simpliciter sia illegittimo. Ma tra la libertà di drogarsi o di abortire e quella di scegliere la persona con cui condividere la propria vita, essenza dell'amore e del matrimonio, mi sembra vi sia una qualche differenza.
    Ripeto: se pensi all'etnia come un fatto statico e immutabile, se pensi che il legame etnico debba essere totalizzante, sei fuori dalla realtà e dalla storia, poichè pensare che il paganesimo possa tornare nelle forme assunte agli albori della civiltà è incapacitante. Io m'accontento di essere libero negli spazi all'interno dei quali sono cittadino, m'accontento di vedere riconosciute le prerogative sovrane che competono alle mie comunità, tra cui quelle di carattere etnico (Liguria e Padania); m'accontento di proporre la tradizione in cui mi riconosco al loro interno, dialogando,anche aspramente nel caso, con chi, per nascita o per matrimonio, ha i miei stessi diritti. Non mi sembra poco, viste le difficoltà con cui otteniamo una devoluzione minima e quelle con cui difendiamo i nostri diritti politici, ma mi sembra ancora realistico ed equo.
    Ogni matrimonio inter-razziale è un pezzo di Padania che si evolve liberamente, e che quindi non cambia coercitivamente perchè i diritti dei padani vengono regalati o svenduti a meridionali o extra-comunitari di varia origine.
    La tua posizione, ripeto, mi sembra simile a quella di un ROM o di un ebreo ortodosso. Avere una vera legge che regoli l'immigrazione nel pieno e intransigente rispetto dei diritti politici e sociali dei padani, tutelare la cittadinanza e la residenzialità, scoraggiare qualunque flusso migratorio negando possa essere la soluzione ai problemi globali, non significa costruirsi una metafisica nazionalista (riconosciuta da tutti fittizia, anche da chi riconosce ampio valore all'identità etnica). Questa non fa per me e non fa per nessun leghista, senza che perciò si ricada in qualche modo nel versante libertario o liberal.

    P.S: non starò a disquisire sulla differenza esistente tra una verità di fede e un'opinione ideologica.

  8. #18
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    Predefinito Re:

    Originally posted by ZENA
    Tu assumi l'etno-nazionalismo a tinte fondamentaliste. Perfino Rifondazione comunista, nel suo ambito, è meno estremista di te.
    Parli di comunitarismo come se esistesse un solo comunitarismo e non diverse scuole di pensiero che hanno rivalutato il concetto di comunità, la maggior parte delle quali riconoscendo i diritti della persona a non esserne schiacciato, ma anzi a trovare nel legame sociale, che non è solo etnico e non ha nella sola nazione l'unico principio di legittimità, la cornice di auto-affermazione.

    Alt, una cosa è "rivalutare il concetto", ben altra cosa - dotata di ben altra portata - è riconoscerne la centralità per l'azione politica e culturale. Certo che sono fondamentalista, perchè qui si tratta dei fondamenti, ossia della visione che sta alla base di determinate scelte. Serve a ben poco, per es, criticare l'iperliberismo americano e metterci una pezza con una modica dose di "comunità" o "solidarietà" se poi la visione della società rimane sempre quella contrattualistica, per cui la base è l'individuo e il fine è l'individuo.
    Così non si esce dal tunnel della disgregazione sociale. Se il modello è sempre quello liberale, si arriverà sempre ad un punto in cui i correttivi e i tamponi verranno criticati, ignorati o rimossi, perchè se il fine ultimo è la soddisfazione dei desideri individuali, qualsiasi cosa che non tenda a questo fine sarà ritenuta inaccettabile.
    Dobbiamo proprio cambiare il nostro modo di vedere dai fondamenti, passare dal paradigma liberale-contrattuale al paradigma organicistico-comunitario, in base al quale la condizione ed il fondamento dell'esistenza delle persone è la comunità, per cui non si può realizzarsi come persona al di fuori o contro la comunità. Quindi non ha senso dire che la persona sia schiacciata dalla comunità, al contrario ne viene schiacciata quando se ne distacca e si pensa come mero individuo. É solo dopo questo distacco che si innescano dei fini divergenti o contrastanti, non prima.


