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  1. #1
    brescianofobo
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    Predefinito La lezione americana raccolta da Buttiglione che lancia in Italia i Teo-cons

    Amici, le destra hanno deciso che per vincere bisogna puntare ai bigotti integralisti. Non dobbiamo vergognarci di dire che Dio e la Bibbia sono con noi, come ha fatto con indubbio successo Giorgino.

    Il nuovo movimento viene lanciato da Buttiglione (& Catone), la vitima del parlamento europeo, con la sponsorizzazione di un nuovo teo-con-.entusiasta: Giuliano Ferrara.


    La Stampa 07 Novembre 2004

    DOPO LA BOCCIATURA UE, UN HAPPENING PER IL RILANCIO

    Buttiglione: basta caccia alle streghe ora mobilitiamoci noi

    Il filosofo passa al contrattacco, riempie un teatro a Milano
    e lancia con Giuliano Ferrara il «manifesto» dei cristiani «teo-con»
    «Vogliamo un mondo in cui si sia santi o peccatori, ma non ignavi»


    di Jacopo Iacoboni
    inviato a MILANO

    ALTRO che le occhiute Charlotte Cederschiöld e Adeline Hazan, magari in commissione a Strasburgo ci fossero stati Luigi Giussani e Giovanni Testori! Loro avrebbero capito Buttiglione. «Vent’anni fa sono stato grande amico di Testori, un geniale teatrante italiano, e il maggiore esperto di arte lombarda, quasi un precursore, culturale intendo, della Lega. Ebbene, era omosessuale e cristiano». Gelo in sala. Ancora col «peccato»? «Testori mi diceva “sì sono un peccatore, ma non pensare di essere migliore di me perché anche tu lo sei, anzi, forse lo sei in modo peggiore”. Aveva ragione».
    E invece, siccome sciaguratamente Testori e don Giussani non c’erano, eccolo qui il filosofo, in questo teatro stracolmo dove non si scappa, o sei santo o peccatore, a spiegarsi per la centounesima volta, «purtroppo un’ampia parte della stampa ha dato una rappresentazione falsa di tutta la storia», «la parola “peccato” non l’ho introdotta io, mi è stato chiesto, sei volte, se pensassi che l’omosessualità è un peccato. Ho risposto “I may think”, posso anche pensarlo, però non credo sia rilevante in questa sede». Ma oggi c’è una differenza fondamentale: è la prima uscita pubblica dopo la bocciatura Ue e dall’autodifesa siamo passati al contrattacco, dall’arringa, prima imbarazzata poi soltanto timida, al manifesto programmatico. «C’è una nuova Inquisizione che arde roghi e fa la caccia alle streghe e allora sì, sono la strega cattolica, anzi, siccome bisogna stare attenti alle parole perché per una parola si viene condannati, sono lo stregone».
    Sipario. Teatro Nuovo, piazza San Babila. Giuliano Ferrara, il laico che ha lanciato la «guerra culturale» per dare ai cristiani la libertà di dire che sono cristiani, ha convocato assieme alla rivista Tempi questo vis à vis con il filosofo «perché sì, mi sta simpatico, e rivendico la qualifica di “atei devoti” che hanno iniziato a dare a noi del Foglio». Quella definizione la userà tre quattro volte nella sua lunga peroratio, al punto che uno pensa che potrebbe perfino essere questo, il nome di questo «partito»: CAD, Cristiani e atei devoti, anche se non sarà filologicamente un «partito». Lo dice Ferrara: «Non fondiamo un movimento né un partito, ma un arcipelago di idee unite da due passioni, la politica andata a cercare dove sta, cioè tra le persone, e la libertà». Lo ripete Buttiglione: «Io ho già un partito, l’Udc, quello che vogliamo è un movimento trasversale per la libertà, anche di un cristiano, di dire quello in cui crede». Ma poiché il filosofo ritiene di esser stato impiccato a una parola, non cavillate sulla parola «partito» e chiedetevi: che gente alimenta questo «partito dei Bush all’italiana», il sessantenne che legge il Sole e la liceale con il crocefisso al collo, il ciellino e Tiziana Maiolo, il fogliante di stretta osservanza (strano, veste come i radical chic, giacchetta di velluto, jeans, camicia botton down) e il trentenne democratico (sì, democratico) di Chicago che ha una Fullbright alla Statale di Milano? Chi abbiamo davanti, quali sono le ragioni di questo popolo, e quali riferimenti culturali li agitano? Perché, dice Ferrara, «abbiamo mille passioni e idee che ci coinvolgono e ci implicano».
    E allora. Il fondatore di Comunione e Liberazione, Luigi Giussani, e don Benedetto Croce, perché non possiamo non dirci cristiani, Chesterton e il prete Gilberto Venturino (che consigliò a Buttiglione di leggerlo, in anni remoti), il cardinale Ratzinger ma anche padre Ralph (quello di Uccelli di rovo), Kant e la Madonna, castità e umana debolezza, ascetismi e compromessi terreni, Pim Fortuyn e padre Pio, Theo Van Gogh e La mala educación, la guerra preventiva e la «guerra culturale giudaico-cristiana», la Chiesa che tutti abbraccia e la Chiesa (parole di Buttiglione) che «è stata anche lei fin troppo secolarizzata» senza contrastare quanto doveva i processi di scristianizzazione. Invece, «la vittoria di Bush dimostra che c’è una nuova fase di ricristianizzazione e di ritorno ai valori fondamentali». L’America ne è l’esempio.
    Suona musica da sud degli States, un cd di Valentina Oriani che canta gospel antichi. Vecchi militanti di CL si abbracciano. Gad Lerner è venuto per preparare l’Infedele. C’è Michele Saponara, da amico. Daria Bignardi. Buttiglione si commuove. Parla della moglie e gli scappa una lacrima: «Grazie a Pia sono riuscito ad attraversare questa vicenda». Tutto, visto da qui, ha a che fare con il cristianesimo: per affinità o per opposizione. L’Europa, «su matrimonio e famiglia, a partire da Bruxelles, vogliono forzare delle decisioni sugli stati membri: questo è contro la costituzione Ue». L’America, «è in piena ricristianizzazione». Almodóvar, «anche lui figlio del cristianesimo. Se odia la Chiesa è come un bambino che odia sua madre quando, a torto o a ragione, si sente tradito». Frattini, «mi sembra abbia valori importanti». Cristiani naturalmente.
    In sala santi e peccatori tacciono quando il filosofo li evoca, «dobbiamo lottare per un mondo in cui si sia santi e peccatori, ma non si sia costretti a essere ignavi in un Limbo». Ma questo è già Dante, e magari porterà più fortuna di Kant.



