In origine postato da Jozif
Io penso che le colpe criminali dei dirigenti non vadano confuse cone le responsabilita' dei popoli.
il sistema politico bipolare presente negli Usa che garantisce la partecipazione politica solamente a due forze, per cui le altre vengono accettate ma di fatto non hanno nessuno spazio di agibilita', e' fuorviante, come e' evidente che i voti repubblicani vengano da ultra sessantenni reduci del Vietnam e in generale da gente con basso titolo di studio, da stati come il Nevraska, Kansas, Nevada, dove probabilmente non sanno nemmeno dove sia l'Iraq sulla cartina e non hanno mai visto una fabbrica...
In citta' come Chicago, Los Angeles, New York le percentuali sono nettamente a favore dei democratici, a Manhattan Kerry ha preso piu' dell'80%...
Non che i democratici siano i paladini della pace e della tolleranza, ma rappresentano la decenza di fronte alle visioni messianiche e criminali di neo-cons e co.
Da tenere conto il fatto che poi il monopolio televisivo della CNN e' responsabile della disinformazione e di ignoranza generale sulle vicende internazionali.
Jozif, non sono d'accordo.
Premessa: ridurre tutto alla cattiveria di una cricca di esaltati (i neo-cons) è riduttivo.
In realtà il concetto di 'imperialismo' e la sua giustificazione ideologica (i diritti umani, la libertà, la democrazia) sono ben radicati nella cultura americana e soprattutto sono di estrazione democratica, non repubblicana.
Non a caso i presidenti 'imperialisti' sono democratici: Wilson, Roosvelt, Kennedy, Johnson, Clinton.
I presidenti repubblicani sono isolazionisti: ricordiamoci l'America degli anni '20 ed inizio '30, Nixon che fece la pace con il Vietnam, Bush padre che partecipò a malavoglia alla Guerra del Golfo.
I repubblicani non sono dei santi, semplicemente pensano al cortile di casa loro (il Sudamerica), non ragionano su scala planetaria.
E' evidente quindi che si tratta di un problema culturale, di fondo, non interpretabile in termini personalistici.
Dirsi 'antiamericani' oggi per me equivale non tanto al rifiuto del consumismo etc.etc., ma al rifiuto di questa visione di 'universalismo a mano armata' di cui i democratici sono da sempre portatori.
La questione dell'attuale amministrazione repubblicana è particolare. All'inizio degli anni '90 il partito repubblicano è stato via via 'occupato' da forze culturali nuove e tradizionalmente minoritarie. Oggi bush è l'uomo di garanzia che preside a questa alleanza tra affaristi classici (Cheney, Rumsfeld), destra religiosa (Aschroft) e neo-cons (Wolfowitz, Perle, Pipes, Kagan etc.etc.).
I neo-cons propongono una visione 'democratica' della politica estera, cioé fortemente espansiva. Non è un caso del resto che molti di loro provengano proprio dalle file dell'intellighenzia liberal o, in alcuni casi, dall'estrema sinistra.
Il nucleo storico del partito repubblicano (diciamo Powell, tanto per capirci) è stato via via estromesso. Tuttavia si avverte nettamente una lontananza tra le parle di un neo-cons e quelle di un Kissinger, per esempio, che appartiene alla vecchia scuola.
Non a caso Samuel Huntington, l'autore de Lo scontro tra civiltà_(che tutto è tranne che un libello imperialista, anzi...invita al realismo, alla tolleranza reciproca e all'accettazione dell'altro), è uno di quei vecchi conservatori totalmente estromesso dalle leve del potere, politico e culturale. E non a caso, si è da sempre dichiarato contrario alla guerra in Irak.