Andrea Marcenaro, sul Foglio: “Una foto che prende quasi tutta la prima pagina dove si vedono due bambini feriti e sconvolti, con dentro un titolo in grande: “La festa di Erode”. Il sommario recita:“Passa il convoglio Usa, i soldati offrono dolci, esplodono le autobombe e la reazione dei marines”. Che la strage, 37 i bambini morti, sia stata fatta e rivendicata da al Zarkawi, in prima pagina il Manifesto non lo dice. Però c’è un’ampia cronaca a pagina tre. Il suo titolo ci informa così:“Tre bombe esplodono nei pressi di un mercato, i marines sparano sulla folla. Baghdad, massacro di bambini”. Nell’articolo, dopo ventotto righe, si scopre che “un comunicato di al Zarqawi ha rivendicato i tre attacchi suicidi”. Ecco, tutto ciò comporta alcune riflessioni di destra. Tempo fa il giornale lanciò una campagna pubblicitaria nel segno di un azzeccato slogan: “Il Manifesto, vent’anni dalla parte del torto”. Il torto delle volte fa un gran bene, ti fa sentire il calore delle tue ragioni sbagliate, come direbbe Baricco abolendo la guerra di Troia. Non potrebbero allora, al Manifesto, passare altri vent’anni dalla parte del torto senza aggiungerci quella degli stronzi?”