Prodi alla sinistra di Bertinotti

[Kobra]

In Origine Postato da yurj
Se fanno le primarie nel centrodestra, chi si presenta?

La Russa?

Mi sembra che la Sua ipotesi al momento non sia nemmeno in discussione. Fortunatamente...

Come Lei ha molte volte affermato noi abbiamo un "padrone" al quale siamo devoti.

Voi lo state ancora cercando...

[Kobra]

In Origine Postato da yurj
I partiti italiani sono molto più democratici di quelli statunitensi.

Più popolazione è rappresentata.

Più popolazione partecipa.

Più opinioni sono rappresentate.

Negli Usa? Le primarie le hanno fatte solo in pochi stati, in alcuni di questi hannp votato si e no qualche migliaia di persone, a fronte di milioni di elettori.

La situazione degli USA (ma anche di altri Paesi dove l'astensionismo è molto più alto che da noi) era conosciuta, non Si preoccupi da farmi/ci la lezioncina...

Il problema è che non sono stato io a definire "primarie" queste consultazioni per individuare o rafforzare un certo candidato. Che poi abbiano una valenza più rappresentativa della volontà delle Segreterie questo sarà da vedersi.

Anche perché dopo tre anni di Moretti e girotondinisti vari nessuno parla più... E, secondo me, quella era ancora la residua anima della sinistra.

[Kobra]

In Origine Postato da Italosloveno
nelle di la' a venire primarie del CSX chi si presenta del partito di gran lunga maggiore?

Buona domanda. Sibillina... Uno sarebbe tentato di rispondere Prodi... Ma lui il partito non ce l'ha.

Il maggior partito a sinistra è quello di Fassino... Il quale ha dichiarato: "Prodi è il nostro candidato naturale. Ma c'è anche Veltroni..."

Veltroni tace e inaugura strade romane... Il "romano" chiacchiera, ammonisce e pontifica...

In politica, di solito, chi chiacchiera non fa molta strada.

[Kobra]

[QUOTE]In Origine Postato da il Pasquino
Rispondo sommariamente perché il discorso è molto complesso pur essendo di estremo interesse (almeno per me...).

Lei dice: "La compattezza la si deve trovare nel riscontro con gli elettori e nel loro sostegno ad una linea politica."

Direi due cose:

• 1 - Una linea politica dovrebbe nascere da un’esigenza degli elettori, da un loro bisogno o necessità. Mi sembra che, attualmente, ci sia un ventaglio di proposte politiche diverse tra di loro che non vengono recepite in maniera unitaria dalla base degli elettori.
  
  2 - In realtà l’incontro, lo scontro, il confronto o il riscontro con gli elettori le varie segreterie, principalmente Fassino e Rutelli, non lo vogliono. E’ pur vero che è passato il momento emozionale in cui il girotondinismo è stato usato in chiave anti-governativa ma è altrettanto vero che di quelle istanze o speranze oggi non rimane traccia. In qualche modo fagocitate, interiorizzate, misconosciute o strumentalizzate dalla capacità dialettica dei politici di professione contrapposta all’improvvisazione dei "fedeli".

Il secondo argomento è molto più complesso e non so se si possa risolvere con qualche battuta. Assodato comunque che i due argomenti, finanziamento della politica e responsabilità dell’eletto, sono in qualche modo legati si tratta ora di capire qual è la causa della mancanza di dialogo (e di controllo) fra eletto ed elettore.

Senza mezzi termini direi che la mancanza di vincolo da parte dell’eletto è la causa principale dell’arroganza dei politici e dei partiti nei confronti degli elettori. Direi che quella norma prevista dal Legislatore è stata ben studiata ed appositamente inserita affinché fosse mantenuto il privilegio e la differenza di classe fra eletto ed elettore. Costituzionale per definizione è da ritenersi illeberale e antidemocratica nelle conseguenze che essa genera consentendo all’eletto un’autonomia senza limiti e al di fuori di ogni controllo. Inevitabile quindi il distacco dell’elettore dal suo rappresentante che è proprio l’obiettivo che si voleva raggiungere.

In pratica l’aver abbandonato la monarchia per passare alla repubblica non ha impedito la conservazione di alcuni privilegi che nulla o poco hanno di democratico. Inutile quindi sorprendersi se leggi abrogate da referendum popolari vengano tranquillamente aggirate per essere sostituite da altre in aperta violazione da quanto stabilito dal popolo.

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Circa il finanziamento personalmente schematizzerei così:

• 1 - La politica costa e qualcuno la deve pagare
  2 - Un partito nasce su istanze e bisogni che promanano dalla società civile. Non è ragionevole, dal punto di vista dei risultati, consentire che alcuni deputati fuoriusciti si riuniscano in gruppo e solo per questo fatto e in assenza di legittimazione popolare abbiano diritto ad essere finanziati con denaro pubblico. Questa logica conduce all’indebolimento dei partiti, alla dispersione del voto, ad un maggior costo e alla conseguente necessità di creare alleanze fra forze pressoché uguali o poco dissimili.
  3 - Finanziare la politica NON E’ un reato. A condizione che i finanziatori siano chiaramente indicati e che venga stabilito un importo massimo che ciascun soggetto può elargire ad un partito ed un limite all’importo che si può dedurre dalle tasse.
  4 - Il tesseramento dovrebbe essere la forma principale di autofinanziamento. I
  5 - Riconoscere un finanziamento pubblico ai cosiddetti "partiti minori" nella convinzione di accrescere la democrazia è solo un esercizio teorico perché la presenza di troppe voci e di troppi leaders rende più difficile il confronto politico e, di conseguenza, la governabilità. Di fatto, anziché accrescere la democrazia la si inquina.

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Primarie nei collegi: Sarebbero auspicabili. Purtroppo l’elevato numero di partiti e candidati all’interno di una stessa alleanza impone la necessità di distribuire ed equilibrare il potere ed ecco allora che certi collegi ritenuti "blindati" sono i più ambiti e poco importa se i candidati non appartengono a quel territorio. E nemmeno che una volta eletti i deputati spariscano dalla circolazione. L’importante è portare a casa il risultato!

Però Lei si renderà conto che così facendo si privilegiano le necessità del partito o della coalizione a discapito delle necessità della gente.

Le soluzioni non possono che essere due:

• 1 - drastica diminuzione del numero dei partiti
  2 - celebrazione delle primarie (una votazione vera!) al fine di individuare e sostenere il candidato di coalizione (e non di partito) possibilmente appartenente al territorio.