Dal suo "punto di vista" ristretto in effetti non mi sono mosso affatto: antistalinista lo sono sempre stato.In origine postato da antonio
come evoluzione lei PFB non e' che abbia fatto molta strada.
Shalom
Dal suo "punto di vista" ristretto in effetti non mi sono mosso affatto: antistalinista lo sono sempre stato.In origine postato da antonio
come evoluzione lei PFB non e' che abbia fatto molta strada.
Shalom
il tempo del bianchetto di scolorirsi....molto menoIn origine postato da marcejap
15 anni?
PFB se tu fossi Kerry staresti a rinfacciare a Bush il maccartismo... se fossi Sharon invece te la prenderesti con i laburisti per aver abbandonato l'Egitto ai tempi in cui non era solo il nano ad aprire le acque... eppure con tutta la stima che hai verso quei sistemi dovresti arrivarci... invece di correre dietro a farina e ai suoi ciccibelli non abbastanza intelligenti per essere assunti all'Eco di Bergamo (e non è una battuta... faccio i nomi???)
In origine postato da Pieffebi
il tempo del bianchetto di scolorirsi....molto meno
Ok, ma meno quanto? 14 anni e 10 mesi?
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Gli zeri, per valere qualcosa,
devono stare a destra.
ma qualcosa di più attuale non l'avete ?
In origine postato da Pieffebi
dal quotidiano LIBERO di oggi
" [i] Così i Servizi si sono “ deviati” per coprire il compagno Cossutta
di ROBERTA CATANIA PAOLO E. RUSSO
ROMA - C’è una legge, la 801 del 1977, scritta apposta per scongiurare « deviazioni » da parte dei Servizi segreti. Per evitare, cioè, che l’intelligence si “ sganci” dalla politica e persegua scopi diversi da quelli della sicurezza pubblica. Come le stragi, per esempio. O la destabilizzazione del Paese. Per la prima volta dopo venticinque anni di onorato servizio, sul dossier Mitrokhin, la legge 801 è stata violata. Lo ha provato, indagine dopo indagine, la Commissione bicamerale.
Chissa' se gli idioti cui per anni hanno venduto la favola dei servizi deviati (dalla Cia, dal Mossad ecc ecc), hanno qualcosa da dire nel merito?
Che la "famosa" legge 801 sia stata violata e' un dato ormai di fatto.
C'e' soltanto da rabbrividire a pensare in che razza di mani fu il paese dal 96 al 2001.
Il fatto è che questi signori per sperare di vincere le elezioni hanno bisogno dell'appoggio, del voto, della fattiva collaborazione, all'interno dell'armata Brancaleone, proprio di tutti. Ex spie di Mosca e attuali difensori del regime del tiranno Fidel Castro compresi. E' per questo che si affannano a cercare di insabbiare ogni cosa che possa disturbare questo vergognoso e infame idillio con forze stomachevoli. E perciò si rendono ridicoli con provocazioni sciocche e commenti demenziali in questo 3d.
Shalom
Se un "traditore" come Cossutta è ancora in parlamento, quel documento è ancora attualissimo.In origine postato da Esmor
ma qualcosa di più attuale non l'avete ?
PFB ma con tutti i tiranni che ci sono al mondo per te esistono solo quelli comunisti cioè uno o due
il saddam fascista dove lo mettiamo?
