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  1. #11
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    Predefinito D'Alema, Prodi e Fassino ... pronti a saltare fuori verso l'una !!!

    ... ieri sera tutti a declamare la maggior affluenza alle urne per le presidenziali americane .... e code infinite di elettori, gia' dalla mattina, sino alle ore inoltrate serali, in special modo nei rioni piu' popolari delle citta'.
    Le seconde file del GAD ... tutte in Tv a commentare i risultati ...e i leader D'Alema, Fassino e Prodi ... in attesa di essere intervistati non appena ci fosse stata la certezza della sconfitta di Bush ... e giu' mazzate al povero Berlusca !!
    C'era chi sosteneva che questa affluenza massiccia alle urne era il sintomo di un risveglio dei ceti meno abbienti verso la politica ... ed il segnale di una sicura vittoria di Kerry ... ma il risultato "netto" di Bush sia in termini di voti popolari che di rappresentanti in Congresso sembra segnalare che il "popolo americano" ... al di la' del censo e della appartenenza ... abbia scelto in modo pragmatico e non emozionale.
    In Italia si attendeva la vittoria di Kerry quasi come una sconfitta del Governo di Berlusconi ... mi vedevo gia' i titoli in rotativa ... ma, visti i risultati, con oggi si riprendera' a parlare di Juve, strozzapreti alla parmigiana e strafighe alla Velina ... in attesa di poter rimettere in prima pagina il Berlusca alla prima parola "ambigua" che pronuncera' ...
    Tutto sommato anche alla Grande Ammucchiata dei Disperati (GAD) va bene la riconferma di Bush ... con Kerry avrebbero avuto notevoli difficolta' a continuare a sostenere la loro teoria del disimpegno militare nell'area calda medio-orientale.

  2. #12
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    Predefinito tratto da IL GAZZETTINO Online 6 novembre 2004

    D'ALEMA E RUTELLI CONTRO CHI DICE "NO"

    di ALBERTO SENSINI

    E adesso? La sinistra italiana sperava nel tonfo di George W. Bush. E invece del tonfo, «lo sceriffo un po' scemo» - come lo chiamavano fino a ieri - ha avuto un trionfo, diventando addirittura il Presidente più votato di tutta la storia bisecolare degli Stati Uniti.
    Puntualmente, le reazioni sono state determinate più dall'analisi sommaria dei riflessi sulla situazione politica interna che non dalla riflessione sul senso profondo del voto americano. Vecchio vizio italiano, questo.

    In questa chiave, nessuna sorpresa ma una differenza di fondo. Il centrodestra, che ha sempre appoggiato la linea del governo Bush esulta e ha tutto il diritto di farlo. Magari forzando un po' la mano. Come ha fatto Berlusconi che ha attribuito la vittoria dei repubblicani al taglio delle tasse (guarda caso!) piuttosto che al determinante fattore della sicurezza.

    Il centrosinistra, invece, tanto per cambiare, si divide. Si divide fra chi - come ha detto Piero Ostellino - continuerà a «intingere la penna nell'olio di ricino» demonizzando domani Bush esattamente come ha fatto fino ad oggi e chi, invece - come Massimo D'Alema, per esempio, e Francesco Rutelli - cerca di trarre dalla delusione qualche insegnamento utile per la propria parte.

    Quando D'Alema dice che dalla vittoria di Bush nascono due lezioni per la sinistra - capire le ragioni dell'avversario e parlare ad una platea più vasta - parla a nuora perché suocera intenda. E la suocera è quella parte della sinistra - da Bertinotti a Pecoraro, da Folena a Diliberto - che grida «al regime», «non guarda mai all'altra parte del campo», «non capisce le ragioni degli altri».

  3. #13
    brescianofobo
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    Predefinito Re: tratto da IL GAZZETTINO Online 6 novembre 2004

    Originally posted by nuvolarossa
    D'ALEMA E RUTELLI CONTRO CHI DICE "NO"

    di ALBERTO SENSINI

    E adesso? La sinistra italiana sperava nel tonfo di George W. Bush.
    Amici, un intervento lampo del Brunik per ristabilire la verità: non era la sinistra italiana a sperare nel tonfo di Bush, ma la gente italiana.

    Il 78 % dei nostri connazionali prova sentimenti di rabbia, frustrazione, e paura per la rielezione del texano guidato dalla Bibbia.

    I bush-entusiasti sono solo il 17%.

    (Istituto Piepoli su La Stampa)

    Questa destra ormai si sta scollando dai cittadini: tifava Bush solo perchè amico di Berlusconi, l'ennesima prova che nel pollista alberga un cervello di gallina.

