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    Predefinito La svizzera:il luogo in cui TUTTI, con la democrazia diretta, possono dire la loro!

    Storia (e vantaggi) di una democrazia "a cielo aperto"
    di Victoria Curzon Price

    Una tassazione molto bassa e un uso frequente dei referendum: sono questi i segreti dei successi economici e istituzionali della Svizzera

    di Victoria Curzon Price

    La Svizzera rappresenta un Paese di straordinario successo dalla maggior parte dei punti di vista. È pacifica, prospera e senza disoccupati. È anche non priva di stranezze. Si tratta infatti della sola democrazia al mondo a fare un frequente ricorso (secondo taluni, anche troppo) all'istituto del referendum. Possiede fratture socio-economiche molto rilevanti per una popolazione così piccola (7,1 milioni di persone): è separata religiosamente tra cattolici e protestanti; è divisa etnicamente tra Europa settentrionale e meridionale (mediterranea); come è ben noto è pure ripartita linguisticamente in aree che parlano il tedesco, il francese, l'italiano e il ladino; è divisa tra alte montagne e fertili pianure, tra cantoni «interni» e «di frontiera», tra città e campagna, tra cittadini svizzeri e una larga presenza di popolazione immigrata. Tuttavia tali diversità non conducono a conflitti poiché sono gestite dal sofisticato sistema politico elvetico. Una grande cura, in particolare, è consacrata a non turbare mai una minoranza, con la conseguenza che ogni decisione collettiva è discussa fino al momento in cui non si raggiunge un compromesso che sia considerato accettabile da tutti. E questa è una delle qualità recondite che sono all'origine della buona riuscita della Svizzera.
    Un altro segreto del successo elvetico (connesso al suo ordine policentrico) è che in questo Paese il federalismo e il principio di sussidiarietà sono applicati con inusuale determinazione. Per tale ragione il governo federale non ha molto da fare (la politica estera, la difesa, la gestione del sistema pensionistico minimale di competenza statale, i servizi postali, le ferrovie, le autostrade e i due istituti federali per l'insegnamento superiore nel campo della scienza e della tecnologia). Sempre per tale motivo ben poche decisioni devono essere assunte a livello federale. La maggior parte degli oneri di governo è lasciata ai 26 cantoni, il più piccolo dei quali ha una popolazione di 14.500 persone e il maggiore arriva solo a 1.200.000 persone. All'interno di queste unità, comunque piccole, il metodo svizzero basato sul compromesso e sul rispetto delle minoranze continua a regnare sovrano. E questo deriva dal fatto che gli svizzeri, forse più che ogni altro popolo, amano la loro libertà e indipendenza, rifiutano di essere angariati e prendono molto sul serio la vita politica e civile.
    La dimensione locale delle loro decisioni politiche è, già in se stessa, un vantaggio che altri Paesi sfortunatamente non possono emulare. Così è difficile per quanti ricercano profitti politici riuscire a ottenerli a spese altrui senza essere smascherati (in Svizzera non vi sono una politica industriale o regole protezionistiche di cui valga la pena parlare, con la sola eccezione dell'agricoltura, che rappresenta davvero un caso speciale). La piccola mole delle unità politiche spiega anche perché quella del parlamentare non sia una professione a tempo pieno (le camere sono riunite in sessione solo poche settimane all'anno) e si presume che i rappresentanti del popolo abbiano un loro lavoro nell'economia «reale». Poiché essi hanno bisogno di condurre una vita all'esterno del mondo politico, essi non solo rimangono con i piedi per terra, ma restano in costante contatto con la gente comune. Hanno una buona percezione di ciò che «la base» sta pensando, di ciò che è realistico e di ciò che non lo è.
