Antenna 3 e Telelombardia si fondono (per mercato e per politica) - Il Foglio
La tanto vituperata (dalla sinistra) legge Gasparri innesca un meccanismo di positivi cambiamenti nel sistema televisivo. All’argomento è dedicato un articolo del giornale di Giuliano Ferrara.
Milano. Premessa: la televisione commerciale serve per fare soldi, affari, business.
Postilla: la televisione commerciale si è rivelata uno strumento fondamentale per contribuire a formare l’opinione pubblica e quindi ha un peso politico fondamentale. Le piccole grandi manovre iniziate questa estate per la creazione di un polo televisivo lombardo tra Telelombardia e Antenna non si sottrae alla premessa né alla postilla. Specialmente alla vigilia di una tornata elettorale 2005 il cui l’esito in Lombardia non sarà trascurabile né per il centrodestra, né per il centrosinistra. Andiamo con ordine: mettere insieme le due principali antenne locali lombarde è di per sé un fatto significativo. Un fatturato di 25 milioni di euro, una platea di ascolti di 2,5 milioni di telespettatori, poco meno di Sky, per intenderci. Non a caso a guidare l’operazione di ingegneria finanziaria c’è Giuseppe Garofano. L’ex "cardinale" di Montedison attraverso la società 2010 aveva disegnato il progetto di fusione delle due emittenti, e successivamente attraverso la Alerion, di cui è azionista e presidente d’onore, detiene l’8,3 per cento del capitale di Eurovision, la società che oggi controlla entrambe le emittenti. Se Garofano è la mente e il braccio finanziario, Sandro Parenzo è il regista del mercato. Patron di Telelombardia, azionista principale di Eurovision, è lui ad avere "assorbito" l’Antenna 3 degli ex rivali Giunco e Bernasconi. Sarà lui, Parenzo, a disegnare i palinsesti delle due emittenti in modo che si compongano come un bouquet da televisione satellitare. Più sport di qui, più film di là, e così via. Il riferimento alla tv satellitare non è casuale. Così come è necessario pensare alla vituperata (a torto) legge Gasparri. La nuova normativa sul mercato delle comunicazioni consente alle televisioni locali di creare poli multiregionali. E in questi casi la massa critica e le razionalizzazioni di costo sono importanti. Così come decisive le dimensioni possono essere per competere in un mercato televisivo che con il digitale terrestre rischia di essere ridisegnato con la nuova caccia alle frequenze. E anche perché il digitale terrestre può diventare quello che Internet non è stato, almeno per una fascia di utenza meno giovane.
L’interattività è un elemento molto utile che potrà dare alle Regioni un ruolo centrale.
I servizi per i cittadini potranno essere veicolati proprio attraverso le emittenti attrezzate con il digitale. E allora ecco l’importanza della vigilia elettorale. Preparare una piattaforma utilizzabile da chiunque vinca la sfida. Centrodestra, più probabile, centrosinistra, comunque possibile. Quindi il nuovo controllo del polo televisivo lombardo deve essere meno schierato, più flessibile, disponibile a flettere verso una eventuale nuova maggioranza lombarda. Parenzo, con il suo passato socialista, è il più attrezzato. Certamente lo è meglio di due editori più collocati nel centrodestra come Giunco e Bernasconi. E in questo orizzonte potrebbe essere compatibile anche il ruolo, affermato e smentito mille volte, di Rcs. Di certo c’è solo che lo studio Vitale & Associati, del presidente di Rcs MediaGroup, Guido Roberto Vitale, è
advisor della società di Parenzo. Un polo televisivo regionale meno "leghista" e più dialogante, se non ancora espressamente di centrosinistra, è una necessità per chi cerchi di fare business, come la tv commerciale esige. Anche il ruolo di Garofano potrebbe garantire quella laicità del denaro che invece rischiava di non essere compatibile con il forte radicamento politico di Antenna 3. D’altronde a Telelombardia, per la conduzione di Iceberg, dopo il compianto leghista anomalo Daniele Vimercati, è passato anche (con poco successo) un parlamentare di centrosinistra come Gianni Rivera. Di fronte a questo polo televisivo "disponibile" potrebbe per contrario rafforzarsi e
arroccarsi uno più duro e puro, quello che fa capo a Lagostena e alla società Profit (Odeon tv, Telereporter). Non a caso l’emissione di Telepadania avviene utilizzando Telecampione, un'altra emittente di Lagostena. Politica e affari finirebbero per coincidere in un posizionamento di mercato segnato dall’appartenenza all’ala leghista della Casa delle libertà, quella non dialogante, ma molto forte ancora in Lombardia e non solo nelle valli prealpine.
Marco Barbieri
Tratto da "Il Foglio" del 20/10/2004