Il presidente Usa: «Il mio avversario preda dell'incoerenza»
Stati Uniti: Kerry vince il dibattito tv con Bush
A suo favore tutti i sondaggi effettuati dopo la sfida televisiva. Il candidato democratico: «Guerra in Iraq, errore colossale»
MIAMI (USA) - A sorpresa è lo sfidante democratico, il senatore John Kerry ad aggiudicarsi lo scontro in diretta tv con il presidente Usa George W. Bush, il primo dei tre previsti prima delle elezioni presidenziali del 2 novembre.
VITTORIA PER KERRY NEI SONDAGGI - La vittoria di Kerry nei confronti di Bush assume sempre di più i contorni di un trionfo man mano che iniziano a fioccare i sondaggi condotti subito dopo la fine del dibattito di Miami.
Secondo un sondaggio condotto online dal Wall Street Journal su circa ottomila persone, il 71% degli americani ritiene che il candidato democratico abbia nettamente vinto il confronto mentre solo il 23% dà la vittoria a Bush. La percentuale di quanti credono che sia finita in parità è invece limitata al 5 per cento. Il sondaggio è tanto più indicativo in quanto il Wall Street Journal è su posizioni nettamente conservatrici.
Bush e Kerry, il confronto in tv clicca su una foto
LE ACCUSE DI KERRY - I due candidati si sono scontrati soprattutto sul tema più controverso. la questione irachena. E' stato Kerry a passare subito all'attacco accusando l'avversario repubblicano di avere commesso «un errore colossale di valutazione» sull'Iraq. Il capo della capo della Casa Bianca ha invece messo in dubbio la capacità di Kerry di guidare l'America nella lotta globale contro il terrorismo. In questo confronto mediatico di novanta minuti, ospitato nell'Auditorium dell'Università di Miami a Global Gables, scandito da regole precise e seguito da milioni di spettatori, lo scontro in definitiva è stato su chi due due potrà proteggere meglio il Paese, sull'opportunità di invadere l'Iraq e su come guidare l'America nell'era del terrorismo globale. «Questo presidente, mi dispiace dirlo, ha commesso un errore colossale di valutazione, e la valutazione da fare è: che cosa ci aspettiamo da un presidente degli Stati Uniti?», ha affermato Kerry nell'accusare Bush di essersi precipitato in una guerra senza assicurarsi l'appoggio degli alleati nè avere un piano per la pace.
LA REPLICA DI BUSH - Bush ha ribattuto: «Il mondo è più sicuro senza Saddam Hussein». E ha fatto presente che lo sfidante sta mandando un segnale sbagliato alle truppe impegnate in Iraq e ai nemici della nazione. «Non capisco come lei possa riuscire a portare questo Paese a vincere in Iraq se continua a dire che la guerra è sbagliata, che il momento è sbagliato, che il posto è sbagliato. Che messaggio si manda così alle nostre truppe, che messaggio si manda ai nostri alleati, che messaggio si manda agli iracheni?», ha affermato il presidente, «Per vincere bisogna essere fermi e risoluti».
Bush non ha mancato di ricordare che il senatore del Massachusetts ha cambiato idea più volte sulla guerra. «L'unica coerenza del mio avversario è la sua incoerenza», ha detto, «ha cambiato posizione. Non si può cambiare idea in questa guerra contro il terrorismo, se la si vuole vincere. La gente sa da che parte sto io. Chi ci sta ascoltando sa come la penso».
MULTILATERALISMO - Kerry ha ammesso di non essere stato sempre abile nell'affrontare il tema iracheno. Votò a favore dell'intervento armato, ma ha poi criticato il come e fino allo scorso agosto aveva detto che avrebbe votato di nuovo a favore. «Ho commesso un errore nel parlare della guerra, ma il presidente ha commesso un errore nel farla. Quale dei due errori è il più grave?», ha ribattuto, «Abbiamo bisogno di un presidente che abbia la credibilità per portare gli alleati intorno a un tavolo e che faccia ciò che è necessario affinchè l'America non resti isolata. È un lavoro che il presidente non ha fatto». Bush è stato costretto dall'avversario a dedicare gran parte del dibattito, condotto da un giornalista, a difendere le proprie scelte sull'Iraq dall'accusa di avere tentato di distogliere l'attenzione del Paese dall'intervento in Afghanistan e dall'infruttuosa caccia a Osama bin Laden. «L'Iraq non era neanche lontamente vicina al centro della guerra contro il terrorismo prima che il presidente lo invadesse», ha stigmatizzato Kerry che, incalzando l'avversario, ha aggiunto: è importante essere forti e risoluti, «ma dobbiamo anche essere svegli». E ancora: «Non c'era bisogno di quel taglio alle tasse. L'America aveva bisogno di maggiore sicurezza». La rispostsa di Bush: «Certo che stiamo facendo tutto il possibile per proteggere l'America. Mi sveglio ogni mattina pensando a come proteggere al meglio l'America. Questo è il mio lavoro».