  4. #14
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    Predefinito tratto da L'OPINIONE 9 novembre 2004

    Sulla giustizia Rutelli spiazza Prodi



    Alla vigilia del vertice della maggioranza sulle tasse e sul rimpasto, il leader della Margherita lancia un appello in favore della ripresa del confronto tra maggioranza ed opposizione sul tema della giustizia. La sua iniziativa viene accolta favorevolmente negli ambienti del centro destra ma scatena polemiche e contrasti all’interno della Ulivo. Ds e prodiani si sentono scavalcati ed ammoniscono Rutelli di non tornare a ripetere iniziative personali e non concordate.

  5. #15
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    Predefinito ore 21, stasera in Tv: Chi l''ha visto ?

    La serratura del Listone

    Della lista Uniti nell’Ulivo non c’è traccia su internet e neppure negli elenchi del telefono o sullo stradario capitolino. In questo momento, non ha né sito né telefoni né sede. Non ci credete? E allora vi raccontiamo le nostre disavventure nel tentativo di trovare qualche segno di vita del Listone.
    Prima di tutto siamo andati a curiosare sul sito www.unitinellulivo.it, quello dove si trovavano le notizie della lista che ha fatto il suo esordio nelle recenti elezioni europee. Abbiamo scoperto che il sito non è aggiornato dall’8 settembre. Potete trovarci qualche commento a caldo sul voto europeo e sul risultato non troppo esaltante del Listone (31,1 per cento). In più, ci sono i volti sorridenti di Romano Prodi e Massimo Cacciari.
    Poi siamo andati a curiosare nella sede di piazza Ss. Apostoli a Roma, quartier generale della lista Uniti nell’Ulivo nel periodo delle elezioni europee. Anche qui ci ha preso lo sconforto. Quell’appartamento (abitato da Antonio Di Pietro ai tempi dei Democratici con il logo dell’asinello) è tornato a ospitare alcuni uffici della Margherita. Fuori della porta è rimasto il simbolo del Listone, ma se suonate nessuno vi risponderà a nome di Uniti nell’Ulivo.
    Ci hanno pure raccontato un episodio curioso. Quando al ritorno dalle ferie estive qualcuno dei giovani dello staff di Uniti nell’Ulivo si presentò in quegli stessi uffici di piazza Ss. Apostoli, si scoprì con sconcerto che era stata cambiata la serratura. Proprio come si fa quando ci sono troppe chiavi in giro dello stesso appartamento o si divorzia da un marito o da una moglie che non vorremmo ritrovarci tra i piedi. A cambiare le chiavi, ovviamente, ci hanno pensato i locatari della Margherita.
    Insomma, del Listone non c’è traccia. Eppure non c’è tempo da perdere per preparare liste e candidati in vista delle prossime elezioni regionali. Sappiamo bene che Ds, Sdi, Margherita e Mre hanno deciso di ripetere per l’occasione l’esperimento della lista Uniti nell’Ulivo. Lo faranno di sicuro nella maggior parte delle regioni italiane. Il nuovo cimento serve infatti a far fare un passo in avanti al progetto di Federazione dei riformisti, forse propedeutico prima o poi a una nuova formazione politica del centrosinistra.
    Intanto, però, del Listone non c’è traccia, né su internet né a piazza Ss. Apostoli. Se la battutaccia non fosse scontata e nella trasmissione tv di Raitre non si affrontassero casi umani molto seri, ci verrebbe da dire che dovremmo proprio rivolgerci a “Chi l’ha visto?”. Ma, di sicuro, dopo le vacanze di Natale, sito e uffici del Listone torneranno a pulsare come una Federazione sola.

    .....................
    tratto da AprileOnLine 12 novembre 2004

  6. #16
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    Predefinito tratto da IL GAZZETTINO DEL SUD 23 novembre 2004

    L'auspicata federazione diventa spezzatino. Fassino si premura a definire «una sciocchezza» l'ipotesi del partito unico

    La presentazione delle liste unitarie alle regionali arriva sul binario morto.
    Tocca a Prodi risolvere il rebus