    L'imposizione tributaria cambia da cantone a cantone e tale competizione fiscale mantiene il livello impositivo globale ai livelli più bassi del mondo occidentale (31% del pil). Il cantone di Zug è famoso per non imporre alcuna tassa sulle imprese. Questo è punto di fondamentale importanza su cui le più grandi federazioni, e la stessa Unione europea, dovrebbero riflettere con attenzione. Gli svizzeri non difettano di alcun bene offerto pubblicamente (spendono anche circa l'1,5% del pil per la difesa, paragonabile all'1,7% dell'Italia, ad esempio), ma essi gestiscono tutto questo a un livello di governo più basso di quello di ogni altra nazione sviluppata. Questo discende dal fatto che la competizione fiscale non spinge solo a tenere le imposte a livelli modesti con lo scopo di attirare capitali, ma induce pure a offrire servizi pubblici di qualità. I cittadini svizzeri (e le loro imprese) votano costantemente con i piedi, scegliendo tra le diverse offerte di costi/benefici e mantenendo costantemente sotto pressione il settore pubblico, in modo da lasciare a esso ben limitati margini di manovra.
    Dall'esperienza svizzera l'Europa, e in generale il mondo stesso, devono trarre questa lezione, imparando a resistere di fronte a ogni tentativo di armonizzare la pressione fiscale, anche in forma moderata. La ragione grazie alla quale la Svizzera combina un basso livello di tassazione con un'offerta del tutto adeguata di beni pubblici è che essa è estremamente ricca in termini assoluti.e una delle ragioni in virtù delle quali essa è così ricca è conseguente al fatto che il livello della tassazione è tanto basso... In termini assoluti, i governi della Svizzera e della Svezia prelevano circa la medesima tassa pro capite (nel 1997, 1.000 dollari a testa in Svizzera e 1.125 dollari in Svezia). Ma il livello svedese di tassazione era al 61,5%, doppio rispetto a quello elvetico.
    Questo invidiabile miracolo non discende dal fatto che i politici svizzeri siano migliori di quelli svedesi, ma è principalmente la conseguenza della competizione fiscale, la quale mantiene moderata l'imposizione fiscale e alti, invece, gli investimenti e lo spirito imprenditoriale.
    Un'altra ragione di questa felice situazione è l'istituto davvero straordinario del referendum, che non solo impone ai governi federali e cantonali di sottoporre importanti questioni al voto popolare, ma permette pure ai cittadini di prendere iniziative referendarie su questioni di interesse pubblico e, in particolare, di rigettare quelle scelte politiche che emergono da un già così complesso sistema di decisioni collettive. Così, mentre le coalizioni che governano la Svizzera sono considerevolmente stabili e inclusive (nessuno dei maggiori partiti è lasciato fuori gioco, a formare una forte opposizione politica), si può certo affermare che il ruolo di opposizione al governo è giocato dalla popolazione nel suo insieme. Nessun altro Paese al mondo si è tanto avvicinato a essere democratico, per la buona ragione che nelle altre democrazie la classe politica non sopporterebbe di avere il proprio potere talmente circoscritto ed è per tale ragione che una simile questione mai viene inclusa nelle piattaforme dei partiti. Come la Svizzera sia giunta ad adottare tale straordinario sistema è un interessante esempio di imitazione istituzionale hayekiana.
    Per coloro che hanno bisogno che lo si ricordi, Friedrich von Hayek affermò che le società - attraverso errori e tentativi (trial and error) - e grazie a un processo di selezione naturale, gradualmente adottano istituzioni sociali e politiche che creano un ordine di libertà (quelle che falliscono nel fare ciò sono destinate a scomparire). Questa evoluzione sociale, però, è quanto mai lenta, poiché il processo di apprendimento è inconscio e il processo di elezione spontanea è tutt'altro che razionale. Tutte le cose vanno in tal modo e molte società non riescono a progredire. Ciò nonostante, l'evoluzione sociale è molto più veloce di quella biologica perché «l'intera eredità culturale ... è trasferita attraverso l'apprendimento e l'imitazione». Così le società possono evolvere grazie a tentativi ed errori in virtù della loro propria esperienza (apprendimento), ma possono anche imparare dalle esperienze altrui (imitazione). Quando un'istituzione sviluppata da una società è ammirata da altri come particolarmente felice e capace di produrre frutti, essa viene adottata, imitata e adattata. Questo accelera in modo rilevante il processo di apprendimento per tentativi ed errori. Ad esempio, la democrazia e il libero mercato si sono mostrati molto più efficienti dell'autoritarismo statalista e stanno per essere fatti propri da un numero sempre più alto di società.
