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    Predefinito Massoneria E Sionismo: Ecco I Nostri Nemici!!

    All'indice dei materiali sulla massoneria
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    Saggio tratto da: CESNUR. CENTRO STUDI SULLE NUOVE RELIGIONI, Massoneria e religioni, a cura di Massimo Introvigne, Elle Di Ci, Leumann (Torino) 1994, (pubblicato per gentile concessione dell'Editore).



    La massoneria e le origini dei testimoni di Geova

    Ernesto Zucchini



    I. La "religione incivile" negli Stati Uniti

    Uno degli aspetti più caratteristici della vita sociale e culturale americana è la presenza di una "religione civile", di un minimo comune denominatore morale, patriottico e vagamente "spirituale" che si suppone condiviso dalla grande maggioranza degli americani, pure separati da una straordinaria molteplicità di appartenenze religiose (1). Tra gli aspetti della "religione civile" americana messi in luce dai sociologi ce n’è uno discutibile ma non per questo meno essenziale: la necessità per rafforzare l’identità nazionale e spirituale di designare continuamente avversari, che servono a sottolineare la distinzione fra "noi" e "loro" in quanto vengono presentati come "stranieri", "altri", estranei alla patria e ai suoi simboli. Lo stesso sociologo che ha reso celebre negli ultimi decenni la teoria della "religione civile", Robert Bellah, ha suggerito l’espressione "religione incivile" per designare questo aspetto di ostilità all’estraneo che accompagna come un’ombra la "religione civile" americana (2).

    Chi sono gli stranieri designati come estranei all’ethos nazionale americano dalla "religione incivile"? Bellah e i suoi collaboratori hanno mostrato che è esistita nella giovane nazione americana nascente una tradizione antisemita, ma ben presto gli ebrei sono stati riconosciuti come parte integrante e non estranea della vita civile e sociale degli Stati Uniti. Nell’Ottocento i due gruppi particolarmente denunciati come "stranieri" e "non americani" sono i cattolici e i mormoni. Benché già dalla metà del secolo scorso i cattolici siano diventati il gruppo religioso di maggioranza relativa negli Stati Uniti - e i mormoni, naturalmente, siano una religione americana fondata da americani - venivano percepiti come estranei alla "religione civile" in particolare due elementi: la struttura gerarchica della Chiesa cattolica e della Chiesa mormone, considerata incompatibile con l’ideale democratico statunitense; e il segreto (segreto del tempio mormone, segreto del confessionale cattolico), ritenuto inconciliabile con una democrazia dove tutto avviene in pubblico. Cattolici e mormoni vennero così considerati degli outsider, degli estranei, e spesso perseguitati. C’è però un terzo gruppo che viene spesso accostato ai cattolici e ai mormoni e attaccato in quanto estraneo alle tradizioni americane, gerarchico e segreto: la massoneria. Molti tra i padri fondatori degli Stati Uniti erano massoni e, da un certo punto di vista, la massoneria americana si considera la custode della "religione civile".

    Tuttavia negli anni che vanno dalla Rivoluzione francese al 1850 nacque negli Stati Uniti un forte movimento contro la massoneria (3); venne perfino fondato un partito politico chiamato "Partito Anti-Massonico" che per una quindicina di anni riuscì ad ottenere un certo successo (4). È interessante notare che gli stessi gruppi - protestanti conservatori, patrioti "nativisti", difensori della "religione civile" - attaccavano la massoneria, la Chiesa cattolica e i mormoni, e addirittura gli stessi romanzi popolari venivano ripubblicati identici cambiando l’identità degli "avversari" o dei "cattivi": il cattivo e corrotto mormone o massone di un opuscolo diventava il cattivo gesuita di un altro, ma la trama rimaneva la stessa (5). Per di più i tre gruppi "stranieri" venivano considerati in contatto e in lega fra loro: si affermava facilmente che la massoneria era segretamente diretta dal Vaticano, che i mormoni erano in realtà massoni, oppure erano cripto-cattolici, e così via. In una letteratura che si situa alle frange più estreme del protestantesimo fondamentalista queste accuse sono ripetute ancora oggi.

    Tuttavia, a partire dalla fine dell’Ottocento, qualche cosa ha cominciato a cambiare. I cattolici (sempre più numerosi, e ormai non sempre identificati con i ceti più poveri) e i mormoni (dopo la rinuncia alla poligamia nel 1890) hanno iniziato una marcia verso il centro della scena religiosa e civile americana, e - se i pregiudizi non sono del tutto scomparsi - molti oggi li accettano come americani a pieno titolo, non più outsider o stranieri. Accanto ai massoni - sempre attaccati da una certa letteratura protestante, anche se i tempi del "Partito Anti-Massonico" sono certamente passati - i nemici della "religione civile" sono stati cercati altrove. Negli ultimi anni gli "stranieri" per eccellenza sono i nuovi movimenti religiosi, le "sette", i "culti": Hare Krishna, Scientologi, Bambini di Dio, seguaci del reverendo Moon. Ma - prima dei "culti" più recenti, e per molti anni - il posto dei mormoni e dei cattolici come gruppo pericoloso da criticare e denunciare è stato largamente preso dai testimoni di Geova (6). Il meccanismo della "religione incivile" è sempre lo stesso: tutti coloro che sono estranei alla "religione civile" fanno parte di un complotto e sono in lega fra loro. Così alcuni anti-cattolici, duri a morire, sostengono ancora oggi che i testimoni di Geova (come del resto i massoni) sono segretamente ispirati dal Vaticano e che tra i membri del Corpo Direttivo ci sono gesuiti sotto mentite spoglie (7). E altri insistono sulle relazioni fra i testimoni di Geova e la massoneria.

    Un esempio di questa letteratura - che rimarrebbe incomprensibile senza il quadro di riferimento della "religione incivile" americana e della sua tradizione - è costituito dalle attività dell’organizzazione anti-geovista Witness Inc. Uno dei suoi "missionari", Fritz Springmeier di Portland, nell’Oregon, insiste particolarmente sui collegamenti massonici dei primi Studenti Biblici - da cui originano gli attuali testimoni di Geova - e sostiene, tipicamente, che anche "i leader cattolici del Vaticano sono quasi tutti massoni" (8). Se si aggiunge che i testi di Springmeier sono distribuiti da Saints Alive, un gruppo anti-mormone dello Stato di Washington che accusa di collegamenti massonici sia i mormoni che i cattolici, il quadro è completo e mostra la persistenza della "religione incivile", che da anni ha incluso i testimoni di Geova in una sua teoria del complotto che già dalla prima metà del secolo scorso collegava la massoneria, la Chiesa cattolica e la Chiesa mormone.

    Parallela alla letteratura sui collegamenti massonici dei testimoni di Geova ne esiste un’altra che cerca nelle loro pubblicazioni e attività tracce di occultismo e perfino di satanismo. In un libro che ha avuto un certo successo - e che ogni tanto viene citato anche in Italia - Darek Barefoot ha sostenuto che all’interno di illustrazioni che compaiono sulla Torre di Guardia e nei libri dei testimoni di Geova sarebbero nascosti simboli occulti e anche satanici, che si possono identificare solo scomponendo le figure (9). Le argomentazioni di Barefoot sono spesso francamente incredibili, e scomponendo figure apparentemente innocue - magari con l’aiuto di un computer - si potrebbero trovare simboli sinistri e demoniaci pressoché ovunque.

    Si tratta di una letteratura che ha un interesse sociologico, nell’intreccio fra "religione civile" e "religione incivile". In questa sede, tuttavia, voglio affrontare il problema da un altro punto di vista, prendendo sul serio la tesi relativa ai rapporti fra massoneria e testimoni di Geova a prescindere dal contesto bizzarro e fantastico in cui viene spesso presentata. Mi chiedo allora: c’è qualche cosa di vero? Tra le fonti del moderno Geovismo c’è anche la massoneria? Naturalmente gli attuali testimoni di Geova - come gli attuali mormoni e, da sempre, i cattolici - si esprimono a proposito della massoneria esclusivamente in chiave critica: oggi ai testimoni di Geova viene fortemente sconsigliato di aderire a organizzazioni di tipo massonico, e anzi la massoneria viene denunciata come "satanica". Questa circostanza non è però decisiva per quanto riguarda le fonti del fondatore degli Studenti Biblici, il pastore Charles Taze Russell (1852-1916). Mi propongo quindi di esaminare gli argomenti salienti degli autori anti-geovisti che sostengono un legame fra Studenti Biblici e massoneria, proponendone una valutazione critica e formulando quindi qualche conclusione. Mi asterrò dall’esaminare gli argomenti di carattere puramente speculativo o teorico, e mi atterrò agli elementi di fatto, esponendoli in forma di tesi.



    II. Charles Taze Russell e la massoneria: le tesi

    1. "Charles Taze Russell era affiliato alla massoneria"

    Fritz Springmeier sostiene di avere, dopo una lunga ricerca, rinvenuto le prove della affiliazione di Charles Taze Russell alla massoneria e in particolare ai Cavalieri Templari (Knights Templar), un sistema di "alti gradi" massonici particolarmente popolare nelle Isole Britanniche e negli Stati Uniti, sulle cui origini si dibatte ma che è oggi associato al Rito di York, la maggiore alternativa - nel mondo anglosassone - al Rito scozzese. Giacché i Cavalieri Templari della Pennsylvania a cui il fondatore degli Studenti Biblici era affiliato derivavano la loro regolarità da una patente irlandese, i documenti relativi alla affiliazione massonica di Charles Taze Russell sarebbero conservati a Dublino (10). Se questa informazione fosse esatta, la questione dell’appartenenza alla massoneria dell’uomo che si situa alle origini dei testimoni di Geova sarebbe risolta in senso affermativo, posto che non è possibile senza essere maestri massoni entrare tra i Cavalieri Templari. Tuttavia la questione della appartenenza massonica di questo o quel personaggio storico si presenta quasi sempre con caratteristiche ambigue e infide. Non è difficile falsificare documenti e patenti. Per il momento la documentazione che Fritz Springmeier ha fornito non è sufficiente a risolvere in modo definitivo la questione.

    A proposito della massoneria Charles Taze Russell ha formulato delle obiezioni critiche esposte in tono più moderato rispetto alle accuse di "satanismo" dei suoi successori. Il 15 giugno 1895 scriveva sulla Torre di Guardia che "l’Ordine dei Massoni, se lo giudichiamo dalla sua storia passata, ha degli obiettivi e schemi segreti che vanno al di là del mutuo aiuto finanziario in caso di malattia o di morte. Per quanto possiamo giudicare c’è nei riti di questo ordine - e di alcuni altri - una certa dose di ritualità profana e di parata, che gli adepti non capiscono ma che in molti casi serve a soddisfare l’inclinazione naturale verso il rito, e pertanto distoglie i membri dall’autentico rito dove si adora Dio in spirito e verità attraverso l’unico vero Mediatore e Gran Maestro, Gesù Cristo" (11). D’altro canto, nell’ambiente di commercianti di Pittsburgh dove Charles Taze Russell si era formato l’affiliazione alla massoneria era piuttosto comune. Se pure il futuro pastore si era affiliato alla massoneria nei suoi anni giovanili, sembra che nel 1895 considerasse le attività massoniche secondarie e vi vedesse un rischio di distogliere gli adepti dagli interessi spirituali. Peraltro, il fondatore degli Studenti Biblici non sembra avere aderito alle campagne anti-massoniche che caratterizzavano diverse denominazioni e movimenti protestanti della sua epoca.



    2. "Charles Taze Russell si è servito di un linguaggio massonico nei suoi sermoni"

    Ci sono in effetti diversi sermoni in cui Charles Taze Russell dimostra una notevole familiarità con il linguaggio massonico. Il primo sermone raccolto nel volume I Sermoni del Pastore Russell si intitola Potete conoscere i segreti di Dio ed è tutto giocato sulla metafora di Dio come "fondatore di una società segreta". Gli uomini si entusiasmano per la massoneria - che, afferma il pastore, "non è parte della mia missione attaccare" - ma gli Studenti Biblici offrono la possibilità di entrare in un ordine più grande, l’"Ordine segreto di Melchisedec" dove si può "passare di grado in grado", cioè "di grazia in grazia" e avere l’orgoglio di essere iniziati all’"Ordine segreto del Signore" (12). In un altro sermone dello stesso volume, Il desiderio di tutte le Nazioni, il pastore osserva che molti movimenti spirituali attendono la seconda venuta di un messia: i cristiani attendono Gesù Cristo e i massoni attendono Hiram Abiff, "il grande Maestro Massone la cui morte, glorificazione e futuro avvento sono continuamente menzionati dalle lettere poste sulle loro pietre angolari. Egli morì di morte violenta, dicono, per la sua lealtà ai segreti divini di cui era tipo il Tempio di Salomone. Egli deve tornare sulla terra, dicono, perché il grande tempio antitipico sia completato e il suo grande servizio per Israele e per tutti i popoli possa essere compiuto" (13).

    Come si vede, Charles Taze Russell si serviva del linguaggio massonico con una certa dovizia di particolari e precisione. Da questa circostanza, peraltro, non si devono trarre conclusioni affrettate. A proposito dell’uso del linguaggio massonico da parte di Joseph Smith, il fondatore dei mormoni (che, a differenza del pastore Russell, era stato certamente iniziato alla massoneria), il sociologo Armand Mauss ha osservato che si trattava di un linguaggio familiare e noto ai ceti medi dell’America ottocentesca e che Joseph Smith se ne serviva per mettere a suo agio un certo tipo di interlocutore e trasmettergli un contenuto molto diverso da quello massonico (14). Anche nel sermone che ho citato Charles Taze Russell si serve della forma massonica - che indubbiamente mostra di conoscere bene - per far passare un contenuto diverso, di cui afferma reiteratamente la superiorità rispetto a quanto i suoi contemporanei potevano apprendere frequentando la massoneria.



    3. "Charles Taze Russell si è servito di simboli massonici"

    Il fondatore degli Studenti Biblici è stato accusato di utilizzare abitualmente diversi simboli massonici. Anzitutto, non sembra possa essere revocato il dubbio che il pastore Russell fosse straordinariamente affezionato al simbolo usato dai Cavalieri Templari massonici americani costituito da una corona al cui interno si trova una croce. Si tratta di una rielaborazione massonica tardo-settecentesca o ottocentesca di simboli medievali, molto più popolare presso i Templari massonici americani di quanto non sia in Inghilterra, e presentata come "simbolo crociato". Charles Taze Russell utilizzò questo simbolo per alcuni anni sulle copertine della Torre di Guardia (15) e della rivista interdenominazionale People’s Pulpit; lo esponeva nelle grandi riunioni pubbliche e lo teneva in bella evidenza nel suo studio (16). Questo simbolo è tuttora utilizzato da diversi gruppi scismatici "russelliti" che si denominano Studenti Biblici, in polemica con gli attuali testimoni di Geova che lo hanno invece abbandonato. È tuttora uno dei simboli ufficiali dei Cavalieri Templari massonici. Springmeier e altri autori anti-geovisti si dimenticano però di precisare che, nonostante la sua origine massonica (e il ruolo di Charles Taze Russell nella sua diffusione) si tratta di un simbolo che con il significato di "crociata cristiana" ha acquisito nel nostro secolo una diffusione negli Stati Uniti anche in ambienti protestanti evangelici, ostili sia ai massoni che ai testimoni di Geova. Viene per esempio riprodotto sull’"anello dell’Alleanza" proposto ai protestanti evangelici come segno di identificazione (17). Naturalmente gli attuali testimoni di Geova non lo usano più, perché - a differenza del pastore Russell - non riconoscono più la croce come simbolo di Gesù Cristo: insegnano che Gesù morì su un palo di tortura e che la croce è un simbolo pagano.

    Sulla copertina di diversi libri di Charles Taze Russell a partire dal 1910 figura il simbolo del sole alato (18). L’origine del simbolo è evidentemente orientale ed egiziana, e il pastore poteva averlo visto nei suoi viaggi in Egitto, ma ai suoi tempi il simbolo solare era usato anche dalla Società Teosofica e dalla massoneria di rito scozzese, come simbolo del 33° grado. Non si tratta evidentemente di un simbolo soltanto massonico, ma era certamente un simbolo popolare nella massoneria.

    L’elemento che mi sembra più significativo è però un altro. Charles Taze Russell si è interessato per tutta la sua vita alle speculazioni esoteriche sulla Grande Piramide, che riteneva costruita su istruzioni di Dio, forse da Melchisedec, "una Bibbia di pietra eretta con lo scopo di trasmettere le verità essenziali sulla infinita saggezza e preveggenza di Dio" (19). Gli insegnamenti sulla Grande Piramide saranno espunti dalla dottrina dei testimoni di Geova dal successore del pastore Russell, l’avvocato Joseph Franklin Rutherford (1869-1942), comunemente chiamato "giudice Rutherford" per avere esercitato per breve tempo le funzioni di magistrato onorario; anche questi temi sono conservati oggi solo da alcuni gruppi "russelliti" scismatici. Il tema della Grande Piramide non indica univocamente una relazione con la massoneria, perché nell’Ottocento era largamente diffuso in un’ampia letteratura esoterica, sia massonica che non massonica. Più interessante è la circostanza che il Pastore Russell abbia voluto essere sepolto sotto una piramide la cui punta era separata dal tronco da una linea continua, che ripete il tema dell’"occhio sopra la piramide" noto a tutti gli americani perché compare sul dollaro. Un popolare studioso di simboli contemporaneo, Joseph Campbell, ha confermato le origini massoniche di questo simbolo americano (20). Sulla piramide che faceva da monumento funebre a Russell era stato scolpito del resto anche il prediletto emblema templare.



    4. "Il tema della necessità di conoscere un nome di Dio, che è Geova, per salvarsi è un tema massonico"

    Anche nei sistemi di "alti gradi" massonici - successivi ai primi tre - si insegna che "il segreto essenziale della massoneria" è "il Grande e Sacro Nome" che è il nome di Dio. Questo "segreto" viene comunicato nel rito scozzese nel 13° e nel 14° grado e nel rito di York nel 7° e 9° grado. Con particolare enfasi si insiste sul nome di Dio nella massoneria dell’Arco Reale (attuale 7° grado del rito di York): viene comunicato prima il nome "Jah-Bul-On" (Jehovah-Baal-Osiride, a simboleggiare che il Dio a cui ci si rivolge è il Dio di tutte le religioni, non di una sola), quindi il nome "Jehovah" (il Dio giudaico-cristiano di cui le quattro lettere del nome avrebbero però un valore universale) (21). L’Arco Reale esisteva da cento anni quando Charles Taze Russell fondò gli Studenti Biblici, e pertanto egli potrebbe avere semplicemente derivato l’idea dell’importanza centrale del "nome" di Dio e la stessa enfasi del nome Geova dalla massoneria. Questa conclusione è plausibile, anche se non è ovvia. Infatti anche nel protestantesimo evangelico anglo-americano - non tutto filo-massonico, anzi in parte anti-massonico - verso la metà dell’Ottocento teologi come Alexander MacWhorter e Frederick Leonard Chappell avevano reso popolare la tesi che Dio ha un nome che deve essere usato per salvarsi. Da questi teologi (che, certo, possono essere stati influenzati da teorie massoniche) e non direttamente dall’Arco Reale deriva una vasta corrente di "movimenti del Sacro Nome" (22) diversi dai testimoni di Geova, che in parte esistono ancora oggi. E’ vero, peraltro, che la massoneria era molto più diffusa negli Stati Uniti all’epoca della formazione del pastore Russell di quanto non fossero i "movimenti del Sacro Nome".



    5. "In certe epoche della loro storia gli Studenti Biblici - e i loro successori, i testimoni di Geova - si sono mostrati alleati della massoneria"

    Si allega in particolare che, soprattutto all’epoca di Joseph F.Rutherford la Torre di Guardia e Golden Age, precursore di Svegliatevi!, hanno difeso la massoneria contro gli attacchi della Chiesa cattolica, del fascismo e del nazional-socialismo (23). È difficile vedere qui più di un tentativo di alleanza tattica perché si tratta della stessa epoca in cui - lontani dalla moderazione di Charles Taze Russell - indagando Come ha avuto origine la Massoneria? i testimoni di Geova concludevano che "è nata dal Demonio" (24). Si afferma pure che la massoneria avrebbe favorito le missioni dei testimoni di Geova in chiave anticattolica. Le prove portate non sembrano decisive: si tratterebbe in ogni caso di una strategia di carattere generale favorevole a proposte "alternative" rispetto alla Chiesa cattolica, non di una promozione speciale dei testimoni di Geova. Infine, il sionismo di Charles Taze Russell era legato al suo calendario profetico, che prevedeva il ritorno degli ebrei in Palestina, e non deve essere definito troppo frettolosamente "massonico" perché da una parte non tutte le correnti massoniche della sua epoca erano sioniste, dall’altra - per ragioni profetiche analoghe - il sionismo era ampiamente diffuso presso ambienti evangelici millenaristi che erano nello stesso tempo ostili alla massoneria (25).



    III. Conclusioni

    Per terminare, mi limiterò ad esporre alcune conclusioni in forma di tesi:

    1. Charles Taze Russell dimostrava di avere eccellenti informazioni sul linguaggio e i simboli massonici: se non era massone (il contrario resta da dimostrare) aveva evidentemente frequentato un ambiente dove la massoneria era diffusa e comune.

    2. Alcune idee e simboli - particolarmente rilevante è la teoria del nome di Dio, ma per Russell erano molto importanti anche le speculazioni sulla Grande Piramide e il simbolo della croce nella corona - sono comuni agli Studenti Biblici e alla massoneria del loro tempo. Si ritrovano però anche in altri ambienti. Quando li troviamo presso Russell non possiamo immediatamente concludere che sono di derivazione massonica, ma - soprattutto per la teoria cruciale del nome di Dio - la tesi di un influsso massonico è plausibile.

    3. La discussione sui rapporti fra le origini dei testimoni di Geova e la massoneria è importante perché mostra come i testimoni di Geova non siano un fenomeno assolutamente unico, nuovo, inaudito: fanno parte (come la massoneria) dell’ambiente della "nuova religiosità" e da questo ambiente hanno attinto idee, argomenti, simboli.

    4. Il ruolo della massoneria fra le possibili fonti del materiale rielaborato da Charles Taze Russell per creare il primo abbozzo del Geovismo (che nella sua forma attuale nascerà solo con Joseph F. Rutherford) non è stato - probabilmente - irrilevante, ma non deve essere esagerato. Il pastore Russell ha infatti trovato nell’ambiente della "nuova religiosità" dell’epoca - un ambiente su cui esercitava la sua influenza anche la massoneria - un linguaggio, dei temi e dei simboli, che ha però utilizzato creativamente al servizio di un progetto certamente diverso da quello massonico.



    ***

    (1) Cfr., sul punto, i saggi raccolti in Massimo Introvigne (a cura di), Tra Leghe e nazionalismi. "Religione civile" e nuovi simboli politici, Effedieffe, Milano 1993.

    (2) Cfr. Robert Bellah - Frederick E.Greenspahn (a cura di), Uncivil Religion. Interreligious Hostility in America, Crossroad, New York 1987.

    (3) Cfr. per uno sguardo riassuntivo Paul Goodman, Towards a Christian Republic. Antimasonry and the Great Transition in New England 1826-1836, Oxford University Press, New York-Oxford 1988.

    (4) Cfr. William Preston Vaughn, The Anti-Masonic Party in the United States 1826-1843, University Press of Kentucky, Lexington (Kentucky) 1983.

    (5) Cfr. David Brion Davis, "Some Themes of Countersubversion: An Analysis of Anti-Masonic, Anti-Catholic, and Anti-Mormon Literature", Mississippi Valley Historical Review, vol.47 (1960), pp. 205-224.

    (6) Cfr. Lawrence Foster, "Cults in Conflict: New Religious Movements and the Mainstream Religious Tradition in America", in R.E.Bellah - F.E.Greenspahn, op.cit., pp. 185-204.

    (7) Questa tesi ritorna negli albi a fumetti anti-cattolici pubblicati in numerose lingue dalla Chick Publications di Chino (California).

    (8) Fritz Springmeier, The Watchtower & The Masons, 2a ed., presso l’Autore, Portland (Oregon) 1992, p.X. Le tesi di Springmeier sono state ulteriormente esposte nel suo Be Wise as a Serpent, presso l’Autore, Portland (Oregon) 1993 e in una serie di interviste radiofoniche trasmesse dalla WWCR, in cui Springmeier è arrivato a sostenere che ancora "oggi la massoneria controlla i testimoni di Geova".

    (9) Cfr. Darek Barefoot, Hour of Darkness. A Battle against Occult Subversion and Blind Faith, Grand Valley Press, Grand Junction (Colorado) 1992.

    (10) Ibid., p.VIII e tavola fuori testo a fronte di p. VIII.

    (11) Watch Tower June 15, 1895, pp. 142-144 (nei Reprints pubblicati dai Chicago Bible Students, s.d., vol.IV, pp. 1827-1828).

    (12) Pastor Russell’s Sermons, IBSA - People’s Pulpit Association, Brooklyn (New York) 1917, pp. 5-17.

    (13) Ibid., p. 113.

    (14) Armand Mauss, "Culture, Charisma and Change: Reflections on Mormon Temple Worship", Dialogue: A Journal of Mormon Thought, vol.20, n. 4, inverno 1987, pp.77-86. Per una discussione più ampia cfr. Massimo Introvigne, I Mormoni, ed.it. ampliata, Interlogos, Schio (Vicenza) e Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1993.

    (15) Cfr. per esempio The Watch Tower, 18 gennaio 1911.

    (16) Secondo una fotografia riprodotta in F.SPRINGMEIER, op.cit., p. 98, della cui autenticità non sembra ci siano ragioni per dubitare.

    (17) Cfr., per un solo esempio, la pubblicità del Covenant Ring a p. 51 del numero dell’8 novembre 1993 della più diffusa rivista evangelica americana, Christianity Today.

    (18) Cfr.per esempio Charles Taze Russell, What Say the Scriptures About Our Lord’s Return, International Bible Students Association, Brooklyn (New York) 1917, copertina.

    (19) Charles Taze Russell, Studies in the Scriptures. Series III: Thy Kingdom Come, reprint, Dawn Bible Students Association, East Rutherford (New Jersey) s.d. (1a ed.: 1891), pp. 309-376.

    (20) Joseph Campbell-Bill Moyers, The Power of Myth, Doubleday, New York 1988, pp. 24-25.

    (21) Cfr.per un riassunto la voce Religion in Coil’s Masonic Encyclopedia, nuova ed., Macoy Publishing & Masonic Supply Company, New York 1961, pp. 511-522.

    (22) Su cui cfr. Massimo Introvigne, Le nuove Religioni, SugarCo, Milano 1989, pp. 127-129.

    (23) Cfr.per esempio Golden Age, 9 ottobre 1935, p.21; Golden Age, 20 novembre 1935.