    DOPO MARX, LENIN, CRAXI E BERLUSCONI ECCO L'ULTIMO IDOLO DI GIULIANO FERRARA: IL NUOVO LEADER TEO-CON.

    DIO, PATRIA, FAMIGLIA LE PAROLE D'ORDINE DEL NUOVO MOVIMENTO

  2. #2
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    Predefinito Re: La lezione americana raccolta da Buttiglione che lancia in Italia i Teo-cons

    In Origine Postato da brunik
    Amici, le destra hanno deciso che per vincere bisogna puntare ai bigotti integralisti. Non dobbiamo vergognarci di dire che Dio e la Bibbia sono con noi, come ha fatto con indubbio successo Giorgino.

    Il nuovo movimento viene lanciato da Buttiglione (& Catone), la vitima del parlamento europeo, con la sponsorizzazione di un nuovo teo-con-.entusiasta: Giuliano Ferrara.


    La Stampa 07 Novembre 2004

    DOPO LA BOCCIATURA UE, UN HAPPENING PER IL RILANCIO

    Buttiglione: basta caccia alle streghe ora mobilitiamoci noi

    Il filosofo passa al contrattacco, riempie un teatro a Milano
    e lancia con Giuliano Ferrara il «manifesto» dei cristiani «teo-con»
    «Vogliamo un mondo in cui si sia santi o peccatori, ma non ignavi»


    di Jacopo Iacoboni
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    ALTRO che le occhiute Charlotte Cederschiöld e Adeline Hazan, magari in commissione a Strasburgo ci fossero stati Luigi Giussani e Giovanni Testori! Loro avrebbero capito Buttiglione. «Vent’anni fa sono stato grande amico di Testori, un geniale teatrante italiano, e il maggiore esperto di arte lombarda, quasi un precursore, culturale intendo, della Lega. Ebbene, era omosessuale e cristiano». Gelo in sala. Ancora col «peccato»? «Testori mi diceva “sì sono un peccatore, ma non pensare di essere migliore di me perché anche tu lo sei, anzi, forse lo sei in modo peggiore”. Aveva ragione».
    E invece, siccome sciaguratamente Testori e don Giussani non c’erano, eccolo qui il filosofo, in questo teatro stracolmo dove non si scappa, o sei santo o peccatore, a spiegarsi per la centounesima volta, «purtroppo un’ampia parte della stampa ha dato una rappresentazione falsa di tutta la storia», «la parola “peccato” non l’ho introdotta io, mi è stato chiesto, sei volte, se pensassi che l’omosessualità è un peccato. Ho risposto “I may think”, posso anche pensarlo, però non credo sia rilevante in questa sede». Ma oggi c’è una differenza fondamentale: è la prima uscita pubblica dopo la bocciatura Ue e dall’autodifesa siamo passati al contrattacco, dall’arringa, prima imbarazzata poi soltanto timida, al manifesto programmatico. «C’è una nuova Inquisizione che arde roghi e fa la caccia alle streghe e allora sì, sono la strega cattolica, anzi, siccome bisogna stare attenti alle parole perché per una parola si viene condannati, sono lo stregone».