    Nel caso della Svizzera solo i tre minuscoli montuosi cantoni «interni» avevano una tradizione di democrazia diretta a cielo aperto, dato che fin dall'undicesimo e dodicesimo secolo si erano liberati dal giogo dei signori feudali e dall'aristocrazia. Aiutati dalle loro inespugnabili montagne, questi remoti contadini svizzeri mantennero con fierezza l'indipendenza, la libertà individuale e le forme democratiche di governo. Nel 1291 diedero vita a un'alleanza, destinata al successo, al fine di proteggersi dall'imperatore, che avrebbe desiderato controllare i passi alpini. Più tardi essi furono raggiunti da una dozzina di altri cantoni, ugualmente ansiosi di essere indipendenti da ogni potere politico straniero. Questi cantoni di pianura avevano le loro aristocrazie, e anche corporazioni, signori, principi e vescovi. Essi guardavano di traverso questi cantoni montuosi «interni», con quel loro singolare metodo ugualitario che coinvolgeva tutti i maschi adulti in ogni decisione collettiva, senza fare ricorso all'aiuto di una stabile élite. Ma il sistema era durato mille anni quando, nella prima metà del diciannovesimo secolo, un'ondata di sentimenti rivoluzionari attraversò l'Europa e gli stessi cantoni aristocratici della Svizzera. I modesti contadini di pianura di questi cantoni avevano avuto modo di osservare i loro cugini dei cantoni «interni» e certo invidiavano la loro libertà da ogni governo aristocratico. Essi divennero sempre più inquieti e difficili da controllare. Il conflitto latente tra queste due forme di governo esplose in una breve guerra civile nel 1847 ed è da qui che lo Stato moderno della Svizzera è nato. Tra le altre cose, la Costituzione del 1848 generalizzò a tutti i cantoni il sistema referendario. Ma le richieste per una maggiore rappresentanza a livello cantonale continuarono a crescere al di fuori dei cantoni «interni». Nel 1869 l'aristocratico cantone di Zurigo riconobbe il sistema referendario e di iniziativa popolare: una decisione presto imitata da tutti gli altri cantoni rimanenti, così che il Paese iniziò a costruire quel suo destino pacifico, prospero e ordinato che oggi conosciamo.
    Le élites aristocratiche, certamente a causa delle pressioni a cui erano sottoposte, imitarono un'istituzione che aveva dato mostra del proprio valore all'interno dei cantoni vicini. Essa fu appassionatamente adottata dalla gente comune, da allora essa mostra tutta la sua validità. Oggi essa costituisce il principale ostacolo a un ingresso della Svizzera nell'Unione europea.
    Il referendum dà potere all'uomo comune (adesso anche alla donna comune) con il risultato che il marxismo e il socialismo interventista non sono mai riusciti a ottenere consensi. La larghissima coincidenza di interessi tra datore di lavoro e dipendente è pienamente riconosciuta e gli scioperi sono un qualcosa di quasi sconosciuto. C'è molto poca legislazione «progressista» in tema di lavoro e, in particolare, nessun minimo salariale imposto. Se la disoccupazione è circa l'1,5% della popolazione lavoratrice questa è la conseguenza del fatto che i mercati del lavoro sono flessibili. Diversamente che negli altri Paesi europei, è una pratica comune quella degli imprenditori che condividono con i dipendenti i vantaggi conseguiti nei momenti di successo distribuendo bonus non salariali, ma anche - nei momenti difficili - decidendo tagli salariali. La gente preferisce una riduzione dello stipendio piuttosto che la perdita del lavoro. Se l'azienda è gestita in modo inefficace, naturalmente non riuscirà a tenere per lungo i propri dipendenti, e fallirà. Ma se le difficoltà sono dovute a una situazione generale di carattere macroeconomico, l'economia svizzera attraverserà la tempesta con una disoccupazione notevolmente bassa, grazie alla flessibilità del suo mercato del lavoro.
    L'interrogativo a lungo termine per il resto dell'Europa, allora, è il seguente: quanto tempo ci vorrà prima che in Gran Bretagna, in Germania o in Italia un partito politico si proponga di attribuire potere agli elettori grazie ai referendum? Quanto tempo ci vorrà prima che stanchi e disillusi elettori avvertano i vantaggi connessi all'imitazione di un'istituzione come questa, di così incredibile successo?