    (24) "How Masonry Originated?", in Golden Age, 3 settembre 1930.

    (25) Cfr.l’opera principale sul sionismo di Russell, opera di un "russellita" contemporaneo: David Horowitz, Pastor Charles Taze Russell: An Early American Christian Zionist, Philosophical Library, New York 1986.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    Predefinito

    (Franco Adessa, "O.N.U. gioco al massacro", Ed.ni Civilta', Brescia, 1996)



    [Cito integralmente dalla pag. 176 e segg..]



    Ma il culto di Lucifero e l'idea dell'iniziazione luciferiana dell'umanità, sempre accompagnati da un odio implacabile per la Chiesa cattolica e per la civiltà cristiana, non sono invenzione di David Spangler ["Reflections on the Christ", Findhorn, Scotland, 1978], ma è una costante ricorrente sia della dottrina teosofica come di quella degli alti iniziati della Massoneria.

    Ecco, infatti, il pensiero di uno dei più illustri e famosi capi della Massoneria di Rito Scozzese e precursore della "Società delle Nazioni" e dell'ONU: Albert Pike [Albert Pike, 33° grado della Massoneria di Rito Scozzese, insieme ad un altro 33° grado, Adriano Lemmi, lanciò, nel 1888, nelle Logge massoniche europee, le campagne di pacifismo universale che dovevano sfociare nella creazione della "Società delle Nazioni" (cfr. Epiphanius, "Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia", Trento, p. 202, nota 393 - Ed. Ichthys, Albano Laziale, Roma, senza data)].

    Nel suo libro, "Morals and Dogma", ritenuto "La Bibbia" della Massoneria di Rito Scozzese [È interessante l'opinione dell'alto iniziato, René Guénon, su "Morals and Dogma": egli riteneva quest'opera un piagio del libro di Eliphas Levi, "Dogma e Rituale di Alta magia". (cfr. "Il Teosofismo", Vol. I, p. 28)], Pike scrisse: "Quando Luigi XVI fu giustiziato, la metà del lavoro era fatta; e, quindi, da allora, l'Armata del Tempio (la Massoneria) doveva indirizzare tutti i suoi sforzi contro il Papato" [Albert Pike, "Morals and Dogma", Ed. Bastogi, Foggia 1984, vol. VI, p. 156].

    In un discorso del 1889, tenuto in Francia agli alti gradi della Massoneria, il Pike affermò: "Ciò che noi dobbiamo dire alle folle è: "noi adoriamo un Dio, ma è il Dio che si adora senza superstizione (...). La Religione massonica dovrebbe essere mantenuta, da tutti noi iniziati degli alti gradi, nella purezza della dottrina luciferiana. Se Lucifero non fosse Dio, Adonai (il Dio dei cristiani) le cui azioni provano la sua crudeltà, perfidia, odio per l'uomo, barbarie e repulsione per la scienza, lo avrebbe calunniato con i suoi preti?

    Sì, Lucifero è Dio, e sfortunatamente anche Adonai è Dio. Per la legge eterna, per cui non v'è luce senza ombra, bellezza senza bruttezza, bianco senza nero, l'assoluto può esistere solo come due Divinità: essendo l'oscurità necessaria alla luce per servirle da contrasto, come il piedistallo è necessario alla statua e il freno alla locomotiva... La dottrina del Satanismo è un'eresia; e la vera e pura religione filosofica è la fede in Lucifero, l'eguale di Adonai; ma Lucifero, Dio di Luce e Dio del Bene, sta lottando per l'umanità contro Adonai, il dio delle tenebre e demonio" [Uno stralcio di questo discorso fu riportato, nel 1935, dallarivistainglese"TheFreemason" nel suo numero del 19 gennaio].

    E dalla "purezza della dottrina luciferiana" e dalla "fede in Lucifero" Pike enunciava, sempre nel suo trattato "Morals and Dogma", la dottrina di quell'ecumenismo che prevede tutte le religioni intorno agli altari della Massoneria: "Il Cristiano, l'Ebreo, il Mussulmano, il Buddista, il seguace di Confucio e di Zoroastro possono unirsi come fratelli e accomunarsi nella preghiera al solo Dio che è sopra a tutti gli altri dei" [Albert Pike, "Morals and Dogma", op. cit., p. 153], e indicava, nella stessa opera, la vera fonte delle "vere religioni": "Tutte le vere religioni dogmatiche sono uscite dalla Càbala e vi ritornano: tutto ciò che vi è di grande e scientifico negli ideali religiosi di tutti gli Illuminati, Jacob Boheme, Swedenborg, Saint-Martin e altri, viene dalla Càbala; tutte le associazioni massoniche le devono i propri segreti e i propri simboli" [Albert Pike, "Morals and Dogma of the Ancient and Accepted Scottish Rite of Freemasonry", Ed. L. H. Jenkins, Richmond, Virginia 1927, p. 745].

    In una lettera del 1871, infine, Albert Pike illustrò i veri intenti di coloro che aspirano al Governo Mondiale e quello che sarebbe capitato all'umanità alla fine della "Terza Guerra Mondiale"*: "Noi scateneremo i nichilisti e gli atei e provocheremo un cataclisma sociale formidabile che mostrerà chiaramente, in tutto il suo orrore, alle nazioni, l'effetto dell'ateismo assoluto, origine della barbarie e della sovversione sanguinaria. Allora, ovunque, i cittadini, obbligati a difendersi contro una minoranza mondiale di rivoluzionari, (...) riceveranno la vera luce attraverso la manifestazione universale della pura dottrina di Lucifero, rivelata finalmente alla vista del pubblico; manifestazione alla quale seguirà la distruzione della Cristianità e dell'ateismo conquistati e schiacciati allo stesso tempo!" [A1bert Pike, Lettera del 15 agosto 1871 a Giuseppe Mazzini, catalogata presso la Biblioteca del British Museum di Londra. Jean Lombard spiega che questa corrispondenza, tra Pike e Mazzini, si trova depositata negli archivi di Temple House, la sede della Massoneria di Rito Scozzese di Washington, ma di consultazione vietata. Una volta, venne esposta al British Museum Library di Londra, dove un ufficiale della Marina canadese, il commodoro William Guy Carr, potè prenderne conoscenza e pubblicarne un riassunto in un libro intitolato "Pawns in the Game", pubblicato nel 1967].



    * [Lunga nota] Nella fitta corrispondenza intrattenuta tra Albert Pike e Giuseppe Mazzini, questa lettera faceva seguito ad un'altra, datata 22 gennaio 1870, e curiosamente profetica, in cui, a proposito delle tre guerre mondiali e della triade "crisi-guerra-rivoluzione", che ha tormentato il nostro secolo, Mazzini scriveva: "La Prima Guerra Mondiale doveva essere combattuta per consentire agli "illuminati" di abbattere il potere degli Zar in Russia e trasformare questo paese nella fortezza del comunismo ateo. Le divergenze suscitate dagli agenti degli "illuminati", tra Impero britannico e tedesco, furono usate per fomentare questa guerra. Dopo la fine della guerra, si doveva edificare il comunismo e utilizzarlo per distruggere altri Governi e indebolire le religioni. La Seconda Guerra Mondiale doveva essere fomentata approfittando della differenza tra fascisti e sionisti politici. La guerra doveva essere combattuta in modo da distruggere il nazismo e aumentare il potere del sionismo politico per consentire lo stabilimento, in Palestina, dello Stato Sovrano d'Israele. Durante la Seconda Guerra Mondiale, si doveva costituire una Internazionale comunista altrettanto forte dell'intera Cristianità. A questo punto, doveva essere contenuta e tenuta sotto controllo fin quando richiesto per il cataclisma sociale finale. La Terza Guerra Mondiale deve essere fomentata approfittando delle divergenze suscitate dagli agenti degli "Illuminati" tra sionismo politico e dirigenti del mondo islamico. La guerra deve essere orientata in modo che Islam (mondo arabo e quello musulmano) e sionismo politico (incluso lo Stato d'Israele) si distruggano a vicenda, mentre, nello stesso tempo, le nazioni rimanenti, una volta di più divise e contrapposte tra loro, saranno, in tal frangente, forzate a combattersi tra di loro fino al completo esaurimento fisico, mentale, spirituale, economico" (La Lettera è catalogata presso la Biblioteca del British Museum di Londra. il contenuto della lettera ce lo presenta William Guy Carr nel suo libro: "Pawns in the garne" pubblicato nel 1967, Cap. I, p. XV. Il testo originale del Carr è riportato alla fine del Tomo II dell'opera: "La cara oculta de la historia moderna" di Jean Coeurderoy Lombard, 4 Torni stampati nel 1976, 1977, 1979, 1980 da Editorial Fuerza Nueva, Madrid; disponibili presso D.P.F., B.P. 1, 86190 Chiréen-Montreuil - Francia).



    Ma allora, stando a questa terribile dichiarazione di intenti, il gioco al massacro, indispensabile alle Nazioni Unite per acquisire poteri sempre più ampi e sempre più dittatoriali, potrebbe essere solo un mezzo per provocare il "cataclisma sociale" finale e per "mostrare alle Nazioni, in tutto il suo orrore, l'effetto dell'ateismo assoluto, origine della barbarie e della sovversione sanguinaria" che dovrà dissolvere le Nazioni stesse. Proprio in questo cataclisma, e sotto gli impulsi che la "psicologia di massa", opportunamente diretta dai controllori occulti, provocherà sull'opinione pubblica mondiale, nell'incalzante e inarrestabile opera di distruzione, dovrà essere modificata la matrice religiosa, morale e culturale di intere popolazioni che, soggette alla sovversione delle loro istituzioni, alla violenza endemica più crudele e disumana, in preda al panico degli esodi e delle migrazioni di massa e ridotte alla quotidiana ricerca dell'indispensabile per vivere, faranno emergere un "uomo nuovo" che, "obbligato a difendersi contro una minoranza mondiale di rivoluzionari", riceverà "la vera luce attraverso la manifestazione universale della dottrina di Lucifero"!

    Così, dunque, si attueranno "gli scopi e l'opera delle Nazioni Unite" e "una chiesa di Dio, tratta da tutte le religioni (...) metterà fine alla grande eresia della separatività"!

    Ma questo ecumenismo, vero fine a cui tende l'ONU, come affermano gli alti iniziati, si potrà raggiungere solamente "combattendo Roma e i suoi preti", solo "lottando ovunque contro il Cristianesimo", solo "scacciando Dio dai cieli".



    etc. etc.



    [Naturalmente, la cosa piu' interessante in cio' che precede e' la pretesa lettera di Giuseppe Mazzini! La prima impressione e' che si tratti ovviamente di una "lettera impossibile", cosi' come le famose "carte impossibili" della questione colombiana; il problema e' di verificare se questa lettera esiste davvero o no, e fino a che punto la versione che ne e' stata offerta e' fedele. C'e' qualcuno tra i lettori in grado di aiutare in questa ricerca?! Resta il fatto che, seppure fossero state esagerate, con il senno di poi, le connotazioni "profetiche" dello scritto, una lettera che trattasse di siffatti temi in modo non troppo difforme da quello precedentemente illustrato non potrebbe non essere considerata una grande prova a favore dell'esistenza di gruppi di persone capaci di enunciare "profezie" che sono in grado di far verificare…]
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    Misteri e segreti del B'nai B'rith
    La più importante organizzazione ebraica internazionale
    Di Altomonte, Athos A. - tratto dal sito www.esonet.org

    Emmanuel Ratier ci presenta uno studio molto interessante sul "B’nai B’rith". Su questo argomento non era stato scritto ancora nulla di cosi completo, dettagliato e nello stesso tempo ben documentato. Era infatti molto difficile poter parlare del "B’nai B’rith", poiché riguardo a quest’associazione non si trovava nulla, di "esposto al pubblico". Nulla, neppure alla Biblioteca Nazionale di Parigi, tranne tre modesti fascicoli del 1932. Tuttavia, secondo l’"Encyclopedia Judaica" (1970), il "B’nai B’rith" costituisce "la più antica e la più numerosa organizzazione giudaica di mutuo soccorso, organizzata in logge e in capitoli in 45 nazioni. Il numero totale dei membri è di circa 500.000".
    Strano che un’associazione così importante, fondata negli USA nel 1843, non abbia mai pubblicato nulla su di se. Se si consulta la collezione delle riviste, che per legge devono essere esposte in quattro esemplari alla Biblioteca Nazionale ogni volta che appaiono, si constata che il "B’nai B’rith" non ha mai effettuato tale deposito, pur essendovi obbligato per legge. Nonostante questa precauzione, l’Autore dello studio presentato dal Ratier, ha potuto consultare una certa parte delle pubblicazioni del "B’nai B’rith" americano ed europeo. In questo articolo mi sono limitato a recensire tale libro, cui rimando il lettore per eventuali consultazioni di citazioni fatte nell’opera stessa.

    LA FONDAZIONE
    Il 13 ottobre 1843 il "B’nai B’rith" fu fondato al Caffé Sinsheimer, nel quartiere di Wall Street, a New York. Allora fu chiamato "Bundes-Brueder" (che significa "Lega dei fratelli"), nome tedesco a causa dell’origine dei fondatori ebrei-tedeschi, che parlavano soltanto il tedesco o l’yiddish. Il "B’nai B’rith " è pertanto una delle più antiche associazioni americane ancora esistenti.
    Il fondatore, Henry Jones, cercò dei co-fondatori reclutandoli presso la Sinagoga, di cui era uno dei principali responsabili. Il "B’nai B’rith" stesso riconosce inoltre che almeno quattro dei suoi fondatori erano massoni. L’Ordine del "B’nai B’rith", per libera scelta dei fondatori, era riservato ai soli ebrei. I fondatori volevano creare un Ordine che avrebbe dovuto essere il mezzo per unire gli ebrei d’America e "illuminare" così "come un faro il mondo intero". Un mese dopo la creazione dell’Ordine, si decise che la sede sarebbe stata a New York; il locale scelto per fondare la prima Loggia di New York, non fu una sala della Sinagoga, ma il tempio massonico situato all’angolo di Oliver Street e Henry Street, proprio per mostrare la sua origine massonica. I fondatori decisero di cambiare nome all’associazione, stimando che un Ordine ebraico dovesse avere un nome ebraico. Conservarono così le iniziali B. B., ma cambiarono il nome dell’Ordine, che da "Bundes-Brueder " (Lega dei Fratelli) divenne "B’nai B’rith" (Figli dell’Alleanza). Il motto dell’Ordine era: "Benevolenza, Amore fraterno e Armonia". Si scelse perciò come simbolo dell’Ordine la "menorah", il candeliere a sette bracci, che simboleggia appunto la luce.

    FORMARE DEI QUADRI
    Henry Jones intuì la necessità di una stretta unione della comunità ebraica americana, in vista del suo futuro incremento, per l’arrivo di un sempre crescente numero di emigranti, e quindi il bisogno di un’organizzazione che provvedesse alla loro sistemazione e al loro sostentamento; seppe unire i principi religiosi del Giudaismo a quelli filantropici di mutuo soccorso della Massoneria. Il disegno di Jones era quello di selezionare tra gli immigrati i migliori elementi. per costituire i "quadri" o le élites indispensabili al ruolo che il Giudaismo americano avrebbe dovuto avere nel mondo intero: essere il sacerdote dell’umanità posta al suo servizio, come "noachida" o proselite della porta! Per far questo bisognava conservare il carattere religioso del Giudaismo, ma nello stesso tempo evitare ogni disputa teologica.
    Ora la Sinagoga, che in America era profondamente divisa, non poteva compiere quest’opera: la Loggia doveva quindi interporsi ed unificare ciò che le dispute sinagogali avevano diviso. Il "B’nai B’rith" avrebbe dovuto essere il grande educatore degli ebrei americani, per poterli innalzare al rango che compete loro: essere il faro dell’umanità! Esso aveva quindi una duplice funzione: essere un bastione contro la secolarizzazione e la perdita dell’identità ebraica; e nello stesso tempo evitare ogni pericolo di divisione, a causa delle dispute teologiche. Per favorire quest’unione degli ebrei l’Ordine, rifacendosi ai principi della Massoneria, si poneva al di sopra dei partiti e delle correnti teologiche ebraiche. Esso divenne il centro di tutti gli affari del mondo ebraico americano e il punto d’incontro degli ebrei liberali e ortodossi. Grazie alla sua caratteristica pluralista, non esclusivista, il "B’nai B’rith" riuscì a unire ciò che la Sinagoga aveva diviso. Inoltre il "B’nai B’rith", per poter mantenere intatta la sua vitalità, mostrò sempre una grande capacità di adattamento al mutare delle circostanze.

    INFLUENZA POLITICA DEL "B’NAI B’RITH"
    Nell’ambito dei suoi compiti di tutela delle minoranze ebraiche l’Ordine esercitò, tramite il canale della diplomazia americana, enormi pressioni in favore degli ebrei perseguitati in Russia, in Romania, in Germania ecc. Nel 1903 per esempio, il presidente Roosevelt preparò insieme al "B’nai B’rith" una lettera di protesta da inviare allo Zar di Russia per condannare i pogrom russi. Le richieste contenute nella lettera, trasmessa dal Segretario di Stato americano, non furono accolte dallo Zar, il quale anzi, vedendo che gli ebrei capeggiavano i rivoluzionari russi, decise di sottomettere gli israeliti stranieri a un regime speciale di passaporto, per poterli meglio sorvegliare. L’America fece nuovamente pressioni diplomatiche sullo Zar, ma Nicola II rifiutò ancora una volta di ricevere le proteste ebree. Il Gran Presidente del "B’nai B’rith" di quel tempo, Krans, ha scritto che uno dei membri del "B’nai B’rith" dichiarò in quell’occasione: "Se lo Zar non vuole dare al nostro popolo la libertà che esso desidera, allora una Rivoluzione installerà una Repubblica in Russia, mediante la quale otterremo i nostri diritti". Previsione o premonizione?

    L’INFLUENZA ATTUALE DEL B’NAI B’RITH
    Negli USA le campagne presidenziali passano inevitabilmente attraverso le assemblee del "B’nai B’rith", dove i candidati, sia democratici che repubblicani, vengono a porgere i loro messaggi di sostegno ad Israele. Per esempio nel 1953 il vice presidente Richard Nixon fu il principale oratore politico al banchetto della Convenzione, ed il presidente Dwight Eisenhower inviò un caloroso messaggio d’incoraggiamento alla Loggia. Eisenhower prese poi parte al banchetto per il 40· anniversario dell’A.D.L. (Anti-Diffamation League of "B’nai B’rith"), il "braccio armato" del "B’nai B’rith". Mentre nel 1963, per i 50 anni dell’A.D.L., l’invitato d’onore fu il presidente John Kennedy. Alcuni mesi più tardi anche il nuovo presidente Lyndon Johnson fu invitato dall’Ordine. Per finire, il presidente del "B’nai B’rith", Label Katz, incontrò in udienza privata Giovanni XXIII nel gennaio 1960. Tramite Jules Isaac (membro del "B’nai B’rith") l’Ordine ha giocato un ruolo di primo piano nella preparazione del documento Nostra Ætate del Concilio Vaticano II.

    IL B’NAI B’RITH E LA MASSONERIA
    Oggi i membri del "B’nai B’rith" cercano di non parlare del loro legame con la Massoneria, ma abbiamo già visto come almeno quattro dei fondatori del "B’nai B’rith" erano massoni, che si riunivano in Templi massonici. Il Ratier esamina a questo scopo ciò che autori o riviste massoniche o filomassoniche scrivono del " B’nai B’rith": Daniel Ligou, il "Dictionnaire de la franc-maçonnerie" (1932),l’"Almanach maçonnique de l’Europe", Jean-Pierre Bayard, la rivista "Globe" secondo cui il "B’nai B’rith" è "il ramo ebraico della Massoneria", Daniel Beresniak, la "Guide de la vie juive en France", che parla, a proposito del "B’nai B’rith" di "Massoneria colorata di Giudaismo", e infine "Tribune Juive" secondo cui essi ("B’nai B’rith") progettano di creare un tipo di "obbedienza massonica riservata ai soli ebrei". Da qualche decennio tuttavia, i dirigenti del "B’nai B’rith " stanno cercando di non far trasparire la specificita massonica del loro Ordine.

    LA REGOLA DEL SEGRETO
    Ufficialmente il "B’nai B’rith" avrebbe dovuto abbandonare la regola del segreto nel 1920, ma ancora nel 1936 Paul Goldman, presidente della prima Loggia di Londra, parlava, in un articolo che ne tratteggiava la storia, del segreto o silenzio sulle attivita della Loggia. Il Ratier spiega inoltre come vi siano nel "B’nai B’rith" delle "riunioni aperte" cui possono assistere anche i profani, e le "vere riunioni", chiuse o segrete, riservate ai soli fratelli.

    IL CARDINALE DEL B’NAI B’RITH
    Il 16 novembre 1991, il card. Albert Decourtray, Arcivescovo di Lione e Primate di Francia, riceveva il Premio internazionale dell’azione umanitaria del distretto XIX (Europa) del "B’nai B’rith". Nel discorso pronunciato per la consegna della medaglia ricordo a Decourtray, Marc Aron, presidente del "B’nai B’rith" francese, fece un’allusione molto interessante circa l’evoluzione delle relazioni tra gli ebrei e il Vaticano: "Poi venne Jules Isaac, un "B’nai B’rith"; il suo incontro con Giovanni XXIII è la punta dell’iceberg; il Vaticano II, Nostra Ætate, le direttive conciliari per lo sradicamento di ogni concetto antigiudeo nella catechesi e nella liturgia".

    IL CARDINALE BEA
    L’attitudine filoebrea del cardinale Bea gli valse l’accusa di essere un agente segreto B’nai B’rith". Qualcuno, come ha riassunto Leon de Poncins, ha accusato Bea di essere d’origine ebrea, si sarebbe chiamato, Beja, o Behar, e avrebbe agito nel Concilio come agente segreto del "B’nai B’rith", Ma non ci sono prove serie di ciò fino ad ora.

    FREUD E IL B’NAI B’RITH
    L’autore scrive che S. Freud era membro della Loggia del "B’nai B’rith" di Vienna e che il "B’nai B’rith" ha influito molto sullo sviluppo della psicanalisi, fondata sulla Kabala.

    IL B’NAI B’RITH E IL COMUNISMO
    La domanda dell’autore è questa: vi fu opposizione o sostegno, da parte del "B’nai B’rith", alla Rivoluzione comunista del 1917? Globalmente, leggendo la stampa del "B’nai B’rith", si può dire che vi fu sostegno, senza che vi fosse alcuna paura per lo sviluppo della comunità israelitica russa, tranne le inquietudini per un’eventuale assimilazione degli ebrei nello Stato comunista e le difficoltà per la pratica religiosa. Ma oltre questi due punti, non si trova, nella stampa del "B’nai B’rith" dell’epoca, nessuna condanna del regime dittatoriale comunista per la sua ideologia. Per quanto riguarda "l’eliminazione degli ebrei ortodossi, essa fu condotta dalla sezione ebrea del partito comunista la ‘Evsekzija’, Si assistette perciò al triste spettacolo di ebrei, che spogliavano i loro propri fratelli".

    IL B’NAI B’RITH E IL SIONISMO
    Il "B’nai B’rith" può essere definito un movimento pre-sionista. Fin dall’origine e per sua natura, il "B’nai B’rith" è un Ordine d’ispirazione sionista, anche se nel 1843 questo termine non esisteva ancora. Paul Goldman, presidente della Prima Loggia d’Inghilterra, scrisse nel 1936 un piccolo opuscolo sulla storia ditale Loggia. In esso sono contenute notizie molto importanti sull’influenza delle logge londinesi del "B’nai B’rith" nello sviluppo del Sionismo.
    "Nella Palestina - scrive il Goldman - "B’nai B’rith" ha esercitato un ruolo unico, prima che il Sionismo ne facesse la base dello Stato ebraico". Nel 1865, ventitré anni prima dell’Organizzazione sionista mondiale di Herzl, il "B’nai B’rith " organizzò una grande campagna d’aiuto alle vittime ebree di un’epidemia di colera in Palestina. Dopo di che l’Ordine non ha più smesso di sostenere finanziariamente le iniziative private in Israele (nel 1948, inviò più di quattro milioni di dollari in Israele). Tuttavia a causa di una minoranza antisionista tra gli ebrei, il "B’nai B’rith"; che ha sempre cercato di evitare ogni querelle e divisione tra israeliti, non ha preso ufficialmente posizione (fino al settembre 1947) in favore delle tesi sioniste, pur difendendole e partecipando attivamente a tutte le conferenze sioniste.

    IL B’NAI B’RITH FA RICONOSCERE ISRAELE
    È stato il "B’nai B’rith" che ha provocato il riconoscimento (de facto) dello Stato d’Israele da parte del presidente americano Harry Truman, che era ostile ad un riconoscimento rapido d’Israele, e che a causa del suo "ritardismo" veniva accusato dai dirigenti sionisti di essere un traditore. Nessuno dei leaders sionisti era ricevuto, in quei frangenti, alla Casa Bianca. Tutti, tranne Frank Goldman, presidente del "B’nai B’rith", che non riuscì però a convincere il Presidente. Allora Goldman telefonò all’avvocato Granoff, consigliere di Jacobson, amico personale del presidente Truman. Jacobson, un "B’nai B’rith", pur non essendo sionista, scrisse tuttavia un telegramma al suo amico Truman, chiedendogli di ricevere Weizmann (presidente del Congresso Sionista mondiale). Il telegramma restò senza risposta. allora Jacobson chiese un appuntamento personale alla Casa Bianca. Truman lo avviso che sarebbe stato felice di rivederlo, a condizione che non gli avesse parlato della Palestina. Jacobson promise e partì. Arrivato alla Casa Bianca, come scrive Truman stesso nelle sue "Memorie": «Delle grandi lagrime gli colavano dagli occhi; allora gli dissi: "Eddie, sei un disgraziato, mi avevi promesso di non parlare di ciò che sta succedendo in Medio Oriente". Jacobson mi rispose: "Signor Presidente, non ho detto neanche una parola, ma ogni volta che penso agli ebrei senza patria mi metto a piangere". Allora gli dissi: "Eddie, basta". E discutemmo d’altro, ma ogni tanto una grossa lacrima colava dai suoi occhi. Poi se ne andò». Ebbene poco tempo dopo, Truman ricevette Weizmann in segreto e cambiò radicalmente opinione, decidendo di riconoscere subito lo Stato d’Israele. Così il 15 maggio 1948 Truman chiese al rappresentante degli Stati Uniti di riconoscere de facto il nuovo Stato. E quando il Presidente firmò i documenti di riconoscimento ufficiale d’Israele, il 13 gennaio 1949, i soli osservatori non appartenenti al governo degli Stati Uniti erano tre dirigenti del "B’nai B’rith": Eddie Jacobson, Maurice Bisyger e Frank Goldman.

