Una sensazionale intervista: il grande musicista greco Mikis Theodorakis su un quotidiano israeliano e su "Il Vascello" con parole durissime



"Gli USA stanno conducendo Israele alla radice del male"


"Da quando ho scritto l'inno della Palestina non posso più lavorare con neSsuna grande orchestra. Essi mi rifiutano. Ho combattuto contro il razzismo tutta la vita. Sono stato per Israele. Ho scritto “Mauthausen”. Dopo tutto ciò, come potrei essere diventato da un giorno all’altro antisemita? Invece di chiedersi cosa vi sia di sbagliato nella politica di Israele gli ebrei dicono che gli europei sono contro di loro a causa dell’ antisemitismo. E’ una reazione malata. E’ una reazione da psicopatologia del popolo ebraico. Gli ebrei vogliono sentirsi vittime. Lasciateci creare un altro ghetto. E’ una reazione masochista. Vi è un masochismo psicologico nella tradizione ebraica"




Haaretz.com, quotidiano israeliano, ha intervistato Mikis Theodorakis, il mitico compositore greco. Il giornalista israeliano Ari Shavit ha trascorso molto tempo in casa sua, ed il lungo, ricco, articolato dialogo qui tradotto per "IL VASCELLO" è una parte dell’intervista pubblicata in versione integrale il 30 agosto scorso (cliccare qui per leggerla al completo ).La intervista è di straordinaria attualità alla luce di un ulteriore e sempre più terribile rincrudimento del conflitto con la Palestina.



UNA INTERVISTA DI ARY SHAVIT



Domanda: Signor Theodorakis, il 4 novembre 2003 lei ha detto alcune parole che hanno sconvolto ebrei e non ebrei in tutto il mondo. Lei ha detto che il popolo ebraico è la radice del male. Cosa intendeva?

Risposta: “Per me oggi la radice del male è la politica del presidente Bush. E’ una politica fascista. Non riesco a capire come sia possibile che il popolo ebraico, che è stato vittima del nazismo, possa appoggiare una tale politica fascista. Nessun popolo al mondo tranne Israele appoggia questa politica! Io sono un amico di Israele. Io sono un amico del popolo ebraico. Ma la politica di Sharon ed il sostegno alla politica di Bush oscura l’ immagine di Israele. Io temo che Sharon stia conducendo il popolo ebraico – come Hitler condusse il popolo tedesco – alla radice del male.”

D: Ancora oggi, dopo dieci mesi, lei non pensa di aver commesso un errore pronunciando quelle parole?

R: “No, ma è importante per me sottolineare che non ho mai detto che gli ebrei sono la radice del male. Io ho detto che essi sono alla radice del male.”

D: Allora non ha ripensamenti?

R: “No. E sono stato ferito dalla reazione degli ebrei a quanto ho detto. Non è stata una reazione civile. Ho ricevuto centinaia di e-mail velenose da ebrei di tutto il mondo. Non comprendo questo odio nei miei confronti. Ho combattuto contro il razzismo tutta la vita. Sono stato per Israele. Ho scritto “Mauthausen”. Dopo tutto ciò, come potrei essere diventato da un giorno all’altro antisemita? Non credo vi sia antisemitismo in Europa. Vi è una reazione alla politica di Sharon e di Bush. Credo sia artificioso pensare che vi sia un nuovo antisemitismo. E’ un pretesto. E’ un modo per non fare autocritica. Invece di chiedersi cosa vi sia di sbagliato nella politica di Israele gli ebrei dicono che gli europei sono contro di loro a causa dell’ antisemitismo. E’ una reazione malata. E’ una reazione da psicopatologia del popolo ebraico. Gli ebrei vogliono sentirsi vittime. Lasciateci creare un altro ghetto. E’ una reazione masochista. Vi è un masochismo psicologico nella tradizione ebraica.”

D: C’è anche del sadismo?