  2. #2
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    "Molti canti ho sentito nella mia terra natìa, canti di gioia e di dolor. Ma uno mi s' è inciso a fondo nella memoria ed è il canto del comune lavorator"...spettrale residuo di quegli estatici giorni rivoluzionari!
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    si ma tu lo sai ke i neutralissimi(e vigliacchi perchè assecondavano sempre il + forte, di nascosto)svizzeri erano d'accordo cn i nazisti durante la II guerra mondiale?...

  3. #3
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    In Origine Postato da Eegol
    si ma tu lo sai ke i neutralissimi(e vigliacchi perchè assecondavano sempre il + forte, di nascosto)svizzeri erano d'accordo cn i nazisti durante la II guerra mondiale?...
    io parlo di modello politico....loro sono un paradiso

    x quello consideravano gli italiani degli animali fino a 20 anni fa....

    TU GUARDA ADESSO: LA SVIZZERA E' UN PARADISO DI DEMOCRAZIA DIRETTA E LIBERTA'!!!! ALTRO KE NOI!
    ps cosa ne pensi dell'articolo di victoria curzon, se l'hai letto?

  4. #4
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    In Origine Postato da Enrico1987
    io parlo di modello politico....loro sono un paradiso

    x quello consideravano gli italiani degli animali fino a 20 anni fa....

    TU GUARDA ADESSO: LA SVIZZERA E' UN PARADISO DI DEMOCRAZIA DIRETTA E LIBERTA'!!!! ALTRO KE NOI!
    ps cosa ne pensi dell'articolo di victoria curzon, se l'hai letto?
    Se è un "paradiso", che aspetti ad emigrare?

  5. #5
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    In Origine Postato da Augustinus
    Se è un "paradiso", che aspetti ad emigrare?
    io voglio migliorare l'italia

  6. #6
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    In Origine Postato da Enrico1987
    io voglio migliorare l'italia
    Diventa indipendentista e vieni a darci una mano in Sardegna!!!
    CCS - SNI

  7. #7
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    In Origine Postato da Enrico1987
    io voglio migliorare l'italia
    senti a me: è meglio che te ne vai in Svizzera ...

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    In Origine Postato da Augustinus
    senti a me: è meglio che te ne vai in Svizzera ...
    NO NO...pero' se vuoi ti presto una makkina del tempo di sola andata:PUOI SCEGLIERE TRA LA SPAGNA DEL 1500 e LO STATO DELLA CHIESA SEMPRE DEL 1500..alla corte di giulioII

  9. #9
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    In Origine Postato da Enrico1987
    NO NO...pero' se vuoi ti presto una makkina del tempo di sola andata:PUOI SCEGLIERE TRA LA SPAGNA DEL 1500 e LO STATO DELLA CHIESA SEMPRE DEL 1500..alla corte di giulioII
    Nooo ... preferisco il periodo di S. Pio V - Sisto V.

  10. #10
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    In Origine Postato da multietnico
    ha detto che vuole migliorare l'italia,mica che vuole diventare un leghista
    Tò, il (pseudo) comunista sciovinista!! chi ti ha chiamato in causa? Pensavo ti fossi arenato nella discussione sul fronte rosso, ma invece continui imperterrito!! ...quand'è che vi ripigliate Zara e la Dalmazia leghista??
    CCS - SNI

 

 
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