Come fu condannato a morte il Commissario Calabresi...

[Pieffebi]

Dal quotidiano LIBERO di oggi 11 novembre 2004:

" E dalla stampa di sinistra arriva la condanna a morte di Calabresi
di MICHELE BRAMBILLA

Il 18 dicembre, all'obitorio di piazzale Gorini, fu eseguito l'esame necroscopico sulla salma di Pinelli [l'anarchico, compagno di Valpreda, che volò...dalla finestra durante un interrogatorio di polizia, nel corso delle indagini sulla strage di Piazza Fontana - nota di PFB] . Nel rapporto steso successivamente dai tre periti c'era fra l'altro questa frase: « Sulla superficie posteriore, alla base del collo, area grossolanamente ovalare di circa centimetri sei per tre nella quale l'epidermide appare lievemente ispessita con maggiore evidenza del disegno reticolare, di colore più chiaro rispetto alla cute circostante, che appare violacea per ipostasi. Al taglio, non infiltrazioni emorragiche dell'epidermide e del derma » . L'Avanti! così tradusse ( il 7 aprile ' 70) quel periodo: « La necroscopia ha accertato una lesione bulbare al collo, mortale, ma non è stata provocata dalla caduta: avrebbe infatti causato un'emorragia » . L' « area grossolanamente ovalare » era diventata, per l'Avanti!, una « lesione bulbare al collo, mortale » . Nacque così la leggenda del colpo di karatè con cui la polizia ( Calabresi) avrebbe ucciso Pinelli, o stordito prima di buttarlo dalla finestra. L' 8 aprile, L'Unità riprese la notizia: « Secondo quanto scrive stamani L'Avanti!, la caduta del Pinelli sarebbe avvenuta dopo che l'anarchico era rimasto vittima in precedenza, probabilmente non molte ore prima della morte, di una lesione bulbare, che avrebbe potuto essere stata prodotta anche da un colpo di karatè » . Molti cedettero all'Avanti! e all'Unità, benché la loro ipotesi si fondasse su un fatto assolutamente falso, perché in nessun punto della perizia necroscopica si parlava di « lesione bulbare » . E oltre che falsa, quella versione era anche inverosimile, perché la lesione del bulbo provoca una morte istantanea, e Pinelli era deceduto all'ospedale due ore dopo essere caduto dalla finestra. Non solo: il bulbo può essere leso solo rompendo la scatola cranica; e la scatola cranica di Pinelli non presentava alcuna frattura. L' « area grossolonamente ovalare » ( cioè una macchia sulla nuca, per intenderci) fu motivata da tutti i periti come la conseguenza del contatto del cadavere sul marmo dell'obitorio. E infatti nessuno dei giudici che condussero le due inchieste sulla morte di Pinelli diede peso - come vedremo - alla storia del colpo di karatè. Molti giornalisti, probabilmente senza neppure aver letto la perizia necroscopica, considerarono invece accertato il colpo di karatè, e anzi partirono da esso per dare una versione definitiva e completa sul caso Pinelli. Vie Nuove, il giornale del Pci Scrisse il settimanale del Pci Vie Nuove: « L'uomo si accasciò sulla sedia, le braccia abbandonate, il capo riverso sul collo stranamente piegato in avanti. L'ultimo colpo vibratogli alla nuca con taglio della mano era stato troppo forte. Nella stanza ci fu un attimo di smarrimento, anche gli altri quattro presenti si fecero attorno alla sedia e uno provò a scuotere l'uomo per le spalle, gli sollevò adagio la testa che ricadeva senza nervo, mentre il respiro era ridotto a un rantolo, e gli occhi apparivano rovesciati sotto le palpebre. " Aria, ci vuole aria, presto avvicinatelo alla finestra…". In due presero l'uomo per le braccia, lo trascinarono di peso attraverso la stanza sino alla finestra che era stata aperta, lo appoggiarono alla sbarra di ferro trasversale che fa da balaustra. Adesso i cinque si scambiavano frasi concitate, senza senso, bestemmie, ma linguaggio vero, fatto per intendersi, era solo quello degli occhi di due tra cinque, occhi che si cercavano e si capivano. E l'uomo appoggiato alla sbarra di ferro della finestra aperta, d'un tratto scomparve, inghiottito dal vuoto, corpo inerte scivolato nel buio del cortile. A voler essere franchi, e senza dire niente di nuovo, ma solo a cucire assieme le mezze notizie, Giuseppe Pinelli è morto così » . In città cominciarono ad apparire manifesti e volantini: « Guida e Calabresi, sarete presto appesi » . Oppure: « Guida e Calabresi: ricercati per l'omicidio di Pinelli » . Lotta Continua, e in parte l'Unità, inventarono che Calabresi era un agente della Cia, che era stato l'uomo di fiducia del « generale Edwin A. Walzer, uomo di Barry Goldwater » . « Il torturatore Calabresi » Calabresi, dopo molte esitazioni, ottenne il nullaosta per querelare Lotta Continua per diffamazione a mezzo stampa. Lotta Continua rispose con un articolo in cui si riparlava del torturatore Calabresi, si riproponeva la storia della " lesione bulbare" e si diceva: « Siamo stati troppo teneri con il commissario di Ps Luigi Calabresi. Egli si permette di continuare a vivere tranquillamente, di continuare a fare il suo mestiere di poliziotto, di continuare a perseguitare i compagni. Facendo questo, però, si è dovuto scoprire, il suo volto è diventato abituale e conosciuto per i militanti che hanno imparato ad odiarlo; la sua funzione di sicario è stata denunciata alle masse che hanno incominciato a conoscere i propri nemici di persona, con nome, cognome e indirizzo. E' chiaro a tutti, infatti che sarà Luigi Calabresi a dover rispondere pubblicamente del suo delitto contro il proletariato. E il proletariato ha già emesso la sua sentenza: Calabresi è responsabile dell'assassinio di Pinelli e Calabresi dovrà pagarla cara. … E' per questo motivo che nessuno, e tantomeno Calabresi, può credere che quanto diciamo siano facili e velleitarie minacce. Siamo riusciti a trascinarlo in tribunale, e questo è certamente il pericolo minore per lui, ed è solo l'inizio. Il terreno, la sede, gli strumenti della giustizia borghese, infatti, sono giustamente del tutto estranei alle esperienze, alle nostre lotte, alle nostre idee, e non è certamente dalla legge dello Stato capitalista che ci attendiamo la punizione di un suo servo zelante; non dai giudici « progressisti e onesti » ; non da un dibattimento i cui codici, norme e regole, creati dalla borghesia per controllare gli sfruttati, non possono essere utilizzati dai proletari, ma solo da questi distrutti... Ma dentro l'aula della prima sezione, dentro il tribunale, attorno ad esso, nelle strade e nelle piazze, il proletariato emetterà il suo verdetto, lo comunicherà, e ancora lì, nelle piazze e nelle strade, lo renderà esecutivo. « Calabresi ha paura ed esistono validi motivi perché ne abbia sempre di più. Quando gli sfruttati rompono le catene dell'ideologia borghese e praticano le proprie idee, la forza dell'esempio diventa dirompente; i proletari di Trento che hanno rifiutato la legalità borghese per assumere quella rivoluzionaria, hanno compiuto il primo processo e la prima esecuzione. L'imputato e vittima del secondo e già da tempo designato: un commissario aggiunto di PS, torturatore e assassino: Luigi Calabresi » . « Sappiamo che l'eliminazione di un poliziotto non libererà gli sfruttati; ma è questo, sicuramente, un momento e una tappa fondamentale dell'assalto del proletariato contro lo Stato assassino » . Intellettuali a mano armata Si dirà che Lotta Continua era un movimento estremista, e che solo all’estrema sinistra si usava quel linguaggio, che il resto della stampa non condivideva quel tipo di campagna. Non è così. Quando Calabresi sporse querela, quarantaquattro redazioni di riviste politiche e culturali ( fra cui alcune cattoliche) sottoscrissero un documento di solidarietà a Lotta Continua. il « Movimento dei giornalisti democratici » , che presto avrebbe conseguito la maggioranza sia nel sindacato lombardo sia in quella nazionale ( Fnsi), nell’imminenza del processo per diffamazione contro Lotta Continua pubblicò questo appello: « I giornalisti che sottoscrivono questo appello sottolineanno che nessuna risposta è stata data, fino ad ora, agli interrogativi, alle contaddizioni, ai dubbi sulla morte di Pinelli, che la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica ha fatto propri. Il processo che si aprirà a Milano non può evidentemente avere un senso se non accogliendo quella che da mesi è la richiesta pressante, rivolta in ogni sede e forma possibile dalla pubblica opinione ai responsabili del potere politico e giudiziario: si vuole sapere come e perchè Giuseppe Pinelli è morto! » . Quando il giudice istruttore Antonio Amati ( il 3 luglio 1970), su conforme richiesta del pubblico ministero Giovanni Caizzi ( 14 maggio 1970), concluse l’inchiesta sulla morte di Pinelli con un decreto di « impromovibiltà dell’azione penale » , la contestazione divenne ancora più dura. ..." "


