Dopo i cammerati da stadio ora abbiamo anche i tradizionalisti da stadio. Vi sottopongo questo gustoso scritto che spiega le ragioni di questo ennesimo gruppo ultras (anzi, ultrà, questi sono della maggica... ).
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In Curva Sud non c'era di certo bisogno di un altro Gruppo Ultras o di una Sigla come un'altra in più per caratterizzarne la forma e il modo di essere complessivo che già esprime. Non avremmo mai, quindi, operato la scelta di costituire la Casta per una semplice motivazione di tipo quantitativo o territoriale ma avremmo preferibilmente continuato a testimoniare la nostra visione della vita con la semplice presenza personale all'interno della Curva e del Movimento Ultras in generale. Ciò che dunque ci ha spinto in questa direzione è da ricercarsi piuttosto nel desiderio di rimarcare in maniera integrale una serie di approcci di tipo Tradizionale all'Esistenza che, secondo noi, seppur presenti all'interno del mondo Ultras, sono spesso frammisti ad altri che ne sono l'estremo contrario. Per noi, ad esempio, la tematica del rifiuto del calcio moderno non è che una parte applicata del rifiuto più generale che facciamo del mondo moderno nel suo complesso e del quale ci facciamo portatori, appunto, anche allo stadio che non percepiamo minimamente come una realtà separata dal resto della nostra vita e dal come vogliamo viverla. La nostra ricerca di integralità Tradizionale non è che la necessaria conseguenza di una visione dell'Esistenza che si impone per la sua Unicità e interezza e per la necessaria coerenza e applicazione dei valori e dei Principi che la ispirano ad ogni aspetto della quotidianità. I Valori e i Principi ai quali teniamo ad uniformare tutti gli aspetti della nostra vita sono quelli della Tradizione nel senso più alto ed integrale che questa parola significa e rettifica rispetto all'abuso che oggi sempre più spesso se ne fa ed è chiaro che il nostro gruppo, sotto questo aspetto, non è nient'altro che la adeguata riflessione di questi valori e Principi al grado corrispondente di realtà che lo Stadio rappresenta. Le situazioni, i vari aspetti della realtà sono vari e molteplici ma i Principi che devono informarli sono Immutabili come le Idee da cui provengono.In Atene gli appartenenti alla casta dei guerrieri vivevano appartati sull'Acropoli, in qualche modo separati, dal resto della popolazione: per questo ci piace apparire poco e sembriamo una realtà refrattaria e poco collegata al resto delle iniziative concordate e promosse dagli altri gruppi Ultras della Curva ma non è per dissenso o per una forma elitarismo alla buona, ribadiamo è solamente ed esclusivamente per la nostra recalcitranza al noto, al protagonismo esteriore sotto tutte le forme e al proselitismo. Dalla Casta è più facile uscire che entrare. In questo gruppo non sono ammesse persone con oltre 30 anni di età se non con compiti sussidiari o per particolari attributi di storia personale o merito spirituale e mai con funzioni direttive immediate o che non abbiano a che fare con un'attitudine alla conoscenza e alla utile e giusta guida spirituale delle nostre Prime Linee. Crediamo che l'esperienza Ultras serva oltremodo a forgiare i più giovani a dei valori e a dei Principi che possano aiutarli ad orientarsi con Onore nel corso di tutta la loro vita, soprattutto in una società decaduta come questa che non offre, per sua costituzione, ai giovani la possibilità di misurarsi con eccellenza con dei valori come, appunto, la fedeltà, la lealtà e l'onore, questo perché, detta società, semplicemente non li riconosce come valori preferendo ad essi la mediocrità, il livellamento in basso e il trasformismo più spietato.Nella Casta non sono identificabili gli organi direttivi che comunemente definiscono l'apparato organizzativo degli altri gruppi Ultras; non ci sono Direttivi, né Tesserati, né tantomeno Leader noi conosciamo solo il nostro Capo al quale è demandata ogni iniziativa del gruppo e nella quale figura è racchiusa l'intera responsabilità sia del più semplice, sia del più complesso atto della nostra attività, compreso quella di custodire e difendere i vessilli e lo striscione della Casta. Lui responsabile di tutto, ognuno di noi responsabile per la sua funzione di fronte a lui. Riteniamo fondamentale per il mantenimento dell'integralità del nostro modo di essere, evitare a priori, ogni forma relazionale ed apparato organizzativo che è palesemente riferibile ad un modo moderno di organizzarsi e che nulla ha a che fare con alcuno dei valori tradizionali che incarniamo con lucida, libera e precisa volontà. Non si può essere fedeli interamente ad una vocazione, a una scelta, a un insegnamento e poi assumere per proprie, forme e termini, che sono l'esatto opposto di quello che si vuole e si dice di portare avanti. I Leader ci fanno venire in mente il modo degradato e superficiale con il quale la mentalità moderna definisce uno pseudo-capo di partito o un semplice capitano d'industria; i Direttivi invece ci richiamano le associazioni, i partiti ed i movimenti di massa che in nome della democrazia si illudono di autogovernarsi. Da parte nostra siamo sostenitori della gerarchia e della differenza delle nature umane e consideriamo, quindi, le forme organizzative ed associative di queste diverse nature come un corpo dove ci sono testa, cuore e tutto il resto delle membra ed organi e su questo modello non deviato conformiamo la nostra forma organizzativa e il suo ordine corrispondente. Pensiamo che