R: “Sono certo che quando gli ebrei della diaspora parlano di sé stessi si sentono soddisfatti. Essi sentono che ora, quando il più grande potere del mondo è a portata di mano, nessuno possa far loro del male. Essi possono fare quel che vogliono. Per questo motivo la pretesa che esista un nuovo antisemitismo non è solo una reazione malata, è anche una reazione astuta”.

D: In che senso?

R: “Perché realmente essa consente agli ebrei di fare qualunque cosa vogliano. Non solo psicologicamente, ma anche politicamente fornisce agli ebrei un pretesto. Il senso del vittimismo. Dà loro la licenza di nascondere la verità. Oggi in Europa non vi è alcun genere di problema ebraico. Non c’è antisemitismo.”

D: Andiamo un po’ più in profondità, un po’ indietro nel tempo. Quando lei era un bambino, prima dell’ Olocausto, quale era la sua impressione degli ebrei?

R: “Gli ebrei della Grecia non erano diversi dai greci. Amavano il loro lavoro e la loro famiglia. A scuola erano i migliori. Gli ebrei erano pittoreschi. Nel 1932 io ero a Ioannina. Là vi era una grande comunità ebraica. Io giocavo tutto il tempo con ragazzi ebrei. Mia nonna era molto religiosa. Aveva una stanza piena di icone. In primavera mi disse: Ora è Pasqua, non andare al quartiere ebraico. Durante la Pasqua gli ebrei mettono i bambini cristiani in botti piene di coltelli. Poi bevono il loro sangue. Anni dopo, prima di diventare comunista, ero membro di un movimento giovanile fascista. Un giorno mi affidarono il compito di parlare del comunismo. Andai a casa e chiesi a mia madre cosa fosse il comunismo. Mi disse che non lo sapeva ma pensava che fosse il male, il male come gli ebrei, mi disse. Così le chiesi se anche i comunisti mettevano i bambini cristiani in botti piene di coltelli e bevevano il loro sangue. Che cosa voglio dirle raccontandole ciò? Che queste cose esistevano. Prima non ne ero cosciente ma ora, attraverso le sue domande, lo comprendo.”

D: Sarà d’accordo con me che per l’Europa cristiana gli ebrei non siano solo un altro popolo. Gli ebrei hanno un ruolo unico nella mentalità europea

R: “Io non so dell’Europa. E’ diversa dalla Grecia. Diversa la religione, diversa la cultura. Noi non abbiamo dogmi religiosi. Noi non siamo fanatici.




D: Pensa che gli ebrei siano fanatici?

R: “Qualcosa che è molto negativo può anche essere positivo. Se gli ebrei non avessero il fanatismo non sarebbero esistiti. Non c’è male senza il bene. Gli ebrei hanno bisogno del fanatismo. Quello che viene chiamato fanatismo ebraico ha più a che fare con l’auto-difesa. Fu attraverso la loro religione che gli ebrei furono riuniti e mantenuti insieme.

D: Lei sembra affascinato dagli ebrei. Perché?

R: “E’ un mistero come si possa essere una comunità che supera ogni pericolo e rimane fedele alle proprie origini. Guardi alla Francia, per esempio. In Francia c’è una grande comunità di ebrei, ma gli ebrei diventano francesi? No. Loro parlano perfettamente il francese. Hanno successo nel lavoro. Ma non sono francesi. Loro pensano solo a tornare a Gerusalemme.”

D: Così c’è qualcosa di unico nel modo di vita degli ebrei?

R: “E’ un fenomeno metafisico. Non può essere spiegato.”

D. Nella sua opinione cosa tiene uniti noi ebrei?

R: “E’il sentimento di essere figli di Dio. Che voi siete i prescelti.”

D: Pensa che gli ebrei abbiano un senso di superiorità a causa di questa relazione intima con Dio?

R:”C’è anche questo elemento. Non tutti gli ebrei lo hanno. Ma quelli molto religiosi si.”

D: Lei pensa che l’ Israele di Sharon sia l’ espressione di questo elemento di arroganza e di aggressività della psiche ebraica?