    IL COMPITO PIU' ARDUO: IMPEDIRE L’ASSIMILAZIONE
    Sappiamo gia che il "B’nai B’rith" ha per scopo di unire gli israeliti, per far progredire l’umanità. L’Ordine cerca pertanto di sviluppare il carattere morale e intellettuale dei propri correligionari; tuttavia, studiando meglio il problema, si può scorgere un certo "razzismo" ebreo in tali programmi. L’Ordine dei "Figli dell’Alleanza" presuppone una fedeltà totale al Giudaismo, in quanto esso serve a rafforzare la coscienza ebraica. Uno dei compiti più alti dell’Ordine è di preservare il popolo ebreo da ogni pericolo di assimilazione da parte di altre nazioni e da una conseguente perdita d’identità.
    La "Lega Anti-Diffamazione" (A.D.L.) scrive che essa "crede nell’integrazione, cioè nell’accettazione degli ebrei, come eguali. Ma che è opposta all’assimilazione: ossia alla perdita dell’identità ebrea. Uno dei principi dell’Ordine è che "non vi è posto nel "B’nai B’rith" per un Fratello che tiene i suoi figli lontani dalla Comunità Israelitica".

    IL RIMPIANTO DEL GHETTO E I PERICOLI DELL’EMANCIPAZIONE
    Nelle pubblicazioni del "B’nai B’rith" di questi ultimi anni, traspariva ancora una certa nostalgia del ghetto, come garanzia della propria identità, e perciò certi membri arrivano financo a stimare che "il nemico mortale degli ebrei non è l’antisemitismo ma è l’assimilazione".
    Il "B’nai B’rith" lotta anche contro i matrimoni misti, nei quali uno dei coniugi è un "goy", anche se il matrimonio viene celebrato nella Sinagoga.

    L’"ANTI-DIFAMATION-LEAGUE": O IL BRACCIO ARMATO DEL B’NAI B’RITH
    L’A.D.L. fu fondata dal "B’nai B’rith" nell’ottobre del 1913 per lottare contro la diffamazione e la discriminazione che si sarebbero potute esercitare contro la comunita ebraica americana. Molti presidenti degli USA hanno tessuto l’elogio dell’A.D.L., ad esempio Truman, Eisenhower, J. Kennedy, Johnson, Reagan.
    L’associazione scheda regolarmente ogni anno tutti coloro che hanno espresso delle opinioni non filo-israeliane. In Italia, quest’estate, il giornalista Maurizio Blondet è riuscito, clamorosamente, a rendere pubblico l’elenco dell’A.D.L. 1993, in cui si trovavano, tra gli altri, i nomi degli onorevoli Pivetti e Miglio, dei cardinali Ruini e Pappalardo. L’on. Pivetti ha presentato un’interrogazione parlamentare chiedendo al Ministro degli Interni un’inchiesta sul caso, senza ricevere alcuna risposta.

    L’A.D.L. E LO SPIONAGGIO PRIVATO NEGLI USA
    Il 10 dicembre 1992 e l’8 aprile 1993, i locali dell’A.D.L. del "B’nai B’rith" di S. Francisco e di Los Angeles, furono perquisiti simultaneamente da agenti dell’F.B.I. e molti dei documenti sequestrati provano che l’A.D.L., tramite la sua sezione di ricerca documentaria ("Fact Finding Division"), diretta fin dal 1962 da Irwin Svall, è stata, né più né meno, una vasta rete di spionaggio, non solo contro militanti politici vagamente antisemiti, ma anche contro diverse confessioni religiose, clubs, associazioni locali che non hanno nulla di antisemita. La polizia americana scoprì allora che la maggior parte degli uomini o associazioni spiate dall’A.D.L., non avevano mai avuto alcun legame diretto o indiretto con la comunita ebraica, e non avevano neppure preso una posizione netta pro o contro Israele.
    In Italia per esempio, il card. Ruini è stato schedato come antisemita per aver scritto che Gesù era stato crocifisso dagli ebrei. Il card. Pappalardo per aver usato l’espressione scritturale "Sinagoga di Satana".
    Una tale rete di spionaggio è stata messa in piedi grazie alle amicizie che l’A.D.L. conta tra i poliziotti, gli sceriffi e persino tra gli agenti dell’FBI. Il potere della comunità ebrea e tanto grande che i locali dell’A.D.L. di Los Angeles dovettero essere perquisiti dalla polizia di San Francisco, perché la polizia locale si era rifiutata di cooperare direttamente all’inchiesta. Il procuratore generale di San Francisco, Arlo Smith, disse che si trattava "della più vasta rete di spionaggio che opera su scala nazionale". Due cronisti del quotidiano "San Francisco Chronicle", Phillip Matier e Andrew Ross, hanno scritto che il dossier dell’A.D.L. di San Francisco, sequestrato dalla polizia di Los Angeles, è "soltanto la punta dell’iceberg di un raggio nazionale di spionaggio e di indiscrezioni programmate dai servizi di sicurezza". I due giornalisti affermano anche che "poliziotti di almeno altre sei grandi città, sono egualmente implicati nella vendita di schede confidenziali di polizia". Altra tattica impiegata dall’A.D.L. è quella d’infiltrare gruppi o partiti americani. Alcuni studenti ebrei dell’Università di San Francisco, come riporta il settimanale "San Francisco Weekly", hanno ammesso di spiare, per conto dell’A.D.L., altri studenti o professori, annotando sistematicamente le osservazioni fatte su Israele o sugli ebrei. Se ne deduce che l’A.D.L. scheda ogni persona che esprime sentimenti od opinioni critiche su Israele. Sembra che l’origine dei legami A.D.L.- polizia risalga ai preliminari della dichiarazione di guerra americana del 1941. Quando gli USA dichiararono la guerra, le schede dell’A.D.L. divennero una miniera d’oro per l’F.B.I., che poté cosi controllare gli agenti nemici.
    Questa pratica non è cessata: l’A.D.L. ha fornito all’F.B.I. liste di persone o organizzazioni ritenute "razziste"; anzi l’A.D.L. ha organizzato dei seminari di formazione ai quali venivano invitati poliziotti americani per poter identificare e schedare gli "antisemiti" o presunti tali. Nel 1989 fu il capo stesso dell’F.B.I., William Sessions, a partecipare all’assemblea annua dell’A.D.L., mettendo a disposizione della stessa la sua esperienza professionale. Per ottenere i favori dei poteri repressivi e facilitare la sua penetrazione nell’apparato poliziesco, l’A.D.L. sponsorizza ogni anno, numerosi seminari consacrati specialmente ai cosiddetti "estremisti bianchi", ai quali partecipano numerosi ufficiali di polizia, dall’ F.B.I. fino agli sceriffi, ivi compresi i procuratori generali di tredici Stati.
    Le «pubblicazioni "tecniche" dell’A.D.L., che costituiscono spesso una vera opera di schedatura di persone critiche nei confronti del Sionismo, sono d’altronde destinate a essere utilizzate dalla polizia, come precisa lo stesso catalogo pubblicitario dell’A.D.L.». Per conto dell’A.D.L. vengono organizzate anche operazioni di provocazione, orchestrate nel seno di gruppi di estrema destra, in modo da screditarli e al tempo stesso pilotare l’opinione pubblica sull’esistenza di un grave pericolo razzista ed antisemita, in realta inesistente.

    UN LIBRO DI DENUNCIA
    Nell’estate del 1992 appariva in Francia un libro, intitolato "Les droites nationales et radicales en France", edito da "Presses universitaires de Lyon" (P.U.L.), scritto da due giovani autori René Monzat e Jean-Yves Camus (nati entrambi nel 1958). Sul retro della copertina si può leggere la scritta: «Opera pubblicata col concorso del "B’nai B’rith" di Francia». Ora il presidente del "B’nai B’rith" francese e il dottor Marc Aron, un influente personalità lionese, che ne ha firmato la prefazione dal titolo: "Il cerchio vizioso dell’estrema destra". L’opera è costituita in larga parte dalla trascrizione di schede della polizia (da pag. 61 a pag. 100) ed è un’opera di autentica denuncia di partiti, personalità, bollettini, associazioni, ecc.

    di don Curzio Nitoglia.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    Breve storia dei rapporti tra Sionismo, Usa e lobby mondialiste
    tratto da www.orionlibri.com

    ORION numero 206

    Lo Stato d'Israele fu costituito nel 1948. Lo volle e l'impose l'Onu per iniziativa congiunta degli Americani e dei Sovietici, i quali ultimi sostennero l'invasione israeliana assicurandole un ponte aereo dalla Cecoslovacchia.
    I soli avversari con i quali i coloni ebrei si trovarono a combattere furono coloro che a quel tempo amministravano la Palestina, ovvero gli Inglesi, e quelli che vi abitavano da sempre, cioè i Palestinesi.
    Forti del sostegno internazionale, gli invasori usarono le maniere forti ricorrendo più volte ad azioni terroristiche e stragiste tra le quali spicca il massacro di diplomatici ed alti ufficiali britannici all'hotel King David.
    Una volta affermatosi, Israele si propose e si impose come testa di ponte dell'Occidente nel mondo arabo, nel sud mediterraneo e nell'area del petrolio. In questa veste lo Stato ebraico ottenne il sostegno politico, militare e soprattutto finanziario di tutto il mondo occidentale.
    Ciò divenne allo stesso tempo la salvezza e la dannazione d'Israele. La salvezza, in quanto consentì ad uno Stato economicamente improduttivo di assicurarsi introiti talmente cospicui da garantirgli una floridezza ed un'acquisizione di potenza altrimenti impensabili.
    La dannazione, in quanto, da quel momento, Israele fu condannato a dover creare instabilità intorno a sé e ad alimentare l'odio, il terrore e l'incertezza, sentimenti che, soli, potevano garantire a Tel Aviv il continuato e massiccio sostegno americano, occidentale e delle Comunità ebraiche internazionali.
    Con alterne vicende e senza grossi contraccolpi, tutto filò liscio fino alla Guerra dei Sei Giorni (1967) e, sia pur con qualche complicazione, fino alla Guerra del Kippur (1973). La diplomazia ed i servizi segreti dello Stato Ebraico in questo periodo contribuirono a far sprofondare nel caos il Libano, fino agli anni Sessanta paradiso fiscale e turistico che per la sua stabilità e floridezza infastidiva a ragion veduta Tel Aviv, nonché ad alimentare le tensioni in Italia, in Francia e, per una via meno diretta, in Spagna.
    Tutto cambiò all'improvviso benché impercettibilmente.

    Nascita della Trilateral

    La decolonizzazione, tra la seconda metà degli Anni Quaranta e gli Anni Sessanta, aveva contrassegnato l'affermazione di un nuovo imperialismo, quello operato dalle Multinazionali, dall'FMI, da alcune branche dell'Onu (particolarmente la Fao) e dalla Banca Mondiale.
    Questo nuovo imperialismo impose il dominio assoluto del Dollaro, schiacciando inesorabilmente le altre valute indice, quali il Franco e la Sterlina. Il processo di decolonizzazione calzava a pennello per le aspirazioni di Israele che si ritrovò a rappresentare il ruolo di sentinella dell'occidente e perciò a consolidare le sue credenziali di credito, ma non di certo per quelle delle potenze coloniali europee. Tutto sommato fu abbastanza vantaggioso per l'Urss ma nemmeno la soddisfece pienamente.
    Durante il decennio sessanta perciò, nacque una fronda anti-americana che vide Francia, Inghilterra ed Urss condurre, di concerto, la cosiddetta guerra del dollaro che consisteva nel restituire vagonate di biglietti verdi agli Stati Uniti pretendendone in cambio, come da indicativo, il corrispondente in oro.
    L'oligarchia americana reagì prontamente. Non soltanto rovesciando i governi francese, inglese e sovietico (in quest'ultimo caso tramite il putsch che permise a Breznev di sostituire Kruscev) ma compiendo due atti rivoluzionari.
    Il primo, datato del 1971, fu la decisione unilaterale di non convertibilità del dollaro in oro (il che stette a significare che il dollaro, in sé e di per sé diveniva l'indicatore della ricchezza mondiale, e ciò senza alcuna giustificazione tecnica o giuridica a sostegno).
    Il secondo, pressoché contemporaneo, fu la nascita della Strategia Trilateral, una strategia che fu messa in atto subito dopo la crisi del petrolio, crisi, questa, immediatamente successiva alla Guerra del Kippur, e che si consolidò allorquando il Capitalismo occidentale nel suo insieme dovette fronteggiare la massiccia insolvenza debitoria del Terzo Mondo verso il Fmi. In che si concretizzò questa vera e propria rivoluzione strutturale?
    Nel definitivo svincolamento dell'unità di misura finanziaria da qualsiasi riferimento solido, il che permise l'impennata borsistica ed il trionfo dell'economia speculativa, consentendo a molte banche apolidi, parecchie delle quali a stretta predominanza wasp americana, di prescindere dalla dittatura centralista del Gold Exchange esercitata sulla piazza finanziaria londinese, fino ad allora ancora predominante, da cinque banche di antica ed indiscussa tradizione filosionista. Nella riduzione dell'importanza economica, e dunque anche strategica, del petrolio. La rinnovata struttura finanziaria individuò difatti la principale fonte di sostegno e di speculazione nel narcotraffico e nel riciclaggio dei proventi della droga. Nel tentativo d'imposizione di un disegno imperialista mondiale (che, nella versione kissingeriana, potremmo definire come mondialista imperiale) che prevede lo spegnimento dei focolai inutili.
    In un quadro così sconvolto e rivoluzionato tra i focolai inutili va appunto annoverato quello israeliano che ha di colpo cessato di rivestire la consueta importanza, ragion per cui da allora Israele si sente minacciato.
    Si sente in pericolo perché ha perduto l'importanza geopolitica fino a quel momento conseguita, perché nel quadro rinnovato le banche hanno preso a fare affari in tutt'altre zone del mondo attratte da altre fonti e da altre logiche speculative e di conseguenza l'Alta Finanza ha perduto molto ardore per la causa sionista, perché nello scenario rivoluzionato gli Stati Uniti si sentono ogni giorno meno coinvolti nel sostegno incondizionato a Tel Aviv e perché le stesse Comunità ebraiche internazionali hanno perso gran parte dell'interesse a compiere esborsi onerosi verso un Paese che si è trovato di colpo a retrocedere da un ruolo chiave nello scacchiere internazionale ad uno sicuramente meno strategico.

    Tel Aviv contro Carter

    A metà degli Anni Settanta Israele è passato al contrattacco. Non che avesse molto da temere concretamente: l'abbandono di alcuni sostegni importanti e, comunque, il ridimensionamento degli aiuti, non lo condannavano a subire la rivincita palestinese, non significavano altro che una riduzione delle pretese territoriali dello Stato ebraico che, comunque, vantava sostanziali simpatie in Usa ed in Occidente.
    La riduzione inevitabile del sostegno finanziario e militare avrebbe però messo Israele con le spalle al muro: in prospettiva non sarebbe più potuto essere una Potenza né probabilmente un Paese ricco. Entrambe le prospettive apparvero orrende agli Israeliani.
    Nel 1976, quando Carter conquistò la Presidenza degli Usa, l'intera amministrazione americana fu gestita da membri della Trilateral. Gli obiettivi della Casa Bianca furono due: la pace in Medio Oriente e la distensione con l'Urss.
    Il momento emblematico di questa rivoluzione in politica estera fu rappresentato dagli accordi di Camp David in seguito ai quali fu intimato agli Israeliani di restituire il Sinai all'Egitto ed i Territori Occupati alla Giordania ed alla Siria.
    Israele reagì immediatamente. Strinse un'alleanza politica con gli oppositori interni dei governi arabi laici che lo minacciavano. Ciò si concretizzò nel sostegno di Hamas contro I'Olp, dei Fratelli Musulmani contro il partito nasseriano (il che portò all'assassinio del Presidente egiziano Sadat) e nella collaborazione con alcuni governi integralisti islamici.
    Gli Israeliani si spinsero fino ad armare l'Iran in chiave anti-irachena. Il che nel 1980, nell'imminenza delle elezioni presidenziali in Usa, permise al Mossad di ottenere da Teheran un ritardo nel rilascio degli ostaggi americani prigionieri in Iran, sicché Carter, indiscutibilmente indebolito dall'impasse impostagli durante la crisi persiana, venisse sconfitto da Reagan sul filo di lana.
    In un colpo solo Israele riusciva così a frenare la strategia della Trilateral e a stringere delle relazioni privilegiate con la nuova amministrazione americana, soprattutto a livello di servizi segreti e di concezione delle strategie internazionali.
    Nel contempo il Mossad si era immischiato con totale impudenza in azioni di destabilizzazione e di terrorismo o quantomeno di manipolazione del terrore in tutta l'area mediterranea (Moro, P2, Argo 16, Ustica, BR, Bologna: solo per citare i fatti limitati alla sola Italia nei quali fu in qualche modo invischiato).
    Tutta quest'instabilità era necessaria per garantire agli Usa l'insostituibilità dell'affidabilità israeliana, così come il fantasma di un nuovo antisemitismo era indispensabile a tenere coese le Comunità ebraiche internazionali sì da ottenerne la continuità di un sostegno politico e finanziario molto controverso.
    Da allora si prese a parlare della Shoah come non si era fatto in precedenza.

    L'apogeo israeliano

    L'era reaganiana segnò l'apogeo della potenza israeliana. Agli inizi degli Anni Ottanta il Mossad, forte della relazione privilegiata di cui godeva con la Casa Bianca, partecipò attivamente all'ammodernamento ed al potenziamento del programma di controllo informatico e satellitare messo in opera dalla Cia.
    Vi partecipò tanto attivamente che riuscì ad immettersi nei programmi fino a spiare la stessa Cia.
    Utilizzò la straordinaria situazione in cui versava per fare piazza pulita tutto intorno ai propri confini, invadendo il Libano, menando colpi a tutto andare e schiacciando i profughi, direttamente o per mezzo di milizie parallele, come avvenne a Sabra e Chatila.
    E soprattutto Tel Aviv non mancò l'occasione di farsi strada nella nuova economia mondiale, la narco-economia.
    In stretta alleanza con la City, ambienti israeliani parteciparono alla costituzione di un sistema internazionale della droga, alternativo a quello già da tempo istituito dagli Americani.
    La nuova coalizione comprendeva, insieme all'accoppiata israelo-britannica, vari governi sudamericani, la Spagna, la mafia colombiana e buona parte di quella italoamericana.
    La coalizione godeva inoltre della partecipazione di vari gruppi insurrezionalisti, guerriglieri e secessionisti latinoamericani ed europei, tra i quali l'Eta.
    Tutto questo non impressionò nessuno: in quell'epoca, che da noi è passata ai posteri sotto l'ombra di Tangentopoli trionfava infatti una sorta di trimalchionismo godereccio fondato sull'immoralità.
    Gli sfidanti però passarono il segno: rompendo gli accordi iniziarono a produrre eroina dalla Colombia (che doveva invece limitarsi alla cocaina) e giunsero ad invadere il mercato interno americano praticando prezzi di cinque volte inferiori a quelli in vigore nel sistema statunitense.
    Ciò metteva a rischio la stessa economia americana.
    Ma, soprattutto, questo accadeva sotto un nuovo Presidente, George Bush Sr, che a differenza di Reagan era membro della Trilateral, ne condivideva alcuni aspetti strategici ma, principalmente, era un petroliere ed aveva interessi economici diretti con i Paesi Arabi.

    Bush attacca Israele

    Bush Sr, ex direttore della Cia, rampollo di una famiglia di petrolieri del sud, nazionalista a stretta osservanza Wasp, partì al contrattacco.
    In primo luogo, mettendo a frutto la crisi della Guerra del Golfo, riuscì a stanziare le truppe americane sui pozzi sauditi ed in prossimità di quelli iraniani ed iracheni, assicurando così il controllo strategico sull'oro nero a destinazione europea nonché un lauto finanziamento per se stesso e per il suo clan.
    Forte di questo successo pretese dagli Israeliani l'evacuazione dei Territori Occupati e la pacificazione dell'area medio orientale, pena l'interruzione del finanziamento annuo americano.
    Inoltre mosse guerra al sistema narco alternativo, colpendo Panama, la Colombia, la mafia italoamericana, il governo Gonzalez e lo stesso establishment thatcheriano.
    Durante il suo Mandato e fino ai primi anni della Presidenza Clinton, la Cia compì una serie di vendette sugli agenti del Mossad che ne avevano piratato i sistemi informatici. A questa logica pare non siano estranei l'abbattimento di un aereo di linea in Gran Bretagna, presso Lockerbie, e più tardi, nel pieno del caso Whitewater, l'omicidio alla Casa Bianca del più stretto collaboratore di Hilary Clinton, stretto collaboratore di Tel Aviv.
    Gli Israeliani maledicono letteralmente il Presidente Bush e non c'è da stupirsi che abbiano messo tutto in opera per impedirne la conferma (tramite il finanziamento al candidato di disturbo, Perot) e che qualche mese fa si siano strenuamente mobilitati per evitare l'elezione di suo figlio alla più potente carica del pianeta.

    Bush junior

    L'era Clinton è stata contrassegnata da un continuo e magistrale lavoro di compromesso tra gli equilibri vigenti; il che ha consentito ad un Israele indebolito rispetto all'età reaganiana ma pur sempre forte di segnare il passo senza cedere granché.
    L'avvento di Bush Jr, contemporaneamente all'elezione dell'estremista Sharon, ha invece significato la riapertura delle ostilità. Beninteso di ostilità limitate, perlomeno nelle forme e nella propaganda, ma comunque sostanziali. Bush Jr. non appena in carica ha infatti preteso il ritiro dei carri israeliani da Betlemme.
    Subito dopo gli attentati a Twin Towers e Pentagono, la Casa Bianca ha rinnovato per ben due volte l'imposizione agli Israeliani di ritirarsi dai Territori Occupati, minacciando a sorpresa l'intervento di una forza multinazionale di pace in Palestina con il sostegno americano. Lo Stato palestinese ed Arafat sono stati ripetutamente riconosciuti dal presidente statunitense.
    La politica internazionale americana (che nella versione di Bush è imperialista più ancora che mondialista) si rivolge al Pacifico e sembra orientarsi verso una sorta di esarcato a strati che prevede l'assoluta predominanza statunitense, una partnership privilegiata degli Inglesi e dei Paesi del Commonwealth, e la compartecipazione subordinata di potenze tra di loro conflittuali quali la Russia, la Cina, l'India e l'Islam moderato.
    Il che, oltre al relegare il Mediterraneo e buona parte dello scacchiere atlantico ad un ruolo subalterno, comporta anche la revisione dei rapporti di collaborazione nell'economia mondiale di valore strategico (armamenti, tecnologia, petrolio e droga) con tanto di rovesciamento di complicità e di alleanze.
    Contesto in cui spicca ciò che sta oggi avvenendo in Pakistan ed in Afghanistan laddove gli interessi inglesi ed americani sembrano riavvicinarsi, non solo geopoliticamente ma anche nell'area dell'oppio, a danno dei partners dei Britannici, fra cui va annoverato Israele che non risulta avere avuto rapporti tesi con i Taleban.
    Insomma, per la prima volta in assoluto, lo Stato ebraico rischia un ridimensionamento assai brusco, sicuramente più brusco di quanto sia disposto ad accettare.
    Per non cedere Israele le prova tutte. Da un lato opera la carneficina dei Palestinesi con l'allargamento delle zone militarmente occupate, al fine di poter trattare con margini migliori se e quando l'America, libera dal suo impegno ad Est, potrà occuparsene seriamente. Sempre che sia ancora saldamente in sella il team di Bush, il che non è detto con assoluta certezza: specie se la campagna del terrore all'antrace dovesse alienargli definitivamente l'opinione pubblica.
    Dall'altro lo Stato ebraico rinfocola l'alleanza con alcuni settori integralisti islamici (ma non tutti i movimenti integralisti) nella speranza, assai fondata, che aiutino ad indebolire i partners arabi credibili nell'area (Arafat, Mubarak) ed in quella un po' meno certa che giungano a mettere in pericolo la permanenza militare americana in Arabia Saudita presso i pozzi. Perché se gli Usa dovessero togliere il disturbo dalla zona, Israele riacquisirebbe spessore strategico per gli interessi occidentali e, dunque, potrebbe sentirsi relativamente sicuro per il futuro.
    Infine la diplomazia israeliana tenta il rovesciamento delle alleanze. In questo quadro spicca la carta russa recentemente provata da Tel Aviv, coincidenzialmente poco prima dell'abbattimento del Tupolev sul cielo d'Ucraina.
    Sotto la cenere il fuoco dunque è assai vivo.

    Interessanti paradossi

    La Globalizzazione, l'impulso mondialista, l'imperialismo rinnovato, se da un lato omologano, quantomeno deculturando, e sembrano destinati a trasformare tutto e tutti in una grigia melma informe, dall'altro paiono mettere tutto in discussione, anche i privilegi atavici di potenti che sembravano intoccabili.
    Neppure la Commissione Trilateral, nata su impulso di banchieri, faccendieri ed usurai e volta ad assicurare stabilità all'imperialismo del crimine organizzato, è sfuggita all'inesorabile legge dell'eterotelia.
    Nel tentativo di razionalizzare e di stabilizzare lo sfruttamento internazionale, nell'affermazione incondizionata dei pregiudizi razzistici e culturali dell'Antico Testamento, la Commissione, in quanto propugnatrice di un disegno assai più ambizioso di quello sionista, è finita col ritrovarsi in attrito prolungato e ripetuto con i falchi di Israele.
    E non è l'unica conseguenza sorprendente del suo operato: tra gli effetti collaterali dell'azione dei Superoligarchi vanno difatti annoverati lo strangolamento dell'impero sovietico, la caduta del Muro di Berlino, l'unificazione della Germania e la costituzione della zona dell'Euro.
    Eventi, questi, che quando non sono indiscutibilmente trionfali mantengono quantomeno una doppia valenza ed una potenzialità deflagrante non indifferente.