il sincretismo in generale e la svalutazione delle forme rispetto ai principi siano il nemico più subdolo per una esperienza che voglia essere alternativa sul serio a qualunque grado di realtà.Nella Casta al posto di direttivi e similerie, per tutto quello che riguarda la giusta condotta da seguire o la risoluzione di una grave controversia tra i membri, su richiesta esplicita del Capo, fa fede quanto indicato dal PANCAJAT di Casta in merito alla questione sollevata. Il PANCAJAT di casta è una antichissima istituzione, l'equivalente di un consiglio di saggi, che nell'India indo-aria regolava la vita della Casta in casi di eccezionale portata. Come si evince, Esso, al contrario di tutte le sovrastrutture simili a parlamentini che decidono, invadono e ratificano su tutto, si riunisce solo in caso di assoluta necessità decretata dal Capo. Quindi meno il PANCAJAT è visibile, meno illumina apparentemente, più la vita di casta significa che va a gonfie vele, senza scossoni e persegue precisamente i suoi scopi ben guidata dal suo capo e dalle sue membra. Si tende nella Casta a formare persone autonome veramente, lontane da ogni irrazionalismo, lucide in ogni circostanza piccola o grande, scevre da vuoto sentimentalismo e pronte ad essere misurate nella loro vocazione dalla solitudine più interiore. Il Silenzio per noi è un valore maggiore della parola. Siamo sicuri che una persona che debba sempre essere sollecitata a parole sia vacillante nelle sue convinzioni più profonde, le quali, se sono tali, devono consentirgli di portarle avanti con rigore anche nella più perfetta solitudine. Per questo le riunioni non sono il nostro forte e pure quando le facciamo assumono sempre il sapore del simposio piuttosto che quello della riunione di partito. Ognuno di noi ha una Natura che non ha bisogno di sollecitazioni e indoramenti e che gli dice cosa deve essere fatto in ogni momento. Fino a che non si conosca a fondo la propria Natura è preferibile impegnarsi in qualcosa di meno piuttosto che in più ma a quel qualcosa di meno va tenuto fede fino in fondo, senza esitazioni o bisogno di aiuto. Disdegniamo quel falso cameratismo che ha bisogno della vicinanza fisica con gli altri per produrre comportamenti idonei. Un Camerata è capace di vivere e morire in compagnia dei suoi soli Ideali e di Dio, non gli serve nessun altro appoggio necessariamente. Un Guerriero è per forza di cose un Aristocratico, appartiene alla schiatta dei migliori, dei disinteressati, a qualunque latitudine si trovi; ha un codice d'onore e una cavalleria d'animo; disprezza un qualunque utilizzo della forza senza giusta e Santa causa ed è sempre portato a prendere le parti dei più deboli e vessati senza richiedere nulla in cambio. Non transigiamo su questo punto: disdegniamo ogni offerta e ostentazione di forza affetta da protagonismo e non commisurata alla sua causa. Facciamo nostri i valori più profondi della BAGHAVAD-GITA e del suo eroe: Arjuna.Tornando allo specifico, ci facciamo vanto di essere presenti, non tanto a tutte le trasferte (cosa che comunque abbiamo fatto fin dall'inizio) ma soprattutto in quelle considerate più OSTILI in Italia e fuori a testimoniare la nostra Romanità integrale, il nostro Tradizionalismo Romano. L'altro tema con il quale siamo profondamente legati e solidali con tutti gli altri gruppi della Curva che ne fanno anche loro un punto d'onore è la lotta all'infamità a tutti i livelli. Lo stadio deve diventare impraticabile per tutti coloro che non sono cristallini da questo punto di vista. Per troppi anni su questo punto si è attuata una certa elasticità che ha permesso a persone ibride di infiltrarsi, riciclarsi, rimescolarsi, corrompere l'ambiente dando così un cattivo esempio ai giovani, costituendo a volte per loro, in virtù di un' età avanzata e di un certo modo di atteggiarsi, anche un modello; un modello che non poteva essere tale e che non poteva che avere un effetto deleterio per le giovani menti che, di tutti altri esempi, semmai hanno bisogno. Questa gente deve capire che lo Stadio non è più il rifugio degli scartati, un luogo dove riciclarsi e ostentare ciò che non si è anche fuori. Non cederemo di un passo su questa battaglia. La vigilanza va mantenuta anche dopo la bonifica completa: le mele marce usano tutte le peggiori tattiche di trasformismo e la più raffinata tecnica di approfittamento e carpimento della buona fede, soprattutto dei più giovani, per portare il loro veleno e la loro carcassa piena di carogne in ogni luogo sano e incontaminato. Per ultimo le diffide. Non ne facciamo un dramma. Conosciamo fin troppo bene la vera natura del potere che ci perseguita. Non reclamiamo più di tanto, se non nelle sedi opportune, perché ci piace avere il pudore nei confronti dei Fratelli che per altri e ben maggiori motivi di ingiustizia stanno soffrendo molto più di noi di questi tempi. In confronto a loro ci pare lieve, nonostante tutto, il carico da portare e non ci piace passare per delle vittime o essere adulati per un semplice provvedimento amministrativo avverso. L'unica cosa che ci teniamo a sottolineare è che fino a che ci saranno le condizioni per poter esporre i nostri vessilli lo faremo ben volentieri dopodiché, se ciò non fosse più, continueremmo a combattere e a vivere la nostra esperienza spirituale a titolo personale e con la ferma convinzione che si è Guerrieri dentro e che ogni nostro Simbolo e stendardo prima di essere esposto e visibile fuori è ben radicato nella parte più essenziale del nostro Essere: il CUORE.