«Ogni intervento di riduzione tasse deve prevedere taglio spese»
Fazio: la situazione dei conti pubblici è grave
Il governatore: «In assenza di correzioni il rapporto deficit-Pil rischia di arrivare entro qualche anno al 6%»
ROMA - Ora è scontro frontale tra governo e Banca d'Italia. «La situazione dei conti pubblici italiani emersa a metà dell'anno in corso è grave».
L'allarme è stato lanciato dal governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, nel corso della sua audizione presso le commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato sulla Finanziaria. «In assenza di correzioni», avverte il numero uno di via Nazionale, «nei prossimi anni il fabbisogno del settore statale raggiungerebbe 6 punti percentuali del prodotto; il saldo primario risulterebbe negativo. Il peso del debito crescerebbe».
NIENTE TAGLIO TASSE SENZA TAGLIO SPESE - Secondo Fazio, l'andamento dei conti pubblici e il rispetto del tetto del 2% «andranno sottoposti, per un efficace attuazione delle misure adottate, a un monitoraggio preferibilmente con periodicità mensile, che potrebbe essere affidato ad un alta commissione o comunque ad un adeguato livello istituzionale».
Il numero uno di via Nazionale ha anche criticato duramente la politica dei condoni portata avanti dal governo Berlusconi.
E sul taglio delle tasse avverte: «i conti pubblici italiani non sono in grado di sopportare un taglio delle tasse se prima non si riduce la spesa. Ogni intervento di riduzione del prelievo non fondato sul rallentamento delle erogazioni non è sostenibile».
RIPRESA - Fazio si è poi soffermato sulla necessità di rilanciare l'economia sottolinenado che «I necessari provvedimenti di rilancio dell'economia richiedono il reperimento, su base durevole, di risorse aggiuntive rispetto a quelle previste dal disegno di legge finanziaria». Per il governatore nel 2004 l'aumento del Pil «dovrebbe portarsi all'1,2%, contro il 2% per l'area dell'euro». Per Fazio la ripresa produttiva «dovrebbe rafforzarsi nel prossimo anno». Fazio ha osservato anche che interventi di politica economica «sono necessari per portare la crescita dell'economia in Italia intorno al 2%, in linea con quella prevista in media per gli altri Paesi dell'area».
13 ottobre 2004