    La storia non ha alcuna intenzione di giungere ad un punto di non ritorno; al contrario genera ogni giorno nuove prospettive, inquietanti forse, interessanti sicuramente.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

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    I protocolli delle riunioni degli Anziani Eruditi di Sion
    Tratto da "Le società Segrete e il loro potere nel Ventesimo secolo" - Jan van Helsing
    Home page

    Segue la traduzione "I Britannici" del testo integrale del noto "Protocols of the Wise Men of Zion" di Nilus." (19)

    Protocollo nr. 1

    " ... Mettendo da parte i bei modi di esprimersi, parleremo del significato di ogni pensiero: con i paragoni e con le deduzioni, getteremo luce sui fatti circostanti.
    Quello che sto per esporre, allora, è il nostro sistema dai due punti di vista, quello nostro e quello dei goyim (cioè bestiame umano = non-ebrei).
    Si deve notare che gli uomini con dei cattivi istinti sono più numerosi di quelli con dei buoni, e quindi per governarli, si ottengono i migliori risultati con l'uso della violenza e della terrore, piuttosto che con le discussioni accademiche.'Qualunque uomo mira al potere, chiunque vorrebbe diventare un dittatore, se solo potesse, e rari davvero sono gli uomini che non sacrificherebbero volentieri il benessere di tutti per il proprio.
    Che cosa ha trattenuto le bestie da preda che sono chiamate uomini? Che cosa ha servito loro da guida finora?
    Agli albori della struttura della società, erano soggetti alla forza cieca e brutale; più tardi alla Legge, che è la stessa forza camuffata. Tiro le conclusioni che secondo la legge della natura, il diritto sta nella forza.
    La libertà politica è un'idea ma non è un fatto. Si deve sapere come applicarla ogniqualvoLta appaia necessario, utilizzandola come esca per attirare le masse di gente al proprio partito allo scopo di abbattere un altro potere. Questo compito è reso più facile se l'avversario è stato anche lui infettato con l'idea della libertà, il cosiddetto liberalismo, e se, per l'amore di un'idea è disposto a cedere un poco del suo potere.
    E’ proprio qui che il trionfo della nostra teoria appare: le redini allentate del governo sono subito afferrate e raccolte da una mano nuova, secondo la legge della vita, perché la forza cieca della nazione non potrebbe esistere per un solo giorno senza guida, e la nuova autorità non ha che da accomodarsi nel posto della vecchia che è già stata indebolita dal Liberalismo.
    Ai nostri tempi, il potere che ha sostituito quello dei governanti liberali è il potere dell'Oro. Ci fu un tempo nel quale la Fede comandava. Non è possibile realizzare l'idea della libertà, perché nessuno sa come usarla con moderazione. t sufficiente concedere l'auto-determinazione ad un popolo per un certo periodo per vederlo trasformarsi in una folla disorganizzata. Da quel momento in poi, abbiamo un conflitto micidiale che presto si allarga in battaglie tra le classi, nel mezzo delle quali gli Stati bruciano e la loro importanza si riduce ad un cumulo di ceneri.
    Sia che uno Stato si esaurisca nelle sue proprie convulsioni sia che il suo disaccordo interno lo metta sotto l'autorità di nemici esterni, in ogni caso, si può considerarlo una perdita irreparabile: è nel nostro potere. Il dispotismo del Capitale, che è completamente nelle nostre mani, gli stende una cannuccia che lo Stato, volente o nolente, deve afferrare: per non scendere nell'abisso.
    Se c'è qualcuno di tendenza liberale che dice che tali considerazioni come quelle qui sopra sono immorali, gli farò le seguenti domande:
    Se ogni stato ha due nemici, e se in un conflitto contro il nemico esterno l'uso di ogni mezzo è giustificato e non è considerato immorale, come, per esempio, tenere il nemico all'oscuro dei piani d'attacco e di difesa, o attaccarlo di notte o in numero molto superiore; allora, come si può considerare immorale e non ammissibile lo stesso modo usato di fronte ad un nemico peggiore, un distruttore della società e del bene comune?
    E’ possibile che qualunque mente sana e logica abbia la minima speranza di guidare le masse con dei consigli e degli argomenti ragionevoli, quando si può fare qualsiasi obiezione o contraddizione, per quanto possa essere insensata, e quando una tale obiezione può essere maggiormente apprezzata dalla gente, i cui poteri di ragionare sono superficiali? Gli uomini nelle masse e gli uomini delle masse, che sono motivati solo dalle passioni meschine, dalle convinzioni misere, dai costumi e dalle tradizioni, e dal sentimentalismo teorico; cadono in preda al dissenso di parte, che impedisce qualunque forma di accordo, anche in base ad un'argomentazione perfettamente ragionevole.
    Ogni decisione presa da una folla dipende o dal caso o da una maggioranza plebiscitaria, la quale, del tutto ignara dei segreti della politica, avanza qualche risoluzione, che semina il seme dell'anarchia nell'amministrazione.
    La politica non ha niente in comune con la morale. Il governante che si lascia guidare dalla morale non è un politico abile, e quindi, il suo trono è precario. Colui che desidera governare deve far ricorso all'astuzia ed alla finzione. Le grandi qualità nazionali, come la franchezza e l'onestà, sono dei difetti in politica, perché fanno cadere i governanti dai loro troni con più efficacia e con più certezza del nemico più temibile. Tali qualità devono essere gli attributi dei regni dei goyim, ma non dobbiamo in nessun caso farci guidare da loro.
    Il nostro diritto sta nella forza. La parola "diritto" è un pensiero astratto, e non è dimostrata da nulla. La parola vuol dire nient'altro che: Datemi quello che voglio che lo possa dimostrare che sono più forte di voi.
    Da dove comincia il diritto? E dove finisce?
    In qualunque stato nel quale ci sia una cattiva organizzazione dell'autorità, un'impersonalizzazione delle leggi e dei governanti, che hanno perso la loro personalità tra la marca di diritti che il liberalismo fa moltiplicare di continuo, Io trovo un nuovo diritto - attaccare col diritto dei forti, e gettare ai venti tutte le forze esistenti di ordine e di controllo, per ricostruire tutte le istituzioni e per diventare il capo supremo di quelli che ci hanno lasciato i diritti del loro potere, avendoli, con il loro liberalismo, volontariamente deposti.
    Il nostro potere, nelle precarie condizioni del presente di tutte le forme di potere, sarà più invincibile di qualunque altro, perché rimarrà invisibile finché non abbia acquistato una tale forza che nessun'astuzia potrà più indebolirlo.
    Dal male temporaneo che, per ora, siamo costretti a fare, emergerà il vantaggio di un dominio saldo, che ristabilirà il corso normale della vita nazionale, azzerato dal liberalismo. Il risultato giustifica il mezzo. Che dirigiamo, comunque, nei nostri progetti, la nostra attenzione, non tanto a quello che è buono e morale, ma piuttosto a quello che è necessario ed utile.
    Abbiamo un piano davanti a noi, con una strategia dalla quale non possiamo deviare, senza correre il rischio di vedere fallire il frutto di tanti secoli di lavoro.
    Allo scopo di elaborare dei modi di agire soddisfacenti , è necessario prendere in considerazione la birbanteria, la debolezza e l'instabilità della folla tumultuante; la sua incapacità di capire e di rispettare le condizioni della propria esistenza, o del proprio benessere. Si deve capire che la forza della folla è cieca, stupida e irragionevole, sempre alla mercé di un suggerimento da dovunque esso venga. 1 ciechi non possono guidare i ciechi senza portarli nell'abisso; di conseguenza, i membri della folla, i parvenu, che non hanno nessuna comprensione della politica, non possono presentarsi come i leader della folla senza portare l'intera nazione alla rovina.
    Solo una persona istruita da giovane per governare in modo indipendente può comprendere le parole del linguaggio politico.
    Un popolo lasciato a se stesso, cioè ai parvenu tra loro, è rovinato dai dissensi tra i partiti, eccitati dalla voglia di potere e dagli onori e dai disordini che ne sorgono.
    E’ possibile che le masse di persone si facciano un'opinione con calma e senza gelosie meschine, che si occupino degli affari del paese, tenendo fuori i loro interessi personali?
    Possono difendersi da un nemico esterno? E’ impensabile, poiché un piano diviso in tante parti quante sono le teste in una folla perde tutta la sua omogeneità, e quindi risulta incomprensibile ed impossibile da attuare.
    E’ solamente sotto un governante dispotico che i piani possono essere elaborati in modo esauriente e chiaro, tale da distribuirli bene tra i vari settori della macchina dello stato: l'inevitabile conclusione è che una forma soddisfacente di governo per qualsiasi paese è un governo in cui un'unica persona è responsabile. Senza un dispotismo assoluto la civilizzazione non esisterebbe, poiché non sono le masse che la fanno, ma le loro guide, chiunque esse siano. La folla è un selvaggio e dimostra il suo stato selvaggio ad ogni opportunità. Nel momento in cui la folla afferra la libertà con le sue mani, succede subito l'anarchia, che è il grado più alto dello stato selvaggio.
    Guardate le bestie alcolizzate, confuse dal bere, il cui uso eccessivo viene insieme alla libertà. Non è la strada che dobbiamo percorrere - I popoli dei goyim sono confusi dagli alcolici; la loro gioventù, cresciuta col classicismo, è diventata stupida e l'auto-determinazione può avere un'immoralità, che le è stata introdotta dai nostri agenti segreti dai tutori, dalle governanti nelle case dei ricchi, dai lacchè, dagli impiegati e da altri, dalle nostre donne nei luoghi di piacere frequentati dai goyim. Tra queste ultime metto anche le cosiddette "Dame di società", dei seguaci volontari degli altri nella corruzione e nella lussuria.
    Il nostro contrassegno è la forza e la finzione. Solamente la forza vince nelle questioni politiche, soprattutto se è nascosta nei talenti indispensabili per gli uomini di stato. La violenza deve essere la norma, e l'astuzia e la finzione la regola per i governi che non vogliono consegnare le loro corone ai piedi degli agenti di qualche nuovo potere. Questo male è l'unico mezzo con il quale si può raggiungere la meta, ossia il bene. Dunque, non dobbiamo fermarci davanti alla corruzione, alle falsità e al tradimento, se possano servire al raggiungimento dello scopo. In politica, si deve sapere come conquistare la proprietà degli altri senza esitazione, se serve per assicurarsi la sottomissione e la sovranità.
    Il nostro Stato, proseguendo sulla via della conquista pacifica, ha il diritto di scambiare gli orrori della guerra con delle condanne a morte meno appariscenti e più soddisfacenti, che sono necessarie per il mantenimento del terrore, il quale tende a produrre una cieca sottomissione. Una severità giusta e senza quartiere è il più importante fattore di potere dello stato: è non solo per il profitto, ma anche nel nome del dovere, per la vittoria, che dobbiamo mantenere il programma della violenza e della finzione. La dottrina per il regolamento dei conti è tanto forte quanto i mezzi che adopera. Quindi, non è tanto coi mezzi quanto con la dottrina della severità, che trionferemo e che assoggetteremo tutti i governo al nostro supergoverno. E’ sufficiente per loro sapere che siamo spietati per far cessare la disubbidienza.
    Nei tempi degli Antichi, fummo i primi a gridare tra le masse di popolazione le parole "Libertà, Uguaglianza, Fraternità", parole che sono state ripetute molte volte da quei giorni da stupidi sostenitori di votazioni, che da tutte le parti arrivarono e portarono via il benessere del mondo, la vera libertà dell'individuo, così ben custodita in precedenza dall'influenza della folla. I sedicenti saggi dei goyim, gli intellettuali, non capivano nulla delle parole nella loro astrattezza: non notavano la contraddizione del loro significato e della loro interrelazione; non vedevano che nella natura non c'è nessuna uguaglianza, che non ci può essere la libertà: che la natura in sé aveva stabilito una disuguaglianza nelle menti, nei caratteri e nelle capacità, esattamente come, immutabilmente, aveva stabilito una subordinazione alle sue leggi: non si fermavano mai per considerare che la folla è una cosa cieca, che i parvenu eletti tra la marmaglia per governare, in politica, sono ciechi quanto la marmaglia, che gli esperti, anche se sciocchi, possono comunque governare, mentre i non-esperti, anche se fossero dei geni, non capiscono nulla in politica - a tutte queste cose i goyim non prestarono nessuna attenzione. Tuttavia, era in base a queste cose che il regno dinastico funzionava: il padre tramandava al figlio la conoscenza dello svolgimento degli affari politici in modo tale che nessuno, tranne i membri della dinastia, ne era al corrente, e così nessuno poteva confidarla alle masse governate. Nel corso del tempo, il significato del trasferimento dinastico del vero stato di cose in politica fu perso, e questo fatto aiutò la nostra causa.
    In tutti gli angoli del mondo le parole "Libertà, Uguaglianza, Fratellanza" portavano, grazie ai nostri agenti, intere legioni nei nostri ranghi, e sventolavano le nostre bandiere con entusiasmo. Per tutto questo tempo, queste parole erano dei tarli al lavoro che foravano il benessere dei goyim, e ponevano fine alla pace, alla tranquillità, alla solidarietà, e distruggevano le basi degli Stati goy. Come vedrete tra poco, furono di grande aiuto per il nostro trionfo, poiché ci davano la possibilità, tra l'altro, di prendere possesso della carta vincente la distruzione dei privilegi, cioè della vera esistenza dell'aristocrazia goyim, quella classe che fu l'unica difesa che i popoli ed i paesi avevano contro di noi. Sulle rovine dell'aristocrazia naturale e genealogica dei goyim abbiamo fondato l'aristocrazia della nostra classe educata, guidata dall'aristocrazia del denaro. Abbiamo stabilito che i requisiti per quest'aristocrazia sono la ricchezza, che dipende da noi, e la conoscenza, per la quale i nostri anziani eruditi provvedono la forza motrice.
    Il nostro trionfo è stato reso più facile dal fatto che, nelle relazioni con gli uomini che volevamo, noi abbiamo sempre lavorato sui tasti i più emotivi della mente umana, sull'importanza del denaro, sulla cupidigia, sui bisogni insaziabili dell'uomo; ed ognuna di queste debolezze umane, presa da sola, è sufficiente a paralizzare qualunque iniziativa, poiché mette la volontà degli uomini a disposizione di colui che ha comperato le sue attività.

    L’astrazione della libertà ci ha permesso di persuadere la marmaglia di tutti i paesi che il suo governo non è altro che il maggiordomo delle persone alle quali appartiene il paese, e che si può sostituire il maggiordomo come un guanto consumato.
    Questa possibilità di sostituire i rappresentanti dei popoli è quella che li ha messi a nostra disposizione, e, come dire, dato la possibilità di fare delle nomine.

    I ventiquattro protocolli sono pubblicati integralmente nel seguente sito www.abbc3.com/protocols/indexit.htm
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

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    La sacra alleanza del King David
    Stefano Liberti - «Il Manifesto» 19 ottobre 2003

    Neocons, sionisti cristiani e likudnik riuniti a Gerusalemme per ridisegnare il Medioriente.

    «Israele è il ground zero della cruciale battaglia per la sopravvivenza della nostra civiltà». È con questi toni solenni che si è aperto domenica scorsa il primo Jerusalem summit, evento di fondazione di un nuovo think tank internazionale che si propone di «creare nuovi paradigmi per la questione di Israele e dello stato palestinese». Riunita per tre giorni a Gerusalemme, la manifestazione ha visto la partecipazione dei principali leader dell'estrema destra israeliana, di importanti esponenti della cupola neo-conservatrice e di noti ideologi del movimento sionista cristiano. «Una nuova allenza di gente di molte fedi e nazioni devote a Israele», come annunciava il comunicato stampa approntato per l'occasione dagli organizzatori. Tra le persone riunite a questa kermesse spiccavano, da parte israeliana, vari esponenti del partito dell'Unione nazionale, come il ministro dei trasporti Avigdor Lieberman e quello del turismo Benny Elon, oltre ai likudnik più estremisti, come l'ex premier e attuale ministro delle finanze Benyamin Netanyahu e il ministro della sicurezza interna Uzi Landau. Da parte americana sono invece convenuti alcuni tra i più noti guru della galassia neo-cons: Richard Perle, membro e già presidente dell'influente Defence policy board del Pentagono; Daniel Pipes, esperto di islamofobia nominato da Bush nel consiglio di amministrazione dello Us Institute for peace; Elliot Abrams, del Consiglio di sicurezza nazionale, già noto per aver partecipato all'Irangate e aver organizzato gli squadroni della morte in Salvador e Guatemala durante l'amministrazione Reagan.

    L'islam, il nuovo totalitarismo
    A consultare il sito web messo in piedi per l'evento (www.jerusalemsummit.org), si scoprono i princìpi fondanti di questa nuova «alleanza di intellettuali, leader pubblici e religiosi»: la convinzione che tutta la terra tra il mar Mediterraneo e il Giordano appartenga al popolo ebraico; la ricerca di soluzioni «creative» per gli arabi palestinesi che vivono a Gaza e in Giudea e Samaria (Cisgiordania); l'identificazione dell'islam con il nuovo totalitarismo. È partendo da questi significativi punti fermi che gli avventori hanno potuto ascoltare compiaciuti la «road map» alternativa del ministro Elon, che prevede la sconfitta totale dei palestinesi e la loro deportazione verso la Giordania. Hanno poi potuto applaudire Perle - insignito per l'occasione di un'onorificenza creata ad hoc - quando ha detto senza usare mezzi termini che «gli Stati uniti dovrebbero ora attaccare la Siria».

    La mafia russa si getta nella mischia
    Al di là dei nomi conosciuti dell'establishment dell'estremismo sionista predominante negli attuali governi israeliano e statunitense, vi erano anche altre figure meno note, la cui partecipazione è significativa perché segna l'allargarsi del fronte favorevole al ridisegno del Medioriente in funzione della Grande Israele. Prima di tutto, tra gli organizzatori del summit spicca la Michael Cherney foundation, creata dall'omonimo uomo d'affari di origine russa per assistere le vittime degli attentati suicidi e le loro famiglie. Arricchitosi dal nulla dopo il crollo dell'Unione sovietica, Cherney è stato accusato di complotto contro lo stato in Bulgaria e si è rifugiato in Israele, dove è considerato da alcuni il «padrino dei padrini della mafia russa».
    Oltre al soccorso delle vittime, la fondazione da lui creata è impegnata attivamente nel convertire la chiesa ortodossa russa - tradizionalmente antisemita - al sionismo militante, in funzione di un presunto nemico comune: l'islam.
    Sulla sua stessa lunghezza d'onda appaiono le varie organizzazioni sioniste cristiane che hanno preso parte al summit di Gerusalemme: la Religious zionists of America e l'International christian embassy, solo per citare le più celebri.
    Uniti dall'obiettivo della Grande Israele, i vari personaggi che si muovono nei meandri di questo nuovo think tank ultra-sionista appaiono animati da motivazioni diverse, che la dichiarazione di princìpi del summit non manca di mettere in luce: «per alcuni che sono religiosi, l'ultima e immutabile ragione (per l'affermazione della Grande Israele, ndr) è che Dio ha promesso questa terra al popolo ebraico. Ma questo principio è valido anche dalla prospettiva della storia e del diritto internazionale (sic)».
    Strettamente riservata alle star dell'estremismo sionista, la riunione è stata organizzata con cura, fino ai minimi dettagli. Gli incontri si sono tenuti al King David hotel, lo stesso dove nel 1946 le bande paramilitari Irgun e Stern hanno compiuto un attentato dinamitardo contro i britannici, uccidendo 92 persone. Un luogo altamente simbolico: da lì, secondo Olon e suoi accoliti, è cominciata l'inarrestabile ascesa di Israele. Che, per l'appunto, si concluderà solo con il controllo totale dello stato ebraico sui territori biblici di Giudea e Samaria.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

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    LA CORRISPONDENZA MAZZINI-PIKE DEL 1870

    di Epiphanius



    La Segreteria del CTI ci ha scritto invitandoci a mettere in evidenza una pagina tratta dall'ormai famoso testo di Epiphanius (1), invitando tutti a fare attente riflessioni: Qualcuno potrà considerarli fantasiosi vaneggiamenti, ma, sono documenti che circolano da diversi decenni, quando ancora non esisteva alcun pericolo islamico.
    La Segreteria ci trova pienamente d'accordo in tutto.


    Mazzini tratteneva una fitta corrispondenza col Pike: ai fini del nostro studio sono ben significative due lettere in particolare: quella che Mazzini inviò al Pike il 22 gennaio 1870 e quella del Pike a Mazzini datata 15 agosto 1871. Jean Lombard annota che questa corrispondenza si trova depositata negli archivi di Temple House, la sede del Rito Scozzese di Washington, ma off limits cioè di consultazione vietata; pur tuttavia la lettera di Albert Pike, scritta il 15 agosto 1871, venne una volta esposta alla British Museum Library di Londra. Là un ufficiale di marina canadese, il commodoro William Guy Carr (presente in veste di consulente per gli Stati Uniti alla Conferenza di San Francisco del 26 giugno 1945) potè prenderne conoscenza e pubblicarne un riassunto nel libro citato Pawns in thè Game (2).
    Il documento è curiosamente profetico e precorritore della sinistra triade "crisi-guerra-rivoluzione", che ha tormentato il XX secolo. Ecco in che forma lo presenta il Carr:
    "[...] La prima Guerra Mondiale doveva essere combattuta per consentire agli "Illuminati" di abbattere il potere degli zar in Russia e trasformare questo paese nella fortezza del comunismo ateo. Le divergenze suscitate dagli agenti degli "Illuminati" fra Impero britannico e tedesco furono usate per fomentare questa guerra. Dopo che la guerra ebbe fine si doveva edificare il comunismo e utilizzarlo per distruggere altri governi e indebolire le religioni.
    La Seconda Guerra Mondiale doveva essere fomentata approfittando della differenza fra fascisti e sionisti politici. La guerra doveva essere combattuta in modo da distruggere il nazismo e aumentare il potere del sionismo politico, onde consentire lo stabilimento in Palestina dello stato sovrano d'Israele. Durante la Seconda Guerra Mondiale si doveva costituire un'Internazionale comunista altrettanto forte dell'intera Cristianità. A questo punto quest'ultima doveva essere contenuta e tenuta sotto controllo fin quando richiesto per il cataclisma sociale finale. Può una persona informata negare che Roosevelt e Churchill hanno realizzato questa politica?
    La Terza Guerra Mondiale dovrà essere fomentata approfittando delle divergenze suscitate dagli agenti degli Illuminati fra sionismo politico e dirigenti del mondo islamico. La guerra dovrà essere orientata in modo che Islam (mondo arabo e quello musulmano) e sionismo politico (incluso lo Stato d'Israele) si distruggano a vicenda, mentre nello stesso tempo le nazioni rimanenti, una volta di più divise e contrapposte fra loro, saranno in tal frangente forzate a combattersi fra loro fino al completo esaurimento fisico, mentale, spirituale ed economico.


    [...] Il 15 agosto 1871 Pike disse a Mazzini che alla fine della Terza Guerra Mondiale coloro che aspirano al Governo Mondiale provocheranno il più grande cataclisma sociale mai visto. Si citano qui le parole scritte dallo stesso Pike nella lettera che si dice catalogata presso la biblioteca del British Museum di Londra:
    "Noi scateneremo i nichilisti e gli atei e provocheremo un cataclisma sociale formidabile che mostrerà chiaramente, in tutto il suo orrore, alle nazioni, l'effetto dell'ateismo assoluto, origine della barbarie e della sovversione sanguinaria. Allora ovunque i cittadini, obbligati a difendersi contro una minoranza mondiale di rivoluzionari, questi distruttori della civiltà, e la moltitudine disingannata dal cristianesimo, i cui adoratori saranno da quel momento privi di orientamento alla ricerca di un ideale, senza più sapere ove dirigere l'adorazione, riceveranno la vera luce attraverso la manifestazione universale della pura dottrina di Lucifero rivelata finalmente alla vista del pubblico, manifestazione alla quale seguirà la distruzione della Cristianità e dell'ateismo conquistati e schiacciati allo stesso tempo!"


    "Quando Mazzini morì nel 1872 - prosegue ancora il Carr - nominò suo successore un altro capo rivoluzionario, Adriano Lemmi. A Lemmi più tardi sarebbero succeduti Lenin e Trotzkij. Le attività rivoluzionarie di tutti costoro vennero finanziate da banchieri inglesi, francesi, tedeschi e americani.
    Il lettore deve avere presente che i banchieri internazionali di oggi, al pari dei cambiavalute dei tempi di Cristo, sono solo strumenti e agenti degli Illuminati. Mentre al grande pubblico era lasciato credere che il Comunismo è un movimento di lavoratori per distruggere il Capitalismo, gli ufficiali dei Servizi di Informazione inglesi e americani erano in possesso di autentica evidenza documentaria comprovante che capitalisti internazionalisti operanti attraverso i loro istituti bancari avevano finanziato entrambe le parti in ogni guerra e rivoluzione combattute dal 1776".


    --------------------------------------------------------------------------------

    (1) Epiphanius: Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia, seconda edizione, pagg: 125-127. Editrice Ichthys, via Tirlussa 45, 00041 Albano Laziale (Roma).
    (2) W. G. Carr, Pawns in thè Game, cit., I cap., pp. XV e XVI. Il testo originale del Carr è riportato anche alla fine del Tomo II dell'opera citata La cara oculia de la historia moderna, di Jean Lombard, dove si riferisce che William G. Carr era membro del gruppo dell'ammiraglio Barry Domville, direttore del British Naval Intelligence (lo spionaggio della Marina) dal 1927 al 1930. Dornville fu messo a riposo nel 1936 e quindi incarcerato da Churchill con l'accusa ufficiale di avere formato organizzazioni a favore della pace con la Germania, in realtà per la "fuga" dell'originale del documento in questione, archiviato come "off limits" a Washington, D.C. (cfr. op. cit., p. 545).
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    LA FACCIA NASCOSTA DELLA STORIA

    Di Giuseppe Cosco

    <<Il mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero che fanno produrre gli avvenimenti; un gruppo un pò più importante che veglia alla loro esecuzione e assiste al loro compimento, e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto>>. Così si espresse Nicholas Murray Butler. Giova ricordare chi era questo personaggio. Il Dr. Nicholas Murray Butler è stato presidente dell’Università di Columbia, presidente della Carnegie Endwment for International Peace, membro fondatore, presidente della Pilgrims Society e membro del Council on Foreign Relations (CFR) e capo del British Israel.


    Taluni autori denunciano, sempre con maggiore insistenza, che è in atto una cospirazione superpolitica, "religiosa" o satanica che coinvolge l’alta finanza, le massonerie e l’integralismo islamico. I fili della storia, asseriscono questi studiosi, si tirano proprio nelle logge massoniche e nei consigli di amministrazione delle multinazionali e delle grandi banche. La Rivoluzione francese fu una congiura massonica, preparata da "società di pensiero" – uguali a quelle studiate da Augustin Cochin (1876-1916) – e da altri gruppi di pressione. La Rivoluzione bolscevica fu una congiura giudaico-massonica. Diversi storici sono convinti di questo.


    Lo stesso "Times" (10 marzo 1920) confermò il complotto: <<Si può considerare ormai come accettato che la rivoluzione bolscevica del 1917 è stata finanziata e sostenuta principalmente dall’alta finanza ebraica attraverso la Svezia: ciò non è che un aspetto della messa in atto del complotto del 1773>>.


