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  1. #1
    Dalla parte del torto!
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    Predefinito Jean Thiriart E La Turchia

    di Claudio Mutti

    Il brano di Jean Thiriart riportato nell'articolo odierno di Salvatore Francia La Turchia? Un cavallo di Troia... ("Rinascita", 7 Ottobre 2004) è stato tratto da un'edizione del 1985 di L'Europe: un empire de 400 millions d'hommes, che riproduce la prima edizione del 1964. Ma Jean Thiriart non è morto nel 1964; è morto nel 1992. Per tutto il resto della sua vita Jean Thiriart (che S. Francia chiama ironicamente "vate") rielaborò la propria visione geopolitica, scrivendo decine e decine di articoli, rilasciando interviste e redigendo scritti che sono rimasti inediti. Ignorare la produzione thiriartiana del trentennio successivo al 1964 significa dunque identificarsi con l'homo unius libri di oraziana memoria. Già nel 1964 Thiriart pubblicò su "Jeune Europe" (6 Marzo 1964, p. 173) un articolo intitolato Criminelle nocivité du petit-nationalisme: Sud-Tyrol et Chypre, nel quale, in un paragrafo intitolato "La Turchia è Europa", scriveva quanto segue. "(…) I nazionalisti (così essi si autodefiniscono) sono individui di scarsa immaginazione e scarsa ambizione. (…) Il nazionalismo - nella semantica attuale del termine - è una filosofia e uno stile di vita per vecchi, anche se magari hanno diciassette anni nel senso fisiologico. Quando mi è capitato di dichiarare che la Turchia è Europa, ho sollevato un diluvio di proteste pedanti. Ma come? E il Turco nemico ereditario? E il musulmano aborrito? Non è mancato niente in questo caleidoscopio, neanche l'oleografia del massacro di Chio. I nazionalisti hanno una visione estremamente sentimentale della storia: si potrebbe dire che hanno un’ottica rovesciata della realtà. Nel 1964 il problema politico-storico si pone nel modo seguente: i Turchi controllano l’accesso al Mediterraneo orientale, l’Europa deve controllare questo mare, dunque i Turchi sono Europei. Spetterà ai moralisti, agli scrittori, agli storici, in una parola agli intellettuali di aggiungere alle mie considerazioni realistiche gli ornamenti morali abitualmente richiesti dal galateo. E’ criminalmente imbecille respingere la Spagna dal Mercato Comune in nome del democratismo, come fanno i socialisti fanatici; è stupido ostracizzare la Jugoslavia di Tito, così come fa la destra, perché la Spagna e la Jugoslavia sono in primo luogo territori europei e solo in maniera del tutto accessoria e precaria sono le sedi rispettive del franchismo e del titoismo. Idem dicasi per la Turchia, della quale abbiamo bisogno. Non è affatto il caso di prendere partito, per motivi sentimentali, a favore dei Greci perché sono cristiani, mentre gli altri sono musulmani (…)". Nel 1967 Thiriart ritornava sull'argomento, pubblicando su "La Nation Européenne" (n. 16, Aprile-Maggio 1967, pp. 32-33) un articolo di Leonardo Fiori significativamente intitolato Turquie, Gibraltar du Bosphore. L'articolo concludeva così: "L'Europa ha bisogno della Turchia, non solo per la sua grandissima importanza strategica, ma soprattutto perché la Turchia è in primo luogo una provincia della nostra Europa". All'articolo di L. Fiori si accompagnava un riquadro, nel quale era riportata una dichiarazione del ministro degli esteri turco Cemal Erkin, secondo il quale "la Turchia aspira a integrarsi definitivamente nell'Europa unita di domani". Nella lunga intervista rilasciata a Bernardo Gil Mugarza nel 1983 (Les 106 réponses à Mugarza, Bruxelles 1983, vol. II, p. 141), Thiriart aggiungeva altre considerazioni. "I Dardanelli costituiscono un luogo strategico dell'Europa. (...) La Turchia è una provincia della Grande Europa. Quindi, le campagne di stampa turcofobe non soltanto sono di pessimo gusto, ma sono idiozie politiche. Certo, c'è il problema degli immigrati turchi nei due comuni di Bruxelles. Ma è un problema sociale. Gli autori delle campagne di stampa suddette si rivelano politici di sottoprefettura, che si pavesano del titolo di 'Europei' senza neanche sapere che cosa sia l'Europa. (...) Bisogna condannare con estrema severità tutta la letteratura nazionalista tedesca antitaliana e tutta la letteratura nazionalista belga antiturca. Si tratta di sentimentalismo e di xenofobia pericolosi per l'unità politica dell'Europa". Per quanto riguarda l'Eurasia, se è vero che Thiriart non sembra aver mai usato questo termine, ha tuttavia espresso il medesimo concetto attraverso il sintagma "impero euro-sovietico". Che secondo Thiriart tale impero debba essere - come sostiene Salvatore Francia - "epurato dalle popolazioni mongole e dalle altre popolazioni ecc.", Thiriart non lo ha mai detto. Anzi, ha detto il contrario, poiché nell'intervista a Mugarza si legge: "L'Europa conterrà dei Turchi, dei Maltesi, dei Siciliani, degli Andalusi, dei Kazaki, dei Tatari di Crimea - se ne rimangono -, degli Afgani. Per il semplice fatto che l'Europa non potrebbe esistere in modo vitale senza possedere e controllare i territori abitati da questi popoli" (p. 141). E ancora: "Il Bosforo costituisce il centro di gravità di un impero che in un senso va da Vladivostok alle Azzorre e nell'altro va dall'Islanda al Pakistan. Istanbul è il centro di gravità geopolitico di un Impero euro-sovietico. (...) E' il luogo in cui insediare la capitale di un Impero" (pp. 37-38).




