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  1. #1
    Totila
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    Predefinito Rivoluzione liberista e bolscevica...

    Talvolta mi chiedo quale delle due sia stata più esiziale per l'Europa. Per quanto rifletta e cerchi di valutare oggettivamente i risultati terribili di entrambe, non posso fare a meno di condannare la prima.
    Entrambe sono due neoplasie dello spirito. Solo che quella bolscevica l'abbiamo vinta. Quella liberale continua nella sua opera di distruzione.
    Pertanto, pur essendo anticomunista, mi sento oggi un antiliberista viscerale.

  2. #2
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    Il vero nemico rimane sempre uno: l'individualismo che, nella sua versione estrema, diventa totalitarismo.

  3. #3
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    Il mondo in cui il protestantesimo nasce è in trasformazione:nasce la borghesia del mercantilismo,un ceto emergente nuovo che mette in discussione l'età feudale e medioevale in quanto segnava la prevalenza della vita religiosa sulle varie attività in particolare sulla contrattazione e sul profitto.
    Mentre la Chiesa Cattolica,sostenendo la destinazione sociale della proprietà,scuomunica colui che presta ad usura,cio'è il banchiere,il protestantesimo si dispone a dare base sacrale e religiosa al mercantelismo.
    Lo affermano gli stessi storici protestanti,come Troeltsh in Le chiese ed il capitalismo,edi il suo allievo Tawney Il Protestantesimo e la nascita del capitalismo.
    Quello che Marx ed i marxisti chiamano capitalismo non sarebbe attechito in europa senza l'incremento,l'apporto e la sacralizzazione che di esso ha fatto il protestantesimo.
    La polemica di Marx contro la società e la religione al servizio degli interessi di classe non colpisce tanto il Cattolicesimo,quanto il Protestantesimo.
    I manoscritti filosofici di Marx,infatti,sono stati scritti a Londra, contro una società che cattolica sicuramente non era.
    Il protestante addiritura sostiene,con l'ingenuità e il rigorismo dei calvinisti,il mondo borghese e capitalistaperchè l'uomo che si realizza da sè sperimenta la benevolenza di Dio.

    Da:Luigi Negri-False accuse alla Chesa-Piemme
    Pro aris rege!

  4. #4
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    Predefinito Rivoluzione liberista e bolscevica...

    Originally posted by Totila

    Entrambe sono due neoplasie

    Definizione di- neoplasia -: nuova formazione di cellule,normale o patologica--->tumori

  5. #5
    Forumista assiduo
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    Arrow massoni

    Originally posted by Lupus
    Il mondo in cui il protestantesimo nasce è in trasformazione:nasce la borghesia del mercantilismo,un ceto emergente nuovo che mette in discussione l'età feudale e medioevale in quanto segnava la prevalenza della vita religiosa sulle varie attività in particolare sulla contrattazione e sul profitto.
    Mentre la Chiesa Cattolica,sostenendo la destinazione sociale della proprietà,scuomunica colui che presta ad usura,cio'è il banchiere,il protestantesimo si dispone a dare base sacrale e religiosa al mercantelismo.
    Lo affermano gli stessi storici protestanti,come Troeltsh in Le chiese ed il capitalismo,edi il suo allievo Tawney Il Protestantesimo e la nascita del capitalismo.
    Quello che Marx ed i marxisti chiamano capitalismo non sarebbe attechito in europa senza l'incremento,l'apporto e la sacralizzazione che di esso ha fatto il protestantesimo.
    La polemica di Marx contro la società e la religione al servizio degli interessi di classe non colpisce tanto il Cattolicesimo,quanto il Protestantesimo.
    I manoscritti filosofici di Marx,infatti,sono stati scritti a Londra, contro una società che cattolica sicuramente non era.
    Il protestante addiritura sostiene,con l'ingenuità e il rigorismo dei calvinisti,il mondo borghese e capitalistaperchè l'uomo che si realizza da sè sperimenta la benevolenza di Dio.

    Da:Luigi Negri-False accuse alla Chesa-Piemme

    ..senza contare che a questo quando si attaccano sionisti e massoni sono ancor +c---i acidi come si suol dire.

  6. #6
    Totila
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    Originally posted by ZENA
    Il vero nemico rimane sempre uno: l'individualismo che, nella sua versione estrema, diventa totalitarismo.
    Be' all'individualismo aveva cercato di mettere un freno il colletivismo marxista. ma sempre totalitarismo era.