    Estrema importanza assume, sempre al riguardo della rivoluzione russa del febbraio del 1917, il fatto che, non affatto casualmente, il governo fosse costituito principalmente da massoni, tra questi risaltava Kerensky. E’ anche rivelatore il libro "Rossija nakanune revoljucii" di Grigorij Aronson, che fu pubblicato nel 1962 a New York e che riporta delle missive di E. D. Kuskova, moglie del massone Prokopovic, legato da grande amicizia al confratello Kerensky. In una di queste lettere, datata 15 novembre 1955, si legge: <<Avevamo la ‘nostra’ gente dappertutto. (...). Fino a questo momento il segreto di questa organizzazione non è stato mai divulgato, eppure l’organizzazione era enorme. Al tempo della rivoluzione di febbraio tutta la Russia era coperta da una rete di logge>>.


    L’iniziato Jean Marques-Rivière scrisse: <<L’esoterismo, con la sua forza sul piano ideologico, guida il mondo>>. Non bisogna stupirsene. E’ innegabile il diffondersi, nelle maglie della nostra società, di una subdola propagazione di idee, combattute con inflessibilità dalla Chiesa, ma non estirpate del tutto, che ora godono di un pericoloso risveglio e diffusione. E’ una letteratura imponente quella dei cosiddetti cospirazionisti, disprezzata dagli storici ufficiali, che, invece, non obiettano quando la stessa metodologia viene adottata dalla sinistra e dall’estrema sinistra, vedi "golpe De Lorenzo", "strategia della tensione", ecc. che non sono altro che capitoli di una teoria della cospirazione, che nega di esserlo.


    Il lato occulto della storia contemporanea è complesso e, oltremodo, variegato. Insospettabili VIP. del mondo che conta sono affiliati ad oscuri ordini esoterici. L’ex presidente americano George Bush è un 33° grado della Massoneria di Rito Scozzese, lo ha rivelato Giuliano Di Bernardo, Gran Maestro della Massoneria italiana, al quotidiano "La Stampa" (23 marzo 1990). Bush sarebbe stato iniziato, nel 1943, alla sètta "Skull and Bones" (Teschio e Ossa) dell’Università di Yale, fondata nel 1832. George Bush ha diretto anche la Cia. La Skull and Bones assieme a società come il Rhodes Trust, secondo l’autorevole rivista inglese "Economist" (25 dicembre 1992), sono la moderna risorgenza degli "Illuminati di Baviera" di Jean Adam Weisshaupt (1748-1830).

    Anche suo padre Prescott sarebbe stato membro della sètta "Skull and Bones". Di essa farebbero parte le più potenti famiglie degli Stati Uniti (1). Tra queste vale la pena di menzionare <<la famiglia Harriman, della Morgan Guaranty Trust, è Skull and Bones da generazioni. Petrolio: ci sono i Rockefeller, fra gli iniziati. Studi legali di grido. Poltrone alte della Cia. Vicepresidenza degli Stati Uniti>> (2).

    E’ anche molto interessante venire a sapere che, secondo quanto scrive lo storico Antony C. Sutton in "America’s Secret Establishment" (liberty House Press. Bilings 1986, pagg. 207 e segg.), la "Skull and Bones" è collegata al movimento New Age e ad essa, asserisce ancora Sutton, non sono estranei aspetti satanisti. Marylin Ferguson nel suo libro "The Aquarian Conspiracy", una vera e propria Bibbia del movimento New Age, mette assieme Huxley con Teilhard de Chardin, Carl Gustav Jung, Maslow, Carl Rogers, Roberto Assagioli, Krishnamurti, ecc. tra i personaggi, che sono da considerare come padri spirituali del New Age. Aldous Huxley e suo fratello Julian, quest’ultimo fu il primo dirigente dell’U.N.E.S.C.O., erano anche membri di importanti affiliazioni mondialiste, tra queste ricordo l’anglosassone Fabian Society.

    Sui vertici del mondialismo, René Guenon, che era un 33° grado del Rito Scozzese Antico Accettato e un 90° del Rito Egiziano di Memphis-Misraim, ebbe ad affermare: <<…ma dietro tutti questi movimenti non potrebbe esserci qualcosa di altrimenti temibile, che forse neanche i loro stessi capi conoscono, e di cui essi a loro volta quindi, non sono che dei semplici strumenti? Noi ci accontenteremo di porre questa domanda senza cercare di risolverla qui>> (cit. da "Il Teosofismo", edizioni Arktos, 1987, vol. II, pag. 297).

    Ritornando alla "Skull and Bones" la sua importanza può essere ben compresa se si riflette che, nel 1917, essa diresse, tra l’altro, quel centro finanziario denominato "120 Brodway", finanziatore del bolscevismo in Russia (3) e del nazismo in Germania che, tra l’altro, portò al potere (4). Non ci si meravigli se, a questi livelli, parole come "destra e sinistra" non hanno più significato, più esattamente, non si bada a razze, religioni o ideologie: questi sono solo mezzi da utilizzare per raggiungere il fine ultimo, su scala mondiale, con l’antica strategia del "divide et impera".

    E, a questo punto, non meraviglia venire a conoscenza delle trattative segrete intercorse tra George Bush ed alte personalità del governo dell’Iran, che poi hanno portato allo scandalo dell’Irangate. Gli accordi furono resi possibili da Khomeini e dal suo entourage, comprendente buona parte dei suoi ministri, il capo della polizia, il comandante dell’esercito, il procuratore generale del tribunale islamico, il capo della polizia segreta, ecc., sono, o sono stati, affiliati alla Grande Loggia dell’Iran, che è sottoposta alla dipendenza della Gran Loggia d’Inghilterra(5).

    E’ poi noto che l’ex presidente George Bush è esponente di rilievo della sinarchia internazionale, figura di spicco del C.F.R, della Trilaterale, della potente Pilgrims Society oltre che della Skull and Bones. E’ anche interessante accennare ad un articolo, firmato M. Dornbierer, apparso, il 29 gennaio 1991, sul giornale messicano "Excelsior" che spiegava lo <<smisurato sionismo>> di Bush documentando la sua origine ebraica secondo quanto indicato nell’Enciclopedia ebraica castigliana. Bush è inoltre un W.A.S.P. (White Anglo-Saxon Protestant), ovvero un americano convinto che la sua origine razziale e le sue convinzioni religiose lo pongano al di sopra degli altri uomini (6).

    Scrive Blondet che <<secondo Sutton, lo storico della Skull and Bones, la stessa locuzione ‘Nuovo Ordine Mondiale’ descrive il fine ultimo che gli affiliati alla società segreta di Yale s’impegnano a perseguire... A questo i membri dell’Ordine s’impegnerebbero a giungere attraverso la gestione di conflitti artificialmente generati, come quello tra nazismo e comunismo.... Per Sutton, questa filosofia segreta dell’Ordine rivelerebbe la sua origine tedesca (che Sutton ritiene di poter provare): gli iniziati sarebbero dei tardi seguaci di Hegel, votati a far progredire il mondo attraverso opposizioni, tesi e antitesi, per poi comporle in una sintesi superiore (7). L’ipotesi, affascinante, può essere superflua. A noi sembra sufficiente evocare uno dei motti, delle insegne della Massoneria, che suona: Ordo ab Chao, l’Ordine (nasce) dal Caos>> (8).

    L’idea del "Nuovo Ordine del Mondo" è perseguita con accanimento. Del presidente Bill Clinton, scrive Epiphanius (Op. cit. pag. 497): <<la sua educazione l’ha ricevuta nella britannica Oxford, dove venne ammesso nel super elitario ‘Rhodes Group’, una società superiore dell’area del POTERE affine alla ‘Skull and Bones", come scrisse l’’Economist’ inglese nel suo numero del 25 dicembre 1992. L’’Economist’ elencava una decina delle maggiori ‘società d’influenza’ del mondo occidentale rivelando la loro comune derivazione dall’Ordine degli Illuminati di Weisshaupt fondato nel 1776. Clinton appartiene anche al C.F.R., alla Commissione Trilaterale e al Bilderberg…>>. Clinton ha portato con sé Les Aspin (CFR) che, tra l’altro, ha firmato la <<Dichiarazione di Interdipendenza", che è, in sostanza, - una mozione del Congresso che nel 1962, proponeva di cancellare dalla Costituzione ogni dichiarazione di sovranità nazionale, in quanto ostacolo all’instaurazione di un ‘Nuovo Ordine Mondiale’>> (9).

    <<Il Rhodes Group – ci fa sapere ancora Epiphanius, alla nota 145, pag. 497, del suo "Massoneria e sette segrete" (cit.) – nacque nel 1891 per iniziativa di Lord Cecil Rhodes, ricchissimo personaggio legato ai Rothschild, assieme a Lord Milner, Lord Isher, Lord Balfour e un Rothschild, intorno all’idea-guida di organizzare una federazione mondiale di cui U.S.A. e Impero britannico sarebbero stati il centro propulsore. Il mezzo per attuarla consisteva in una selezione elitaria dei quadri protagonisti degli ambienti universitari, politici, finanziari. Attorno a questo nucleo iniziale permeato delle idee mondialiste e socialiste della Fabian Society, sorsero i gruppi della Round Table che a loro volta, nel 1919, diedero vita ai due odierni pilastri del potere mondialista, cioè gli Istituti Affari Internazionali britannico (R.I.I.A.) e americano (C.F.R.). Il Rhodes Group, al pari della Skull and Bones, controlla il C.F.R., (che a sua volta controlla la Trilaterale), il governo-ombra americano il cui comitato direttivo annovera personaggi in grado di gestire bilanci superiori a quello annuale lordo americano>>.

    Ritornando al progetto del Nuovo Ordine Mondiale, già il 17 febbraio del 1950 il banchiere James Warburg, alla Commissione Esteri del Senato, era stato fin troppo chiaro quando aveva affermato: <<Che vi piaccia o no, avremo un governo mondiale, o col consenso o con la forza>>. Anche con le stragi.

    Il Palazzo Federale "Alfred P. Murrah" ad Oklahoma, U.S.A., viene fatto saltare in aria da una tremenda esplosione, il 19 aprile del 1995. Le vittime furono 168. Furono sospettate dell’attentato e arrestate tre persone: Timothy McVeigh, Terry Nichols e James Nichols. L’FBI ha iniziato <<col dichiarare che il meccanismo esplosivo era un’auto-bomba imbottita di 1.000 libbre di esplosivo. Poi era un’auto con 1.400 libbre. In seguito si trattava di un camion con 4.000 libbre. Adesso è un furgone per traslochi con 5.000 libbre di esplosivo>> (10).

    Ted Gunderson, ex dirigente dell’FBI, al contrario di quanto vuol far credere il Dipartimento di Giustizia Americano e cioé che si è trattato di <<una singola semplice bomba fertilizzante>>, ha affermato che: <<la bomba era un congegno elettroidrodinamico a combustibile gassoso (bomba barometrica), che non è possibile sia stata costruita da McVeigh... la bomba utilizzata era un sofisticato congegno A-neutronico, usato dall’esercito americano...>> (11). Sam Cohen, padre della bomba neutronica, il 28 giugno dello stesso anno, al telegiornale della KFOR-TV ha dichiarato: <<Non mi interessa quanto fertilizzante e gasolio hanno usato, non sarebbe mai stato sufficiente. Cariche di demolizione, piazzate sulle colonne chiave, hanno fatto lo sporco lavoro>> (12). Antefatto: non è stato molto pubblicizzato che, <<il 28 marzo 1994, l’Assemblea Legislativa dello Stato dell’Oklaoma passò una risoluzione che colpiva quello che veniva percepito come un programma di governo mondiale. Fu il primo e forse il solo Stato ad approvare tale legislazione>> (13).

    Di seguito riporto alcuni estratti relativi alla decisione dell’Assemblea Legislativa dell’Oklahoma:

    <<Risoluzione N. 1047:

    Una risoluzione in relazione alle forze militari degli Stati Uniti e alle Nazioni Unite; si presenta una petizione al Congresso affinché cessi determinate attività concernenti le Nazioni Unite...

    Considerato che non c’è appoggio popolare per l’instaurazione di un <<nuovo ordine mondiale>> o di una sovranità mondiale di qualsiasi tipo, sia sotto le Nazioni Unite o sotto qualsivoglia organismo mondiale in qualsiasi forma di governo globale;

    Considerato che un governo globale significherebbe la distruzione della nostra Costituzione e la corruzione dello spirito della Dichiarazione di Indipendenza della nostra libertà e del nostro sistema di vita.

    ...sia deliberato dalla Camera dei Rappresentanti della seconda Sessione della 44ma legislatura dell’Oklaoma:

    Che al Congresso degli Stati Uniti sia con la presente rammentato di:

    (...). Cessare ogni supporto per l’instaurazione di un <<nuovo ordine mondiale>> o qualsiasi altra forma di governo globale.

    Che al Congresso degli Stati Uniti è con la presente rammentato di astenersi dal prendere qualsiasi ulteriore iniziativa verso la fusione economica o politica degli Stati Uniti in un organismo mondiale o qualsiasi altra forma di governo mondiale. (Fonte: Newsgroup alt. conspiracy, via Pegasus computer networks, Australia)>> (14).

    Cosa dire di questi fatti? Quale oligarchia misteriosa dirige, in segreto, i vari governi delle nazioni?

    Lascio al lettore il compito di arrivare a delle conclusioni.

    Alla luce di certi accadimenti i governi, la politica e gli stessi politici assumono contorni sbiaditi, sfumati. Misteri che travasano nella storia altri misteri frammisti a bugie. Pochissimi, forse, sanno che <<Il fascismo non è nato in Italia e in Germania. Ebbe la sua prima manifestazione in Russia, col movimento dei ‘Cento Neri’, completo già all’inizio del ‘900 nelle sue azioni e nei suoi simboli: la violenza politica, l’antisemitismo feroce, i neri stendardi col teschio>> (15).

    Chi tira i fili della storia?

    Ricercare certe dinamiche è cosa ardua specie quando riguarda la sfera politica e ciò che sembra del tutto casuale, in molti casi, è stato attentamente preparato. Franklin Delano Roosvelt, presidente americano e 33° del Rito Scozzese, nonché appartenente alla Pilgrim Society e al C.F.R., il governo-ombra americano, affermò: <<In politica nulla accade a caso. Ogni qualvolta sopravviene un avvenimento si può star certi che esso era stato previsto per svolgersi in quel modo>>. Quindi una oscura oligarchia, tira le fila di fantocci, solo apparentemente, alla ribalta della scena politica. Aveva ragione Benjiamin Disraeli, statista inglese del secolo scorso, quando disse: <<Il mondo è governato da personaggi ben diversi da quelli creduti da coloro i quali non sanno guardare dietro le quinte>>. Neppure i partiti contano poi molto. Essi stessi sono a loro volta manovrati, usati, in relazione a degli scopi precisi.

    René Guenon ci informa, nel suo articolo "Réflexions à popos du pouvoir occulte" pubblicato, con lo pseudonimo di Le Sphinx, sul numero dell’11 giugno 1914, pag. 277, della rivista cattolica "France Antimaconnique", che <<Un ‘potere occulto’ di ordine politico e finanziario non dovrà essere confuso con un ‘potere occulto’ di ordine puramente iniziatico… Un altro punto da tenere presente è che i Superiori Incogniti, di qualunque ordine siano e qualunque sia il campo in cui vogliono agire, non cercano mai di creare dei ‘movimenti’ (…). Essi creano solo degli stati d’animo (état d’esprit), ciò che è molto più efficace, ma, forse, un poco meno alla portata di chiunque. E’ incontestabile che la mentalità degli individui e delle collettività può essere modificata da un insieme sistematico di suggestioni appropriate; in fondo, l’educazione stessa non è altro che questo, e non c’è qui nessun ‘occultismo’ (…). Uno stato d’animo determinato richiede, per stabilirsi, condizioni favorevoli, e occorre o approfittare di queste condizioni se esistono, o provocarne la realizzazione>>.

    Al riguardo dei movimenti rivoluzionari sempre il Guénon, nel suo libro "L’Esoterismo di Dante" (Ediz, Atanòr, Roma 1971), spiega: <<...tali movimenti sono talvolta suscitati o guidati, invisibilmente, da potenti organizzazioni iniziatiche, possiamo dire che queste li dominano senza mescolarvisi, in modo da esercitare la loro influenza, egualmente, su ciascuno dei partiti contrari>>. Sul fenomeno del terrorismo delle Brigate Rosse e su quello di estrema destra, il giudice Pietro Calogero, uno dei magistrati che più ha studiato il problema, ammetteva l’esistenza di: <<una rete di collegamenti che si raccoglie intorno a un centro di interesse unitario, che permette ai due terrorismi di procedere insieme nell’assalto dello Stato>>.

    Quali misteriosi personaggi si celano dietro le quinte dei vari governi?

    Serge Hutin racconta, a tal proposito, quanto accadde ad uno scrittore ingles che sotto lo pseudonimo di Robert Payne pubblicò a Londra, nel 1951, un’opera intitolata "Zero. The story of terrorism". Payne cercò di dimostrare che la stategia del terrore ha abili registi dietro le quinte dei governi apparenti. All’uscita della pubblicazione si verificarono tutta una serie di "coincidenze" molto strane. Tutte la copie del libro furono acquistate da misteriosi personaggi prima ancora che venisse messo in vendita. I giornali ignorarono l’opera nonostante il carattere sensazionale delle rivelazioni in essa contenute. La casa editrice Wingate, una delle più importanti di Londra fallì improvvisamente. Robert Payne morì qualche mese dopo in circostanze a dir poco misteriose. Hutin osserva <<La sola spiegazione possibile era che l’autore avesse scoperto l’esistenza, a livello mondiale, di governanti occulti...>> (16).

    La domanda che ora si pone è: come si procederà alla frantumazione degli Stati per la realizzazione del Governo Mondiale?

    Scrive Blondet: <<Michel Albert è un grand commis della politica sovrannazionale... oggi presidente delle Assurances Générales de France, una delle grandi entità finanziarie che hanno promosso il Mercato Unico Europeo. Nel 1989, Albert ha pubblicato un saggio, subito tradotto in Italia dall’editrice il Mulino con il titolo: Crisi, Disastro, Miracolo. Il libro contiene una prognosi sulla fine degli Stati nazionali che rivela un’analisi sicuramente elaborata negli uffici-studi della Trilaterale, e un progetto di ingegneria sociale. …"L’Europa ‘92 lancia il Mercato Unico all’assalto degli Stati nazionali. Li smantellerà". Come? Con "l’anarchia che risulterà" da "un mercato libero e senza frontiere in una società plurinazionale che non riesce a prendere decisioni comuni". A questo "disastro" pianificato, l’oligarchia spera seguirà il "miracolo": gli Stati nazionali devastati invocheranno "una moneta comune, una Banca centrale europea e un bilancio comunitario" (17). Il programma, tuttavia, era già chiaro nel lontano 1957: "Creare un mercato monetario e finanziario europeo, con una Banca europea (...) il libero flusso dei capitali tra i paesi membri e, infine, una politica finanziaria centralizzata">> (18).

    L’attuazione del programma per insediare un "Nuovo Ordine Mondiale" collegato al movimento "New Age" (di cui parlo più diffusamente nel mio saggio "Il serpente e l’arcobaleno", Ediz. "Segno" di Udine), o chiamata anche "Nuova Era", "Età dell’Aquario" o Era del "Condor", come dicono gli studiosi delle civiltà pre-colombiane, si articola in più strategie per realizzare questa grande utopia della parodia del Romanum Imperium.

    Fantapolitica e tendenza al complottismo? Tutt’altro. Ecco due esempi italiani. Leggete cosa la rivista americana "Eir" scriveva: <<Il 2 aprile 1993... il capogruppo Dc alla Camera, Gerardo Bianco, e il suo collega al Senato, Gabriele De Rosa, presentano un esposto alla procura di Roma, chiedendo di appurare se c’è una cospirazione politica per distruggere l’ordine costituzionale italiano (...) Gli scandali rappresentano un tentativo da parte delle forze Anglo-Americane, segnatamente la Fra Massoneria, di orchestrare una generale destabilizzazione della nazione italiana per distruggere il sistema politico esistente e insediare un nuovo ordine, a loro più gradito>> (19).

    Ai cronisti, che chiedevano a Mancino cosa c’è dietro le stragi italiane, lui rispose: <<Non escludo un ruolo della finanza internazionale>> (20). Strategie occulte della secret fraternity bancaria internazionale. David Rockefeller <<credendo di parlare a orecchie fidate, nel ‘91... ha ammesso: 1) che una cospirazione esiste ‘da quaranta anni’; 2) che essa ha lo scopo di instaurare nel segreto ‘un governo mondiale’ e ‘la sovranità nazionale’ dei banchieri; 3) che il nemico dei cospiratori è ‘l’autodeterminazione nazionale’>> (21).

    Nel frattempo, si verificano nel mondo barbarie, solo apparentemente, prive di sottile regia, occulta naturalmente. Ed è interessante apprendere quanto il misterioso personaggio <<esperto di un genere assai speciale>>, che fa da sfondo al tema trattato da Blondet ne "Gli <<Adelphi>> della dissoluzione", in una lettera indirizzata allo scrittore suggerisce:

    <<Può anche darsi che il Nuovo Ordine Mondiale non possa avviarsi a un’epocale clash of civilizations, come alcuni insiders già auspicano in America, ma si limiti a sgranare stermini e genocidi locali, killing fields per poveri straccioni, danze di Shiva e di Kali su carnai confinati a luoghi dove l’uomo è abbondante e ‘sprecabile’. (…). Un’accusa è sempre pronta, a squalificare e ridicolizzare chi esprime ad alta voce le idee che io sommessamente descrivo: quella di ‘complottista’, di allucinato immaginatore di complotti universali. A queste lapidazioni moderne si prestano volontari precisi ambienti giornalistici; espressione di una categoria umana tra le più artificiali, la più ridicolmente sicura di ‘vivere’ in proprio, mentre è la più totalmente ‘vissuta’ e agitata dalle idee correnti, dagli états d’esprit dominanti, dai climi culturali egemoni che ‘Altri’ hanno pur diffuso nell’aria>> (22).

    Giuseppe Cosco

    Caterina Crociani
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

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    I rapporti fra Mormonismo e massoneria: una breve storia

    Michael W. Homer



    I. Le origini della massoneria in America

    Poco dopo la formazione della Gran Loggia di Londra nel 1717, la massoneria inglese fu introdotta nel Nord America. Nel 1730 Daniel Cox venne nominato Gran Maestro Provinciale per gli Stati di New York, New Jersey e Pennsylvania, e tre anni dopo Henry Price fu nominato Gran Maestro Provinciale per il New England (1). Nello stesso periodo la Gran Loggia degli Antients ("Antichi"), risultato di uno scisma in Inghilterra, concedeva patenti in America a diverse Gran Logge Provinciali, la maggioranza delle quali non venivano registrate presso la Gran Loggia di Londra. Al tempo in cui le colonie americane conquistavano l'indipendenza dalla Gran Bretagna, la Gran Loggia di Londra aveva nominato negli Stati Uniti ventitré Gran Maestri Provinciali, e la Gran Loggia Provinciale degli Antients per la Pennsylvania aveva stabilito più di cinquanta logge nell'America del Nord e nei Caraibi (2). In seguito a questi avvenimenti le logge degli Stati Uniti si resero indipendenti dalle due Gran Logge rivali del Regno Unito. Nell'anno 1800, la fraternità dichiarava di avere 11 Gran Logge, 347 logge subordinate e sedicimila membri negli Stati Uniti (3), e nel 1826 è stato stimato che ci fossero 26 Gran Logge, tremila logge costituenti e tra centomila e centocinquantamila membri (4). Soltanto nello Stato di New York - che aveva la più ampia popolazione massonica del paese - potevano esserci cinquecento logge e ventimila membri (5). Mentre le logge massoniche in America conoscevano una fenomenale crescita nei primi tre decenni del diciannovesimo secolo, cominciò a fiorire una letteratura massonica che cercava di spiegare le credenze e le pratiche dell'Ordine. I libri più importanti scritti da massoni negli Stati Uniti durante questo periodo sono The Freemason's Monitor or Illustrations of Masonry di Thomas S. Webb, pubblicato nel 1797 (6) e The True Masonic Chart, or Hieroglyphic Monitor di Jeremy L. Cross, pubblicato nel 1820 (7). Oltre ai libri cominciavano ad essere pubblicati diversi giornali massonici, fra cui il Masonic Mirror and Mechanic's Intelligencer, che apparve per la prima volta nel novembre 1825. Queste opere discutevano apertamente - con dettagli oggi sorprendenti - i gradi e le leggende dell'Ordine: spiegavano che l'Ordine trovava le sue origini in Adamo, in Enoch, in Mosé, in Salomone; che la sua organizzazione, gli insegnamenti e i rituali erano stati conservati attraverso la costruzione delle cattedrali, e che insegnava un linguaggio e un simbolismo necessari per entrare nella "Loggia Celeste dell'Aldilà" (8). In breve la massoneria era - secondo i suoi esponenti - l'unica istituzione che aveva "resistito alle ingiurie del tempo. Tutte le altre [istituzioni antiche] sono sprofondate nell'oblio" (9). Si trattava - secondo queste fonti - del "sistema più morale che sia mai esistito" (10), e dell'unica istituzione "fondata sulla Roccia di tutti i Tempi" (11), in grado di trasmettere "i principi eterni e invariabili della religione naturale" in base ai quali gli uomini potevano regolare la loro condotta (12).

    A partire dal 1749 "rivelazioni" sulla massoneria scritte da non massoni che erano state pubblicate in precedenza nel Regno Unito vennero stampate per la prima volta negli Stati Uniti. Ma la prima vera campagna contro l'Ordine in America venne lanciata dopo la Rivoluzione francese, quando una serie di libri, pubblicati per la prima volta in Europa, cominciarono ad apparire sostenendo che un gruppo di massoni bavaresi, gli Illuminati, si erano organizzati per prendere il controllo del mondo e avevano cominciato con l'abbattere la monarchia francese (13). Questi attacchi vennero presto seguiti da libri scritti da autori americani che rivolgevano le stesse accuse alla massoneria così come esisteva in America (14). Questi lavori prepararono la scena per l'ondata successiva di propaganda anti-massonica - comprensiva di libri, congressi, giornali, rappresentazioni pubbliche che svelavano i segreti delle cerimonie massoniche e perfino un partito politico - che iniziò dopo la sparizione di William Morgan. Morgan era un ex-massone che era entrato nell'Arco Reale a LeRoy, nello Stato di New York, il 23 maggio 1825, ma a cui - sembra - era stata rifiutata la partecipazione a un nuovo capitolo formato a Batavia. Poco dopo Morgan - che era un imprenditore edile - nell'estate del 1826, in collaborazione con il direttore del giornale Republican Advocate di Batavia, David Miller, preparò un testo (secondo alcuni massoni copiato in realtà da opere già apparse in Inghilterra) (15) in cui rivelava i primi tre gradi della massoneria, compresi i segni di riconoscimento, le parole di passo e le penalità. Infuriati dall'ovvia violazione, da parte di Morgan, del giuramento di non rivelare i rituali della massoneria, gruppi di massoni cercarono di impadronirsi del testo prima che il libro venisse pubblicato e - almeno secondo le fonti anti-massoniche - di bruciare l'ufficio di Miller. Quando questi sforzi fallirono, sembra che alcuni massoni abbiano deciso di rapire Morgan il 12 settembre 1836, prima che il libro venisse pubblicato. La moglie di Morgan, Lucinda, tentò di offrire il manoscritto del marito in cambio della sua libertà (16), ma di Morgan non si sentì più parlare e il suo volume Illustrations of Masonry (17), il primo vero libro americano di rivelazioni sulla massoneria, venne pubblicato da Miller in novembre e ottenne un notevole successo (18).