Cordiali saluti

[anton]

si vuole sapere come e perchè Giuseppe Pinelli è morto! » .
=======
E ANCORA NON LO SAPPIAMO...
ED è MORTO IN UNA QUESTURA ITALIANA

[Pieffebi]

Sappiamo come è morto il Commissario Calabresi, e chi ha istigato la campagna socialcomunista d'odio contro di lui.

Saluti liberali

[anton]

In origine postato da Pieffebi
Sappiamo come è morto il Commissario Calabresi, e chi ha istigato la campagna socialcomunista d'odio contro di lui.

Saluti liberali

=====
certo che avreste preferito che ANCHEE i socialcomunisti avessero sostenuto la tesi dell' UOMO VOLANTE....
MA CHE CI VUOI FARE ANCORA IN ITALIA PER FORTUNA C'è GENTE CHE A CERTE FANFALUCHE NON CI CREDE,.

[Pieffebi]

In origine postato da Pieffebi
Sappiamo come è morto il Commissario Calabresi, e chi ha istigato la campagna socialcomunista d'odio contro di lui.

Saluti liberali

[peppe (POL)]

Una vicenda vergognosa che la Sinistra continua a strumentalizzare...

Ottimo articolo con precise spiegazioni che ai più non sono note...

Siccome "viviamo in un Regime"...