ROMA - Il nodo Vitrociset è dunque venuto al pettine. Da sempre la società controllata attraverso una holding delle Antille olandesi da Edoarda Wesselovsky, vedova dell’ex presidente di Finmeccanica Camillo Crociani, morto nel 1980 a Città del Messico, dov’era riparato in seguito a un mandato di cattura per le tangenti Lockheed, gestisce la manutenzione dei radar per il controllo del traffico aereo. E lo gestisce in regime di sostanziale monopolio, detenendo l’accesso esclusivo ai cosiddetti «codici sorgente» per il funzionamento del software dell’intero sistema. Quindi a un prezzo, come già aveva rilevato l’ex amministratore dell’Enav Massimo Varazzani, non confrontabile con il mercato. Tre giorni fa il consiglio Enav, guidato dall’amministratore delegato Guido Pugliesi, ha deliberato che dal giugno 2005 la parte «quantitativamente» più rilevante del servizio, quello della sorveglianza tecnica dei radar svolto negli aeroporti italiani, sarà per la prima volta messo a gara internazionale. Per la parte più «qualitativamente» rilevante, quello della gestione del software di sistema, che secondo l’Enav vale circa il 20%, la soluzione è invece «l’internalizzazione». L’Enav ha cioè deciso di farsela in casa, naturalmente con i tempi e i modi necessari. Fino ad allora il software continuerà a essere gestito da Vitrociset.
Ha votato contro il consigliere Linda Lanzillotta, già stretta collaboratrice di Giuliano Amato a Palazzo Chigi. Linda Lanzillotta aveva chiesto di denunciare all’Antitrust la posizione dominante della Vitrociset e ottenere così il libero accesso ai «codici sorgente» anche per altri operatori. Condizione che riteneva essenziale per espletare una gara non viziata da un monopolio di fatto detenuto da un concorrente. La proposta venne rigirata al Tesoro, che dopo sette mesi ha però risposto di non considerare necessario un intervento dell’Antitrust. Così il consiglio ha deciso di mettere subito a gara l’«hardware», affermando che questo sarebbe sufficiente a infrangere il monopolio Vitrociset. Linda Lanzillotta sostiene invece che ciò significa lasciare la funzione più delicata in mano alla vedova Crociani «per tre anni almeno con un nuovo contratto a trattativa privata».
Chiunque abbia ragione, l’appalto Enav vale per Vitrociset circa 100 milioni di euro l’anno, metà del fatturato. E la gara internazionale ridimensionerebbe comunque le eventuali pretese degli azionisti della società, nel caso in cui decidessero di vendere. In passato si era ipotizzato perfino un acquisto da parte dell’Enav. Ma l’acquirente più probabile resta la Finmeccanica, che detiene una quota di minoranza. Anni fa la signora Wesselovsky aveva chiesto 250 miliardi di lire per farsi da parte. Ora la trattativa potrebbe riprendere su una base ben diversa.

Corriere della Sera