R: “No, non direi. Ma il problema della loro superiorità non è solo una sensazione. Nella loro battaglia di autodifesa essi si sono sempre distinti. Ci sono 200 ebrei che hanno vinto premi Nobel. Cristo, Marx ed Einstein erano ebrei. Gli ebrei hanno dato molto alla scienza, all’ arte ed alla musica. Loro hanno in mano la finanza mondiale. Tutto ciò dà loro un senso di superiorità.”

D: Gli ebrei hanno in mano la finanza mondiale?

R: “Controllano gran parte della finanza mondiale”

D:Così l’odierno capitalismo internazionale è controllato in gran parte dagli ebrei?

R: “Visto che ci parliamo con franchezza le dirò un’altra cosa. Gli ebrei controllano la maggior parte delle grandi orchestre sinfoniche del mondo. Quando scrissi l’Inno nazionale Palestinese, l’orchestra sinfonica di Boston aveva in programma dei miei lavori. Essa era controllata da ebrei. Non mi permisero di eseguire il concerto. Da allora non posso lavorare con nessuna grande orchestra. Essi mi rifiutano.”

D: Ha avuto questi problemi anche con altre orchestre?

R: “Dovunque ci sono ebrei. Dovunque ci sono orchestre controllate dagli ebrei essi boicottano il mio lavoro.”

D: Veramente crede che gli ebrei controllino il mondo della musica?

R: “Si”

D: E la stessa cosa accade nel mondo della finanza?

R:“In America la comunità ebraica è molto forte. Essa controlla gran parte dell’economia. Sicuramente controlla i mass media. Lasci che io chiarisca bene il mio pensiero. Quando fu fondato lo stato d’ Israele noi eravamo al fianco di Israele. C’era molta simpatia per il sionismo a causa di quanto avevano sofferto durante la guerra. Questo è un lato degli ebrei. Ma la comunità ebraica internazionale è anche un fenomeno negativo. Il popolo ebraico controlla le grandi banche. E spesso i governi. Pertanto tutto il male che proviene dai governi è naturale che venga associato dalla gente con il popolo ebraico.”

D: Lei personalmente ritiene che gli ebrei, la comunità ebraica internazionale, abbia il controllo delle banche, di Wall Street, dei media?

R: “Sì.”

D: E lei afferma che ora, influenzando Bush, ha il controllo della politica mondiale?

R: “Sì. non solo gli ebrei tirano le fila alle spalle di Bush, loro stanno davanti a lui. L’America, la grande superpotenza, è oggi controllata dagli ebrei.

D: Quali sono le intenzioni degli ebrei che controllano il Presidente Bush?

R: “Il fronte principale sono gli arabi. Essi credono che colpendo gli arabi possano aiutare Israele a sopravvivere. Danno una soluzione militare al problema della futura esistenza d’Israele.”

D: Ma la politica odierna degli Stati Uniti è una reazione all’ 11 settembre. E’ una risposta alla minaccia di Bin Laden.

R: “Prima ci dobbiamo domandare chi sia Bin Laden. Ci sono qui cose particolari. Egli aveva lavorato per gli americani nel passato. Anche quando accadde l’11 settembre egli avrebbe potuto lavorare per i servizi segreti americani. Non voglio dire che quelli che colpirono le Twin Towers fossero anch’essi americani. Sarebbe pazzia dirlo. Ma tecnologia americana fu usata l’11 settembre.”

D: E’ possibile che sia stata una provocazione?

R: “Negli USA ci sono molte forze. Ci sono super patrioti lì. Io credo che la parte giocata da Bin Laden sia sospetta.”

D: Sta cercando di dire che ci fu una specie di cospirazione Americana?

R: “Io non credo che gli autori fossero questi disperati dell’Afghanistan . Questa è una barzelletta. Neanche la tecnologia giapponese avrebbe potuto farlo. Neanche quella tedesca:”

D: E’ possibile che il Mossad abbia avuto un ruolo nell’11 settembre?

R: “Il Mossad ha la tecnologia. Ma anche loro non sono una superpotenza. Gli americani controllano tutto.”




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