    Scontro aperto tra Ds e Margherita

    Alessandro Di Matteo

    ROMA – Non si trova l'intesa sulla lista unitaria dell'Ulivo per le prossime regionali: Ds e Sdi da una parte e Margherita dall'altra continuano ad alzare il tono delle polemiche e c'è chi comincia a scommettere che alla fine non se ne farà nulla. La discussione va avanti da mesi: la Quercia e i socialisti chiedono che alle regionali della prossima primavera i partiti della federazione dell'Ulivo (Ds, Sdi, Margherita e Mre) ripropongano la lista unitaria già presentata alle europee dello scorso giugno; la Margherita invece, o meglio la maggioranza del partito che si regge sull'asse Rutelli-Marini, preferisce che ciascuno corra con il proprio simbolo e, in ogni caso, rifiuta una decisione a livello nazionale e chiede che si decida Regione per Regione. Una discussione che cela una vera lotta per definire gli assetti e i rapporti di forza dentro l'Ulivo. Per la Quercia andare avanti col progetto della federazione e della lista unitaria significa limitare la libertà d'azione della Margherita, dato che fino al momento i Dl continuano a “smarcarsi“ al centro su temi come la scuola, la giustizia e via dicendo, mettendo così in difficoltà i Ds. La Margherita, però, non intende rinunciare completamente alla propria visibilità, temendo che un partito giovane come i Dl finisca per atrofizzarsi. Ieri, dai Ds, sono arrivati segnali che fanno pensare ad un ultimatum. Ha spiegato il coordinatore della segreteria della Quercia Vannino Chiti: «Se la Margherita non ritiene oggi di poter assumere l'obiettivo della lista unitaria alle regionali, con qualche eccezione in alcune Regioni, forse è meglio rinviare questo progetto ad un altro appuntamento». Dello stesso avviso il capogruppo dei senatori diessini Gavino Angius che, replicando a Marini dice: «Preserviamo la lista unitaria dallo spezzatino». Paolo Gentiloni, braccio destro di Francesco Rutelli, ha però rispedito al mittente l'accusa di voler mettere nel frigo la lista unitaria: «Non capisco perché – ha detto – i Ds vogliano mettere in soffitta la lista unitaria anche nelle Regioni in cui ci sono le condizioni per realizzarla». Tanto più che, sottolinea, «un mese fa, nel vertice della federazione ulivista con Prodi, avevamo concordato di scegliere a seconda delle condizioni politiche ed elettorali di ciascuna Regione. Perché oggi dovremmo fare marcia indietro dicendo: o tutto o niente?». La risposta, in realtà, è semplice e basta scambiare due parole con qualche dirigente dei Ds per averla: «Cosa pretendono – dice un membro della segreteria – che noi facciamo la lista unitaria, rinunciando a contarci, solo nelle regioni dove i Ds sono forti e la Margherita è debole, mentre andiamo ognuno per conto proprio dove la Margherita è forte e noi no?». Al momento, infatti, la Margherita sembra disposta a fare la lista unitaria soprattutto nelle Regioni “rosse” ed è chiaro che la prospettiva non piaccia ai Ds. La situazione è talmente tesa che Fabio Mussi interviene: «Siamo ormai alle male parole tra Ds e Margherita. Faccio un appello ai dirigenti dei due partiti: fermatevi». Ma, oltre all'appello, c'è anche un giudizio politico: «La polemica è la riprova la federazione è una forzatura: unito e unico non sono sinonimi». E a ruota il segretario Fassino precisa: «Il partito unico? È una sciocchezza». La prossima settimana dovrebbe tenersi il vertice con Romano Prodi e forse la vicenda troverà una soluzione. Il professore è stato il primo fautore della lista unitaria, ma da qualche tempo la sua voce su questo argomento non si sente. Ieri, invece, ha fatto sentire la sua voce Fausto Bertinotti per manifestare la propria «impazienza».

  7. #17
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    Predefinito tratto da IL CORRIERE DELLA SERA 23 novembre 2004

    Ulivo, naufraga la lista unitaria

    Alle Regionali progetto appeso a un filo.