dal quotidiano LIBERO di oggi
" « Mosca pagava, noi scrivevamo balle »
di ELISA CALESSI ROMA
- « Ricordo la volta in cui Domenico Rea, una firma prestigiosa di “ Paese Sera”, fece un viaggio in Russia. Tornò inorridito per quello che vide. Me ne parlò a lungo. Quello che scrisse fu di tutt’altro tono. Del resto, come facevi? Sapevamo tutti da dove venivano i soldi. Il limite era nei fatti » . Chi parla è Ruggiero Guarini, oggi editorialista e scrittore. Dal 1952 al 1957 è stato capo della redazione napoletana di “ Paese Sera”, il quotidiano comunista diventato organo della corrente più filo- sovietica del Pci. Armando Cossutta, che lo prese in mano nel 1982, ha raccontato di aver ricevuto da Mosca 10 miliardi per risanare il giornale. Ma anche prima di quella data, il condizionamento si sentiva. Guarini ricorda bene quegli anni: « Non era concepibile che si scrivesse una riga anche solo lievemente critica nei confronti dell’Urss » . Ai suoi tempi, ricorda, furoreggiava il movimento dei partigiani della pace, un’invenzione di Stalin. « Tutti sapevamo che era una balla propagandistica. Nessuno, ovviamente, si azzardava a scriverlo » . All’inizio i soldi di Mosca arrivano al giornale tramite il partito. Poi, direttamente da Mosca. La linea era obbligata. « Basti dire che il vicedirettore Michele Salerno » , continua Guarini, « era anche il segretario della cellula comunista di “ Paese Sera”; un funzionario del Pci, messo lì per controllare » . Quando poi il partito cominciò a prendere le distanze da Mosca, fu “ Paese Sera”, fedele fino in fondo all’Urss, a criticare lo strappo di Enrico Berlinguer. Forse, come dice Arturo Gismondi, per anni vicedirettore di “ Paese Sera” e oggi editorialista, si trattò di un gioco delle parti: « Al Pci faceva comodo, di fronte ai compagni russi, che ci fosse una voce critica nei confronti di Berlinguer » . Anche perché a sborsare soldi erano i compagni russi. I contatti con il Pcus, continua Gismondi, li tenevano direttamente Cossutta e gli altri due dirigenti storici del Pci, Franco Rodano e Tonino Tatò. « Bastavano loro. Noi sapevamo, ma non avevamo contatti diretti » . Se, però, ti azzardavi a scrivere qualcosa di lievemente irrispettoso nei confronti dell’Urss, erano guai. Ne sa qualcosa Antonio Ghirelli, giornalista, scrittore, direttore di varie testate e tg. A “ Paese Sera” scriveva di sport e curava una rubrica in terza pagina. Si chiamava “ Personaggi e Interpreti”. « Una volta » , ricorda, « chiamai Stalin “ Gengis Khan”. Era uno scherzo... Successe un pandemonio » . Amerigo Terenzi, l’amministratore del giornale, lo chiamò infuriato. « Mi disse: “ Ti sei messo in un bel guaio”. Per fortuna intervenne Palmiro Togliatti che mi salvò dal licenziamento » . E non fu l’unica volta che rischiò di essere cacciato. Poco dopo l’attentato, Togliatti ebbe un incidente d’auto in Val D’Aosta. Seguì una delicata operazione. Il Pcus, ricorda Ghirelli, accusò i compagni italiani di « scarsa vigilanza » . Stalin richiamò a Mosca Togliatti. Sperava di convincerlo a lasciare la segreteria del Pci per assumere un incarico al Comintern. « Approfittando di quella temporanea assenza, Antonio Secchia e tutta la fronda a Togliatti si diede un gran daffare. Il tutto d’accordo con Stalin che voleva liberarsene. In quei giorni feci un corsivo in terza pagina. Il titolo era: “ Togliatti è lontano, i topi ballano”. Successe il finimondo » . Telefonata dell’amministratore, sfuriata, minaccia di licenziamento. « Mi disse: “ Ma ti rendi conto di cosa hai scritto? Così ci metti nei guai” » . Non che ci fosse una vera censura. « Nessuno ci diceva cosa dovevamo scrivere. Ma era evidente. Il primo condizionamento, del resto, era dentro di noi. C’era una mistica dell’Urss che noi stessi condividevamo. Se vedevamo una mucca sovietica, pensavamo che il suo latte fosse migliore » . Venuti meno i soldi di Mosca, “ Paese Sera” fu costretto a chiudere. La redazione si divise tra Repubblica e la Rai. "
Shalom