  7. #7
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    Predefinito

    Originally posted by Totila
    Be' all'individualismo aveva cercato di mettere un freno il colletivismo marxista. ma sempre totalitarismo era.
    L'individualismo ha tanti volti, e non si declina solo come libero mercato o diritti civili. Individualista è ad esempio qualunque Stato non federalista, ossia qualunque Stato che non deriva in alcun modo il proprio potere dalle comunità territoriali o dai gruppi sociali, in esso adeguatamente rappresentati, ma che ponga il deputato in relazione diretta e immediata con la nazione, concepita come semplice somma aritmetica di tutti gli individui, scissi perciò dai loro legami d'appartenenza. Il marxismo si fondò, è vero, sull'appartenenza al proletariato ma, negando le differenze sociali e derogando allo stesso programma dei soviet,automaticamente sfociò in un totalitarismo in cui, al di sotto del Cremlino, non poteva esistere che la singola persona fisica. Con questo non voglio dire che il comunismo fosse individualista (anche se per certi aspetti, nella sua utopia si sognava e si sogna così) , o che potesse esserlo ad onta di una pianificazione economica che inevitabilmente conduce anche a un "oggettivismo" etico, ma che per sorgere doveva presuppore la disponibilità dell'individuo a rescindere tutti quei legami, pregni si di interessi ma anche di valori, che ne fanno un soggetto storico e concreto. Del resto, Rifondazione insegna. Forse non c'è in essa un forte substrato individualista? Basta considerare le sue posizioni in merito al diritto civile. Forse non c'è la volontà di negare tutte le appartenenze etno-culturali? Forse non c'è la volontà di de-localizzare la persona spezzando, con l'estensione indiscriminata dei diritti politici, ciò che resta delle antiche comunità di destino? Tutto ciò è indubbiamente figlio della cultura individualista, con la semplice sottrazione dell'homo aeconomicus.
    Comunque, giova ripetere: in ogni totalitarismo, e quindi anche in ogni nazionalismo non depurato dai suoi contenuti moderni, aleggiano la cultura individualista e una metafisica della soggettività che universalizza un punto di vista particolare, un angolo visuale affatto oggettivo e "comunitario" (sebbene inter-nazionale). E' il limite di molti movimenti identitari europei i quali, invece di dar vita a una forza di liberazione di ogni identità collettiva, rimangono sostanzialmente nel proprio orto a blaterare di diritti esclusivi, a escludere chi non ha la loro tradizione politica e non condivide le loro stesse problematiche.

  8. #8
    Totila
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    Predefinito

    Originally posted by ZENA
    L'individualismo ha tanti volti, e non si declina solo come libero mercato o diritti civili. Individualista è ad esempio qualunque Stato non federalista, ossia qualunque Stato che non deriva in alcun modo il proprio potere dalle comunità territoriali o dai gruppi sociali, in esso adeguatamente rappresentati, ma che ponga il deputato in relazione diretta e immediata con la nazione, concepita come semplice somma aritmetica di tutti gli individui, scissi perciò dai loro legami d'appartenenza. Il marxismo si fondò, è vero, sull'appartenenza al proletariato ma, negando le differenze sociali e derogando allo stesso programma dei soviet,automaticamente sfociò in un totalitarismo in cui, al di sotto del Cremlino, non poteva esistere che la singola persona fisica. Con questo non voglio dire che il comunismo fosse individualista (anche se per certi aspetti, nella sua utopia si sognava e si sogna così) , o che potesse esserlo ad onta di una pianificazione economica che inevitabilmente conduce anche a un "oggettivismo" etico, ma che per sorgere doveva presuppore la disponibilità dell'individuo a rescindere tutti quei legami, pregni si di interessi ma anche di valori, che ne fanno un soggetto storico e concreto. Del resto, Rifondazione insegna. Forse non c'è in essa un forte substrato individualista? Basta considerare le sue posizioni in merito al diritto civile. Forse non c'è la volontà di negare tutte le appartenenze etno-culturali? Forse non c'è la volontà di de-localizzare la persona spezzando, con l'estensione indiscriminata dei diritti politici, ciò che resta delle antiche comunità di destino? Tutto ciò è indubbiamente figlio della cultura individualista, con la semplice sottrazione dell'homo aeconomicus.
    Comunque, giova ripetere: in ogni totalitarismo, e quindi anche in ogni nazionalismo non depurato dai suoi contenuti moderni, aleggiano la cultura individualista e una metafisica della soggettività che universalizza un punto di vista particolare, un angolo visuale affatto oggettivo e "comunitario" (sebbene inter-nazionale). E' il limite di molti movimenti identitari europei i quali, invece di dar vita a una forza di liberazione di ogni identità collettiva, rimangono sostanzialmente nel proprio orto a blaterare di diritti esclusivi, a escludere chi non ha la loro tradizione politica e non condivide le loro stesse problematiche.
    L'esempio di Rifondazione è calzante;ma oggi i movimenti marxisti o neo-marxisti, come aveva ben previsto Augusto del Noce (ma come mai questo pensatore manca nelle nostre biblioteche?) si sono trasformati in un movimento radicale di massa.
    La prima parte è meno convincente, Zena.

  9. #9
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    Predefinito Re: Rivoluzione liberista e bolscevica...

    Originally posted by Totila
    Talvolta mi chiedo quale delle due sia stata più esiziale per l'Europa. Per quanto rifletta e cerchi di valutare oggettivamente i risultati terribili di entrambe, non posso fare a meno di condannare la prima.
    La seconda è conseguenza naturale della prima, sicchè è la prima che va condannata per entrambe.

  10. #10
    Totila
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    Predefinito Re: Re: Rivoluzione liberista e bolscevica...

    Originally posted by Perseo
    La seconda è conseguenza naturale della prima, sicchè è la prima che va condannata per entrambe.
    Quindi, tagliando la testa alla prima, perisce alche la seconda...
    Bisogna sempre mirare alla testa.

 

 
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