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  1. #1
    Silvioleo
    Ospite

    Predefinito Perche'non esiste una "resistenza"

    di Angelo Panebianco

    E’ segno di bigottismo intollerante, variante di destra del «politicamente corretto», come sostiene Umberto Eco, criticare l’uso del termine «resistenza» per designare le azioni, terroriste e di guerriglia, che in Iraq continuano a colpire i soldati della coalizione occidentale e i civili iracheni? Penso proprio di no, ed essendo fra coloro che hanno criticato a più riprese quell’uso, rinvio al mittente l’accusa di bigottismo. A meno di scoprire che sia diventato «bigottismo» la critica di opinioni diverse dalla propria (il che farebbe di me e di Eco due bigotti). La parola «resistenza», a differenza, ad esempio, della parola «guerriglia», non è politicamente neutra, soprattutto in quella parte dell'Europa che conobbe la resistenza armata contro l'occupazione nazista. Da noi si celebra la Resistenza. Dunque, chi usa quel termine non è nella stessa condizione di chi, violando le norme del politicamente corretto, chiama «spazzino» l'operatore ecologico. Egli sta facendo una scoperta operazione politica.

    Trasmette all'opinione pubblica l'idea che in Iraq ci sia una resistenza patriottica (anelante alla «libertà», come, a suo tempo, le resistenze italiana e francese) contro un feroce esercito di occupanti e i loro sgherri e fantocci indigeni: il governo provvisorio di Allawi come la Repubblica sociale, e la coalizione occidentale come l'esercito tedesco.
    Non si può fingere che in Italia, e non solo, la parola resistenza non abbia, per ovvie ragioni legate alla memoria storica, il significato che ho detto. Ma il punto è che nessun parallelismo è possibile fra la resistenza storica europea e ciò che accade in Iraq. Non c'è in Iraq un popolo che lotta per la propria libertà contro occupanti che gliela hanno sottratta. Gli occupanti hanno abbattuto una feroce dittatura (che, per inciso, aveva soppresso, in tempi cosiddetti di pace, un numero enormemente più alto di iracheni di quanti ne siano morti dall'inizio delle ostilità). Gli occupanti, a loro volta, sono lì per preparare - ammesso che i patriottici «resistenti» non riescano a impedirle - libere elezioni, e intendono andarsene quando condizioni di sicurezza saranno stabilite. Per finire, il governo provvisorio di Allawi non è il governo della Repubblica sociale. È stato formato con la mediazione dell'inviato dell'Onu e dopo consultazioni di tutte le forze più rappresentative della società irachena. E dopo le elezioni verrà sostituito.

    A parte il terrorismo islamico e gli sgherri (questi sì) fedeli alla vecchia dittatura, c'è soprattutto la questione sunnita: il problema di come garantire ai sunniti di non diventare minoranza oppressa in un Iraq democratico a maggioranza sciita. Si parli di questo dunque anziché imbrogliare le carte evocando la «resistenza».
    L'operazione politica, di cui l'uso del termine resistenza è un sottoprodotto, consisteva e consiste nel boicottaggio dell'azione americana in Iraq. Però, adesso che il presidente francese Chirac, e i suoi seguaci presenti nella sinistra italiana (i «gollisti di sinistra» come li ha chiamati con giusta ironia Umberto Ranieri sul Riformista ), hanno perso le elezioni americane, converrebbe, all'uno e agli altri, un ripensamento strategico.
    È insensato credere che come europei non abbiamo un vitale interesse a che si giunga a una stabilizzazione dell'Iraq passando, se si riuscirà a farle (in Afghanistan, in barba a tanti profeti di sventura, ci si è riusciti), per libere elezioni. È insensato sperare che gli americani vengano sconfitti, un'altra banda di assassini si impadronisca dell'Iraq, e i tagliatori di teste, sull'onda dell'entusiasmo per la vittoria riportata sull'Occidente, possano reclutare migliaia di nuovi adepti nel mondo islamico e in Europa.

    da www.corriere.it

  2. #2
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    Predefinito

    Però, adesso che il presidente francese Chirac, e i suoi seguaci presenti nella sinistra italiana (i «gollisti di sinistra» come li ha chiamati con giusta ironia Umberto Ranieri sul Riformista ), hanno perso le elezioni americane, converrebbe, all'uno e agli altri, un ripensamento strategico.
    ====
    basta questa frase per degradare tutto l'articolo ad una banale e sciocca flautolenza propagandistica .....
    come minimo ci sono gli sciti che stanno combattendo e non capisco perchè i seguaci di saddam, o meglio del partito laico baaath, non debbano avere rappresertanza,,,visto che i fascisti, contro cui combattè la nostra resistenza, stanno ora al governo e stanno ricominciando a combinare gli stessi guai di 60 anni fa.
    su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
    voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..

 

 

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