Dracula Mito e Leggenda
La definizione di "vampiro" e di "vampirismo" è alquanto lunga e complessa. Sia che si parta dal punto di vista razionalistico e scientifico che da quello religioso, le ipotesi e le valutazioni sono numerose e mai univoche. Grosso modo, se ci si attiene a una definizione classica o "popolare", si può dire che quella del vampiro è una salma sepolta, non soggetta al normale processo di corruzione fisica. II vampiro, durante un arco di tempo determinato e immutabile (dal tramonto allo spuntare dell'alba), esce dalla sua tomba per nutrirsi di sangue, preferibilmente umano, o, in mancanza di questo, animale. Egli può, pertanto, essere considerato un "non-morto", un "Nosferatu". Secondo i parametri teologici, il vampiro non sarebbe che un involucro privo di anima, posseduto dal Diavolo. In altre parole, uno zombie satanico, un cadavere infernale. Giudizi e teorie spesso non combaciano, sicché, per alcuni, il vampiro può anche presentarsi come un corpo né vivo né morto, in possesso della sua anima, eternamente condannato a tornare nella tomba. Secondo Montague Summers, esperto "credulone", il vampiro non va considerato un diavolo e neppure un fantasma, bensì un essere in preda a una possessione demoniaca. Summers si sofferma sulla duplice natura del vampiro, sulla sua natura di individuo apparentemente vivo, capace di muoversi, di agire, di pensare, di esprimersi, bisognoso di cibo, ma cadavere a tutti gli effetti. ........omissis....................Le definizioni variano a seconda delle diverse credenze e superstizioni, per quanto, è doveroso sottolinearlo, dal Jean-Jacques Rousseau del Dizionario Filosofico al contemporaneo Colin Wilson, un elemento rimane invariato: l'evidenza dei fatti. Rousseau si basa su relazioni ufficiali e sulla testimonianza concorde di chirurghi, di uomini di chiesa e di giudici, mentre Wilson conclude una sua dissertazione sul vampirismo affermando che non si può relegare quest'ultimo tra le superstizioni e che i casi certificati sono talmente tali e tanti che sarebbe assurdo continuare a mantenere al riguardo una posizione scettica e razionalistica.