    Sinistra Nazionale!

  2. #2
    SatanFascista
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    Predefinito

    Se la penisola anatolica fosse abitata da greci (se i greci nel '22 fossero riusciti ad unirsi agli armeni...) io sarei stato favorevolissimo alla sua entrata , anche se geograficamente è quasi tutta asiatica , ma siccome cosi non è , quella fondamentale zona strategica tornerà europea/russa soltanto dopo una guerra , magari sfruttando la questione cipriota , e sempre che gli USA non si mettano di mezzo.
    Questa è almeno la mia speranza , ammettere 70 milioni di turchi , oltre agli immigrati che già vivono nella UE vorrebbe dire importare conflitto sociale e sangue meticcio , un suicidio , non vale proprio la pena.

  3. #3
    Orazio Coclite
    Ospite

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    Thiriat non mi ha onestamente mai appassionato troppo. Per quanto il sogno eurasiatico sia effettivamente affascinante nel suo richiamarsi all'ormai tramontata concezione imperiale in politica, in pieno 2004 appare sempre più improbabile una costruzione così vasta e di fatto ingestibile, e qui devo dare ragione a Peucezio.
    I nostri confini naturali sono a est gli Urali e a sud la Grecia. Sarebbe ora di smetterla di aspettare sempre che siano gli altri a venirci a togliere le castagne dal fuoco. La Russia, la Turchia o chi altro non sono Europa. C'è poco da girarci attorno arrampicandosi su scivolosissimi specchi.
    E' lo stesso costrutto mentale che fa identificare nell'immigrato, fino a pochi anni fa era la 'classe operaia', l'elemento salvifico dell'Occidente.
    Thiriat mi risulta sempre meno pragmatico e propenso a basarsi su infatuazioni di fatto irrealizzabili.
    Auspicherei quindi un'Europa fortezza ben definita e unita per cultura, razza e religione.

    In quanto a Mutti, più andiamo avanti con gli anni e più mi convinco che sia ormai passato al nemico. Un peccato vero, una mente come lui, pazienza...

  4. #4
    Paul Atreides
    Ospite

    Predefinito

    Ho già risposto altrove, ma mi ripeto.

    L'amministrazione yankee si è congratulata pochi giorni orsono con l'UE per l'apertura delle trattative con la Turchia. E' solo l'ennesima conferma dopo le pressioni yankees sui ciprioti affinché votassero ''sì'' al referendum per riunificarsi con la parte turca dell'isola.

    Sul resto, riesumare Thiriart è la tipica operazione nostalgica. Ovvero, in mancanza di idee e proposte originali e all'altezza dei tempi, si va a ripescare nel già-detto, o magari ci s'illude che con un bel suffisso ''neo'' si risolva il problema [e infatti ho già letto da qualche parte di un ''neoeurasismo''].

    In particolare, andare a ripescare articoli degli anni '60 o, al più, dell'83, è ridicolo quando si vuole fare un'analisi politica, analisi che deve tenersi SEMPRE agganciata al contesto attuale.

    E il contesto attuale mi dice, ad esempio, che il problema immigrati in Belgio è oggi avvertito così poco che il Vlaams Blok è in crescita da anni e che persino in Vallonia il ''Front National'' avanza con forza...

  5. #5
    Dalla parte del torto!
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    Predefinito

    La "riesumazione" di questo Articolo é stata solo per proporre un'idea altra rispetto al contrasto dell'entrata della Turchia in Europa.
    L'ho postato non perché lo condivida al 100%, ma per proporre un dibattito.
    Per quanto riguarda Mutti chiedo ad Orazio: é passato al nemico? E chi sarebbe questo nemico? Per quanto mi riguarda il nemico é l'imperialismo statunitense e il colonialismo culturale americano e non mi sembra che Mutti sia passato con loro...
    Per il resto se quest'Area ha come punti di riferimento il Vlaams Block e il Fronte Nazionale di Le Pen conferma la mia scelta di totale distaccamento ed idiosincrasia da essa...rispetto per chi vi resta in buona fede e con convinzione ma le nostre strade oramai divergono nettamente proprio per cercare nuove strade e nuove vie...