    Il rapimento di Morgan e la pubblicazione del suo libro sono alle origini dell'autentica febbre anti-massonica che scosse la nazione. Il libro di Morgan venne pubblicato in almeno venti edizioni tra il 1826 e il 1830, al culmine del fervore anti-massonico negli Stati Uniti, fino a quando la sua popolarità dovette cedere il passo a quella del libro di David Bernard Light on Masonry (19), dove questo ministro battista ed ex-massone, che era stato il segretario del primo congresso anti-massonico americano (e dichiarava di essere stato il primo massone a uscire dall'Ordine dopo il caso Morgan), utilizzava non solo le rivelazioni di Morgan sui primi tre gradi, ma anche i manoscritti inediti che l'imprenditore ex-massone aveva lasciato sui gradi di Maestro del Marchio, ex-Maestro, e Maestro Eccelso, che aveva ottenuto dalla vedova del costruttore scomparso (20), e aggiungeva ricerche sue fino a comprendere più di quaranta gradi. Spiegava pure - in un modo che sarebbe stato ripetuto da numerose opere anti-massoniche successive - perché Bernard si era indotto a violare il suo giuramento massonico (21). Nel 1829 il libro di Bernard venne pubblicato in sei varianti diverse. In questi libri di rivelazioni e in altre opere anti-massoniche venivano denunciati il carattere spurio delle leggende sulle origini antiche della massoneria (22) e su Hiram Abiff (23), e veniva messa in dubbio la legittimità della pretesa massonica di offrire luce e conoscenza ai membri per permettere loro di entrare nella "Loggia Celeste" (24).

    Durante il periodo della maggiore crescita massonica negli Stati Uniti una persona che firmava Joseph Smith Senior, e che poteva essere il padre del fondatore dei mormoni (ma anche un omonimo, dal momento che i "Joseph Smith" erano certamente comuni nella zona), venne iniziato fino al grado di Maestro nella loggia Ontario n. 23 a Canandaigua, nello Stato di New York, tra il 26 dicembre 1817 e il 17 maggio 1818 (25). Il profeta mormone, Joseph Smith Junior, non divenne massone prima del 1842, ma altri futuri mormoni si affiliarono alla massoneria nel decennio 1820, fra cui Hyrum Smith, il fratello del fondatore (loggia Mount Moriah n. 112 a Palmyra, nella Contea di Ontario, Stato di New York); Heber C. Kimball (loggia Victor n. 303, a Victor, Contea di Ontario, Stato di New York); Newell K. Whitney (loggia Meridian Orb n. 10, a Painesville, Contea di Lake, Stato dell'Ohio); George Miller (loggia dei Figli della Vedova n. 60, ad Albemarle, Contea di Milton, Stato della Virginia); e James Adams (loggia Springfield n. 2, a Springfield, Stato dell'Illinois).

    Le pubblicazioni massoniche e le rivelazioni di coloro che si opponevano all'Ordine permettevano agli iniziati e ai curiosi di scoprire un certo numero di leggende relative alla costruzione di templi nell'antichità e a documenti e parole chiave che si supponeva avessero permesso alla massoneria di perpetuare la vera conoscenza di Dio dall'antichità al tempo presente. Tra le leggende principali tre sono rilevanti per il nostro argomento:



    1. La leggenda di Enoch

    A Enoch venne mostrata in sogno una lamina triangolare d'oro, che conteneva il vero nome di Dio. Enoch si fece una lamina triangolare d'oro simile a quella che aveva visto in sogno, vi incise sopra i "caratteri ineffabili", la collocò su un piedistallo triangolare e la mise in un tempio che aveva costruito sotto terra a cui si accedeva tramite un arco. Nessuno tranne Enoch conosceva il tesoro che aveva depositato nel tempio. Per assicurarsi che il tesoro non andasse perduto, Enoch collocò una porta di pietra all'ingresso della caverna dove la lamina d'oro era nascosta, e sopra la porta costruì due pilastri, uno di ottone per proteggere dall'acqua e uno di marmo per proteggere dal fuoco, su cui pose iscrizioni che descrivevano il tesoro. In cima al pilastro di ottone collocò una sfera che conteneva mappe del mondo e dell'universo e costituiva uno strumento "per migliorare la mente e fornirle l'idea più distinta di ogni problema o proposizione" (26). La lamina d'oro fu più tardi scoperta dal re Salomone vicino al luogo dove sarebbe stato costruito il suo tempio, nel quale venne depositata in un "sarcofago sacro" (27).



    2. La leggenda di Hiram Abiff

    Durante la costruzione del tempio di Salomone il Gran Maestro (il "figlio della vedova", Hiram Abiff) fu ucciso da tre traditori perché si rifiutava di rivelare loro la "parola del Maestro". Dopo la morte di Hiram Abiff il re Salomone rivelò il "grande segnale di pericolo", che da allora ogni massone utilizza quando si trova realmente in pericolo. Uno dei simboli della massoneria comprende una vergine "che piange su una colonna spezzata, con un libro aperto dinanzi a lei", che simboleggia lo "stato incompiuto del tempio al momento dell'assassinio di Hiram Abiff" (28). Dopo che il tempio di Salomone fu terminato diversi segni, parole di passo, penalità e simboli vennero rivelati; essi sono necessari per progredire fino a una completa conoscenza di Dio (29). Il primo assassino di Hiram Abiff finì per essere decapitato, e gli amici di Hiram giurarono di vendicarsi dei suoi assassini e di coloro che avrebbero tradito i segreti della massoneria (30).



    3. La restaurazione della Parola del Maestro

    Durante la ricostruzione del tempio di Salomone ad opera di Zarubbabel o Zorobabel, circa quattrocentonovanta anni dopo l'originaria costruzione del tempio, la parola del Maestro massone - che era andata perduta con l'assassinio di Hiram Abiff - sarebbe stata riscoperta tra le rovine del tempio (31).



    II. Joseph Smith e il "Libro di Mormon"

    Nella serata del 21 settembre 1823, secondo il suo racconto, Joseph Smith, un ragazzo di diciassette anni che viveva nello Stato di New York, ricevette l'apparizione di un messaggero celeste chiamato Moroni. Quest'ultimo rivelò a Joseph che: "C'era un libro nascosto, scritto su tavole d'oro, che fornisce un resoconto dei primi abitanti di questo continente, e rivela da dove sono venuti. Disse pure che la totalità dell'eterno Vangelo era contenuta in questo libro, così come era stata rivelata dal Salvatore a questi antichi abitatori; che c'erano anche due pietre in astucci d'argento - e queste pietre, legate a un pettorale, costituivano quello che è chiamato Urim e Thummim - nascoste con le tavole; il possesso e l'uso di queste tavole era quanto costituiva i veggenti nei tempi antichi; e che Dio le aveva preparate perché servissero a tradurre il libro" (32). La visione venne manifestata a Joseph tre volte nel corso di quella serata, e nuovamente il mattino seguente. A Joseph venne concesso di vedere le tavole d'oro, il pettorale e l'Urim e Thummim immediatamente, ma gli fu detto che non avrebbe potuto prenderli dal luogo dove si trovavano - la collina di Cumorah - né tradurli per quattro anni, quindi fino al 21 settembre 1827. Quando finalmente ottenne le tavole ne cominciò una traduzione, che venne pubblicata nel marzo 1830 con il titolo Libro di Mormon. Il Libro di Mormon è la storia degli abitatori del continente americano dall'epoca della Torre di Babele fino al 400 d.C. Il libro descrive i viaggi di questi antenati degli Indiani d'America dal Vecchio al Nuovo Mondo, la divisione che si sarebbe verificata fra i figli di Nefi (Nefiti) e di Laman (Lamaniti) così come le loro rispettive guerre, forme di governo, culture. Poco dopo la pubblicazione del Libro di Mormon Joseph Smith Junior e cinque altre persone fondarono la "Chiesa di Cristo" (oggi nota come Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, o Chiesa mormone).



    III. Paralleli tra la massoneria e il Mormonismo: il "Libro di Mormon"



    A. Le tavole d'oro

    Ci sono diversi elementi nelle leggende massoniche e nella storia delle origini mormoni che offrono materia per paralleli interessanti. Joseph Smith è stato spesso comparato al profeta Enoch in diverse rivelazioni che fanno oggi parte di Dottrina e Alleanze (33). Joseph Smith aveva la stessa età, quando fondò la "Chiesa di Cristo" nel 1830, di Enoch quando - secondo la leggenda - ricevette il sacerdozio di Melchisedec (34). Inoltre Joseph ed Enoch avevano avuto esperienze simili. Enoch aveva ricevuto una visione in cui si parlava di tavole d'oro nascoste nel Monte Moriah, e in seguito depositò le tavole nella collina per le generazioni future; a Joseph venne detto che tavole d'oro erano nascoste nella collina di Cumorah, ed egli dichiarò di avere tradotto queste tavole, di averne ricavato un testo sacro e di avere quindi riconsegnato le tavole perché fossero nascoste di nuovo in modo inaccessibile nella stessa collina. È anche significativo che - secondo il resoconto di Joseph Smith - gli strumenti e le tavole trovate nella collina di Cumorah e tradotte erano state portate nel Nuovo Mondo dal Vecchio, e precisamente dallo stesso luogo in cui Enoch aveva seppellito il suo tesoro (35).



    B. Il "Libro di Mormon"

    Poco dopo la pubblicazione del Libro di Mormon a Palmyra, nello Stato di New York, nel mese di aprile del 1830, alcuni osservatori cominciarono a sostenere che comprendeva dei brani anti-massonici. Martin Harris, che aveva collaborato con Joseph Smith scrivendo sotto la sua dettatura, ed era fra coloro che avevano testimoniato che le tavole d'oro esistevano, definì nel 1831 il Libro di Mormon "la Bibbia anti-massonica" (36). Autori non mormoni offrirono osservazioni simili. Nel 1831 Alexander Campbell, il fondatore della denominazione protestante dei Discepoli di Cristo, notava che il Libro di Mormon "decide tutte le grandi controversie (...) perfino la questione della massoneria" (37). Jason Whitman osservava nel 1834: "infine, è ben noto che nelle menti di molti vi è un forte sentimento di opposizione all'istituzione della massoneria. Tutti costoro trovano qualcosa nel Libro di Mormon che corrisponde alle loro vedute (...) pertanto si trovano, nel libro stesso, cose che si adattano perfettamente ai ben noti pregiudizi della comunità" (38). E.D. Howe, uno dei primi e più aggressivi autori anti-mormoni, notava nello stesso anno che "la massoneria è stata introdotta qui [nel Libro di Mormon] e si dice che è stata fondata da una banda di ladroni. Di questa istituzione si parla in termini molto negativi, giacché i suoi membri si sono legati da patti segreti per proteggersi a vicenda in ogni cosa dalla giustizia e dalla legge. I Nefiti [gli antichi abitatori del continente americano secondo il Libro di Mormon] sono rappresentati come cristiani anti-massoni, il che prova che l'autore era capace di prevedere la situazione politica dello Stato di New York negli anni 1828-1829, o che il volume fu rivisto più o meno a quell'epoca" (39).

    Edward Strut Abdy notò nel suo famoso resoconto di un viaggio negli Stati Uniti pubblicato nel 1835 che un particolare brano del Libro di Mormon "segnala il luogo in cui è stato concepito e il materiale che l'autore aveva a sua disposizione" giacché "allude nei termini più inequivoci ai massoni" (40). LaRoy Sunderland scrisse nel 1838 che "il lettore troverà frequenti allusioni nel libro [di Mormon] alla massoneria (...) sotto i nomi di 'società segrete', 'terribili giuramenti' e 'combinazioni segrete'" (41). Gli studiosi contemporanei continuano a discutere sull'esistenza e sul significato di questi presunti riferimenti anti-massonici (42). Possibili paralleli con la massoneria sono stati del resto notati anche in altre scritture mormoni, tra cui il Libro di Mosé, una rivelazione a Joseph Smith del dicembre 1830 dove Caino - dopo che Satana gli ha rivelato un "segreto" - viene chiamato "Mastro Mahan" (Master Mahan), un'espressione la cui assonanza con "Maestro Massone" (Master Mason) sembra evidente (43).

    Oltre a questi possibili riferimenti anti-massonici ci sono altri passaggi del Libro di Mormon che trovano paralleli nella massoneria. Per esempio il "fratello di Jared", un personaggio del Libro di Mormon vissuto al tempo della Torre di Babele, venne condotto in un luogo chiamato Morancumer dove salì su una montagna, ricevette una visione del futuro, gli venne comandato di trascrivere la visione, di sigillare lo scritto in modo che non potesse essere letto, e di nasconderlo con "due pietre" in modo che potesse essere tradotto in qualche epoca futura. In una rivelazione a Joseph Smith fu rivelato che il "fratello di Jared" aveva ricevuto gli Urim e Thummim e il pettorale sulla montagna, e che lo stesso "fratello di Jared" li aveva in seguito portati in America e seppelliti nella collina di Cumorah, dove li avrebbe poi ricevuti Joseph Smith. Il racconto del Libro di Mormon è molto simile al racconto relativo agli antichi documenti discusso nella leggenda massonica di Enoch, e può avere convinto alcuni dei primi convertiti al Mormonismo che conoscevano bene la massoneria che i documenti di Enoch erano stati portati negli Stati Uniti e tradotti da Joseph Smith.

    Altri paralleli tra il Libro di Mormon e le leggende massoniche comprendono le somiglianze tra (a) il Liahona - una sorta di bussola utilizzata da Lehi e dalla sua famiglia per guidarli nel nuovo mondo - anche questa scoperta da Joseph Smith nella collina di Cumorah, e la mistica sfera cava che si trovava in cima al pilastro di ottone di Enoch e che conteneva le mappe del mondo e dell'universo (44) e (b) l'uccisione di Laban - con la stessa spada dell'ucciso - da parte di Nefi, perché Laban si rifiutava di consegnare le tavole di ottone che contenevano la storia degli antenati di Nefi, e la decapitazione di uno degli assassini di Hiram Abiff che aveva tentato di ottenere la Parola del Maestro.



    IV. Il caso William Morgan e i suoi legami con i mormoni

    Come si è visto, a causa dei brani "anti-massonici" nel Libro di Mormon, alcuni osservatori pensavano che il Mormonismo nascente fosse una "religione anti-massonica". Questa tesi venne discussa per la prima volta sui giornali Painesville Telegraph e Ohio Star nel 1831 (45), e Ebenezer Washington, uno dei primi convertiti al Mormonismo, scrisse dopo aver lasciato la Chiesa mormone che i mormoni all'inizio "si opponevano strenuamente alle società segrete" ma che "in seguito una notevole modifica di questo sentimento sembrò prodursi" (46). Ironicamente E.D. Howe, che più tardi osservò che c'erano dei brani anti-massonici nel Libro di Mormon, all'inizio criticò la tesi secondo cui il Mormonismo era una religione anti-massonica, notando che il Libro di Mormon era stato pubblicato da "una tipografia massonica" e che i suoi principi erano compatibili con quelli della massoneria (47). È vero che il Mormonismo contava nelle sue fila diversi ex-massoni e altri che erano anti-massoni i quali potevano essere stati attirati dalle messe in guardia del Libro di Mormon contro le società segrete, tra cui Martin Harris che, come abbiamo visto, era uno dei tre testimoni dell'esistenza delle tavole d'oro (48), William Wines Phelps, che aveva partecipato a uno dei primi congressi anti-massonici e aveva diretto due periodici anti-massonici a New York (49), e George Washington Harris, che conosceva William Morgan e partecipò agli stessi congressi di Phelps (50). Per contrasto alcuni eminenti massoni - come Pomeroy Tucker (51) e Orsamus Turner (52) - che avevano conosciuto la famiglia Smith nello Stato di New York più tardi pubblicarono libri contro i mormoni.

    Tuttavia, è anche vero che la maggioranza dei massoni che divennero mormoni nei primi anni 1830 - tra cui Heber C. Kimball, Newell K. Whitney e George Miller - non abbandonarono la massoneria dopo il caso Morgan. Alcuni di loro vennero perfino perseguitati per la loro qualità di massoni: fra questi, Heber C. Kimball dovette fuggire dalla sua casa cinque volte inseguito dalla folla perché era un massone (53), e non poté realizzare il suo desiderio di essere iniziato nella massoneria dell'Arco Reale perché la sede massonica dove la cerimonia doveva avere luogo era stata bruciata dagli anti-massoni (54). D'altro canto non ci sono prove che Joseph Smith abbia propagandato o adottato tesi o atteggiamenti anti-massonici dopo la pubblicazione del Libro di Mormon nel 1830.

    Non è meno vero che il caso Morgan ha un importante collegamento con la storia mormone. Nel 1830 la moglie di Morgan, Lucinda, sposò George Washington Harris (55) - come abbiamo visto un ex-massone e un amico di Morgan - anche se il corpo del marito non era stato trovato e non si poteva parlare legalmente di morte presunta perché non erano passati i prescritti sette anni dalla sua sparizione (56). Nel 1834 sia Lucinda che il suo secondo marito si convertirono al Mormonismo (57). Nel 1836 la coppia si trasferì a Far West, nel Missouri, allora il centro principale del Mormonismo, e visse nella casa di Joseph Smith e della sua famiglia per almeno tre mesi (58). Gli Harris seguirono i mormoni quando questi fondarono la loro nuova città santa a Nauvoo. Lucinda entrò in una relazione poligamica con Joseph Smith - non è chiaro se già nel Missouri o a Nauvoo - in un'epoca in cui era ancora la moglie di Harris (59). Se si accettasse la tesi secondo cui Morgan era ancora vivo a quell'epoca, se ne dovrebbe concludere come ha fatto un'autrice recente che "Lucinda potrebbe aver avuto tre mariti contemporaneamente all'inizio degli anni 1840, qualche cosa di inaudito nell'America del diciannovesimo secolo" (60). Lucinda venne ufficialmente suggellata come moglie nella poligamia a Joseph Smith dopo la sua morte (una pratica possibile nel tempio mormone) nel 1844, e poco dopo ottenne il divorzio da Harris (61). Dopo la morte del profeta, Lucinda fu vista piangere sul suo corpo tenendo in mano una copia aperta del volume anti-massonico di Stearns (62).



    V. La massoneria a Nauvoo

    Dopo il caso Morgan molte logge massoniche negli Stati Uniti furono sciolte - nel solo Stato di New York il numero di logge scese da cinquecento a meno di cento dal 1825 al 1830 - compresa la Gran Loggia dell'Illinois che era stata fondata nel 1805. Poco dopo l'arrivo di Joseph Smith e dei mormoni nella cittadina di Commerce - che avrebbero poi ribattezzato Nauvoo - nella Contea di Hancock, nell'Illinois, nel mese di maggio 1839, venne fondata una nuova Gran Loggia dell'Illinois. Il 6 aprile 1840 Abraham Jonas venne eletto Gran Maestro e James Adams sostituto del Gran Maestro (63). All'epoca della riorganizzazione della Gran Loggia dell'Illinois c'erano soltanto circa duemila massoni in tutti gli Stati Uniti, e meno di duecento nell'Illinois. James Adams era stato battezzato come mormone il 4 dicembre 1836 e conosceva bene Joseph Smith (64). Poco dopo l'organizzazione della Gran Loggia, John C. Bennett, un non mormone che era massone ed era arrivato fino al grado di Maestro nell'Ohio, scrisse almeno tre lettere a Joseph Smith e al suo collaboratore Sidney Rigdon dove manifestava il desiderio di recarsi presso i mormoni a Nauvoo e offriva i suoi servizi alla Chiesa. All'epoca Bennett era un alto funzionario dello Stato dell'Illinois e risiedeva a Fairfield (65). Nell'agosto del 1840 Joseph Smith rispose alle prime due lettere dichiarando che Bennett era il benvenuto a Nauvoo, e nel giro di pochi giorni Bennett rispose annunciando il suo prossimo arrivo. Il 1° settembre 1840 John C. Bennett arrivò a Nauvoo e un mese dopo parlò "piuttosto a lungo" nel corso della Conferenza Generale della Chiesa mormone (66).

    Bennett divenne presto un membro preminente della buona società di Nauvoo. Venne incaricato dalla Chiesa di ottenere una carta di fondazione per la città di Nauvoo come comune autonomo, compito che riuscì a svolgere con successo nel dicembre del 1840; e nel gennaio 1841 venne citato in un proclama ai mormoni che si trovavano fuori di Nauvoo come uno dei "principali uomini dell'Illinois che hanno prestato orecchio alle dottrine da noi promulgate, sono diventati obbedienti alla fede e godono del suo possesso" (67). Poco dopo Joseph Smith ricevette una rivelazione relativa alla costruzione di un tempio a Nauvoo, e John C. Bennett venne di nuovo citato come incaricato di "aiutare [Joseph Smith] nella tua fatica per avvertire i re e i popoli della terra, e confortare (...) Joseph Smith nell'ora dell'afflizione, e riceverà la sua ricompensa se sarà obbediente al consiglio" (68). Poco dopo questa rivelazione Bennett venne eletto sindaco di Nauvoo, cancelliere dell'Università della Città di Nauvoo, maggiore generale della Legione di Nauvoo; infine nell'aprile del 1841 divenne "assistente alla presidenza" nella Prima Presidenza, il massimo organo di governo della Chiesa mormone (69).

    Il 28 giugno 1841 John C. Bennett indirizzò una comunicazione alla Loggia Bodley n. 1 di Quincy, nell'Illinois, richiedendo una "raccomandazione" per fondare una loggia massonica a Nauvoo. La richieste venne negata perché i mormoni erano "sconosciuti a questa loggia come massoni" (70). Tuttavia il 15 ottobre 1841 il Gran Maestro Jonas della Gran Loggia dell'Illinois - forse per promuovere le sue aspirazioni politiche conquistandosi il sostegno dei mormoni - firmò una "dispensa" che autorizzava la fondazione di una loggia a Nauvoo. Non è chiaro se la prescrizione che una loggia già esistente debba raccomandare la concessione di una "dispensa" sia stata, in questo caso, oggetto di un'esplicita deroga dopo il rifiuto della richiesta alla Loggia Bodley n. 1 (71). Al tempo della dispensa c'erano circa cento membri nelle logge di Nauvoo (72). Durante i successivi due anni ulteriori "dispense" vennero concesse per l'organizzazione di quattro nuove logge composte pressoché esclusivamente da mormoni: le Logge Helm e Nye a Nauvoo; la Loggia Aquila a Keokuk, nell'Iowa; e la Loggia del Sole Nascente a Montrose, nell'Iowa. Il 29 dicembre 1841 diciotto mormoni massoni si incontrarono nell'ufficio di Hyrum Smith, il fratello del profeta, per organizzare la Loggia Nauvoo. George D. Miller venne eletto Gran Maestro; John D. Parker Gran Segretario; e Lucius Scovill Assistente alla Segreteria. Il giorno successivo - 30 dicembre 1841 - Joseph Smith e Sidney Rigdon chiesero di essere ammessi alla Loggia Nauvoo. Un comitato di investigazione della Gran Loggia si espresse in senso favorevole alla petizione il 3 febbraio 1842 (73), e il 15 marzo 1842 la Loggia Nauvoo venne ufficialmente inaugurata dal Gran Maestro Jonas in un bosco vicino al luogo di costruzione del tempio mormone. Miller, Parker e Scovill vennero proclamati alle cariche a cui erano stati eletti. Nella stessa serata Joseph Smith e Sidney Rigdon vennero iniziati come apprendisti nell'ufficio del profeta, il famoso "Negozio di mattoni rossi" (74). Il giorno seguente Joseph Smith e Sidney Rigdon ottenere in rapida successione i gradi di Compagno e di Maestro.

    Poco dopo la fondazione della Loggia Nauvoo, John C. Bennett abbandonò la Chiesa mormone e si dimise da sindaco di Nauvoo (75). Secondo Hyrum Smith, non molto dopo John C. Bennett chiese di parlare con lui - come rappresentante della massoneria - e con Joseph Smith - come rappresentante della Chiesa mormone - per chiedere perdono. Secondo Hyrum Smith a quel tempo riconobbe che Joseph Smith non aveva insegnato "né la fornicazione, né l'adulterio, né la poligamia" (76). Poco dopo i mormoni scoprirono che Bennett era stato espulso dalla sua loggia massonica nell'Ohio (77) e, come risultato, fu espulso dalla Loggia Nauvoo, disassociato e quindi scomunicato dalla Chiesa mormone (78).

    Come conseguenza di questi incidenti, John C. Bennett cominciò a pubblicare una serie di articoli nel Sagamon Journal di Springfield, nell'Illinois, nei quali attaccava la Chiesa mormone e le sue dottrine, accusandola fra l'altro di praticare un rituale simile ai riti massonici. Il suo libro History of the Saints venne pubblicato poco dopo a Boston. Dopo la rottura con Bennett, Joseph Smith pubblicò una dichiarazione intitolata "Fatti importanti relativi alla condotta e al carattere di John C. Bennett, esposti perché la parte onorevole della nostra comunità possa conoscere i suoi disegni di impostore e di adultero di bassa lega" (79). Nello stesso tempo la Loggia Bodley n. 1 di Quincy, citando varie presunte irregolarità, votò una risoluzione in cui si chiedeva al Gran Maestro Jonas di sospendere la "dispensa" per la Loggia Nauvoo fino alla convocazione annuale della Gran Loggia nel successivo mese di ottobre del 1842 (80). La Loggia di Quincy richiedeva pure che la Gran Loggia aprisse un'inchiesta sul "modo in cui i dirigenti della Loggia Nauvoo sono stati proclamati" e sull'iniziazione un poco troppo rapida di Joseph Smith e Sidney Rigdon (81). L'11 agosto 1842 la "dispensa" per la Loggia Nauvoo venne sospesa dalla Gran Loggia dell'Illinois fino all'incontro annuale della stessa Gran Loggia sulla base delle presunte irregolarità. All'epoca della sospensione la Loggia Nauvoo aveva iniziato 286 candidati, 256 dei quali erano pervenuti al grado di Maestro (82). Nell'ottobre successivo, la Gran Loggia decise di investigare le irregolarità che erano state attribuite alla Loggia Nauvoo e di preparare un rapporto per il Gran Maestro (83). Nello stesso incontro venne riferito che l'Illinois contava 480 massoni in dodici logge, 253 dei quali facevano parte della Loggia Nauvoo (84). Sulla base del risultato dell'indagine il nuovo Gran Maestro Helm ritirò la sospensione della "dispensa" per la Loggia Nauvoo e permise alla loggia di riprendere il lavoro massonico, sulla base del rapporto del comitato di inchiesta il quale dichiarava che, benché ci fossero state delle irregolarità ("la pratica di votare per più di un candidato nello stesso tempo", e "l'ammissione di un candidato di carattere per lo meno dubbio sulla base di una semplice promessa di riforma di vita e di restituzione"), si doveva permettere ai fratelli di Nauvoo di riprendere il lavoro dopo averli ammoniti a non continuare nelle irregolarità (85). Dopo la rimozione della sospensione, una nuova dispensa venne concessa dal Gran Maestro per istituire una loggia a Keokuk (86), e la pietra angolare per un nuovo tempio massonico venne deposta a Nauvoo dal Maestro Venerabile della loggia locale, Hyrum Smith (87). Inoltre vennero concesse dispense per la Loggia Helm e la Loggia Nye (entrambe a Nauvoo) e per la Loggia Aquila (a Keokuk), tutte composte quasi soltanto da mormoni. Infine una patente venne concessa alla Loggia del Sole Nascente a Montrose (88). La Loggia del Sole Nascente aveva allora 45 membri, da paragonare a un totale di 439 di tutte le logge della giurisdizione.