    Originally posted by ZENA
    Ma tra la libertà di drogarsi o di abortire e quella di scegliere la persona con cui condividere la propria vita, essenza dell'amore e del matrimonio, mi sembra vi sia una qualche differenza.
    Ci sono differenze ma ci sono anche somiglianze, drogarsi o abortire sembrano riguardare la sola persona, ma ad un secondo sguardo influiscono sul tesuto sociale, perchè il drogato può diventare un problema o un pericolo per gli altri, e l'aborto priva la comunità di continuità generazionale.
    Anche chi sposare sembra un problema solo privato, ma invece è un problema molto molto PUBBLICO, perchè non ci si sposa su un'isola deserta e i figli si troveranno in un contesto già dato.



    Originally posted by ZENA
    Ripeto: se pensi all'etnia come un fatto statico e immutabile.

    Non penso che le etnie siano immutabili, ma se possiamo parlare di Popoli ben definiti con caratteri costanti significa che l'aspetto dell'essere prevale su quello del divenire, cioé che quello che persiste è più importante e più necessario di quello che cambia.
    Altrimenti non avrebbe senso il concetto di tradizione.


    Originally posted by ZENA
    , se pensi che il legame etnico debba essere totalizzante
    Non dico che debba essere totalizzante, tale da escludere altri aspetti, ma deve essere prioritario, perlomeno nell'etno-nazionalismo. Se si chiama così, una ragione ci dovrà essere....

    Originally posted by ZENA
    sei fuori dalla realtà e dalla storia, poichè pensare che il paganesimo possa tornare nelle forme assunte agli albori della civiltà è incapacitante.

    Non capisco perchè quando non sai cosa dire tiri sempre fuori il "paganesimo" !! Qui non si sta parlando di religioni e quindi il paganesimo non c'entra un ca**o. Va beh che essendo tu cattointegralista tutto ciò che non si riduce alla chiesa è "paganesimo" (termine da voi usato come i comunisti vedono il fascismo dappertutto), ma un minimo di serietà concettuale ci vorrebbe !!



    Originally posted by ZENA
    Io m'accontento di essere libero negli spazi all'interno dei quali sono cittadino, m'accontento di vedere riconosciute le prerogative sovrane che competono alle mie comunità, tra cui quelle di carattere etnico (Liguria e Padania); m'accontento di proporre la tradizione in cui mi riconosco al loro interno, dialogando,anche aspramente nel caso, con chi, per nascita o per matrimonio, ha i miei stessi diritti. Non mi sembra poco, viste le difficoltà con cui otteniamo una devoluzione minima e quelle con cui difendiamo i nostri diritti politici, ma mi sembra ancora realistico ed equo.

    Questo riguarda solo gli esiti pratici e dipende da vari fattori contingenti. Ma i principi teorici stanno su un piano diverso, non mi sembra così strano. Altrimenti dovremmo dire che le leggi hanno un valore solo esortativo perchè non si riesce ad applicarle !!!


    Originally posted by ZENA
    Ogni matrimonio inter-razziale è un pezzo di Padania che si evolve liberamente

    O libertariamente ??? Mi sa che in Liguria si respira un'influenza stagnarica latente...

    Stai dicendo una bestialità !!! Ti rendi conto che se una o due generazioni di padani si meticciassero totalmente, i nostri Popoli cesserebbero di esistere ancor prima che per lenta estinzione ???