    Accuse incrociate Margherita-Ds, cautela di Prodi

    ROMA - Alle Europee dieci milioni di italiani, quasi uno su tre, hanno scelto la lista unitaria di Romano Prodi. In primavera si torna al voto, ma alle Regionali il simbolo di «Uniti nell’Ulivo» probabilmente non ci sarà: al posto del ramoscello prodiano, che il Professore avrebbe voluto in tutte le regioni, gli elettori ritroveranno sulla scheda la Quercia di Fassino, la Margherita di Rutelli e la rosa di Boselli. Rientrato proprio ieri in Italia, l’ormai ex presidente della Commissione europea è stato accolto così. Con una rissa verbale che rischia di ripercuotersi pesantemente sui destini della federazione ulivista, il nuovo soggetto politico che il leader designato dell’opposizione pensava come «nocciolo duro» della Grande alleanza democratica. I Ds chiamano in aiuto Prodi e accusano gli alleati di aver sabotato il listone per mettere un freno alla federazione. E la Margherita rinfaccia ai Ds di aver innescato la marcia indietro sulla spinta dei sondaggi.
    Alla fine è accaduto quel che Prodi temeva, ha prevalso la difesa del «singolo interesse di parte»: il timore del giovane fiore rutelliano di veder avvizzire precocemente la sua corolla non presentando il simbolo per la seconda volta consecutiva, la voglia dei Ds di sancire il primato nel centrosinistra e lo scatto d’orgoglio dello Sdi, costretto alla conta dopo che Rutelli e Marini hanno accolto nella Margherita il «petalo socialista» di Enrico Manca. Fino a due giorni fa i Ds sembravano i più convinti sponsor del listone, ieri invece il coordinatore della segreteria Vannino Chiti allargava le braccia e sospirava: «Se non ci sono le condizioni prendiamone atto. Per le liste unitarie ci sarà un’altra occasione». E che dire del senatore dello Sdi Roberto Biscardini? «Meglio andare al voto ognuno con la propria lista, in tutte le regioni e in tutti i comuni». D’altronde ci sono i dati, quei dati elettorali che il partito trasversale dei detrattori, convinti che «nel Sud più liste ci sono più voti si prendono», non si stanca di sciorinare. La Calabria, ad esempio, dove il listone alle Europee ha preso 93 mila voti in meno rispetto alla somma dei partiti alle Provinciali. O la Campania, dove la lista unitaria è sotto del 3,8 per cento.
    C’è chi dice che Fassino, Rutelli e Boselli aspettavano solo «l’occasione giusta» per rompere il giocattolo unitario e il pretesto lo ha offerto Franco Marini, fissando a 7 su 14 il numero massimo di regioni in cui schierare il listone. «E che facciamo, due campagne elettorali? Che confusione, questa strada per noi è impraticabile» è l’ultimatum di Roberto Villetti per lo Sdi.
    Ora i Ds sperano che sia Prodi a trovare, come dice Luciano Violante, «una regola generale»: passi per un’eccezione o due, ma il listone deve essere presentato nella gran parte delle regioni o niente. Prodi sembra intenzionato a non infilarsi nelle beghe romane almeno fino al prossimo vertice della Gad, che non si terrà prima di lunedì, quando Rutelli sarà rientrato dalla Cina e Diliberto dalla Siria. Può l’uomo che ha governato per cinque anni l’Europa e che si candida a «risolvere i problemi del Paese» fare da arbitro in una rissa tra le segreterie dei partiti? No, dicono i suoi, non può. Il Professore intende restare «super partes», tantopiù che la linea da seguire è stata fissata un mese fa, presenti Fassino, Rutelli, Boselli e Luciana Sbarbati: il rebus si risolve a livello locale e caso per caso, «l’importante è che si decida insieme».
    A dispetto degli appelli a tenere un «atteggiamento concorde» lanciati da Arturo Parisi, presidente federale della Margherita vicinissimo a Prodi, Paolo Gentiloni dice di non capire «perché i Ds vogliano mettere in soffitta la lista unitaria» e il responsabile degli Enti locali, Beppe Fioroni, assicura che «è fantascienza, che la lista unitaria non si fa perché la Margherita non vuole». Oggi si riunirà la segreteria ds ed è probabile, come prevede uno dei suoi componenti, che «si stacchi la spina». Fassino si tiene alla larga dal vespaio e quando gli chiedono come finirà si limita a tranquillizzare la base: «E’ una sciocchezza dire che proponiamo il partito unico». Al leader del Correntone Fabio Mussi ancora non basta: «Tra Margherita e Ds siamo ormai alle male parole», il progetto riformista di Prodi, cuore della mozione Fassino, è «tramontato». Segno che il caso-Regionali ha investito anche il congresso

    Monica Guerzoni

  8. #18
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    Predefinito ... la Grande Alleanza dei Disperati ...


  9. #19
    brescianofobo
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    Predefinito



    C'è gente che invece pensa che il vero disperato in queste ore sia Berlusconi.

    E' vero che continua a minacciare le elezioni anticipate con Forza Italia per conto suo?

  10. #20
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    Predefinito Piuttosto Brunik

    Sai dirci se nel programma prossimo venturo della GAD,vi sarà teorizzata la pratica dell'esproprio proletario tanto cara a quei bravi ragazzi di Casarini,Caruso e company?
    D'altro canto,se si imbarcano anche loro nell'arca di Noè raffigurata da Nuvola ,mi sembra pure giusto che trovino spazio le loro costruttive....proposte!

    Per quanto riguarda invece il programma di politica estera,spero vi sarà la proposta di riconoscere solennemente il ruolo dei valorosi compagni della milizia libanese hezbollah proprio in questi giorni gratificati dalla visita dell'on.Diliberto(a proposito,perchè non dargli gli esteri nel futuro governo Prodi?)e strenui interpreti della resistenza contro il predominio imperialista sionista-americano.
    Hasta la victoria sempre contro el caudillo Berlusconi(amico degli U.S.A. )
    El pueblo unido sara vencido!!!
    omar proietti

 

 
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