    Nell'ottobre del 1843, menzionando nuove irregolarità ("si arruolano membri senza considerare il loro carattere", "i membri vengono avanzati di grado troppo rapidamente" e "la Loggia Nauvoo si è rifiutata di sottoporre i suoi verbali al Comitato di ispezione sui lavori delle logge"), la Gran Loggia rifiutò di concedere una patente e revocò la dispensa per le logge Nauvoo, Nye, Helm e Aquila, e sospese la patente della Loggia del Sole Nascente (89). Nonostante la revoca delle dispense le logge Nauvoo continuarono nei loro lavori, dichiarando che la revoca non era stata loro comunicata ufficialmente, e consacrarono il tempio massonico il 5 aprile 1844 con una solenne cerimonia (90). Joseph Smith partecipò alla consacrazione del tempio massonico di Nauvoo, le cui cerimonie furono dirette dal Maestro Venerabile Hyrum Smith. Erastus Snow pronunciò l'orazione massonica, e anche Joseph Smith pronunciò un discorso. Le cerimonie vennero seguite da 550 massoni (91). Almeno una loggia nell'Illinois mise sotto inchiesta i suoi membri che avevano partecipato a questa cerimonia per la loro frequentazione di "pseudo-massoni clandestini a Nauvoo" (92).

    Meno di tre mesi dopo la consacrazione del tempio massonico di Nauvoo, Joseph e Hyrum Smith vennero assassinati a Carthage, nell'Illinois; Joseph Smith lanciò il segnale massonico di pericolo poco prima di morire (93). Nell'ottobre del 1844 la Gran Loggia dell'Illinois ruppe tutte le relazioni con le logge Nauvoo, Helm e Nye, a causa del loro rifiuto di restituire le dispense ai rappresentanti della Gran Loggia. La Gran Loggia decise pure con un voto di dichiarare il lavoro di tutte queste logge "clandestino" e di sospendere i loro membri da tutti i privilegi massonici (94). La Gran Loggia votò pure l'istituzione di un comitato per determinare se la dispensa per la Loggia Aquila dovesse essere rinnovata (95). Un anno dopo la Gran Loggia decise di non rinnovare la dispensa della Loggia Aquila (96).



    VI. La cerimonia del tempio mormone

    Benché i mormoni abbiano continuato a compiere lavori di loggia dopo la morte di Joseph Smith, il centro della loro attività era ormai la costruzione del tempio che in una rivelazione era stato loro comandato di costruire fin dal 1841. All'interno di questo tempio particolari ordinanze - che sono state paragonate ai riti massonici - avrebbero dovuto essere compiute. In realtà anche prima che la struttura del tempio fosse completata, Joseph Smith aveva iniziato nove persone (Hyrum Smith, patriarca della Chiesa e primo consigliere nella Presidenza; William Law, secondo consigliere; gli apostoli Brigham Young, Heber C. Kimball e William Richards; e inoltre Newell K. Whitney, George Miller, William Marks e James Adams, tutti massoni), in un "Ordine Santo" o "dotazione" il 4 maggio 1842. Questa iniziazione avvenne nel suo ufficio nel "Negozio di mattoni rossi" dove sei settimane prima Joseph Smith era stato iniziato come Apprendista massone.



    VII. Ulteriori paralleli



    A. Rituale

    Giacché cinque membri dell'Ordine Santo erano massoni da molto tempo, gli altri quattro erano stati da poco reclutati nella massoneria, è probabile che Joseph Smith si rendesse conto che sarebbero stati fatti dei paragoni tra i riti massonici e la dotazione; è interessante notare che egli non scoraggiò questi paralleli. Nel momento in cui questi primi mormoni ricevevano la dotazione, Smith insegnò che c'era una "somiglianza di sacerdozio nella massoneria" (97). Benjamin F. Johnson, un massone di Nauvoo, riferiva che Joseph Smith insegnava che "la massoneria deve essere considerata oggi la dotazione degli apostati, così come la religione settaria è la religione degli apostati" (98). Joseph Smith paragonò ulteriormente i due rituali nel suo discorso in occasione della consacrazione del Tempio massonico di Nauvoo, pronunciato poco prima di morire. Il successore di Joseph Smith, Brigham Young, insegnò che il Re Salomone aveva costruito il suo tempio con lo scopo primario di celebrarvi dotazioni (99), e che Salomone era il fondatore della massoneria (100); ma che tuttavia Salomone e i suoi compagni "riuscirono a celebrare poche dotazioni, seppure ne celebrarono qualcuna" perché "il Sommo Sacerdote [Hiram Abiff] venne ucciso da uomini malvagi e corrotti, che avevano già cominciato a diventare apostati, perché non voleva rivelare i segreti del sacerdozio che gli era proibito rivelare finché non fosse arrivato nel luogo opportuno" (101). Il primo consigliere nella Presidenza di Brigham Young, Heber C. Kimball, insegnava pure nel 1858 che "la massoneria di oggi deriva dall'apostasia che si verificò ai tempi di Salomone e di Davide" (102). Giacché la massoneria "derivava dall'apostasia", Joseph Fielding, uno stretto collaboratore del profeta e un massone di Nauvoo, scriveva nel dicembre 1843 che "molti si sono affiliati all'istituzione massonica" come un "passo iniziale o preparazione per qualcos'altro che si colloca alle vere origini della massoneria" (103). James Cummings, che era pure un massone di Nauvoo, secondo il nipote ricordava che Joseph Smith sembrava "comprendere alcune caratteristiche della cerimonia [massonica] meglio di qualunque massone, e diede delle spiegazioni che rendevano i riti molto più belli e carichi di significato" (104). In seguito diverse "autorità generali" della Chiesa mormone offrirono simili paralleli tra la massoneria e il Mormonismo.

    Nel 1886 il periodico mormone Juvenile Instructor pubblicò un articolo in cui affermava che benché questa istituzione "massonica sia antica di diversi secoli, è solo un sacerdozio pervertito sottratto ai templi dell'Altissimo" (pervertito, ma pur sempre sacerdozio) (105). Franklin D. Richards, presidente del Quorum dei dodici apostoli, una delle "autorità generali" che visse più a lungo fra quanti erano stati massoni a Nauvoo, scrisse nel 1891 che "certi riti mistici che sono praticati nella Cristianità pretendono un'antichità che risale al Tempio di Salomone" (106). Otto anni dopo nel corso di una discussione sulle "società segrete" con i suoi colleghi apostoli, Richards disse al suo Quorum che "il profeta Joseph sapeva bene che ci sono cose nella massoneria che vengono dall'antichità, e voleva sapere quali fossero; di qui venne la Loggia [di Nauvoo]. I massoni ammettevano che alcune chiavi di conoscenza relative alla massoneria erano andate perdute. Joseph chiese al Signore di illuminarlo su questa materia, ed Egli rivelò al profeta la vera massoneria, come la abbiamo nei nostri templi. A causa della conoscenza superiore che Joseph aveva ricevuto, i massoni diventarono gelosi e tagliarono fuori la loggia mormone" (107).

    L'apostolo Matthias Cowley ritornò su questo tema l'8 gennaio 1902 in un incontro dei Dodici quando "parlò della massoneria trattandola da contraffazione della vera massoneria che è quella dei Santi degli Ultimi Giorni" (108). Se si paragona la situazione a quella dei giorni nostri - in cui sono gli anti-mormoni a insistere sulle derivazioni massoniche nel Mormonismo - è ironico il fatto che gli anti-mormoni degli inizi del secolo pensavano che il parallelo fra il Mormonismo e la massoneria fosse invece proposto dai mormoni stessi come parte di una campagna di pubbliche relazioni. Mary Eddy V. Smith osservava che "i mormoni sono ansiosi di far credere ai Gentili [cioé ai non mormoni] che tutto quanto essi hanno potuto sapere sulle 'dotazioni bestiali' è associato alla massoneria o è una forma modificata di quest'ultima, reso accessibile anche alle donne. Ma si tratta di un trucco per coprire l'oggetto reale di questa 'istituzione'; e mi sono accorta dal materiale stampato - da quando sono arrivata negli Stati Uniti - che questa opinione è condivisa perfino dai 'Gentili' che si dovrebbero supporre meglio informati dell'argomento. Ripeto che si tratta di un trucco. L'oggetto reale delle mistiche cerimonie mormoni non ha niente a che fare, in nessun modo, né è stato preso a prestito dalla massoneria" (109).

    In modo simile una delle più famose autrici anti-mormoni dell'epoca scriveva: "Si dice che i riti misteriosi [mormoni] sono stati tratti dalla massoneria e che le dotazioni vengono in via diretta da questa società segreta (...). Ma io sono sicura che tutti i buoni massoni rifiuterebbero questo insegnamento" (110). Un'altra autrice celebre della polemica anti-mormone, Fannie Stenhouse, non era meno sicura che per quanto "sia stato spesso sostenuto, e molti ci hanno creduto, che i misteri della Casa delle Dotazioni, erano solo una sorta di imitazione - parodistica finché si vuole - dei riti massonici, c'è appena bisogno di dire che questa affermazione - quando viene esaminata alla luce dei fatti - si rivela non solo infondata ma assurda" (111). Negli stessi anni osservatori non mormoni - fra i quali gli scrittori britannici Richard Burton, Phil Robinson e Rudyard Kipling, tutti massoni - vedevano la stessa relazione tra la massoneria e il Mormonismo a cui avevano fatto cenno Joseph Smith, Brigham Young, Heber C. Kimball e Franklin D. Richards (112).



    B. La morte di Joseph Smith

    Anche le circostanze della morte di Joseph Smith nel giugno 1844 trovano paralleli nella massoneria. Joseph Smith, come Hiram Abiff, era il "figlio della vedova", giacché suo padre, Joseph Smith Senior, era morto poco dopo l'arrivo a Nauvoo. Smith aveva insegnato ai suoi seguaci che la parola perduta della massoneria, che era stata smarrita quando Hiram Abiff venne ucciso, era ora restaurata attraverso il suo ministero profetico (113). Dopo queste rivelazioni Joseph Smith venne arrestato, incarcerato nella prigione di Carthage, nell'Illinois, e ucciso da una folla in tumulto dove si trovavano anche massoni. In un tentativo di fuggire dalla prigione poco prima della morte, Joseph aveva lanciato il segnale di pericolo massonico (114), ma nessuno dei suoi fratelli massoni aveva risposto. Come Hiram Abiff, egli venne assassinato e fu pianto dai suoi seguaci. Uno dei simboli della massoneria è una vergine "che piange su una colonna spezzata, con un libro aperto di fronte a lei, che simboleggia il Tempio lasciato incompiuto". E il dottor B.W. Richard, un ospite a Nauvoo nel 1844, ha riferito che - come abbiamo visto - Lucinda Morgan Harris teneva una copia del manuale anti-massonico di Stearns nelle sue mani mentre piangeva sul corpo del profeta assassinato (115). Come il Tempio era rimasto incompiuto alla morte di Hiram Abiff, così anche il tempio di Nauvoo non era stato completato quando Joseph Smith fu assassinato.



    VIII. Le relazioni fra la massoneria e il Mormonismo nel Territorio dello Utah (116)

    I mormoni non si rivolsero alle autorità massoniche per stabilire una loggia dopo il loro arrivo a Salt Lake City nel 1847: ma una famosa fotografia di Brigham Young, scattata nel 1850, lo mostra chiaramente con un distintivo massonico, e "scuole massoniche" vennero tenute ai deputati nella sessione del 1852 del Parlamento Territoriale (lo Utah era allora un "Territorio" degli Stati Uniti e non ancora uno Stato) (117). Queste due indicazioni di un interesse massonico che permaneva, tuttavia, devono essere viste nel contesto della posizione di Brigham Young, che non solo non tentò di fondare una nuova loggia massonica, ma si sforzò di far prendere alla Chiesa mormone le distanze dalla massoneria. Secondo Wilford Woodruff il 19 aprile 1860 la possibilità di ottenere patenti massoniche venne sollevata in una riunione della Prima Presidenza e del Quorum dei dodici apostoli. Brigham Young commentò che "Joseph e Hyrum [Smith] erano Maestri massoni, ma nonostante questo vennero uccisi da massoni o da gente istigata da loro; Joseph diede il segnale di pericolo ma venne ucciso da massoni mentre lo dava". Young credeva pure che "il popolo degli Stati Uniti ha cercato di distruggerci e (...) si è servito dell'istituzione massonica per realizzare il suo piano" (118). Un anno prima dei commenti di Young, un gruppo di ventitré Maestri massoni giunse con altri soldati a Camp Floyd nello Utah - come parte di un contingente inviato a sorvegliare i mormoni - e ricevette una dispensa dalla Gran Loggia del Missouri il 6 marzo 1859 a cui, il 1° giugno 1860, fece seguito una patente per costituire la Loggia delle Montagne Rocciose n. 205 (119). Brigham Young - come è naturale - era sospettoso nei confronti di questo collegamento massonico di soldati inviati a minare la sua autorità (120). Come risultato di questi eventi, Brigham Young disse a coloro che ancora desideravano organizzare una loggia massonica nello Utah che fondare una Gran Loggia mormone "ci tirerebbe tutto l'Inferno addosso finché il potere rimane in mani altrui" (121). In effetti nessuna loggia massonica di mormoni nacque nello Utah, e Brigham Young continuò a considerare i massoni responsabili della morte di Joseph Smith, anche se molti mormoni si consideravano ancora buoni massoni (122).

    Nell'ottobre del 1862 un'altra unità militare, comandata dal colonnello Patrick Conner, arrivò nello Utah. Conner iniziò a pubblicare la Union Vedette, una tribuna per i soldati, mercanti e minatori non mormoni che aspiravano a un ruolo più significativo nello sviluppo politico ed economico del Territorio. La tensione salì e raggiunse il suo apice quando Brigham Young, a partire dal 1865, incoraggiò i membri della Chiesa mormone a boicottare i mercanti non mormoni. All'inizio di novembre 1865 - in questo clima agitato - diversi mercanti massoni convocarono una riunione con lo scopo di organizzare una loggia massonica (123). Nonostante i sentimenti ambigui dei leader mormoni che erano massoni, e l'innegabile animosità che opponeva il Mormonismo alla massoneria, diversi mormoni parteciparono alla riunione. I non mormoni, tuttavia, si rifiutarono di riconoscerli come massoni genuini, e organizzarono la loggia senza di loro. Come d'abitudine, richiesero una patente alla Gran Loggia più vicina, e ricevettero una dispensa annuale dalla Gran Loggia del Nevada datata 26 gennaio 1866 che li autorizzava a inaugurare la Loggia Mount Moriah. La dispensa recava tuttavia una condizione: nessun mormone avrebbe dovuto essere ammesso né come membro né come visitatore. In una lettera di istruzioni, scritta in risposta a un quesito della loggia, il Gran Maestro spiegava che mentre "le leggi del paese hanno dichiarato che la poligamia è un crimine", i mormoni "hanno apertamente dichiarato, con aria di sfida, la loro intenzione di resistere all'applicazione della legge". Inoltre "la poligamia è una peste morale e sociale che è dovere della massoneria combattere" (124).

    I massoni dello Utah obiettarono, non perché volessero iniziare poligamisti, ma perché non volevano accettare restrizioni quanto ai visitatori. Inoltre - evidentemente - non tutti i mormoni erano poligamisti. Pertanto accettarono la limitazione "per quanto riguarda i poligamisti" ma richiesero il diritto di ricevere come visitatori "tutti i massoni che non sono d'accordo con la poligamia né la praticano" (125). La Gran Loggia del Nevada non solo rifiutò la richiesta, ma rifiutò anche di concedere una patente permanente nel 1866, rinnovando soltanto la dispensa per un anno. I massoni dello Utah accettarono la dispensa così rinnovata ma, per quanto riguardava la loro loggia, decisero "sulla base della nostra idea del diritto e della giustizia, che non possiamo massonicamente escludere un visitatore per ragioni religiose, mentre escluderemo i poligamisti per ragioni generali" (126). La Gran Loggia del Nevada non si lasciò convincere, rifiutò la richiesta del 1867 per una patente, e così costrinse la Loggia Mount Moriah a sciogliersi (127).

    I massoni dello Utah ricostituirono la Loggia Mount Moriah, cercarono senza successo di ottenere una nuova dispensa dalla Gran Loggia del Montana, quindi - nel 1868 - si rivolsero con successo alla Gran Loggia del Kansas, ottenendo prima una dispensa e poi una patente. Nel frattempo la Gran Loggia del Montana aveva concesso una dispensa a un altro gruppo di massoni residenti nello Utah per aprire la Loggia Wasatch nell'ottobre del 1866. La loggia comprendeva soldati di Camp Douglas e altri residenti di Salt Lake City che non erano mormoni. La dispensa non conteneva condizioni relative ai mormoni, ma imponeva alla loggia di assumere il nome "Wasatch" anziché "Re Salomone" come era stato inizialmente proposto, perché Salomone era "identificato come un poligamista". La Loggia Wasatch, apparentemente, era libera di ammettere mormoni sulla base della dispensa e della patente, ma si rifiutò di farlo. Nonostante la sua diffidenza verso i massoni in genere, Brigham Young si lamentò della politica di esclusione in un discorso del febbraio 1867 nel Tabernacolo. "Hanno paura della poligamia", disse, e contrattaccò in modo sarcastico: "Chi ha fondato la massoneria? Possono andare indietro soltanto fino a Salomone, e lì si fermano (...). Ora, è vero o no che era un poligamista? Se anche credeva nella monogamia, non sembra averla molto praticata, perché aveva settecento mogli, più di quante ne abbia io" (128).

    La terza loggia dello Utah, chiamata Argenta, venne organizzata nel 1871 con patente della Gran Loggia del Colorado. Secondo uno storico la Loggia Argenta venne creata per "opporsi alle idee di alcuni uomini di grande potere [presumibilmente i mormoni] che intendevano ottenere dispense e patenti per creare logge massoniche nello Utah da paesi stranieri" (129). Circa trent'anni dopo, il Comitato di Giurisprudenza della Gran Loggia dello Utah ricordava che questa "loggia giovane e immatura venne partorita a forza nel 1871 perché c'erano già altre due logge, e ne occorrevano tre per fondare una Gran Loggia, fondazione resa necessaria per impedire a certe persone che vivevano in aperta violazione delle leggi del Paese di procurarsi una patente e fondare una loggia loro" (130). L'allusione ai mormoni era ancora una volta evidente. Secondo la procedura corrente negli Stati Uniti, tre logge erano in effetti il minimo per fondare una Gran Loggia; la presenza di una Gran Loggia in uno Stato o Territorio sottraeva le logge locali alla giurisdizione delle Gran Logge situate fuori dallo Stato che avevano concesso le patenti. La Gran Loggia dello Utah venne organizzata il 20 gennaio 1872, con 124 membri nelle tre logge locali. Nonostante il conflitto fra la Loggia Mount Moriah e la Gran Loggia del Nevada sull'esclusione dei mormoni, come membri o come visitatori, fossero o no poligamisti, le regole non scritte della Gran Loggia dello Utah ebbero da allora lo stesso effetto.

    Alcuni massoni potevano temere una prevalenza dei mormoni se fosse stato loro concesso di essere iniziati, ma la prima ragione era l'ostilità alla poligamia. Un primo caso pilota significativo fu quello di John P. Sorenson. Si trattava di un mormone non praticante e non poligamista che era entrato nella Loggia Argenta nel 1876, era diventato un Maestro massone nello stesso anno e un dirigente della loggia nel 1878. Tuttavia - quando ricominciò a frequentare la Chiesa mormone nel 1879 - venne prontamente espulso con un voto di cinque a uno dai Commissari eletti dalla Loggia Argenta per esaminare il suo caso. Le ragioni fornite erano in primo luogo che si trattava di un "membro a pieno titolo della Chiesa mormone, i cui principi e pratiche nello Utah sono in diretta violazione delle leggi degli Stati Uniti, e anche delle leggi della morale e della comune decenza". In secondo luogo "si è dichiarato un seguace del principio e della pratica della poligamia, e così facendo ha recato offesa al buon nome della massoneria" (131).

    Nel 1882 il Gran Maestro della Gran Loggia dello Utah diede istruzioni al Gran Segretario, Christopher Diehl, di preparare una comunicazione esplicativa alle Gran Logge di tutto il mondo per "impedire ulteriori equivoci" rispetto alle regole di esclusione che vigevano nello Utah. La circolare di Diehl ricordava ai massoni che un buon massone deve "obbedire a tutte le leggi, e i massoni dello Utah ritengono che questo importante requisito manchi nei mormoni, perché una delle principali dottrine della loro Chiesa nello Utah è la poligamia, che una legge degli Stati Uniti ha dichiarato un crimine, e che tutte le civiltà considerano un residuo di barbarismo" (132).

    La massoneria dello Utah crebbe molto lentamente fra il 1880, quando contava 392 Maestri massoni, e il 1890, quando il numero era salito a 486. Tuttavia singoli massoni figuravano in modo preminente nella politica locale e nelle battaglie legali, fra cui quelle per togliere il diritto di voto ai mormoni poligamisti e per eliminare la pratica stessa della poligamia. Dopo l'abbandono ufficiale della poligamia nel 1890 e l'ammissione dello Utah negli Stati Uniti come Stato nel 1896, la coalizione non mormone aveva evidentemente raggiunto i suoi scopi di maggiore partecipazione nell'economia e nel governo e di attuazione delle leggi contro la poligamia.

    Dopo l'abbandono della poligamia da parte dei mormoni la prima ragione dichiarata dai massoni dello Utah per escludere i mormoni non esisteva più, ma la politica di esclusione non venne modificata. Nel 1821 Sam H. Goodwin, Gran Segretario della Gran Loggia dello Utah, cominciò a modificare la ragione dell'esclusione dalla poligamia alla pratica di riti segreti. Nel 1921 scrisse un articolo pubblicato in due parti su The Builder, un mensile massonico, per spiegare perché "i Santi degli Ultimi Giorni non sono ricevuti nelle logge massoniche nello Utah, né come visitatori né come membri" (133) e quindi ne pubblicò una versione ampliata in un opuscolo intitolato Mormonismo e massoneria dove per la prima volta dopo la circolare del 1882 di Diehl si spiegavano le ragioni per l'esclusione dei mormoni. Tra le ragioni fornite da Goodwin per escludere i mormoni dalla massoneria c'era la sua convinzione che la cerimonia del Tempio mormone era stata presa a prestito dalla massoneria, e che pertanto il Mormonismo promuoveva una forma di massoneria "clandestina". La gerarchia mormone fece pubblicare delle risposte dettagliate all'opuscolo di Goodwin, dove si sosteneva che la cerimonia del Tempio non plagiava nessun rito massonico; ma in realtà le autorità massoni e mormoni erano d'accordo fra loro nel ritenere che la doppia appartenenza fra le loro rispettive organizzazioni non fosse possibile (134).

    Diversi massoni tentarono di modificare la regola dell'esclusione, ma nel 1925 la Gran Loggia approvò una risoluzione che modificava il Codice della Gran Loggia dello Utah e proibiva a tutti i mormoni, compresi i non praticanti, di divenire massoni nello Stato (135). Il voto metteva per iscritto una politica praticata nello Utah dal 1866, e faceva della Gran Loggia dello Utah l'unica giurisdizione massonica negli Stati Uniti ad avere regole scritte che impedivano ai membri di una religione esplicitamente nominata di diventare massoni o di frequentare le logge. Vari ulteriori tentativi vennero effettuati nel 1927 (136), nel 1958 (137), nel 1965 (138), e nel 1983 (139) per modificare la proibizione scritta contro l'ammissione dei mormoni alla massoneria nello Utah. Soltanto nel 1984 una modifica che eliminava l'esclusione dei Santi degli Ultimi Giorni (che nel frattempo potevano diventare massoni in altri Stati, ma non nello Utah) venne finalmente approvata (140).



    IX. Conclusioni

    Dall'epoca della fondazione della Chiesa mormone a oggi, i mormoni hanno considerato la massoneria come il risultato di una degenerazione e di una apostasia da un'originaria e valida rivelazione di Dio. La massoneria manteneva alcune verità nelle sue leggende e nelle sue pratiche, ma per restaurarla nella sua forma originaria era necessaria una nuova rivelazione. Questa nuova rivelazione - sostenevano i mormoni - era il Libro di Mormon, che rappresentava il compimento delle leggende massoniche sulle "tavole triangolari", sulla loro traduzione e sulla rivelazione del vero nome di Dio. La cerimonia del Tempio mormone era una restaurazione del rito massonico degenerato. La partecipazione dei primi mormoni alla massoneria a poco a poco venne vista come una semplice preparazione a ricevere la "pienezza del Vangelo" nella Chiesa mormone. Dopo la fondazione della Chiesa e la morte di Joseph Smith non si ritenne più necessario che i mormoni avessero rapporti con la massoneria. Anzi - all'epoca del Territorio - nello Utah si sviluppò un'aspra battaglia verbale fra mormoni e massoni relativa all'origine e al significato delle due istituzioni. Mentre le origini della massoneria continuano a essere un oggetto di dibattito per gli storici, si può credere che anche sui rapporti fra Mormonismo e massoneria le controversie siano destinate a continuare.

    ***

    (1) John Hamill, The Craft: A History of English Freemasonry, Crucible, Wellingborough (Northamptonshire) 1986, p. 88.

    (2) Ibid.

    (3) Ronald P. Formisano con Kathleen Smith Kutolowskj, "Antimasonry and Masonry: The Genesis of Protest, 1826-1827", American Quarterly, vol. 29, n. 2 (estate 1977), pp. 139-143.