    Originally posted by ZENA
    La tua posizione, ripeto, mi sembra simile a quella di un ROM o di un ebreo ortodosso. Avere una vera legge che regoli l'immigrazione nel pieno e intransigente rispetto dei diritti politici e sociali dei padani, tutelare la cittadinanza e la residenzialità, scoraggiare qualunque flusso migratorio negando possa essere la soluzione ai problemi globali, non significa costruirsi una metafisica nazionalista
    A me basta una dottrina politica etnonazionalista. Ciò non toglie che, se uno si chiede su cosa si può basare questa politica, o se non gli basta la progettualità politica, possa o debba elaborare una metafisica etnonazionalista. Non vedo cosa ci sia di strano, in particolare nel nostro tempo, in cui certe realtà non sono più sentite e vissute concretamente, e quindi c'è maggior bisogno di una riflessione sistematica per giustificarle.


    Originally posted by ZENA
    riconosciuta da tutti fittizia, anche da chi riconosce ampio valore all'identità etnica). Questa non fa per me e non fa per nessun leghista, senza che perciò si ricada in qualche modo nel versante libertario o liberal.
    Che cosa è riconosciuto fittizio da chi ?

    Originally posted by ZENA
    non starò a disquisire sulla differenza esistente tra una verità di fede e un'opinione ideologica.
    Giusto, concentriamoci sulla specificità etnoculturale e sui matrimoni misti !

  9. #19
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    Talking ....E meticciamoci con gioia

    e forza italiaaaaa........ meticciamoci


    e forza italiaaaa....imbastardiamoci.....

    che c'è un padano in +




    Il terzo mondo si arrangi.

  10. #20
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    Predefinito Re: Re:

    Alt, una cosa è "rivalutare il concetto", ben altra cosa - dotata di ben altra portata - è riconoscerne la centralità per l'azione politica e culturale.
    Certo che sono fondamentalista, perchè qui si tratta dei fondamenti, ossia della visione che sta alla base di determinate scelte. Serve a ben poco, per es, criticare l'iperliberismo americano e metterci una pezza con una modica dose di "comunità" o "solidarietà" se poi la visione della società rimane sempre quella contrattualistica, per cui la base è l'individuo e il fine è l'individuo.
    Così non si esce dal tunnel della disgregazione sociale. Se il modello è sempre quello liberale, si arriverà sempre ad un punto in cui i correttivi e i tamponi verranno criticati, ignorati o rimossi, perchè se il fine ultimo è la soddisfazione dei desideri individuali, qualsiasi cosa che non tenda a questo fine sarà ritenuta inaccettabile.
    Dobbiamo proprio cambiare il nostro modo di vedere dai fondamenti, passare dal paradigma liberale-contrattuale al paradigma organicistico-comunitario, in base al quale la condizione ed il fondamento dell'esistenza delle persone è la comunità, per cui non si può realizzarsi come persona al di fuori o contro la comunità. Quindi non ha senso dire che la persona sia schiacciata dalla comunità, al contrario ne viene schiacciata quando se ne distacca e si pensa come mero individuo. É solo dopo questo distacco che si innescano dei fini divergenti o contrastanti, non prima.
    ----------------------------------------------------------------------------------
    Paradossalmente ti dico che condivido quanto tu scrivi. Io non parlo di individuo, contratto, presunti diritti naturali. Il che non significa che la persona non possa godere di quello spazio d'agibilità che la comunità alla luce della propria tradizione gli riconosce. Io non dico che il fine ultimo sia la soddisfazione dei desideri individuali. Forse ho mai scritto che la proprietà privata, ad esempio, non debba essere socialmente orientata? Forse ho mai difeso divorzio, aborto, prostituzione liberalizzata, mass-media de-regolarizzati?
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    Ci sono differenze ma ci sono anche somiglianze, drogarsi o abortire sembrano riguardare la sola persona, ma ad un secondo sguardo influiscono sul tesuto sociale, perchè il drogato può diventare un problema o un pericolo per gli altri, e l'aborto priva la comunità di continuità generazionale.
    Anche chi sposare sembra un problema solo privato, ma invece è un problema molto molto PUBBLICO, perchè non ci si sposa su un'isola deserta e i figli si troveranno in un contesto già dato.
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    Vedi: ciò che dovrebbe costituire motivo di preoccupazione non è il matrimonio inter-razziale in sé, ma il matrimonio inter-religioso (essendo la religione elemento fondamentale all'interno della cultura di un popol), che davvero può minacciare l'immediato ambiente di crescita dei figli. La nostra tradizione "matrimoniale", ti piaccia o no, non è comunque a carattere razziale.
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    Non penso che le etnie siano immutabili, ma se possiamo parlare di Popoli ben definiti con caratteri costanti significa che l'aspetto dell'essere prevale su quello del divenire, cioé che quello che persiste è più importante e più necessario di quello che cambia.
    Altrimenti non avrebbe senso il concetto di tradizione.
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    Certo: ma io non dico che i matrimoni inter-etnici vadano perorati, incentivati, o che sia bene che vi siano. Dico semplicemente che, nel caso, stante il carattere "naturale" dell'istituto familiare, devono essere tollerati, all'interno di un contesto politico in cui la Padania appartenga comunque, e con forza, ai padani.
    -------------------------------------------------------------------------------
    Non dico che debba essere totalizzante, tale da escludere altri aspetti, ma deve essere prioritario, perlomeno nell'etno-nazionalismo. Se si chiama così, una ragione ci dovrà essere....
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    L'etnicità è una forma dai contenuti e dai compiti affatto simili, che avanza richieste variabili da cultura a cultura. Chiedere a un padano di non sposarsi chi ritiene opportuno significa porsi al di fuori del suo orizzonte di comprensione, che non è razziale; significa misconoscere le libertà che la propria tradizione gli riconosce. Significa chiedergli di non rinunciare, in parte, ad essere padano per acquisire caratteri, come detto, più consoni alla cultura rom o a quella ebrea ortodossa.
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    Non capisco perchè quando non sai cosa dire tiri sempre fuori il "paganesimo" !! Qui non si sta parlando di religioni e quindi il paganesimo non c'entra un ca**o. Va beh che essendo tu cattointegralista tutto ciò che non si riduce alla chiesa è "paganesimo" (termine da voi usato come i comunisti vedono il fascismo dappertutto), ma un minimo di serietà concettuale ci vorrebbe !!
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    Le radici del tuo pensiero mi sembra siano quelle. Per questa ragione vi faccio appello, tanto che non si tratta nemmeno un concetto così rigoroso.
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    O libertariamente ??? Mi sa che in Liguria si respira un'influenza stagnarica latente...
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    Il mio pensiero è quanto più lontano, ripeto, dal libertarismo.
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    Stai dicendo una bestialità !!! Ti rendi conto che se una o due generazioni di padani si meticciassero totalmente, i nostri Popoli cesserebbero di esistere ancor prima che per lenta estinzione ???
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    Ripeto: un conto è tollerare all'interno di un contesto di necessaria tutela sociale e politica della Padania dai flussi migratori. Ed è quello che peroro io nel rispetto, al contempo, della società padana e delle sue tradizionali libertà. Un conto è pensare che la società multi-etnica sia un bene e debba essere incentivata attraverso la liberalizzazione dei moti migratori. E ciò è ben lungi, com'è ovvio, dalla mia mente.
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    A me basta una dottrina politica etnonazionalista. Ciò non toglie che, se uno si chiede su cosa si può basare questa politica, o se non gli basta la progettualità politica, possa o debba elaborare una metafisica etnonazionalista. Non vedo cosa ci sia di strano, in particolare nel nostro tempo, in cui certe realtà non sono più sentite e vissute concretamente, e quindi c'è maggior bisogno di una riflessione sistematica per giustificarle.
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    Ti rimando a ciò che ho scritto nel thread su Ernst Nolte.
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