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Ucraina al voto, l'Osce denuncia brogli. Ballottaggio fra le polemiche
L'Ucraina al voto non rispetta le norme democratiche internazionali. È questo il commento dell'Osce alle elezioni presidenziali che si sono svolte domenica. L'esito della consultazione ha visto una sostanziale parità tra i due candidati. Il premier filo-russo Viktor Yanukovich e l'ex premier filo-occidentale Viktor Yushenko sono usciti alla pari, con circa il 40% dei voti a testa. Nessuno degli aspiranti capi di stato ha insomma superato il 50% necessario per vincere l'elezione al primo turno. Si andrà allora al ballottaggio, la data è già stata fissata per il 21 novembre prossimo. L'affluenza alle urne è stata del 75%, un record per l'Ucraina postsovetica. Ma tutti gli osservatori sono concordi nel denunciare brogli. Sarebbero scomparsi nomi dai registri elettorali, in una città, addirittura il 5% degli aventi diritto sarebbe stato cancellato dalle liste.
I brogli sarebbero confermati, secondo gli osservatori dell'Unione Europea, dai risultati diversi, rispetto a quelli ufficiali, degli exit poll sponsorizzati dall'Ambasciata americana a Kiev e da altre missioni diplomatiche occidentali in Ucraina. Secondo questi sondaggi, Yushenko avrebbe guadagnato la maggioranza dei voti, anche senza vincere le elezioni al primo turno.
«È con cuore pesante che sulla base dei nostri riscontri dobbiamo concludere che le elezioni presidenziali 2004 non hanno soddisfatto i criteri dell'Osce, del Consiglio d'Europa e di altre elezioni», ha affermato Bruce George, capo della missione Osce. «In realtà le elezioni hanno rappresentato un passo indietro rispetto alle elezioni del 2002». L'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) ha seguito con circa 600 funzionari le elezioni. Ma il loro monitoraggio ha evidenziato una schiacciante campagna mediatica a favore del premier Viktor Yanukovich, già aiutato da un massiccio utilizzo di «risorse governative».
Il 21 novembre sapremo chi tra i due Victor sarà il nuovo presidente ucraino. Stesso nome per due personaggi alquanto diversi. Uno, Yanukovich, gode del sostegno del presidente uscente Leonid Kuchma, del presidente russo Vladimir Putin e di tutto l'establishment economico-industriale, l'altro, il liberal-nazionalista Yushenko, vorrebbe aprire all'Ucraina i rapporti con l'Unione Europea.