    (4) Cfr. R.P. Formisano, op. cit., p. 143, n. 18; Paul Goodman, Towards a Christian Republic. Antimasonry and the Great Transition in New England, 1826-1836, Oxford University Press, Oxford 1988, p. 3; The Freemason's Library, Baltimora 1828, citato da Henry Dana Ward, Freemasonry, New York 1828.

    (5) Cfr. A Report on the Abduction of William Morgan, New York, 14 febbraio 1829. Questo numero deve essere tuttavia esagerato, giacché The Freemason's Library, cit., pubblicata un anno prima citava soltanto 157 logge massoniche nello Stato di New York. Cfr. pure Henry Leonard Stillson (a cura di), History of the Ancient and Honorable Fraternity of Free and Accepted Masons, and Concordant Orders, The Fraternity Publishing Company, Boston 1910, p. 261; James C. Odierne, Opinions on Speculative Masonry, Boston 1830, p. 198; R.P. Formisano, op. cit., p. 143.

    (6) [Thomas S. Webb], The Freemason's Monitor; or, Illustrations of Masonry, Spencer and Webb, Albany 1797. Anche prima della fine del Settecento erano stati pubblicati alcuni testi massonici significativi fra cui Welling Calcott, A Candid Disquisition..., Boston 1772.

    (7) Jeremy L. Cross, The True Masonic Chart, or Hieroglyphic Monitor, John C. Gray, New Haven 1820. Cfr. pure Thaddeus Mason Harris, Discourses..., Charlestown 1801.

    (8) William Morgan, Illustrations of Masonry, presso l'Autore, Batavia (New York) 1826, p. 102.

    (9) Masonic Mirror, 27 novembre 1824.

    (10) T.S. Webb, op. cit., p. 34.

    (11) Masonic Mirror, 27 novembre 1824.

    (12) (Rev.) Cheever T. Felch, An Address Delivered before Mount Carmel Lodge at Lynn, June 1821..., Boston s.d., p. 7.

    (13) La versione americana più nota di questa letteratura è John Robison, Proofs of a conspiracy against all the religions and governments of Europe carried on in the secret meetings of Freemasons, Illuminati, and reading societies, 4ª ed., G. Forman, New York 1798; tra le traduzioni di opere europee cfr. [Abbé] Barruel, The Anti-Christian and Anti-Social Conspiracy, Joseph Ehrenfried, Lancaster (Pennsylvania) 1812.

    (14) John Cosens Ogden, A View of the New England Illuminati: who are indefatigably engaged in destroying the religion and government of the United States; under a feigned regard for their safety - and under an impious abuse of true religion, T. Carey, Philadelphia 1799; Seth Payson, Proofs of the real existence, and dangerous tendency of Illuminism, containing an abstract of the most interesting parts of what Dr. Robison and the Abbé Barruel have published on this subject; with collateral proofs and general observations, Samuel Etheridge, Charlestown (Massachusetts) 1802.

    (15) Stanley Upton Mock, The Morgan Episode in American Free Masonry, The Roycrofters, East Aurora (New York) 1930, pp. 28-29.

    (16) Cfr. la testimonianza di Lucinda Morgan in A Narrative of the Facts and Circumstances Relating to the Kidnapping and Murder of William Morgan, D.C. Miller, Batavia 1827.

    (17) Op. cit.

    (18) Wayne Sentinel, 17 novembre 1826. Per un punto di vista anti-massonico sul caso Morgan cfr. Proceedings of United States Anti-Masonic Convention, held at Philadelphia, September 11, 1830, Skinner and Dewey, New York 1830; e David Bernard, Light on Masonry: A Collection of the Most Important Documents on the Subject of Speculative Free Masonry, W. Williams, Utica 1829. Per un punto di vista massonico cfr. Rob Morris, William Morgan: Or Political Anti-Masonry, its Rise, Growth and Decadence, Robert McCoy, New York 1883. Cfr. pure William Preston Vaughn, The Anti-Masonic Party in The United States, 1826-1843, University Press of Kentucky, Lexington (Kentucky) 1983.

    (19) D. Bernard, op. cit.

    (20) LeRoy Convention, A Revelation of Freemasonry as published to the World by a Convention of Seceeding Masons, Weed and Heron, Rochester 1828.

    (21) S.U. Mock, op.cit., pp.119-120, 125-126, 128-129.

    (22) Cfr. per esempio Henry Dana Ward, Free Masonry, New York 1828, pp. 1-5.

    (23) W. Morgan, op. cit., pp. 69-70; D. Bernard, op. cit., pp. 58-59. Morgan - da cui copia Bernard - ammette che Hiram figura nel Vecchio Testamento (2 Cronache 2, 13) dove peraltro il nome Abiff non è utilizzato.

    (24) Cfr. D. Bernard, op. cit., p. 62: "La massoneria professa di condurre gli uomini al Cielo, eppure nega queste benedizioni a una larga maggioranza della famiglia umana. Tutte le donne, e inoltre i vecchi, i giovani e i poveri sono esclusi. Quanto poco questo assomiglia al glorioso Vangelo del Figlio di Dio. In quest'ultimo non c'è nessuna restrizione di persone; i potenti e gli umili, i ricchi e i poveri, i liberi e gli schiavi, gli uomini e le donne, tutti sono uno in Cristo Gesù".

    (25) Secondo gli archivi della Gran Loggia di New York.

    (26) La leggenda di Enoch è contenuta nel nono grado (dell'epoca) e discussa dettagliatamente da T.S. Webb, op. cit., pp. 242-247.

    (27) Ibid., pp. 249-257.

    (28) La leggenda di Hiram Abiff è contenuta nel grado di Maestro massone, ed è discussa da W. Morgan, op. cit., pp. 78-103 e D. Bernard, op. cit., pp. 61-74.

    (29) Fra questi emblemi ci sono l'ape e l'occhio "che vede da tutte le parti"; cfr. W. Morgan, op. cit., pp. 78-103; e D. Bernard, op. cit., pp. 61-74.

    (30) La decapitazione dell'assassino di Hiram Abiff e il giuramento di vendicare la sua morte sono contenuti nel grado di Cavaliere Eletto; cfr. D. Bernard, op. cit., pp. 196-199.

    (31) La restaurazione della parola del Maestro è contenuta nel grado dell'Arco Reale; cfr. D. Bernard, op. cit., pp. 124-144.

    (32) Joseph Smith [e altri], History of the Church, nuova ed., Deseret Book Co., Salt Lake City 1978, 7 voll., vol. I, pp. 9-17.

    (33) Cfr. Dottrina e Alleanze, Sezioni 78, 92, 96 e 104.

    (34) Cfr. Dottrina e Alleanze, Sezione 107.

    (35) Cfr., nel Libro di Mormon, il Libro di Ether, capitoli 2, 3 e 15.

    (36) Geauga Gazette, 15 marzo 1831.

    (37) Alexander Campbell, "The Illusions", Millennial Harbinger, vol. II, n. 2, 7 febbraio 1831, p. 31.

    (38) Jason Whitman, "Notes of Books, The Book of Mormon", The Unitarian, vol. I, n. 1, 1° gennaio 1834, p. 47.

    (39) E.D. Howe, Mormonism Unvailed [sic], Painsville (New York) 1834, p. 81.

    (40) E.S. Abdy, Journal of a Residence and Tour in the United States of America, from April, 1833 to October, 1834, 3 voll., Londra 1835, vol. III, pp. 55-56.

    (41) LaRoy Sunderland, Mormonism Exposed and Refuted, Piercy & Reed, New York 1838, p. 46.

    (42) Un articolo recente che sostiene l'esistenza di riferimenti anti-massonici è quello di Dan Vogel, "'Mormonism's Anti-Masonick Bible'", John Whitmer Historical Association Journal, 9 (1989), pp.17-30. Il migliore articolo che sostiene il punto di vista contrario è quello di Daniel C. Peterson, "Notes on 'Gadianton Freemasonry'", in Steven D. Ricks - William J. Hamblin (a cura di), Warfare and the Book of Mormon, Deseret Book Company, Salt Lake City e Foundation for Ancient Research and Mormon Studies, Provo (Utah) 1990, pp. 174-224.

    (43) Libro di Mosè, cap. 5.

    (44) Cfr. H.D. Ward, op. cit., p. 69; T.S. Webb, op. cit., p. 56.

    (45) Cfr. The Telegraph Painesville, Ohio, 2ª serie, vol. II, n. 40, 22 marzo 1931; Ohio Star, citato da Max H. Parkin, Conflict at Kirtland, Salt Lake City 1966, p. 23. Per i problemi trattati in questo e nei successivi paragrafi cfr., più diffusamente, il mio "'Similarity of Priesthood in Masonry': The Relationship Between Mormonism and Freemasonry", Dialogue: A Journal of Mormon Thought, vol. 27, n. 3, primavera 1994, pp. 1-115.

    (46) Ebenezer Washington, "Items of Personal History of the Editor", The Return, voll. I-III (1888-1890), p. 90.

    (47) In realtà Joseph Smith si rivolse anzitutto a Thurlow Weed del Rochester Telegraph, un giornale anti-massonico, prima di concludere l'accordo per la pubblicazione del Libro di Mormon con il tipografo E.B. Grandin di Palmyra, nello Stato di New York: così Thurlow Weed, Life of Thurlow Weed, a cura di Harriet A. Weed, Houghton Miffin and Co., Boston 1883, pp. 358-359.

    (48) Harris - che abbiamo visto definire il Libro di Mormon, "la Bibbia anti-massonica" - era stato membro del comitato anti-massonico della città di Palmyra nel 1827. Cfr. The Wayne Sentinel, 5 ottobre 1827; e Richard Lloyd Anderson, "Martin Harris, the Honorable New York Farmer", Improvement Era, vol. 72 (1969), p. 20.

    (49) Cfr. D. Bernard, op. cit., pp. 413-417, 452-459; Milton W. Hamilton, Anti-Masonic Newspapers, 1826-1834, The Southworth-Authoesen Press, Portland (Maine) 1939, p. 82. Phelps fondò con R.M. Blumer l'Ontario Phoenix il 28 aprile 1829 a Canandaigua, nello Stato di New York. Egli ricevette una copia del Libro di Mormon il 9 aprile 1830, pochi giorni dopo la fondazione della Chiesa, e continuò a dirigere l'Ontario Phoenix fino al 18 maggio 1831, quando si convertì al Mormonismo. Cfr. pure The Wayne Sentinel (pubblicato a Palmyra, Stato di New York), vol. V, n. 24, 7 marzo 1828: dopo avere ripudiato la massoneria nel 1828 Phelps annunciava la sua intenzione di pubblicare i segreti dei vari gradi massonici.

    (50) William Morgan e sua moglie avevano abitato sopra l'ufficio di Harris a Batavia. Harris venne espulso dalla Loggia di Batavia n. 433 il 15 agosto 1826 "per l'enorme depravità della sua condotta massonica". Una notizia della sua espulsione venne pubblicata dalla loggia lo stesso giorno di una "Notizia e messa in guardia" contro William Morgan, definito "un impostore e un uomo pericoloso": Masonic Mirror and Mechanic's Intelligencer, vol. II, n. 36, 2 settembre 1826, p. 290. Dopo la morte di Morgan la vedova, Lucinda, e il suo amico Harris dichiararono che un corpo trovato sulle sponde del Lago Ontario era quello di William Morgan. Si sbagliavano, perché si trattava di un canadese chiamato Timothy Munro: cfr. Rob Morris, op. cit., pp. 258-259.

    (51) Pomeroy Tucker, Origin, Rise, and Progress of Mormonism, D. Appleton & Co., New York 1867.

    (52) Orsamus Turner, History of the Pioneer Settlement of Phelps and Gorham's Purchase, William Alling, Rochester 1851. Orsamus Turner fu tra le poche persone imprigionate nell'indagine sul rapimento di William Morgan: cfr. R. Morris, op. cit., pp. 191-192, 206, 209, 224, 228.

    (53) Orson F. Whitney, Life of Heber C. Kimball, Stevens & Wallis, Salt Lake City 1945, pp. 11-12.

    (54) Millennial Star, n. 26, 23 luglio 1864, pp. 471-472.

    (55) R. Morris, op. cit., pp. 276-277.

    (56) Ibid., pp. 277-278.

    (57) Anti-Masonic Review, 11 dicembre 1830.

    (58) Donna Hill, Joseph Smith, The First Mormon, Doubleday and Co., Garden City (New York) 1977, p. 227.

    (59) Cfr. Wilhelm Wyl, Mormon Portraits, Joseph Smith the Prophet, his Family and his Friends, Tribune Publishing Company, Salt Lake City 1886, p. 60; Daniel W. Bachman, A Study of the Mormon Practice of Plural Marriages Before the Death of Joseph Smith, tesi di dottorato, Purdue University, dicembre 1975, pp. 112-113.

    (60) Martha Taysom, "Is There No Help for the Widow? The Strange Life of Lucinda Pendleton Morgan Harris", relazione inedita presentata al congresso annuale della Mormon History Association, Lamoni (Iowa), maggio 1993, p. 5.

    (61) Andrew Jensen, The Historical Record, dicembre 1899; Benjamin F. Johnson, My Life's Review, Zion's Printing and Publishing Company, Independence (Missouri) 1947, p. 61; Lee County Democrat, 1° ottobre 1842; Helen Mar Whitney, "Scenes and Incidents in Nauvoo", Women's Exponent, vol. X, p. 26; R. Morris, op. cit., p. 279.

    (62) Deseret News, 22 novembre 1875.

    (63) Proceedings of the Grand Lodge of Illinois, 1840, pp. 1-5.

    (64) Mervin B. Hogan, "Mormonism and Freemasonry: The Illinois Episode", The Little Masonic Library, II (1977), p. 311.

    (65) [J. Smith e altri], History of the Church, cit., vol. IV, pp. 168-170, 172.

    (66) Ibid., vol. IV, pp. 177-179.

    (67) Ibid., vol. IV, pp. 270-271.

    (68) Ibid., vol. IV, pp. 275-276.

    (69) Ibid., vol. IV, pp. 287, 293, 295-296, 341.

    (70) John C. Reynolds, History of the M.W. Grand Lodge of Illinois, H.G. Reynolds Jr., Springfield (Illinois) 1869, p. 154; Records of Bodley Lodge No. 1.

    (71) J.C. Reynolds, op. cit., p. 184.

    (72) S.H. Goodwin, Mormonism and Masonry: A Utah Point of View, Sugarhouse Press, Salt Lake City 1921, p. 4.

    (73) Mervin B. Hogan (a cura di), Founding Minutes of the Nauvoo Lodge, U.D., Research lodge No. 2, Des Moines (Iowa) 1971, pp. 8 e 10.

    (74) [J. Smith e altri], History of the Church, vol. IV, pp. 550, 566.

    (75) Ibid., vol. V, pp. 12, 71.

    (76) [J. Smith e altri], History of the Church, vol. V, pp. 71-73.

    (77) Mervin B. Hogan, The Confrontation of Grand Master Abraham Jonas and John C. Bennett in Nauvoo, presso l'Autore, Salt Lake City 1976, pp. 8-9.

    (78) Proceedings of the Grand Lodge of Illinois, 1842, p. 78; Dean Jessee (a cura di), The Papers of Joseph Smith, 2 voll., Deseret Book Company, Salt Lake City 1989-1992, vol. II, p. 387.

    (79) In Times and Seasons, vol. III, 1° luglio 1842, pp. 839-843.

    (80) J.C. Reynolds, op. cit., pp. 174-175.

    (81) Ibid., p. 175.

    (82) S.H. Goodwin, op. cit., p. 13.

    (83) Proceedings of the Grand Lodge of Illinois, 1842, pp. 59-60.

    (84) J.C. Reynolds, op. cit., p. 174.

    (85) Proceedings of the Grand Lodge of Illinois, cit., pp. 71-72; J.C. Reynolds, op. cit., pp. 172-173.

    (86) Ibid., p. 226; Proceedings of the Grand Lodge of Illinois, 1844, pp. 120-121.

    (87) [J. Smith e altri], History of the Church, vol. V, p. 446.

    (88) J.C. Reynolds, op. cit., pp. 192-193.

    (89) Ibid., pp. 199-200; Proceedings of the Grand Lodge of Illinois, 1842, pp. 96-97.

    (90) J.C. Reynolds, op. cit., p. 244.

    (91) [J. Smith e altri], History of the Church, cit., vol. VI, p. 287.

    (92) J.C. Reynolds, op. cit., pp. 254-257.

    (93) Times and Seasons, vol. V, p. 585 (15 luglio 1844).

    (94) J.C. Reynolds, op. cit., p. 232.

    (95) Ibid., p. 228.

    (96) Ibid., p. 261.

    (97) Lettera di Heber C. Kimball a Parley P. Pratt, 17 giugno 1842, Parley P. Pratt Papers, Archivi della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, p. 80.

    (98) Benjamin F. Johnson, My Life's Review, cit., p. 96.

    (99) Journal of Discourses, vol. 18, p. 303.

    (100) Ibid., vol. 11, pp. 327-328.

    (101) Ibid., vol. 18, p. 303.

    (102) Manuscript History of Brigham Young, 13 novembre 1858, p. 1085.

    (103) Andrew F. Ehat (a cura di), "'They might have known that he was not a Fallen Prophet' - The Nauvoo Journal of Joseph Fielding", BYU Studies, vol. 19, n. 2 (inverno 1979), pp. 145-147.

    (104) Horace Cummings, "History of Horace Cummings", Harold B. Lee Library, Brigham Young University, citata da Kenneth W. Godfrey, Causes of Mormon / Non-Mormon Conflict in Hancock County, Illinois, 1839-1846, tesi di laurea, Brigham Young University, 1967, p. 86. Una parte del diario di Horace H. Cummings venne pubblicata sul Juvenile Instructor, un periodico mormone, nell'agosto 1929. In questa versione la spiegazione del rito massonico da parte di Joseph Smith viene riferita nei termini seguenti: "Alcuni dei primi avvenimenti che fecero grande impressione sulla mia mente e furono per me un'utile lezione mi furono raccontati da mio padre. I suoi genitori, che avevano una famiglia numerosa, vivevano a Nauvoo ed erano piuttosto intimi con il profeta Joseph. In effetti suo padre, che era un Maestro massone, officiava quando il profeta venne condotto attraverso i gradi della massoneria. Mentre questo avveniva il profeta spiegò molte cose sul rito che gli stessi massoni non pretendono di capire, ma che egli rese chiare e meravigliose" (Horace H. Cummings, "True Stories from my Journal", Juvenile Instructor, vol. 64, n. 8, agosto 1929, p. 441).

    (105) Juvenile Instructor, vol. 21, n. 6, 15 marzo 1886, p. 91.

    (106) Franklin D. Richards, "The Temple of the Lord", Juvenile Instructor, vol. 26, n. 23, 1° dicembre 1891, ristampato in The Utah Genealogical and Historical Magazine, vol. 11, n. 4, ottobre 1920, p. 147.

    (107) Diario di Rudger Clawson, 4 aprile 1899, Papers of Rudger Clawson, collezioni speciali, Biblioteca Marriott, University of Utah, Salt Lake City, Utah; pubblicato in A Ministry of Meetings. The Apostolic Diaries of Rudger Clawson, a cura di Stan Larson, Signature Books, Salt Lake City 1993, p. 42.

    (108) Ibid., p. 380.

    (109) Nelson Winch Green, Fifteen Years Among the Mormons, H. Dayton, New York 1859, pp. 49-50.

    (110) Ann Eliza Young, Wife No. 19, Dustin, Gilman & Co., Hartford (Connecticut) 1875, p. 371.

    (111) [Mrs. T.B.H.] Stenhouse, "Tell it All": The Story of a Life's Experience in Mormonism, A.D. Washington & Co., Hartford (Connecticut) 1874, p. 354.

    (112) Cfr. Richard F. Burton, The City of the Saints, Longman, Green, Longman & Roberts, Londra 1861, p. 271 (tr.it.: I Mormoni e la Città dei Santi, Fratelli Treves, Milano 1875); Phil Robinson, Sinners and Saints, Sampson, Law, Marston, Searle & Rivington, Londra 1883, p. 139; Rudyard Kipling, From Sea to Shining Sea, 2 voll., Doubleday & McClure Co., New York 1899, vol. II, p. 111.

    (113) In realtà i massoni - qualunque cosa pensino i mormoni - credono che la parola perduta sia stata nuovamente scoperta da loro, e sia trasmessa nel grado dell'Arco Reale (cfr., per esempio, W. Morgan, op. cit., p. 102).

    (114) Times and Seasons, vol. V, p. 585 (15 luglio 1844).

    (115) Deseret News, 27 novembre 1875, che ristampa un articolo del Chicago Times. Cfr. John C. Stearns, An Inquiry into the Nature and Tendency of Speculative Free-Masons, Utica (New York) 1826. Dopo questa edizione - che precede anche il libro di William Morgan - una quinta edizione considerevolmente ampliata venne pubblicata nel 1829 - da Northway & Porter, Utica (New York) - e più volte ristampata.

    (116) Cfr. sul punto, con ulteriori osservazioni, il mio "Masonry and Mormonism in Utah, 1847-1984", Journal of Mormon History, vol. 18, n. 2, primavera 1992, pp. 51-96.

    (117) City of the Saints in Picture and Story, Deseret News, Salt Lake City 1906, p. 34; Douglas F. Tobler - Nelson B. Wadsworth, The History of Mormons in Photographs, St. Martin's Press, New York 1989, pp. 10, 11, 23, 148; On the Mormon Frontier: The Diary of Hosea Stout, a cura di Juanita Brooks, 2 voll., University of Utah Press, Salt Lake City 1964, vol. II, pp. 415, 423.

    (118) Wilford Woodruff, Wilford Woodruff's Journal, a cura di Scott G. Kinney, 9 voll., Signature Books, Midvale (Utah) 1984, vol. 5, p. 482.

    (119) Gustin Gooding, First 100 Years of Freemasonry in Utah (ristampato con il titolo The History of Utah Masonry), Franklin Lodge No. 27, Salt Lake City 1983; Samuel H. Goodwin, Freemasonry in Utah, Thirty Years of Mt. Moriah Lodge No. 2 F & A.M. 1866-1896, presso l'Autore, Salt Lake City 1930, p. 6.

    (120) Norman H. Furniss, The Mormon Conflict, 1850-1859, Yale University Press, New Haven (Connecticut) 1960, pp. 76, 119-120, 127, 196.

    (121) W. Woodruff, op. cit., vol. 5, p. 483.

    (122) Journal of Discourses, vol. 9, pp. 180, 182; vol. 10, pp. 125-126.

    (123) Edward W. Tullidge, The History of Salt Lake City and Its Founders, s.e., Salt Lake City 1886, Appendice, pp. 15-18.

    (124) 1866 Proceedings of the Grand Lodge of Nevada, Carson City (Nevada) 1866, pp. 120-121, 124, 165-167; 1867 Proceedings of the Grand Lodge of Nevada, Carson City (Nevada) 1867, p. 288.

    (125) S.H. Goodwin, op. ult. cit., p. 14.

    (126) Ibid., p. 15.

    (127) 1867 Proceedings of the Grand Lodge of Nevada, cit., pp. 288-289.

    (128) Journal of Discourses, vol. 11, pp. 327-328.

    (129) Sam H. Goodwin, Freemasonry in Utah: The First Decade of Argenta Lodge No. 3 and its First Master, presso l'Autore, Salt Lake City 1925, pp. 8-9.

    (130) "Report of Committee on Jurisprudence", in 1899 Proceedings of the Grand Lodge of Utah, Tribune Printing and Publishing Co., Salt Lake City 1899, p. 33.

    (131) S.H. Goodwin, op. ult. cit., p. 17.

    (132) 1882-83 Proceedings of the Grand Lodge of Utah, s.e., Salt Lake City 1883, pp. 18, 24-25.

    (133) Sam H. Goodwin, "A Study of Mormonism and its Connection with Masonry in the Early Forties", in The Builder, vol. 7, n. 2, febbraio 1921, pp. 36-42; e vol. 7, n. 3, marzo 1921, pp. 64-70.

    (134) Cfr., per esempio, B.H. Roberts, "Masonry and 'Mormonism'", in Improvement Era, vol. 24, agosto 1921, pp. 939-973; Anthony W. Ivins, The Relationship of "Mormonism" and Freemasonry, Deseret News Press, Salt Lake City 1934; e E. Cecil McGavin, "Mormonism" and Masonry, Deseret News Press, Salt Lake City 1935.

    (135) 1925 Proceedings of the Grand Lodge of Utah, Salt Lake City 1925, pp. 48 e 65.

    (136) 1927 Proceedings of the Grand Lodge of Utah, Salt Lake City 1927, pp. 65-66.

    (137) 1958 Proceedings of the Grand Lodge of Utah, Salt Lake City 1958, pp. 70-72, 80, 99-100, 104-105.

    (138) 1965 Proceedings of the Grand Lodge of Utah, Salt Lake City 1965.

    (139) 1983 Proceedings of the Grand Lodge of Utah, Salt Lake City 1983, p. 61.

    (140) 1984 Proceedings of the Grand Lodge of Utah, Salt Lake City 1984, p. 63.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

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    http://www.uonna.it/loggia-figli-italia.htm

    L'ordine dei Figli d'Italia in America
    Una Loggia Massonica
    E' figlia della Massoneria l'organizzazione italo-americana Ordine dei figli d'Italia, che ha premiato Berlusconi a Washington.
    L'Ordine di figli D'Italia in America e' stato fondato nel 1905 da Vincenzo Stellaro, medico, emigrato vero l'America da Polizzi Generosa, Provincia di Palermo.
    L'obbiettivo iniziale dell'Ordine, era quello di opporsi alla diffamazione degli immigrati italiani, e siciliani in particolare, descritti spesso dalla stampa dell'epoca come mafiosi.
    Ancora oggi l'Ordine dichiara come proprio fine "l'aiutare la comunità italo-americana a mantenere i propri valori, facendi si' che i mezzi di comunicazione siano al corrente dei contributi degli italiani alla storia ed al progresso degli Stati Uniti".
    Lo Statuto ricalca quello della Massoneria Americana, con una divisione in Logge ed una struttura gerarchica.
    Oggi l'Ordine e' composto di 600.000 iscritti, riuniti in una rete di 700 succursali.
    Ogni anno, a maggio, organizza una serata di gala, a ciu spesso partecipa il Presidente degli Stati Uniti.
    In questa occasione vengono premiate personalità, in genere do orientamento conservatore, che hanno dato un contributo ai rapporti tra l'Italia e gli Stati Uniti.
    Prima di Berlusconi sono stati premiati, il giudice della Corte Suprema, Antonin Scalia e l'ex Ambasciatore americano a Roma Peter Secchia.
    Tuttavia l'Ordina si dichiara apolitico: l'ex Presidente Bill Clinton era ospite abituale delle serate, cosi' come Nancy Pelosi, capogruppo alla Camera del Partito Democratico.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

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