    P.s: per chi non gradisse le mie parole immagini che abbia scritto "Viva il duce,a morte gli ebrei,negri ai forni,il domani appartiene a noi...bla bla bla" e avrà sicuramente una giornata più serena
    Sinistra Nazionale!

  6. #6
    Paul Atreides
    Ospite

    Predefinito

    1) strana idea davvero quella d'essere contro l'imperialismo yankee e, al contempo, essere favorevoli all'ingresso nell'UE di un paese filo-yankee da sempre

    2) l'articolo postato ha un solo significato: dimostrare che Thiriart era favorevole alla Turchia in Europa. Ergo, un significato puramente/esclusivamente funzionale alle tesi filo-turche di Mutti

    3) Vero. Vlaams e FN hanno un grandissimo demerito. Riescono loro sì a parlare al popolo e a riceverne i consensi. Altro demerito enorme, non sono ''neofascisti'', né nostalgici, come arrivano ad ammettere pure Ignazi e Taguieff, tanto per fare degli esempi di gente che quei partiti li ha studiati davvero e seriamente. Anzi i suddetti hanno definito il VB e l'FN quasi un idealtipo del partito identitario. Ancora: altro demerito è che non hanno una cherubica purezza ideologica. Ennesimo altro demerito: non sono gruppi composti da 4 gatti che si danno ragione a vicenda su quanto sono ''rivoluzionari''.

  7. #7
    costantino
    Ospite

    Predefinito

    In origine postato da Paul Atreides
    1) strana idea davvero quella d'essere contro l'imperialismo yankee e, al contempo, essere favorevoli all'ingresso nell'UE di un paese filo-yankee da sempre

    2) l'articolo postato ha un solo significato: dimostrare che Thiriart era favorevole alla Turchia in Europa. Ergo, un significato puramente/esclusivamente funzionale alle tesi filo-turche di Mutti

    3) Vero. Vlaams e FN hanno un grandissimo demerito. Riescono loro sì a parlare al popolo e a riceverne i consensi. Altro demerito enorme, non sono ''neofascisti'', né nostalgici, come arrivano ad ammettere pure Ignazi e Taguieff, tanto per fare degli esempi di gente che quei partiti li ha studiati davvero e seriamente. Anzi i suddetti hanno definito il VB e l'FN quasi un idealtipo del partito identitario. Ancora: altro demerito è che non hanno una cherubica purezza ideologica. Ennesimo altro demerito: non sono gruppi composti da 4 gatti che si danno ragione a vicenda su quanto sono ''rivoluzionari''.
    QUOTO IN TOTO

  8. #8
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    Io sono contrario all' ingresso della Turchia in Europa per motivi geopolitici facilmente comprensibili (gli stessi citati da Paul, per capirci), oltre che per il fatto che la Turchia non è e non sarà mai Europa , come Israele, del resto.
    Tuttavia,non ritengo che questo debba necessariamente portare ad escludere, in prospettiva, l'ipotesi "euroasiatica".
    Che non deve essere però una sorta di "feticcio" (ne abbiamo avuti già tanti) quanto un 'ipotesi di lavoro per l'Europa, che dovrebbere procedere per gradi nell' individuazione di alleanze geopolitiche (anche momentanee, perchè no?).
    Chiaro che il primo interlocutore,per motivi che credo sia superfluo elencare a chi li conosce già, debba essere, hic et nunc, la Russia, che non possiamo certo permettere si riavvicini di nuovo in modo pericoloso agli interessi statunitensi.
    Chiaro allo stesso modo che al momento la Turchia non è una paese nemmeno possibile oggetto di alleanze, figuriamoci se può divenire soggetto di un'unione Europea allargata.
    La cosa triste è che invece i nostri governanti sembra ci stiano pensando seriamente..

  9. #9
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    Domanda:
    non potrebbe l'ingresso della Turchia giovarci 'in negativo'? Ovvero, dare una svegliata all'atmosfera di torpore borghese e uno scossone alla sedimentazione della cultura mondialista e della nuova struttura dell'Europa dei banchieri?
    Dopotutto, dal punto di vista razziale, sarebbero anche meno pericolosi degli immigrati africani, e un eventuale lotto di sangue turcomanno - come prezzo per la destabilizzazione dell'UE mercantilistica - verrebbe assorbito molto prima.

  10. #10
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    Vahagn non so, nella mia modestissima opinione i contra sono nettamente superiori ai pro..di paesi "filo-statunitensi" ce ne sono già troppi nell' Unione, italia compresa.
    Vedrei con molto più favore, se vogliamo considerare l'elemento spirituale che pure io certo non sottovaluto, l'Iran, che quantomeno è un paese indoeuropeo...
    (solo fantapolitica, chiaro che l'Iran è saldamente membro della Lega Araba al momento).
    Ma mi interessano anche i pareri degli altri sull' interessante questione da te posta.

 

 
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