    Sipario. Teatro Nuovo, piazza San Babila. Giuliano Ferrara, il laico che ha lanciato la «guerra culturale» per dare ai cristiani la libertà di dire che sono cristiani, ha convocato assieme alla rivista Tempi questo vis à vis con il filosofo «perché sì, mi sta simpatico, e rivendico la qualifica di “atei devoti” che hanno iniziato a dare a noi del Foglio». Quella definizione la userà tre quattro volte nella sua lunga peroratio, al punto che uno pensa che potrebbe perfino essere questo, il nome di questo «partito»: CAD, Cristiani e atei devoti, anche se non sarà filologicamente un «partito». Lo dice Ferrara: «Non fondiamo un movimento né un partito, ma un arcipelago di idee unite da due passioni, la politica andata a cercare dove sta, cioè tra le persone, e la libertà». Lo ripete Buttiglione: «Io ho già un partito, l’Udc, quello che vogliamo è un movimento trasversale per la libertà, anche di un cristiano, di dire quello in cui crede». Ma poiché il filosofo ritiene di esser stato impiccato a una parola, non cavillate sulla parola «partito» e chiedetevi: che gente alimenta questo «partito dei Bush all’italiana», il sessantenne che legge il Sole e la liceale con il crocefisso al collo, il ciellino e Tiziana Maiolo, il fogliante di stretta osservanza (strano, veste come i radical chic, giacchetta di velluto, jeans, camicia botton down) e il trentenne democratico (sì, democratico) di Chicago che ha una Fullbright alla Statale di Milano? Chi abbiamo davanti, quali sono le ragioni di questo popolo, e quali riferimenti culturali li agitano? Perché, dice Ferrara, «abbiamo mille passioni e idee che ci coinvolgono e ci implicano».
    E allora. Il fondatore di Comunione e Liberazione, Luigi Giussani, e don Benedetto Croce, perché non possiamo non dirci cristiani, Chesterton e il prete Gilberto Venturino (che consigliò a Buttiglione di leggerlo, in anni remoti), il cardinale Ratzinger ma anche padre Ralph (quello di Uccelli di rovo), Kant e la Madonna, castità e umana debolezza, ascetismi e compromessi terreni, Pim Fortuyn e padre Pio, Theo Van Gogh e La mala educación, la guerra preventiva e la «guerra culturale giudaico-cristiana», la Chiesa che tutti abbraccia e la Chiesa (parole di Buttiglione) che «è stata anche lei fin troppo secolarizzata» senza contrastare quanto doveva i processi di scristianizzazione. Invece, «la vittoria di Bush dimostra che c’è una nuova fase di ricristianizzazione e di ritorno ai valori fondamentali». L’America ne è l’esempio.
    Suona musica da sud degli States, un cd di Valentina Oriani che canta gospel antichi. Vecchi militanti di CL si abbracciano. Gad Lerner è venuto per preparare l’Infedele. C’è Michele Saponara, da amico. Daria Bignardi. Buttiglione si commuove. Parla della moglie e gli scappa una lacrima: «Grazie a Pia sono riuscito ad attraversare questa vicenda». Tutto, visto da qui, ha a che fare con il cristianesimo: per affinità o per opposizione. L’Europa, «su matrimonio e famiglia, a partire da Bruxelles, vogliono forzare delle decisioni sugli stati membri: questo è contro la costituzione Ue». L’America, «è in piena ricristianizzazione». Almodóvar, «anche lui figlio del cristianesimo. Se odia la Chiesa è come un bambino che odia sua madre quando, a torto o a ragione, si sente tradito». Frattini, «mi sembra abbia valori importanti». Cristiani naturalmente.
    In sala santi e peccatori tacciono quando il filosofo li evoca, «dobbiamo lottare per un mondo in cui si sia santi e peccatori, ma non si sia costretti a essere ignavi in un Limbo». Ma questo è già Dante, e magari porterà più fortuna di Kant.



    DOPO MARX, LENIN, CRAXI E BERLUSCONI ECCO L'ULTIMO IDOLO DI GIULIANO FERRARA: IL NUOVO LEADER TEO-CON.

    DIO, PATRIA, FAMIGLIA LE PAROLE D'ORDINE DEL NUOVO MOVIMENTO

    L'Italia non è comunque l'Oklaoma

  3. #3
    brescianofobo
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    Il Giorno 09-11-2004
    [INTERVISTA Adornato (FI): «La politica è anche visione morale»
    «Silvio segua le orme di Bush e parli di Dio e di valori»
    «Cristo è stato il primo liberale della storia
    Ci ha insegnato lui la laicità, non Montesquieu»

    di Andrea Cangini

    ROMA - Dicono che George W. Bush abbia vinto le elezioni grazie al voto dei cristiani evangelici. Ha vinto insomma, perché si è presentato come, sono parole sue «l'angelo che corre nel turbine e guida la tempesta». Ha dichiarato «guerra al Male». ha detto che «Dio non è neutrale», ha combattuto l'aborto e gli omosessuali, e ha vinto. E poiché anche Berlusconi si è presentato come «l'unto del Signore», viene il sospetto che il Verbo teo-con potrebbe presto caratterizzare la politica del Cavaliere Nella doppia veste di presidente della commissione e Cultura della Camera e ideologo di Forza Italia, Ferdinando Adornato, non lo nega. Anzi: «Purtroppo - dice - fino ad oggi, Berluscon ha insistito poco sulla propria visione morale».
    La dottrina teocon, dunque, appartiene alla Cdl?
    Sì. Berlusconi evoca la stessa dimensione evocata da a Bush, con la differenza che in America quell'universo d valori è consolidato storicamente ...» .
    Mentre da noi...
    «Da noi è radicato nelle coscienze della gente, ma non in quelle dell'élite».
    Forse perchè abbiamo una storia diversa?
    «Nient'affatto. Pensiero libo tale e pensiero cristiano so no identici e tutti e due sostengono il primato della persona. Insomma, il primo libe rale è stato Cristo».
    Un tempo si diceva fosse stato il primo comunista. «Storie, la laicità dello Stato l'ha inventata lui, mica Mom
    tesquíeu. Il cristianesimo indica il Bene. ma non obbliga nessuno a seguirlo..». Neanche quando rende illegale l'aborto? «Occorre trovare un punto di equilibrio tra i diritti individuali e i diritti delle comunità».
    E l'aborto...
    L'aborto non è un diritto individuale».
    E cos'è?
    «Un omicidio, una dolorosa necessità come la guerra. Per questo dico che va consentito sentito ma al tempo stesso limitato il più possibile». Qualcuno potrebbe dire che lei è un clericale... «E invece sono un laico, che però si batte contro il fondamentalismo laicista che pervade l'Europa e nega a politici come Buttiglione il diritto di aderire alla morale cattolìca... Così si anestetizzano i valori».
    «I nostri diritti costituzionali derivano da Dio»: l'ha detto Bush. Non è un po' troppo?
    «No, la Costituzione e la storia americane si fondano su quei valori. E Roosvelt o Wilson o Reagan citavano Dio anche più di quanto non faccia Bush». In Italia, invece, fino ad oggi i politici hanno derubricato i temi etici a «questioni di coscienza». «Un grave errore. Il futuro si costruisce solo partendo dalla propria storia e dai propri valori...».
    ...e quelli cattolici godono del favore dei sondaggi.
    «Sì, ma le assicuro che a muoverci non è un calcolo elettorale ma l'esigenza, sia pur tardiva, di reagire al relativismo culturale in nome della libertà individuale». Bene, ma rischiate il grottesco. L'azzurro Giro ha detto che nel voler tagliare le tasse «Berlusconi si ispira alla Bibbia» ed esprime «un precetto morale». «Dal punto di vista politico, ammetto l'esagerazione. Ma dal punto di vista filosofico. la teoria sta in piedi». Ovvero?
    «II leviatano europeo è un'offesa alla Bibbia e all'alleanza tra Dio e popolo, mentre la rivoluzione fiscale insiste sulla centralità dell'uomo rispetto allo Stato». Sia Bush che Berlusconi si accreditano come uomini della Provvidenza... «Per la verità, Berlusconi non l'ha mai fatto. Ed è un peccato».
    Perché?
    «Perché la politica è anche visione morale e il cattolicesimo liberale di Dante e Manzoni rappresenta la tradizione del nostro Paese». Il pensiero laico, invece...
    «Senta, pur non credendo che Cristo sia risorto io credo al messaggio del la sua crocifissione. E' per questo che, in sieme a Pera, Ferrara e tanti altri laici, mi batto in difesa dei valori per onorare i quali Cristo è morto».
    Solo un dubbio: se la partita è così importante, perché Berlusconi ha ritirato la candidatura di Buttiglione all'Ue?
    «Al cinquanta per cento, avremmo dovuto rispondere in maniera forte, è vero, ma non l'abbiamo fatto per non incrinare il processo di unificazione europea. Abbiamo salvato il corpo dell'Europa per scongiurare la nascita di un nuovo Hitler o di un nuovo Stalin, ma da oggi ci batteremo per la sua anima».


    SILVIO SI INTERROGA: CANTARE O PORTARE LA CROCE?

  4. #4
    Hanno assassinato Calipari
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  5. #5
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    Per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in ogni circostanza, ma mai in ogni circostanza e in ogni epoca si potrà avere la libertà senza la lotta!
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    brunik da quando ti hanno trormbato per la tua appartenenza al LOS-Padania non fai altro che scrivere stronzate vero? Accecato dall'astio...povero il brunik...

    Pensa a lasciare rispondere nel tuo forum invece di modificare i messaggi in spregio al regolamento...brunik sei una merdaccia, vai a lavorare, pirla, comincuia a spammare con i tuoi sondaggi e le tue previsioni con affidabilità pari a quelle del mitico Maurizio Mosca



 

 

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